Cefalea… quando la ragione “ ingabbia” l’istinto
rendete una piccola porzione di collo rigido, un gruppetto di individui caciaroni, una piccola manciata di impegni inderogabili, una spruzzata di bambini urlanti, una mezz’ora di traffico sulla superstrada e, quanto basta, un pizzico di giornata lavorativa. Mescolate attentamente gli “ingredienti”, mantecate il composto con qualche goccia di incomprensione con il partner e… voilà: eccovi serviti una bella cefalea funzionale.
Al di là del motto di spirito è bene ricordare che la cefalea, oltre al suo carattere particolarmente invalidante ed universale, colpisce circa il 70% della popolazione adulta. Nella maggior parte dei casi, il mal di testa non ha una causa organica (diabete, alcol, alimentazione, anemia, tumore, ipertensione, stati febbrili, intossicazione, sinusite, ecc.) ma unicamente dei sintomi dolorosi che apparentemente sembrano “senza motivo”: in questo caso si parlerà di cefalea primitiva o essenziale, o ancora funzionale (tipo di cefalea preso in esame in questo articolo). La cefalea funzionale, molto spesso, ha le sue radici nei comportamenti e stili di vita di ogni giorno.
er questo orientamento scientifico un “malessere” non è solo uno scompenso meccanico o un deficit organico ma è, soprattutto, un fenomeno che riguarda i bisogni della persona nella sua interezza, tenendo presente l’interazione fra corpo e mente in ogni sua sfumatura, e mostra come la salute strutturale biochimica, psicologica e sociale siano strettamente legate. I sintomi, infatti, a prescindere dal tipo di cefalea, parlano in maniera inequivocabile: sentirsi la testa pesante indica un sovraccarico di pensieri e preoccupazioni; un dolore pulsante segnala contenuti inconsci e istintuali che, in qualche modo, premono per concretizzarsi; le fitte rappresentano una sorta di “pianto cerebrale”, che non riesce a liberarsi della esagerata razionalità; il dolore occipitale posteriore è connesso ad un eccessivo peso delle responsabilità mentre quello frontale ad un esagerato utilizzo delle capacità razionali.
Generalmente consideriamo la testa, da sempre, come luogo della coscienza, intesa come capacità di conoscere il proprio ambiente e se stessi. E’ la sede dell’intelligenza, dell’immaginazione, della ragione e del pensiero: con la testa pensiamo e prendiamo le decisioni. In questo luogo, insomma, si trovano le strutture che permettono all’individuo di pensare, di agire, di sentire, di vedere e di udire: rappresenta la nostra autonomia e, più in generale, la nostra libertà. Nel linguaggio comune si usano spesso le seguenti espressioni: chi agisce in modo sconsiderato agisce senza testa, non mi lascierò mettere i piedi sulla testa, chinare la testa (rassegnarsi), mi romperei la testa (punirsi), non saper dove sbattere la testa (indecisione, perplessità), mi ha dato alla testa (entusiasmarsi eccessivamente, inebriarsi), ficcarsi nella testa (convincimento), montarsi la testa (illudersi), fare di testa propria (non accettare consigli), vivere con la testa fra le nuvole (distrarsi), perdere la testa (non aver più controllo), mi fuma la testa (stordimento per chiacchiere o studio), mi va il sangue alla testa (arrabbiarsi, irosità), togliersi dalla testa (modificare le idee, rinunciare), mettere la testa sotto la sabbia (nascondere la realtà, non voler vedere, ecc.).
emozioni.
Risulta estremamente interessante notare che quando si è in preda ad un attacco di cefalea, l’attività mentale è completamente inibita: non si riesce più a connettere, a ragionare (più si tenta di pensare più si sprofonda nel dolore). In questo modo, oltre a tenere sotto controllo pensieri molto invadenti, si va a bloccare nella testa ciò che si teme di non essere in grado di gestire. Ma cos’è veramente che si vuole trattenere a livello dell’immaginazione? Può essere una situazione che non si vuole affrontare perché crea disagio; può essere una forma di aggressività trattenuta e repressa, non apprezzata dall’ambiente circostante, perché esprimerla potrebbe determinare sensi di colpa difficili da gestire; può essere una reazione alla stanchezza, allo stress o la causa di una eccessiva tensione interiore o esteriore.
