mercoledì 2 aprile 2014

- SOFFRIRE ...


Quando una persona cara    Soffre




na moglie, un tempo particolarmente efficiente e dinamica, all’improvviso passa buona parte della sua giornata sul divano con le tende tirate, completamente al buio. Un figlio adolescente con una vita, a dir poco gioiosa, un bel giorno di colpo, si chiude nella sua camera perché, a suo dire, tutti lo deridono qualsiasi cosa faccia. Un avvocato famoso e con una carriera davvero brillante, tutto d’un tratto, si sente soffocare non appena vede l’ascensore o  piccoli spazi architettonici. Una studentessa alla pari con gli esami universitari (forse una qualcosina in più), nel cuore della notte, si rimpinza di cioccolata, di patatine fritte e biscotti e poi vomita il tutto di proposito. Un marito attento e devoto alla famiglia si versa il primo “bicchierino” della giornata alla mattina sempre più presto. E ancora, la sorella maggiore che, presa da un interminabile pianto, descrive ansimante i devastanti attacchi di panico che le creano difficoltà a guidare, a recarsi al lavoro e persino uscire di casa. E’ veramente drammatico e sconvolgente, mi raccontano solitamente i familiari, vedere le persone care cambiare in modo così repentino sotto i propri occhi e struggersi continuamente per una “indefinita” sofferenza.

i fruga nei meandri della speranza e ci si affida a qualche miracolo estemporaneo per farle ritornare felici e in pieno benessere ma, purtroppo, non si sa mai quando. Si sospetta che ci siano problemi gravi proprio perché alcuni comportamenti e atteggiamenti appaiono incomprensibili e bizzarri, ma non si riesce a comprendere quali; si vuole prestare aiuto, ma non si sa come. Rendersi conto improvvisamente - anche se da un po’ di tempo si intuiva che qualcosa non andava per il verso giusto - che una persona cara soffre di un disagio emotivo crea malessere diffuso ed una profonda impotenza più di quanto si possa pensare per la diagnosi di una grave patologia organica, proprio perché tale malessere è qualcosa di vago e, a volte, la sua natura pare decisamente irrazionale: sembra veramente un dolore senza spiegazioni. A volte, purtroppo, quando si mette a fuoco questo disagio, scatta il senso di colpa, si cercano giustificazioni, ci si rimprovera e comincia a frullare per la mente, con una certa insistenza, dove è stato commesso l’errore e cosa si poteva fare per ostacolare o evitare lo sviluppo di tale sofferenza.
Risultati immagini per soffrire nei dipintiQuali che siano le circostanze peculiari, la vita della famiglia cambia veramente in maniera drastica. Tutti coloro che vivono accanto ad un soggetto con un grave disagio psichico, possono subire un profondo stress quando emozioni e paure intense si abbattono su di loro, i rapporti interpersonali cambiano e le priorità subiscono una nuova valutazione: ci si sente impotenti, vulnerabili e confusi. Tutti vogliono disperatamente sapere, a ragione, quando tale incubo finirà e la vita tornerà normale, se il sofferente tornerà a essere mai più se stesso e quali saranno le conseguenze future di tale fenomeno. I familiari spesso non si rendono conto che un profondo legame d’amore da solo non basta a curare un disagio emotivo: occorre sempre tempo, pazienza, affetto, sincerità, impegno e grande competenza professionale. E’ bene ricordare, comunque, che i disagi emotivi non compaiono all’improvviso, dalla sera all’indomani. Si calcola infatti che, nel corso della vita, una persona su tre sia colpita da un disagio emotivo, variabile per origine ed importanza. 

ppure i pregiudizi, la vergogna, i timori, le approssimazioni su tali malesseri sono davvero innumerevoli. E, forse, l’atteggiamento migliore per combatterli consiste proprio nell’essere informati (è un diritto!) sui sintomi, sulla diagnosi e sulle terapie: la condizione di salute dei pazienti, senza dubbio, migliora nettamente nel momento in cui comprendono cosa sta accadendo dentro di loro e, soprattutto, quando vengono messi al corrente delle metodiche terapeutiche disponibili, senza contare che i familiari, conoscendo in profondità la malattia possono aiutare, con il tempo necessario, i propri cari in modo efficace. Si possono determinare “stranezze” nel comportamento o nell’atteggiamento - sicuramente impercettibili all’inizio - che i familiari notano, ma erroneamente attribuiscono a stress, ad un recente insuccesso oppure ad una importante delusione. 

Risultati immagini per soffrire nei dipintiPoiché i disagi emotivi interferiscono profondamente con la capacità di esprimere i propri sentimenti, i familiari si sentono spesso, a livello affettivo, come abbandonati. Tali disagi, pertanto, sono sempre fonti di grande tensione e di continue incomprensioni. Diventa fondamentale, quindi, anche se spesso difficile, che tutti i soggetti della famiglia coinvolti cerchino di evitare un atteggiamento di biasimo reciproco. Non è gratificante stare accanto a una persona sempre depressa, eccitata, terrorizzata, in preda alla collera o assorbita in rituali privi di senso, per fare qualche esempio. E’ comprensibile che i familiari perdano di tanto in tanto la pazienza e diventino irritabili, frustrati e intolleranti. Più i familiari impareranno a conoscere il disagio emotivo, meno tenderanno a biasimare, esprimere giudizi di valore e condannare. Una migliore conoscenza scientifica della malattia permetterà di capire quello che il soggetto sta attraversando realmente. I disagi psichici, contrariamente a quello che si pensa, sono molto diffusi, il più delle volte completamente mascherati, ed è quindi fondamentale che ciascuno possa conoscerli e riconoscerli nella loro vera dimensione per affidarsi, quando sia il caso, alla competenza di uno specialista in modo tale da non lasciare all’improvvisazione ma avere maggiori probabilità di ricevere le cure adeguate se individuato correttamente il disturbo che affligge.

n questo modo si evita di cronicizzare la patologia e, soprattutto, lo scoraggiamento di chi soffre perché, a lungo andare, a forza di continui tentativi terapeutici andati a vuoto, potrebbe pensare di essere veramente un caso grave oppure incurabile. E’ utile, inoltre, se non si accede immediatamente ad una terapia qualificata, seguire le seguenti regole: non cercare di gestire il disagio da soli e in continuo isolamento, non sommergere mai il partner di complementi e di osservazioni positive se non ci sono, incoraggiare il sofferente - nel limite del possibile - ad essere attivo, scindere tra la persona e il fenomeno patologico, non mascherare mai i propri sentimenti negativi, evitare il più possibile di cadere nel vortice del malessere … e, soprattutto, non aspettarsi mai una trasformazione improvvisa.


'autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi a professionisti qualificati e accreditati in questo settore.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio  Tel. 349.1050551 -  0532.476055
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