giovedì 5 giugno 2014

-SALUTE MENTALE

Salute Mentale ...



i pensa che, nel corso della vita, una persona su quattro sia colpita da un malessere emotivo, variabile per origine ed importanza. Un tema, quello della salute mentale, offuscato e dominato ancora oggi da tanti piccoli pregiudizi, senso di vergogna, timori ingiustificati e pressappochismi. Sono, infatti, numerosi e radicati i giudizi di valore che ostacolano, spesso in maniera silente, la prevenzione, la diagnostica e la cura di questo singolare tormento umano. Nessuno è ritenuto colpevole del il fatto di avere l’epatite, il diabete, una malattia cardiovascolare o un tumore, ma c’è la tendenza a guardare con sospetto, se non con disprezzo, chi ha problemi mentali; soffrire di qualche problema psichico non è segno di debolezza personale o morale, più di quanto lo sia essere colpiti da qualsiasi altra malattia fisica; in qualche modo è come se ci si aspettasse di poter esercitare un controllo maggiore sulle malattie della mente. Il malessere emotivo non indossa mai vestiti comodi, vistosi e alla moda, meglio non farsi notare, non essere visti: perché la mente dei “sani”, colta di sorpresa, di fronte a certe inspiegabili “stranezze”,  può spaventarsi. Ecco allora, tra la gente, figure furtive che con passo veloce e fugace - per evitare occhiate indiscrete e zittire domande inopportune - sono costrette a diventare trasparenti e invisibili. 


osì, lentamente, la vita sociale si spegne, i pochi rapporti interpersonali sono caratterizzati perlopiù da vile indifferenza e da un diffuso senso di fastidio, ogni piccola occhiata contiene un segnale ben preciso: rivolgiti altrove. La “diversità” porta sempre con sé, oltre a spese inestimabili, la compromissione dei rapporti interpersonali e il rapido deterioramento psicosomatico. Anche le forme più lievi delle malattie mentali possono determinare profonde sofferenze soggettive: paure diffuse, svalutazione, senso di inferiorità, torpore smanioso, incapacità di esercitare una professione, non essere in grado di occuparsi in maniera adeguata di se stessi e dei propri familiari. Il posto di lavoro, poi, diventa letteralmente una polveriera, un territorio di battaglia, un luogo arido e monocolore, ogni piccola cosa crea fastidio ed irritazione, un banale gesto diventa un pretesto per emarginare, umiliare e fare dispetti. La vita sociale, vissuta al minimo, è disorientata da scelte sbagliate, sommersa da desideri confusi, dominata dal dubbio, piena di continue rinunce e irragionevoli limitazioni. Si pensi, ad esempio, ad alcuni non gravi problemi della condotta sessuale, ai disturbi del controllo degli impulsi, agli sbalzi dell’umore, alle dipendenze patologiche, ai comportamenti evitanti e dipendenti. Manifestazioni che in passato sono state sistematicamente ricondotte a un difetto di volontà o ad una qualche imprecisata debolezza emotiva, e di cui attualmente si cominciano a cogliere gli aspetti morbosi, e quindi la necessità di integrare gli opportuni interventi terapeutici. Un malessere che segna la vita non solo alle persone che ne sono affette ma anche alle loro famiglie, ai pochi amici e ai colleghi. 


iconoscere i problemi non significa essere dei mostri o dei falliti, ma semplicemente capire se c’è qualcosa che non funziona in modo tale da  porre rimedio alla sofferenza invalidante: imparare a vivere in modo più gratificante, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, avere una buona immagine di sé, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni, ritrovare l’autostima e la sicurezza, riacquistare il controllo di se stessi e scoprire che ci sono sempre delle alternative e vi è, inoltre, al di là della visione pessimistica del bicchiere mezzo vuoto, la capacità di prendere le decisioni giuste. Un simile panorama impone, attraverso una corretta informazione scientifica, l’attivazione in tempo reale di strumenti terapeutici e preventivi, atti a promuovere la salute mentale. Ignorare la sofferenza emotiva - anche se tutto è circoscritto a qualche indefinita stanchezza, svogliato sentimento e ad un innocuo pensiero persistente - può fuorviare dagli impegni sociali quotidiani, minare la capacità lavorativa, rendere difficili i rapporti con la gente e, soprattutto, non essere più in grado di svolgere con soddisfazione le attività elementari di tutti i giorni. Un aspetto fondamentale della salute emotiva è l’autostima, il senso di fiducia in se stessi, un sano orgoglio che dà ad ogni individuo la sicurezza per adoperarsi a raggiungere gli obiettivi, per aprirsi agli altri, costruire solide amicizie e relazioni strette.

Risultati immagini per salute mentale
COSA FARE. Si avranno maggiori probabilità di ricevere cure adeguate quando chi soffre sarà in grado di avere una visione lucida della malattia, riconoscere i propri sintomi (anche se spesso risulta più facile e strategico riversarli sugli altri), decidere “autonomamente” quando è il momento di chiedere aiuto e, soprattutto, valutare se una terapia è appropriata e efficace. Diversi studi clinici hanno evidenziato che numerosi disagi psichici rispondono in maniera più veloce e completa se il trattamento è intrapreso nelle fasi iniziali del decorso, prima che i sintomi siano diventati per il paziente, e per il suo cervello, un modo di vivere. Una terapia tempestiva riduce anche il rischio di successive ricadute e migliora nel complesso la qualità di vita del malato. Decidere di aspettare, quando il malessere è davvero importante, può essere una tentazione, ma è quasi sempre una cattiva idea. Oltre a ricercare le cure migliori è necessario non addossarsi mai la colpa di tale fenomeno: quello che si può rimproverare, se mai, è di non affrontarli in maniera corretta.
Se soffri non rimandare,
 non rinviare un affettuoso e genuino sostegno: 
l’aiuto deve essere chiesto quando serve realmente!
 … altrimenti puoi cronicizzate e soffrire inutilmente in silenzio. Se, poi, ti ritrovi continuamente inchiodato al dolore forse è davvero il momento di farti aiutare, di mettere fine ai tuoi patimenti reali o immaginari, non è un gesto di debolezza ma di grande forza.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it

Nessun commento:

Posta un commento