oco si parla dell’interiorità, delle risorse interiori, di quanto può influire uno stile di vita,
certi atteggiamenti mentali e alcuni modi di vedere il mondo sulle somatizzazioni … delle potenti difese
che il cervello possiede se non è schiacciato da regole rigide e controlli
eccessivi, soffocato dalle cianfrusaglie, da un senso di impotenza diffuso, da
una condizione esistenziale insoddisfacente e dagli stati d’animo protratti nel
tempo ... RICORDA, un atteggiamento
mentale distaccato e libero da ritmi frenetici risveglia le proprie risorse, fa
davvero rinascere. Ogni stato d’animo,
infatti, fin dalla tenere età, influenza in modo più o meno significativo e
profondo le aree del cervello che agiscono direttamente sugli ormoni e sul
sistema immunitario … TIENI sempre presente, che una vita piena di disagi,
di delusioni, di insoddisfazioni e di frustrazioni sono tutte condizioni
esistenziali che non solo minacciano in profondità la propria identità più
autentica ma oscurano completamente il senso profondo della vita ... fanno
ammalare. Ogni cambiamento ringiovanisce, una nuova vita basata sulla passione
e la creatività, attivando le aree cerebrali specifiche non solo ci allontana dallo
stress ma “spinge” anche a soffermarsi su se stessi, insegna ad avere più cura
per la propria persona e aiuta ad esprimere tutte le emozioni represse …
esprimere se stessi, la propria unicità. Esaminare attentamente il rapporto tra
“malattia” e psiche permette di scoprire tutti quei veleni, apparentemente non
visibili, ma che possono intossicare o soffocare completamente l’organismo.
Il cervello pesa
meno di un chilo e mezzo (2% della massa corporea di un individuo di 75Kg), a
tutt’oggi, è la struttura più complessa e meno conosciuta del corpo umano. Il cervello (ca. 80%) è fatto di acqua,
strutture fisiche e biochimiche. Non è sicuramente - a livello di dimensioni -
un organo straordinario, ma lo è senza ombra di dubbio in termini di potenza.
Usa il 25% dell’ossigeno e dello zucchero in circolo nell’organismo. Le
strutture anatomiche cerebrali si dividono in due tipi di funzioni: esecutiva
(funzioni di natura intellettuale) e rettiliana (emozioni). E’ dalla nascita
che si “decide” quale parte del cervello è opportuno sviluppare e quale è
meglio lasciar perdere (un mondo ricco d’amore stimolerà l’emisfero destro … al
contrario, una vita piena di “calcoli”, l’emisfero sinistro). Quindi, quanto
più si usano certe aree cerebrali, tanto più si svilupperanno quelle
particolari terminazioni nervose (neuroni) mentre è vero il contrario per quei
neuroni che non si usano … cerca, allora, attraverso nuove attività mentali di
utilizzare quella parte cerebrale che solitamente non usi, anche invertire
l’ordine degli interessi quotidiani … (RICORDA,
gli stimoli sempre uguali lo rattrappiscono, cambia la routine quotidiana perché
lo danneggi): aumenteranno o diventeranno più forti e veloci neuroni e
dendriti. Il modo in cui stimoliamo il cervello, fin dalla tenera età,
l’allenamento di quella struttura neuronale, farà sviluppare sana e forte
quella zona nervosa particolarmente coinvolta (più l’area è grande più verrà
irrorata dal sangue, ossigenata).
* Si ricorda che l'acido folico (B9) agisce in sinergia con la B12 in parecchi processi fisiologici.
ttribuire un’eziologia
psicosomatica alle malattie incontra, spesso, nel pensiero comune, molte
resistenze e parecchia irritazione: difficile accettare che siamo sempre noi a
generare il ‘male’. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle cose che
respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente. Non va comunque
dimenticato che sono proprio i disagi prolungati nel tempo che compromettono il
funzionamento del sistema immunitario e, quindi, con difese ‘basse’ anche le
cose più banali risultano difficili da 'neutralizzare'.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail:bonipozzi@libero.it
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.
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