mercoledì 13 luglio 2022

TEST - CoD CoL

 


TEST - CoD CoL


uesto "complesso" questionario permette di conoscere a quale quadro clinico apparteniamo. Una guida utile per comprendere come mai con gli altri - nei rapporti interpersonali - a volte ci sentiamo disponibili mentre altre volte diventiamo di colpo diffidenti, ci mettiamo di traverso, sulla difensiva, viviamo certi “incontri” con grande coinvolgimento oppure con profondo disagio: inspiegabilmente ostili o aggressivi. Capire lo stato emotivo che è alla base di ogni comportamento permette di approfondire la percezione di se stessi e dei vari rapporti interpersonali, senza cadere nel meccanismo della “proiezione” e negli automatismi (si veda il significato di questo termine nel "Testo di medicina psicosomatica"). Avere, pertanto, una chiara visione della propria identità permette non solo di sviluppare rapporti felici e proficui ma, soprattutto, riprendersi quel processo di crescita e di equilibrio che l’incontro con un mondo non completamente accogliente ha interrotto da tempo).

Personalitàe dintorni


l termine personalità deriva dal latino “persona”, che indicava la maschera dell’attore, cioè il suo ruolo fisso nella rappresentazione teatrale. Ai tempi nostri, questo termine esprime la totalità di un essere, così come appare a sé ed agli altri, nella sua unità, singolarità e continuità. E’ l’insieme delle caratteristiche - costanti nel tempo - di pensiero, sentimenti e comportamento di ogni individuo. La personalità è unica ed irripetibile come un’impronta digitale, nel modo di pensare, di amare, di esprimere emozioni, di prendere decisioni e di agire. Capire le proprie “qualità” può permettere di controllare meglio la propria vita e di avere una visione del futuro più chiara del perché alcune cose funzionano bene mentre altre un po’ meno. E’ il nostro modo di essere globale, unico ed irripetibile: racchiude in sé la sfera della coscienza e dell’inconscio nelle loro relazioni con il mondo esterno. Avere un disturbo di personalità significa non essere in grado di adattarsi facilmente al normale scambio tra dare e avere che regola la vita di tutti i giorni. Ad esempio, in ogni situazione o relazione l’individuo difficilmente si adegua alle richieste dell’ambiente, si aspetta piuttosto che siano il mondo e gli altri ad adattarsi a lui. Il suo comportamento è rigido e inflessibile, e il circolo vizioso continua all’infinito … così il disturbo si aggrava ulteriormente. Avere una mente chiusa e poco lucida significa percepire in maniera alterata - spesso rifiutare - ogni stimolo e informazione che non supporta le proprie aspettative. 


hi soffre di un disturbo di personalità, solitamente non crede, pur sapendo perfettamente che le cose non funzionano per il verso giusto - di avere un problema: non vede nulla di assolutamente sbagliato nel proprio comportamento. Persino se la sua vita fosse piena di delusioni e di difficoltà, darebbe la colpa di questa sua condizione a qualsiasi altra persona o cosa; non si rende conto, anche quando ciò è evidente a tutti quelli che sono attorno, che è proprio il suo modo di trattare con gli altri e le situazioni a provocare i problemi che incontra. Molti altri disagi emotivi di cui si discute nei vari articoli di questo “Blog” causano sintomi acuti per un certo periodo di tempo. Questi sintomi “leggeri” in genere migliorano o scompaiono, sebbene alcuni siano spesso cronici. I disturbi di personalità sono differenti. Non sono infatti difficoltà che le persone hanno, ma problemi strutturali fondamentali su chi esse sono: che sentimenti provano, come vedono se stesse, come si confrontano con l’esterno, come interagiscono e si relazionano con gli altri. Questo genere di disturbi comincia presto nella vita e prosegue per anni e decenni, se non per tutta la vita ... se non si pone un adeguato rimedio. I tratti di personalità – ovvero, il modo caratteristico che noi tutti abbiamo di trattare con gli altri e di far fronte alle richieste, agli stress e alle fatiche della vita quotidiana – non sono né buoni né cattivi in sé. Una piccola "sospettosità" ad esempio può aiutare in condizioni potenzialmente pericolose come vivere in un quartiere ad alto tasso di criminalità. Tuttavia, in alcune persone, il sospetto nei confronti di specifiche situazioni o di certi individui può evolvere verso una struttura psichica ben più grave (si veda il disturbo paranoide), cioè la convinzione che chiunque li minacci. Sono soggetti dominati dalla convinzioni che ogni situazione, ogni collega di lavoro e ogni loro conoscenza costituiscano una potenziale trappola o una minaccia. Chiusi in questa logica rigida e inflessibile, essi rispondono con circospezione a ogni nuova piega delle circostanze, persino quando questo genere di reazione non è appropriato. Non è chiara la definizione fra i tratti di una personalità sana e di una personalità malata, così come tra modelli di comportamento nella norma e disturbi di personalità. Può infatti risultare molto difficile dire con precisione quando una normale sospettosità diviene paranoia oppure quando una robusta consapevolezza della propria autostima sconfina in un delirio di grandezza tale da costituire il primo segnale di un disturbo di personalità narcisistica.


