mercoledì 22 novembre 2017

Pelle …specchio dell'anima

Pelle … specchio” dell'anima

(brevi frammenti di psicosomatica)




a pelle rappresenta il limite estremo del corpo umano: Io - Tu. Ci separa dal mondo esterno e, di fatto, volenti o nolenti, è quello che mostriamo agli altri. La pelle svolge molteplici funzioni: elimina i prodotti di rifiuto inutili all’economia dell’organismo, mantiene stabile la temperatura corporea attraverso le ghiandole sudoripare, rappresenta la base del tatto con le sue sofisticate terminazioni nervose. La pelle, in genere, è in rapporto con l’autovalorizzazione nei confronti dell’esterno, è il simbolo della nostra identità, ciò che mostriamo al mondo … ci permette di conoscere le cose e di entrare in relazione con gli altri. Trattandosi dell’involucro del corpo, rappresenta l’immagine che abbiamo di noi stessi. Quando proviamo disagio nei confronti dell'ambiente circostante o delle persone in generale, la pelle “parla”, si fa sentire attraverso un arrossamento, una secchezza, una lesione o un indurimento. Questo sofisticato e prezioso tessuto, attraverso l'interno e l'esterno, ben si adatta a comunicare disadattamento, aggressività, insicurezza, frustrazione e difficoltà di rapporti. La pelle, senza addentrarci nei disagi gravi come la patomimia cutanea (autopunizione corporale: pizzicamento, sfregamento, tagli, bruciature … veri e propri tratti psicotici), attraverso le sue patologie, può venire infatti utilizzata come difesa da interporre tra sé e gli altri. Il problema cutaneo, spesso, non solo segnala che il nostro “confine” col mondo non è più in equilibrio, ma è connesso anche con un senso di vergogna nei confronti di se stessi. Le persone in questione, infatti, prestano eccessivamente attenzione a ciò che gli altri possono pensare di loro, e ne prestano troppa anche al proprio giudizio; soggetti insicuri circa le loro capacità che, pur sapendo di avere molte risorse, non riescono ad esprimerle come vorrebbero. 

on si consentono di essere appieno se stesse, e facilmente si autorifiutano. Spesso si sentono colpite nella loro integrità; sono persone molto sensibili a tutto quello che accade esternamente e, quindi, si lasciano troppo facilmente “toccare” dagli altri. La pelle è un organo visibile tanto per se stessi tanto per gli altri; sicché più il problema è manifesto, più crea disagio, più indica che il proprio modo di pensare e le proprie credenze nei confronti di se stessi disturbano parecchio ed è urgente provvedere … “sentire” (più che capire) cosa c'è che non va. Il messaggio dei problemi cutanei è importante: concedersi d’essere un essere umano, con le sue debolezze, i suoi limiti e le sue paure, senza credere, per questo, di non valere nulla. La pelle è l'organo più grande e completo del corpo umano: copre mediamente circa 17.000 centimetri quadrati. Quando alcuni organi - come reni, vescica, polmoni e intestino - sono “affaticati” diventa un prezioso 'assistente' nello scaricare le tossine, le impurità del corpo … serve a regolare la temperatura ed è anche, come già sottolineato più volte, un territorio di "confine", la nostra "frontiera", il nostro "limite"

volge una funzione respiratoria molto importante, attraverso i pori della pelle: assorbe ossigeno. E' quella parte del corpo che non passa mai inosservata, bella o brutta che sia non possiamo nasconderla e, quindi, la dobbiamo far vedere ... anche 'camuffata' si fa notare immediatamente … si vedono subito l'invecchiamento e le sue affezioni. Uno dei suoi compiti principali - oltre a tenere unito il corpo - è quello protettivo: una barriera con il mondo esterno (batterico, relazionale, emotivo) … una corazza protettiva in grado di bloccare le “invasioni” emotive pericolose. In realtà, ci permette di entrare in contatto direttamente con il mondo circostante fisico e relazionale. Questo “guscio” non solo ha il dono miracoloso di autoripararsi, ma in esso sono "memorizzate" anche tutte le nostre esperienze e le nostre emozioni più antiche: i nostri “lividi” più profondi ... i conflitti più reconditi (accettazioni, rifiuti, abbandoni) … comprese le nostre proteste silenziose. Senza dubbio è il nostro principale e più interessante organo di contatto. I segnali così percepiti vengono inviati, provocando in tal modo una sensazione, direttamente al cervello (gradevole o sgradevole) … ci informa delle "cose" con cui veniamo a contatto, anche quelle che “irritano” e che fanno diventare la cute una perfetta mappa, una insostituibile cartina geografica piena di "segni"

