martedì 22 agosto 2017

"ESAURIMENTO" ... la stanchezza di vivere



ESAURIMENTO … la stanchezza di vivere


ei stanco, ancora! Un'altra volta, non se ne può proprio più. Tutti i giorni la stessa storia. Oddio che angoscia mi fai venire. Ma basta! Quante volte abbiamo ascoltato queste frasi inutili, inadeguate e intolleranti espresse nei confronti di chi si trova in una fase di indebolimento psicofisico ... costantemente in debito di energia. Un ritornello spesso usato con molta disinvoltura, tanta irritazione e poca sensibilità, rivolto non a “scuotere”, come molti vorrebbero far credere, o sollecitare il recupero psicofisico, ma a mortificare e rimproverare il soggetto che sta per 'affondare'. Qualcuno, per farla breve, direbbe piove sul bagnato, ovvero le disgrazie non vengono mai da sole; questa, però, è una faccenda complessa e piuttosto seria, di non facile soluzione; non sono sufficienti due giri di mestolo, qualche botta sulla spalla o un paio di paroline affettuose per sistemare tutto, bisogna andare in profondità. Un processo che non solo riguarda la riduzione del tono muscolare, problemi respiratori e sbalzi pressori, ma anche una diffusa sofferenza psichica accompagnata da ansia, depressione, disturbi di percezione, della concentrazione e della coordinazione. Per orientarci e comprendere l'origine di tale sindrome è necessario partire dall'inizio.


n bel giorno, all’improvviso, il corpo chiama ma la mente non risponde, va per conto suo, non ne vuole proprio sapere di mettersi in 'carreggiata': ci si sente fiacchi, abulici, malinconici, abbattuti, svogliati, storditi, svuotati, stanchi, indeboliti, sfibrati, prostrati, estenuati, snervati, svigoriti, infiacchiti … ancora più 'rotti'. Una vera e propria dissintonia tra mente e corpo. Si tratta, il più delle volte, di un diffuso senso di debolezza, le “pile” sono scariche e non si prevede niente di eccitante ... nulla di buono all'orizzonte, direbbero i marinai. Una giornata incerta, condita da un’atmosfera cupa, da un fastidioso ed irritante pessimo umore. Non si ha voglia di alzarsi, ci si sente completamente giù di corda, il vivere diventa sempre più faticoso, tutto sembra privo di vitalità e senza senso, ogni gesto appare incredibilmente irragionevole, pesante e fastidioso un vero e proprio disastro. Per dirla in termini rigorosamente scientifici, si tratta - come avviene nei tratti depressivi - di una caduta dei livelli di serotonina, di dopamina (neurotrasmettitori) e, in generale, di una profonda alterazione nella produzione ormonale. 
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Un fenomeno che, a lungo andare, va ad alterare silenziosamente lo stato fisico - chimico delle cellule. Un cattivo “investimento” fisiologico in cui nessuno è in grado di ipotizzare i “frutti” futuri di questa situazione cosa dovrà farsi carico, ancora una volta, l'intero psicosoma se tale situazione persiste nel tempo? Sul lavoro, poi, si rifugge qualsiasi fatica e responsabilità, si è terribilmente tormentati da difficoltà di concentrazione e da scarsa autostima. Questo continuo tiro alla fune interno (vogliamo una cosa ma ne facciamo un’altra), fa consumare inutilmente energia, inquina i rapporti, fa sbandare e, soprattutto, girare a vuoto ... una giostra che fa ruotare continuamente su se stessi e che non porta da nessuna parte. La notte sembra una inquietante bolgia dantesca (vedasi Inferno, Canto I), oltre a non permettere di recuperare l’energia attraverso un buon sonno ristoratore, prepara - ironia della sorte - un risveglio tormentato, monotono, sempre uguale ed invalidante, caratterizzato da debolezza, scoraggiamento e apatia (il primo pensiero è: “ma che ci faccio qui” l’unica alternativa è di tornare a letto). Il meritato riposo diventa un incubo, non si riesce in alcun modo di portare freschezza all’unità psicofisica, di rinnovare le energie consumate in maniera esagerata nelle ore di veglia.



