venerdì 27 marzo 2015

-ANSIA. Accompagnare il flusso degli eventi

ADATTAMENTO …  ovvero accompagnare il flusso degli eventi


Risultati immagini per adattamento nei dipinti

ell’accezione più generale, indica il processo attraverso cui una persona stabilisce un rapporto di equilibrio psicofisico, non forzato, con il proprio ambiente. Implica la capacità di autoregolazione di vissuti emotivi, di riconoscere gli ambiti più vantaggiosi e le modalità meno dolorose, per sé e per gli altri. Nella vita accadono, a volte, cose veramente impensabili (incidenti, licenziamenti, divorzi, bancarotta, delusioni, malattie, infortuni). Tutte queste esperienze mettono duramente alla prova chiunque le sperimenta. Di fronte a tali situazioni ogni individuo reagisce sempre secondo il suo bagaglio emotivo e in base alla sua personalità: può diventare triste, ansioso, depresso, crollare e non essere più in grado di affrontare le elementari incombenze della vita quotidiana oppure riprendersi come se nulla fosse accaduto. Molte altre persone, invece, particolarmente vulnerabili, trovano insostenibili anche problemi futili, banali e di minore entità. Questi individui non essendo in grado di adattarsi restano profondamente turbati e sono ostacolati nello svolgere addirittura le abituali attività della vita d’ogni giorno. La chiave per comprendere questa modalità reattiva non sta tanto nella natura del fenomeno stressante, quanto nel modo in cui gli individui reagiscono alle varie richieste della vita. Questa difficoltà ad adattarsi in maniera adeguata ai vari rapporti (anche relazionali) viene chiamata “Disturbo dell’adattamento”. 

er fare una diagnosi di “Disturbo di adattamento” la reazione negativa a una situazione stressante  deve sempre essere esagerata  e prolungata nel tempo; interferisce con la capacità di lavorare, di studiare, sviluppare rapporti soddisfacenti con gli altri o svolgere attività sociali significative. Ogni persona comunque può avere una certa difficoltà di adattabilità in particolari situazioni critiche della propria vita, ma è anche vero che si può essere molto più vulnerabili in determinati momenti esistenziali (esordisce più facilmente), per esempio quando ci si sposa, si va in pensione, la nascita di un figlio, la perdita del lavoro (situazioni evolutive che richiedono un adattamento radicale e veloce). Anche l’età, il sesso e le condizione di benessere psicosomatico hanno un ruolo importante. Gli adolescenti, molto più vulnerabili ai problemi che si protraggono, tendono ad esprimere le difficoltà di adattabilità attraverso atti di vandalismo e piccoli furti, marinando la scuola e, cosa molto più grave se non interpretata e gestita correttamente, assumendo comportamenti  antisociali decisamente pericolosi per loro e gli altri; se non ricevono un supporto adeguato molti adolescenti continuano a lottare contro vari problemi personali e, in certi casi, con disturbi mentali seri. 

li adulti invece che presentano tale malessere hanno maggiori probabilità di sviluppare un quadro clinico depressivo e ansiogeno (tra gli anziani si registra un aumento del rischio di suicidio). Tutte le reazioni manifestate nei confronti dell’agente stressante sono comprensibili per un breve periodo di tempo (casi passeggeri). Se diventano particolarmente intense e devastanti, durano per un periodo eccessivo da provocare un’indubbia sofferenza emotiva oppure interferiscono con lo svolgimento delle abituali attività quotidiane, è opportuno chiedere il sostegno di uno specialista. Gli stati emotive connessi al fenomeno di adattabilità possono variare da persona a persona (ansia, depressione, manifestazioni di sintomi fisici, comportamenti violenti, dipendenze: alcol, droga, ecc.). Nelle situazioni in cui l’ansia rappresenti il problema dominante, le persone con problemi di adattabilità si preoccupano, si sentono particolarmente nervose e inquiete quasi costantemente. Quando tale disturbo è accompagnato da tratti depressivi  (misto d’ansia e depressione)  predominano sentimenti - da non sottovalutare mai perché persistenti, penosi, dolorosi e autodistruttivi - di tristezza, senso di impotenza, disperazione e frequenti pianti copiosi. E’ importante, quindi, identificare e curare tale disturbo perché può consolidarsi e portare a disturbi mentali abbastanza significativi (non funziona purtroppo quel famoso ritornello “Tanto il tempo sistemerà tutto” oppure “Il tempo allevia tutte le sofferenze del mondo”!). 

Risultati immagini per adattamento nei dipintiCOSA FARE. Il trattamento di questo disturbo, è rivolto a contenere, arginare e alleviare la sintomatologia. Attraverso tale approccio si incoraggia il paziente a prendere coscienza dell’atteggiamento catastrofico e a considerarlo realisticamente (metterlo nella giusta prospettiva), cioè un’irrazionale drammatizzazione che ostacola il futuro e complica solo una situazione già difficile. Le tecniche di rilassamento e di ipnosi si rivelano particolarmente utili. Una buona salute psicosomatica, oltre a favorire una buona energia e prevenire i problemi, può potenziare sia la salute fisica sia la salute mentale. Tali strategie terapeutiche, perché funzionino, non devono essere attivate nei momenti di crisi o di sofferenza acuta, ma realizzate, giorno dopo giorno, in maniera continuativa, con impegno e costanza.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.



Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.476055 - 349.1050551 –  0532.476055 
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