n tessuto che permette di riconoscere lo stato emotivo di ogni persona. La collera imbianca il volto, la vergogna rende bordeaux, il terrore sbianca come un lenzuolo e la rabbia colora di giallo ... verde di bile. Quando poi arriva un attacco di panico, per spegnere i “bollenti spiriti”, sudiamo abbondantemente (abbassa la temperatura). Il cambiamento cromatico permette di individuare lo stato di salute di una persona. Il rapporto, quindi, tra disagio emotivo e malattie della pelle è un fatto ormai accertato da vecchia data. Paura, collera e ansia possono determinare l'aumento di sudorazione (iperidrosi). Il sudore indotto dalle emozioni si concentra soprattutto sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi e sulle ascelle, mentre quello causato dal caldo interessa principalmente la fronte, il collo, il torso, le braccia e il dorso delle mani. In condizioni di stress prolungato, l'eccesso di sudorazione è spesso causa di rash cutanei, vesciche e infezioni che richiedono un trattamento con sostanze appropriate. 


a depressione e l'ansia hanno l'impatto più forte sulle condizioni fisiche. Forti depressioni sono associate a colpi apoplettici e a certe condizioni dermatologiche come la psoriasi e l'acne. I modi di dire tipici sulla pelle sono davvero tanti e significativi; espressioni popolari che sottolineano questo fenomeno attraverso emozioni e stati d'animo sono: Non sto più nella pelle, Cambiare pelle, E' una questione di pelle, Mettersi nella pelle di qualcuno, Avere i nervi a fior di pelle, Avere la pelle dura, Rischiare la pelle, Avere paura di rimetterci la pelle, Tenere alla propria pelle, Fare la pelle a qualcuno”. Ciò che osserviamo sulla pelle umana altro non è che la storia, il racconto di ogni individuo intriso di ricordi e di vissuti emotivi: fierezza, gioia, debolezza, vergogna e pene varie. Certi disturbi cutanei - restando sempre con i piedi per terra - non sono solo determinati dalle difficoltà emotive vissute nel presente, ma anche il segno di “sofferenze” sperimentate in passato con gli altri; un avvertimento delicato, ricco di indicazioni, a volte un po' irruento, ma sempre un segnale che stimola a prendersi cura di se stessi. La pelle, infatti, essendo il primo organo di contatto con il mondo esterno, costituisce una struttura privilegiata nella vita di relazione. E’ proprio in base a questi contatti primordiali che il bambino sviluppa la propria identità, la consapevolezza di esistere ... di essere accettato, rispettato e considerato … una persona importante, di grande prestigio, di valere. 

isulta fondamentale il rapporto con le prime figure di riferimento e con le persone significative: la gravità della sintomatologia è sempre condizionata dal tipo e dall’intensità del rapporto affettivo. Una pelle calda avvicina mentre una cute fredda allontana; la vita inizia così: con un gelo rifiutante o con un tepore gradevole e accogliente. La patologia cutanea insorge come espressione di emozioni trattenute o di impulsi non soddisfatti. Riporta inesorabilmente a galla vecchi segreti e temi emotivi conflittuali … un fenomeno che “sboccia” a fior di pelle. Una lotta interiore che si fa sentire, si disegna, si rende visibile nella cute. Il desiderio primario represso (amore, accettazione, calore, tenerezza) agisce sul meccanismo endocrino e il sistema nervoso vegetativo, determinando a sua volta delle lesioni epidermiche. Facendo un esempio concreto, un individuo poco amato nella prima infanzia (poco toccato, coccolato, accarezzato … rifiutato) potrà sviluppare in futuro l’eczema oppure se è stato privato completamente di affetto, potrà manifestare la sua “cicatrice” affettiva con la psoriasi … quando nella fase evolutiva si incontra una figura di riferimento dura, fredda, insensibile e distaccata non ci sono molte scappatoie … a volte la soluzione migliore è gettarsi nella “follia”! I problemi cutanei - poiché coinvolgono un organo con un ruolo sociale ben preciso - parleranno sempre della nostra realtà interiore e delle relazioni con gli altri: contatti, barriere, scambi, fragilità, pene, tenerezza, limitazioni, separazioni, abbandoni, paure, allontanamento, libertà, narcisismo, vulnerabilità, vergogna, verità, bugie, piacere, controllo, isolamento. Il corpo diventa il palcoscenico dove viene rappresentata questa sorta di dramma interiore e, la pelle, come prima 'donna', scrive su di sé tutti i segreti più reconditi … racconta la sua storia, rivela profondi processi psichici e invisibili rapporti emotivi (buoni o cattivi).