uesto malanno - risucchiando e prosciugando lentamente - non compare mai a viso scoperto, a volte arriva di soppiatto, in maniera infida, dopo che ci ha accompagnato silenziosamente per giorni e giorni, per settimane e settimane, per mesi e mesi "senza" evidenti fenomeni psicosomatici ... ma davvero senza tirarci la 'giacca'? Mah! Una vita schiacciata, senza motivazioni, in balia dei diversi eventi quotidiani, sviata da orpelli ingannevoli e superflui, che procede a velocità ridotta, con il freno a mano tirato, piena di stenti e di fatica non può certo passare inosservata! Anche se ognuno di noi, senza dubbio, ha il suo “buon” esaurimento, sono infiniti gli atteggiamenti sbagliati che sprecano le forze in cose inutili, che lentamente e inesorabilmente intasano, logorano, salassano, prosciugano, soffocano la vera vitalità, disperdono l’energia sino all’inverosimile (fattori scatenanti): stili di vita inappropriati, schemi mentali inconciliabili con la nostra creatività, coinvolgimenti emotivi senza un giusto ritorno, condizionamenti che ingabbiano, inseguire sogni impossibili, rapporti di coppia logoranti, vivere una vita sempre uguale a se stessa, ideali irraggiungibili, recitare personaggi sempre uguali, fornire immagini e ruoli diversi dalla propria natura, lavoro che non piace e tiene in ansia, mantenere amicizie in maniera forzata, obblighi e doveri sempre più pressanti che, nell’immediato, non è possibile derogare.


i pare già di sentire un rumore insistente di sottofondo: alcuni diranno “Fosse facile, con quello che ho vorrei proprio vedere lui nella mia situazione” altri invece ipotizzeranno una saccenteria sfacciata (ovviamente da parte mia) oppure, più semplicemente, senza tanti fronzoli e perdita di tempo ma con l'intento di 'squalificare' l'intruso, “Abbiamo un altro saggio da collezionare ci mancava proprio!”. E' giusto che ognuno di noi, in base al suo quadro clinico, possa valutare la situazione con senso critico e la diffidenza dovuta, ma è altrettanto importante avere sempre la consapevolezza della propria condizione reale. Avere un'ampia visione delle cose, di se stessi, con una mente libera da pensieri intrusivi ed invadenti: sospendere i giudizi di valore e osservare a testa vuota; mettere in campo uno sguardo curioso, aperto, pieno di stupore, libero, in grado di scegliere e di decidere autonomamente, secondo i propri desideri e bisogni, con i propri pregi e propri difetti gesto indispensabile per mantenere la propria autostima. Tutto ciò si può realizzare solo se ci alleniamo ad ascoltare e, soprattutto, se siamo in grado di SENTIRE. La consapevolezza o la 'conoscenza' non è uno sforzo, ma qualcosa di semplice ed immediato (fare una doccia, fare e ricevere carezze, bere un caffè, mangiare un piatto di spaghetti … lasciamoci avvolgere e coinvolgere dalle sensazioni; sono loro che ci hanno fatto crescere nel bene e nel male; ora, però, siamo in vantaggio, non siamo più imbrigliati dai vincoli evolutivi, quindi, possiamo liberamente decidere se volgerle completamente a nostro favore). Liberi da condizionamenti, pregiudizi e aspettative, essere presenti a se stessi, recuperare il contatto con tutti gli organi di senso significa SENTIRE, agire in modo naturale, autentico: sono loro i veri strumenti della consapevolezza.



ttraverso la riscoperta delle sensazione non solo si attivano quei percorsi cerebrali inutilizzati, ma si mettono in circolo tutte le energie spente o soffocate da tempo. Non significa buttare a mare la propria vita, non avrebbe senso, basta mettere a fuoco le cose 'inutili', evitare di sperperare le energie vitali in situazioni che non ci appartengono più … 'semplicemente' non convogliare energia in schemi, vizi e abitudini che non le appartengono. Sono i pensieri contorti e bizzarri, i disegni esistenziali assurdi, le abitudini stantie che continuiamo ad “indossare” - modi di pensare che non ci rappresentano più perché estranei alla nostra vera natura - i veri responsabili di questo malessere. Tutta questa zavorra, oltre ad allontanarci dalla consapevolezza delle cose che veramente contano, trasforma e prosciuga l’energia disponibile. Si scivola lentamente dentro una situazione sgradevole, tutto si tinge di grigio e la stanchezza cronica domina completamente la quotidianità. Se l’energia vitale scarseggia anche il potere decisionale è assente, diserta completamente anche nei semplici rapporti: la voglia di fare diminuisce, la fragilità emotiva aumenta, toglie completamente l’entusiasmo e lucidità, l'energia sessuale cala a picco, mentre le paure immotivate prendono il sopravvento (ipocondria). Quando l’energia viene a mancare, gettata al vento, si modificano improvvisamente i vari meccanismi biologici e si altera completamente la produzione ormonale: un segnale inequivocabile di forte rottura psicosomatica. Ed è proprio in questo frangente che si rischia parecchio sia a livello psichico sia a livello fisico. Le patologie più frequenti sono: allergie, insonnia, problemi sessuali, ipocondria, gastrite, depressione.

