mercoledì 1 aprile 2015

-BALBUZIE


La     Balbuzie


a balbuzie è un’alterazione del linguaggio caratterizzata da continue ripetizioni o da blocchi che determinano una particolare rottura del ritmo e della melodia del discorso. Questa disfunzione nel corso delle interazioni orali, è spesso accompagnata a diversi movimenti motori: contrazioni del viso, tic o gesti variabili più o meno stereotipi del viso, della mano, degli arti inferiori e turbe respiratorie; sono spesso associate anche a manifestazioni emotive come ad esempio arrossamenti, disagi, sudorazione delle mani, ecc. Si devono tuttavia distinguere dalla balbuzie il farfugliamento e lo sproloquio. Chi farfuglia ha un pensiero proporzionato al linguaggio espresso, ma vuole formularlo troppo in fretta. Lo sproloquio invece contiene frasi imperfette, incoerenti nella loro sintassi, con rottura di costruzione e ripresa, ma senza alterazioni articolatorie. La balbuzie essendo uno stato psicosomatico, dove il sintomo è determinato insieme dal tipo di personalità e dalla difficoltà funzionale specifico a livello della parola, non può essere considerata fuori dal contesto comunicativo della realizzazione del linguaggio. Se è vero che può manifestarsi dopo uno shock emozionale, di solito il suo inizio, per lo più insidioso, si colloca agli esordi dell’età scolare. In seguito si evolve in maniera assai variabile, ed è influenzato dalle condizioni del dialogo, dei suoi retroscena inconsci, dallo stato emozionale e somatico del soggetto.

ur essendo un disturbo particolarmente diffuso tra i bambini (più frequente nei maschi che nelle femmine), la percentuale di balbuzienti nella popolazione adulta sarebbe di circa 1%. Le diverse ricerche neurofisiologiche non hanno evidenziato, se non in caso di patologia degenerativa, nessuna anomalia funzionale, ciò è confermato anche dalla variabilità della balbuzie da un giorno all’altro in base all’interlocutore, alla condizione affettiva del soggetto stesso ed al contenuto del suo discorso. Un gran numero di autori tendono attualmente a dare importanza soprattutto, in questi disturbi della comunicazione, alle caratteristiche del rapporto con l’adulto. Insistono sulla base ansiosa dell’adulto: ansioso o distante e poco caldo che può suscitare nel bambino un’aggressività ed un’ansia che sarebbero all’origine della balbuzie (modificazione dinamica dell’apparato pallido–striato); adulti che mancano di sicurezza e sono insoddisfatti, infantili e narcisisti, in cui agli atteggiamenti sono sottesi sentimenti complessi e contradditori (attaccamento possessivo, soffocante, che si alterna a rifiuto e aggressione e che comporta una profonda insoddisfazione da entrambe le parti).


a balbuzie infatti viene particolarmente accentuata quando la relazione interpersonale è in grado di scatenare un’emozione e s’attenua, o magari sparisce completamente, quando lo stato emozionale è tenuto sotto controllo.  Le alterazioni psicoaffettive del bambino balbuziente sono talmente significative che nessuno può tentare di ignorarle. Alcuni tratti di personalità, infatti, si ritrovano con un’elevata frequenza: introversione ed ansia, passività e sottomissione, aggressività ed impulsività in quasi tutte le descrizioni; tale alterazione diviene più marcata e più intensa se il soggetto è sotto stress e non riesce ad incanalare la sua aggressività naturale. In effetti, la genesi di questo fenomeno non può essere compresa al di fuori del problema della comunicazione e della realizzazione del linguaggio: le reazioni ansiose, ostili ed aggressive di fronte ad altri sono così in grado di bloccare la spontaneità verbale e di far emergere il sintomo. Le persone che balbettano, da piccole, tendenzialmente avevano tanta paura di chiedere ed esprimere i propri desideri; da adulti, invece, hanno timore di chiunque rappresenti l’autorità, soprattutto quando hanno necessità di esprimere quello che vogliono. Arrivato all’età adulta, il balbuziente sviluppa spesso un forte timore di balbettare che lo fa tartagliare ancora di più, cosa di cui si dovrà tener conto nel programma terapeutico. 

uando la balbuzie si manifesta in una situazione specifica, in presenza di determinate persone, oppure nel corso di una azione precisa, la prognosi è sicuramente positiva. Non tutti i balbuzienti balbettano nella stessa maniera e la balbuzie è differente a seconda delle situazioni. In alcuni casi esistono situazioni elettive, quali la scuola o la famiglia, e situazioni stressanti, determinate da personaggi sconosciuti o temuti, dalla valorizzazione di pensieri pericolosi, dall’ambiente circostante ansioso. Al contrario, la balbuzie è minore quando il soggetto parla da solo, quando canta o enumera operazioni aritmetiche imparate a memoria, quando recita favole e poemi: tutto ciò che impegna dà impaccio, tutto ciò che è automatico facilita; il balbuziente si trova a suo agio nel parlare ad animali familiari e potrebbe facilmente parlare ad esseri inanimati. Le emozioni agiscono su di lui come blocco quando deve parlare, ma possono talvolta facilitarlo quando “perde le staffe”. 

Risultati immagini per dipinto di bambino che strillaCOSA FARE. Moltissimi metodi, a seconda dell’età del soggetto, sono stati proposti per il trattamento di questo disagio: tecniche ortofoniche dirette alla cura dei disturbi della parola e del linguaggio; tecniche psicomotorie ed in particolare le metodiche di rilassamento; metodo di decondizionamento e di desensibilizzazione. Il trattamento deve comunque associare una rieducazione ortofonica con una psicoterapia, la quale anche se non sopprime il sintomo, migliora però il contesto psicologico. Tecniche caratterizzate da una focalizzazione meno esclusiva sulla parola, come il rilassamento o lo psicodramma possono essere di grande utilità.


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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

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