OSA FARE. L'intervento terapeutico non dovrebbe mai ostacolare, bloccare l'espressione patologica, ma la deve far vivere ed affrontare in maniera soggettiva e diversa: placarla nella sua globalità e, soprattutto, nella sua grande umanità. Risulta fondamentale allearsi con la propria vita affettiva anziché subirla (istintualità, vitalità, passionalità): mai soffocarla; lasciare “bruciare” la passione invece della pelle. Spesso, infatti, c'è la tendenza a non esprimere, a trattenere le proprie emozioni e reazioni perché si è convinti che non verranno accettate dagli altri oppure si crede che potrebbero essere troppo distruttive e negative. E' importante farsi sentire, alzare la voce in modo da sbollire tutti i “pruriti” relazionali, esprimere nel tempo presente irritazione e contrarietà, purificare la mente da pensieri e tensioni … lascia che la tua pelle si faccia portavoce della tua vera voglia di vivere.


l disagio cutaneo può anche “denunciare” una intossicazione alimentare. Combinazioni alimentari sbagliate, alterando il metabolismo, possono indebolire il sistema immunitario. Il primo passo, quindi, è quello di disintossicare l'organismo; assumere in grandi quantità verdure, ortaggi e frutta. Eliminare invece tutti gli alimenti che producono “calore”: grassi saturi animali e, soprattutto, zuccheri semplici; un atto preventivo che deve sempre essere preso in considerazione a prescindere dalla patologia in atto, perché disintossica l'organismo, rinforza il sistema immunitario e regola il metabolismo … va a smaltire tutte le tossine accumulate nel tempo. Per rimuovere tutte le tossine dai tessuti e convogliarle verso gli organi (emuntori) deputati alla loro eliminazione (intestino, polmoni, reni, cute), utilizzare: eucalipto, lavanda, menta, timo (polmoni), bardana, calendula, amamelide, viola del pensiero (cute), betulla, uva ursina, ginepro, zenzero (reni), fico, lino, mirtillo, malva (intestino). La mossa vincente, in ogni caso, è quella di depurare il fegato con: cardo mariano, carciofo, tarassaco, rosmarino. Per una pelle color pesca e lucida: Vitamina A, C, E, bioflavonoidi, zinco, EPO, EPA.


nche l'oligoterapia che non deve mai essere considerata un semplice palliativo, affiancata da altre metodiche terapeutiche più specifiche, può aiutare ad affrontare certi “inestetismi”: Zinco – Rame, Manganese, Zolfo … Rame - Oro - Argento per tratti depressivi e sistema immunitario.
UESTA BREVE ESPOSIZIONE HA SCOPO SOLO INFORMATIVO E NON CURATIVO. IL FINE DI QUESTO LAVORO (come ogni articolo pubblicato) E’ QUELLO DI INFORMARE, “TOCCARE” QUANTE PIÙ’ MENTI POSSIBILI IN MODO TALE CHE OGNI SINGOLO INDIVIDUO POSSA ESSERE STIMOLATO AD APPROFONDIRE (se lo desidera) I VARI ARGOMENTI TRATTATI E, QUINDI, ESSERE IN GRADO DI FARE SCELTE IL PIÙ’ POSSIBILE MIRATE, RESPONSABILI E CONSAPEVOLI PER IL PROPRIO BENESSERE. RIFLETTERE, POTER SCEGLIERE E DECIDERE LIBERAMENTE … PER CRESCERE.

LA  CONSAPEVOLEZZA  E'  GIÀ  TERAPIA!!!
L'autore non si assume alcuna responsabilità circa il materiale qui riportato o per la conseguenza del suo utilizzo. Per qualsiasi disagio si invita vivamente il lettore a rivolgersi a professionisti qualificati e accreditati in questo settore. 
N.B. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo, pertanto, ha un valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
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