olo nel caso di un problema (continuativo) di personalità cronico, tale da causare grande sofferenza, da interferire con la capacità di operare o instaurare relazioni con gli altri, da influenzare molti aspetti della vita quotidiana per un notevole lasso di tempo, è possibile giustificare una diagnosi di disturbo di personalità. Come per ogni malessere emotivo, il disturbo di personalità varia da forme leggere a forme più complesse e gravi. I Disturbi di personalità di solito si sviluppano durante l’infanzia o l’adolescenza e diventano evidenti nei primi anni dell’età adulta. Vari fattori influenzano il modo con cui la personalità di un individuo si sviluppa: predisposizione genetica, differenze biologiche, l’educazione dei genitori e le prime esperienze infantili. Né la natura né l’educazione, comunque, da sole possono rendere conto di una personalità o dei disturbi di personalità. Si rileva senz’altro cruciale la complessa interazione tra influenze biologiche e ambientali. Spesso i soggetti con disturbi di personalità non conoscono esattamente come si sentono e che cosa provano, benché quasi tutti siano perseguitati da una sofferenza diffusa e da un senso di inadeguatezza. A causa della scarsa stima di sé, molti di loro non pensano di essere degni di amore, di ammirazione o di successo e di conseguenza si rivolgono agli altri in cerca di conferma, essi possono sviluppare ansia e depressione e proprio a causa della natura del loro disturbo i problemi di autostima ben presto si ripresentano. Comune, nei disturbi di personalità è la difficoltà nel riconoscere, esprimere e affrontare le emozioni. Per esempio, alcune persone vedono le proprie emozioni come se davvero non appartenessero a loro. Altre trovano molto difficile sopportare sentimenti intensi oppure sono incapaci di esprimerli. Nel timore di essere sconvolti da forti emozioni quali ira, tristezza o paura, questi soggetti giungono a evitare tutto, i sentimenti stessi. In altri casi possono oscillare tra momenti di vuoto emotivo e scoppi improvvisi di collera o di gelosia. Una volta dato libero sfogo alla veemenza dei loro sentimenti, può riuscire difficile per costoro tornare alla calma; la reazione tipica è pertanto accusare qualcuno o qualcosa di “far” loro provare quel particolare sentimento. Nell’incapacità di controllare le proprie emozioni, le proprie vite o le proprie relazioni, essi si sentono costantemente in balia degli avvenimenti e non trovano il modo di esercitare un’influenza o di controllarli con il loro comportamento o le loro reazioni. Il problema è che gli individui con disturbi di personalità vivono all’interno di un’armatura caratteriale, un sistema di meccanismi di difesa interni nel quale confidano per evitare o vincere i loro sentimenti. Nonostante questi atteggiamenti e questi comportamenti protettivi possano generare grande difficoltà nella loro esperienza di vita, essi vi si aggrappano come al solo modo conosciuto per far fronte alle problematiche quotidiane. A dire il vero, alcune persone con disturbi di personalità provano sospetto o disprezzo per questi stessi sentimenti. La vita, comunque, in un mondo senza sentimenti può essere solitaria all’estremo. Gli individui con disturbi di personalità non sono mai veramente in grado di rapportarsi in modo significativo agli altri; persino quando si trovano insieme ad altre persone possono sentirsi soli.


