a colite è un termine generico con il quale si definisce il classico “mal di pancia” accompagnato da violente scariche diarroiche e dolore addominale di intensità variabile. E’ un disturbo acuto o cronico caratterizzato da un’infiammazione delle membrane mucose che rivestono la parete del colon. Non sempre, però, è presente una vera e propria infiammazione di questo tratto intestinale. Si presenta sempre con i suoi mille volti: la pancia si gonfia, i crampi dolorosi diventano più frequenti, l’intestino alterna stipsi ostinata (prevale nella donna) a incontenibile diarrea (più diffusa negli uomini) e poi un profondo senso di tensione e rumori molesti. Tutti sintomi che, purtroppo, i colitici conoscono fin troppo bene. Le cause sono connesse a svariati fattori: ansia, stress, spaventi, infezioni batteriche e virali, errori alimentari, ecc.
n semplice mal di pancia, ventre gonfio, senso di sgradevole pienezza, costipazione ostinata o una fastidiosa ed imbarazzante diarrea, sono disturbi talmente comuni e diffusi che, il più delle volte, passano sotto silenzio. Poiché i muscoli dell’intestino sono controllati dal sistema nervoso autonomo, fenomeno ovviamente non consapevole al soggetto, significa che questo disturbo – psicosomatico per eccellenza – può essere tranquillamente causato o aggravato da una tensione emotiva o da situazioni fortemente ansiogene. Le situazioni a rischio, scatenate da un atteggiamento ansioso e diffidente, sono sempre evidenti ed oggettive: esami, discussioni, incontri importanti, viaggi, colloqui ed eventi piacevoli, magari inattesi. E’ un’affezione, infatti, che colpisce senza preavviso, all’improvviso, senza un apparente motivo e con particolari modalità soggettive, soprattutto prima di un incontro importante o di grandi eventi quotidiani. E’ indubbio, quindi, che l’alterazione della mobilità intestinale sia inequivocabilmente connessa con fattori psichici e stressori. Alcuni detti popolari sono molto espliciti: farsela addosso dalla paura. Questo disturbo, quindi, in assenza di infezioni evidenti, indica sempre una problematica legata all’ansia e alla paura. La ricerca psicosomatica ha dimostrato (cervello intestinale) la natura alquanto specifica delle emozioni che svolgono un ruolo significativo nello sviluppo dei disturbi intestinale. In alcuni casi l’intestino c’entra veramente poco, protagonisti assoluti di questo malessere sono gli stili di vita e le varie modalità reattive che il colitico mette in atto con l’ambiente circostante.
oco si parla dell’interiorità, delle risorse interiori, di quanto può influire uno stile di vita,
certi atteggiamenti mentali e alcuni modi di vedere il mondo sulle somatizzazioni … delle potenti difese
che il cervello possiede se non è schiacciato da regole rigide e controlli
eccessivi, soffocato dalle cianfrusaglie, da un senso di impotenza diffuso, da
una condizione esistenziale insoddisfacente e dagli stati d’animo protratti nel
tempo ... RICORDA, un atteggiamento
mentale distaccato e libero da ritmi frenetici risveglia le proprie risorse, fa
davvero rinascere. Ogni stato d’animo,
infatti, fin dalla tenere età, influenza in modo più o meno significativo e
profondo le aree del cervello che agiscono direttamente sugli ormoni e sul
sistema immunitario … TIENI sempre presente, che una vita piena di disagi,
di delusioni, di insoddisfazioni e di frustrazioni sono tutte condizioni
esistenziali che non solo minacciano in profondità la propria identità più
autentica ma oscurano completamente il senso profondo della vita ... fanno
ammalare. Ogni cambiamento ringiovanisce, una nuova vita basata sulla passione
e la creatività, attivando le aree cerebrali specifiche non solo ci allontana dallo
stress ma “spinge” anche a soffermarsi su se stessi, insegna ad avere più cura
per la propria persona e aiuta ad esprimere tutte le emozioni represse …
esprimere se stessi, la propria unicità. Esaminare attentamente il rapporto tra
“malattia” e psiche permette di scoprire tutti quei veleni, apparentemente non
visibili, ma che possono intossicare o soffocare completamente l’organismo.
l disturbo intestinale quindi trova il suo corrispettivo, a livello mentale, nel tentativo di “eliminare” un contenuto fatto di pensieri, idee, emozioni e fantasie, disturbante e spesso vissuto come un qualcosa di non “pulito”: contenuti mentali non accettabili per la coscienza. Altre volte invece, in certi frangenti, tende a reagire, non lasciando emergere, non esplicitando in modo concreto e finalizzato le proprie impressioni soggettive ed emozionali. Questo atteggiamento viene particolarmente accentuato quando il colitico si trova in un ambito nuovo, dove le sue capacità di adattamento vengono messe duramente alla prova, o in una situazione di prolungato disagio. Trattenere tutto per sé qualcosa che andrebbe invece ceduto all’esterno è un po’ questo lo spirito con cui chi soffre da lungo tempo di stipsi si propone al mondo: si trattiene dall’esprimersi per paura di dispiacere o di perdere qualcuno o qualcosa. Non riesce a lasciare la presa su certe idee, e la tensione determinata dalla difficoltà di prendere la distanza da questi contenuti sviluppa ulteriori preoccupazioni, pensieri tetri, paura dell’umiliazione e, a volte, una invalidante gelosia. Il linguaggio del colitico non deve comunque essere inteso come un lungo elenco di “difetti” ma semplicemente una riflessione sul fatto che dietro i malesseri apparentemente fisici, c’è sempre un linguaggio misterioso e ricco di significati (duplice lettura). Comprendere pertanto i sintomi che ci affliggono, il loro profondo significato, può contribuire a conoscere più da vicino la propria personalità, il proprio modo di stare nel mondo, con noi stessi e gli altri (desiderio e l’avversione per qualcosa, un bisogno di autonomia, dipendenza, invidia, odio, la voglia di amare e la rabbia per non essere stati amati, considerati, ecc.). Nel colitico, quindi, a livello psichico, troveremo atteggiamenti che, per analogia, sono simili a quelli dell’intestino infiammato.
ttribuire un’eziologia
psicosomatica alle malattie incontra, spesso, nel pensiero comune, molte
resistenze e parecchia irritazione: difficile accettare che siamo sempre noi a
generare il ‘male’. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle cose che
respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente. Non va comunque
dimenticato che sono proprio i disagi prolungati nel tempo che compromettono il
funzionamento del sistema immunitario e, quindi, con difese ‘basse’ anche le
cose più banali risultano difficili da 'neutralizzare'.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi e terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un valore educativo, non prescrittivo.
La colite nervosa è una malattia molto diffusa, se ne parla anche qui http://happily.it/la-colite-nervosa-una-malattia-psicosomatica/
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