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Cosa fare. La stanchezza, essendo un fenomeno che riguarda il cedimento 'globale di tutto il sistema', deve essere affrontata con metodiche terapeutiche olistiche; interventi rivolti a migliorare la persona nella sua interezza: mente - corpo (fisiologia, emozioni ... e non meno importante l'aspetto sociale). Non bisogna dimenticare che l'unità psicofisica è enormemente influenzata da infiniti fattori: ambiente (sole, stagioni, inquinamento, condizioni meteorologiche rapporti), fisiologia, sentimenti, alimentazione, moto. Il sostegno - per raggiungere una buona armonia mente e corpo - deve essere sia psicologico sia fisiologico: intervento sullo stato 'depressivo' e sulla funzionalità surrenale (asse CRH - ACTH). Gli atteggiamenti mentali, come sopra evidenziato, hanno un ruolo fondamentale tanto nel disperdere energia, quanto nel bloccarne l’acquisizione. Gli individui sempre preoccupati, isolati, nervosi, spaventati, pieni di risentimento, attivano dei sintomi dovuti allo sperpero di energia vitale: ipereccitabilità sensitiva, torpore, stanchezza, mancanza di interesse, difficoltà a concentrarsi, cattiva memoria, incapacità di prendere vere decisioni. Dopo aver escluso, attraverso esami clinici specifici, eventuali patologie in atto (diabete, epatite, anemia, problemi tiroidei, infezioni, eccessivo funzionamento delle ghiandole surrenali, pressione bassa) è necessario rimuovere quei “lacci” che impediscono di essere liberi e, soprattutto, neutralizzare gli ostacoli mentali che scatenano tale sofferenza. 



gni strategia terapeutica, pertanto, sarà rivolta ad attivare e far scorrere in modo consapevole il grande flusso energetico che risiede in ognuno di noi. Imparare a sentirsi liberi di poter scegliere e decidere, di accettare e poter esprimere i propri sentimenti attivare questa fantastica energia vitale e di poterla usare in maniera più vantaggiosa in altri vissuti (conoscere, informarsi, aggiornarsi, documentarsi, frequentare corsi fare qualcosa esclusivamente per il proprio benessere). Ci sono tantissimi modi, semplici - apparentemente banali per alcuni - ma molto utili, per diminuire la tensione interna: praticare regolarmente senza sforzarsi un'attività fisica aiuta ad eliminare l'agitazione e la tensione in eccesso (non è necessario alzare pesi o fare altre diavolerie inutili, ma muoversi, stimolare le famose endorfine in maniera naturale), prendersi del tempo per imparare a rilassarsi permette di controllare ansia, stress e depressione. In qualsiasi trattamento, inoltre, l’unico elemento sconosciuto è il tempo. Nessuno è in grado di prevedere con precisione matematica quando un disagio cronico sarà risolto. La natura quindi dei problemi cronici rende molto cauti, ovvero astenersi da qualsiasi aspettativa irrealistica che potrebbe determinare un’ennesima delusione, rendendo la terapia ancora più difficoltosa e conflittuale. RICORDA, ogni soluzione dipende sempre dall’attenzione, dal modo con cui ci si avvicina e si “sentono” le cose. Non esistono soluzioni miracolose, facili e rapide, ogni terapia è unica come lo sono le impronte digitali. E’ bene ricordare che tanto la causa che la soluzione di ogni problema sono dentro di noi, a volte saranno un po’ in disparte, ma del tutto alla nostra portata, e sta solo a noi decidere se attivare o meno tale intervento … il ricostituente migliore, senza dubbio, siamo sempre noi!



se non ci riusciamo da soli chiediamo aiuto non c'è niente di vergognoso nel chiedere una mano, l'importante è che sia qualificata e, questo, solo noi siamo in grado di valutarlo (se non ci sentiamo a nostro agio, se non ci troviamo bene con quel professionista, cambiamolo!!! … più si perde tempo inutile più si cronicizza o la metodica terapeutica si segue oppure la si cambia quello che si sta facendo richiede sempre dedizione e “fedeltà” altrimenti quello che si mette in atto perde forza): portare una valigia in due non solo è più semplice, ma anche meno faticoso. Capisco perfettamente che attribuire un’eziologia psicosomatica alle malattie incontra, spesso, nel pensiero comune, molte RESISTENZE e parecchia IRRITAZIONE (se non profondo rancore o disprezzo): difficile accettare che siamo sempre noi a generare il ‘male’. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle “robacce” che respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente domanda sacrosanta. Non va comunque dimenticato che sono proprio i disagi prolungati nel tempo che compromettono il funzionamento del sistema immunitario e, quindi, con difese ‘basse’ anche le cose più banali risultano difficili da neutralizzare soprattutto migliorare il Ph se persistono certe abitudini e atteggiamenti inappropriati.
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ATTENZIONE  l’esaurimento (spossatezza, stanchezza cronica), fenomeno sempre soggettivo che difficilmente si risolve in modo spontaneo, non solo può avere effetti sugli ormoni tramite l’ipotalamo, ma si nasconde anche in altre patologie subdole come: insonnia, stitichezza, gonfiori e dolori di pancia, disfunzioni sessuali, depressione (tutti sintomi scambiati come disturbi non legati alla patologia) chi ne è afflitto si isola, si spegne, si fa negare ad ogni tipo di benessere, si nasconde e si chiude al mondo, non ha più stimoli e motivazioni autentiche: paga la monotonia delle sue giornate tutte uguali. 
Si ritrova forza e vitalità, evitando le “cadute” psicofisiche, anche a tavola facendo funzionare bene reni, fegato e intestino, seguendo piccole e semplici regole per non appesantire l’organismo: cereali integrali (attenzione alla colite), legumi, agrumi, ortaggi di colore verde (contengono clorofilla che ha una funzione rilassante e apporta notevoli quantità di ossigeno), mangiare spesso e poco, cibi freschi e con poche calorie … evitare cotture prolungate, ridurre alcol, zuccheri raffinati, pane, carne e latte.Uno sguardo, inoltre, alla funzionalità epatica non solo sarà utile, ma indispensabile. Un fegato "pigro" crea disturbi digestivi, mal di testa, stitichezza e un senso di malessere diffuso. I cibi utili a migliorare la funzionalità epatica hanno un alto contenuto di zolfo (purificano e disintossicano). Il processo depurativo - oltre all'assunzione di frutta fresca, verdure, cereali integrali (moderazione per chi soffre di colite), legumi - può essere facilitato dall'introduzione di un regolare esercizio fisico.



TTENZIONE. Capita spesso a seguito di letture “illuminanti” - dopo aver letto una breve introduzione di un racconto entusiasmante, qualche riga di un articolo eccitante o poche pagine di un libro a dir poco originale - di rimanere per un attimo disorientati, aver voglia di gettare tutto a mare, di cambiare completamente la propria vita, annullare ogni cosa in maniera definitiva … fare scelte e prendere decisioni, a volte, in maniera confusa per aderire ad aspettative altrui. NON LO FATE, NON FATEVI INFLUENZARE dalla prima impressione, di quanto è stato scritto (qui o da altre parti), prima di "agire" LEGGETE, LEGGETE, LEGGETE e poi RILEGGETE ancora il contenuto di ogni scritto, solo dopo averlo ”metabolizzato” e “indossato” a pennello potete fare, o non fare, la vostra scelta... ma sempre libera, autonoma, equilibrata, lucida, oculata e responsabile. RICORDIAMOLO, le cose che ci fanno star bene sono - senza ombra di dubbio - quelle che nascono dentro di noi naturalmente e spontaneamente, prodotte sempre senza forzature e non quelle prese in prestito da scritti o da influenze strane, sofisticate, artificiali. MA SOPRATTUTTO, non fatevi la diagnosi da soli!!!

L'autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi a professionisti qualificati e accreditati in questo settore.

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.



Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
 E mail: bonipozzi@libero.it


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