a cosa non è assolutamente chiara; anche con i miglior genitori, capaci di offrire affetto genuino e convinti di fare il meglio per la prole, ci si può trovare imprigionati in una rete di sofferenza e sintomi di ogni genere cui non si sa dare una spiegazione precisa.
Molti di loro sono sensibili in modo speciale a ogni forma di rifiuto, di critica, di disapprovazione o di abbandono; separazioni o perdite possono quindi provocare un grave colpo di natura psicologica. Spesso il sesso diviene una forma di compensazione per una mancanza di intimità emotiva. Molti infatti vanno in cerca di esperienze sessuali come di una maniera per allacciare un qualche stretto legame, ma troppo spesso tutti questi incontri finiscono per essere privi di significato e di una qualsiasi soddisfazione. Altri utilizzano il sesso per ottenere l’ammirazione e l’attenzione che desiderano con tutte le loro forze, piuttosto che come mezzo per condividere un intimo affetto. Gli individui con i disturbi di personalità evitante, schizoide o schizotipica (vedasi “Testo di medicina psicosomatica” al link articoli) presentano in modo esemplare una preclusione al sesso per timore di un qualsiasi contatto fisico. La mancanza di sensibilità che può caratterizzare molti disturbi di personalità ha motivazioni di natura sia fisica sia psicologica. Per la verità, alcuni individui, in particolare chi è affetto da disturbo di personalità borderline (vedasi “Testo di medicina psicosomatica”), possono procurarsi tagli, bruciature o mutilazioni, eppure essi non provano letteralmente alcun senso di dolore e non si rendono pienamente conto di quanto hanno fatto. Per altri, tali azioni sarebbero un modo per esternare emozioni che non sanno esprimere altrimenti. Nei casi gravi i soggetti spesso non possiedono alcun senso coesivo di sé: a causa dell’assenza di un’identità costante nel tempo, accade a volte che manchino di una percezione stabile delle persone che li circondano. Quando ad esempio sono adirati, non sono in grado di richiamare alla memoria ciò che un tempo amavano o apprezzavano in un’altra persona. Chi soffre, purtroppo, trascorre la vita facendo in modo, senza intenzione, che le loro peggiori attese si avverino, creando situazioni di difficoltà a se stessi e agli altri, prendendo decisioni e scelte sbagliate. 


ICORDA, IL TEMPO NON GUARISCE AFFATTO TUTTE LE FERITE! Questi individui, per quanto infelici essi siano, per quanto frustranti o irritanti gli altri li possano trovare, molti non vedono alcuna ragione o necessità di cambiare oppure non sono consapevoli del loro disadattamento; persino chi si accorge dei propri problemi di personalità può avere la sensazione che non esiste nulla al mondo che possa eliminarli. Anche se la maggior parte dei soggetti affetti da disturbi di personalità può ottenere senza troppa fatica un lavoro, è difficile che riesca a conservarlo. Spesso queste persone entrano in conflitto con colleghi o superiori o appaiono sempre più frustrate dalle richieste o dai limiti imposti dalla professione. Poiché si sentono sfruttate o prive del giusto riconoscimento, capita che si licenzino d’impulso oppure che vengano licenziate. Molte altre, pur essendo brillanti e dotate, non trovano un lavoro all’altezza delle loto capacità e cambiano frequentemente attività … anche i rapporti interpersonali e i matrimoni possono prendere la stessa piega!!! DA FANCIULLI, VIVENDO IN UN MONDO DI ADULTI, E’ INEVITABILE PERCEPIRE CHE SI E’ PRIVI DI AUTORITA’, DI ESSERE POCO IMPORTANTI, OPPURE DI ESSERE COMPLETAMENTE IGNORATI. Chi è affetto da disturbi di personalità soffre anche di problemi cronici in molti altri aspetti della vita. Questi soggetti, infatti, registrano tassi di separazione, di divorzio, di dispute sulla custodia dei figli, di incidenti, di attività criminali e di ricoveri d’urgenza superiori alla media e presentano un rischio maggiore di sviluppare disturbi mentali gravi, in particolare depressione, abuso di sostanze e alcolismo. Gli uomini e le donne con il disturbo di personalità borderline sono a rischio distimia (depressione cronica lieve), automutilazioni e disturbi psicotici. Il disturbo di personalità antisociale aumenta il pericolo di abuso di sostanze, di etilismo, di vagabondaggio, di suicidio e di morte violenta, inclusi incidenti automobilistici mortali. I disturbi di personalità, come abbiamo potuto vedere in questa breve esposizione, consistono in atteggiamenti profondamente radicati e in comportamenti che non si possono cambiare in breve tempo. Per tutti i disturbi più importanti - non appena messi a fuoco - il trattamento d’elezione è la psicoterapia; essa aiuta i soggetti a trovare le strade più adatte per affrontarli, per migliorare lo svolgimento delle attività d’ogni giorno e per sviluppare rapporti gratificanti. Il rapporto tra il terapeuta e il soggetto che ricorre a lui è della massima importanza, perché essa si pone come un modello da cui gli individui imparano a gestire relazioni che forse non hanno mai dominato in precedenza.

 

 


TTRAVERSO QUESTO STRUMENTO E' POSSIBILE DARE UN SENSO AL SINTOMO E INDIVIDUARNE LE CAUSE, TRASFORMARE PENSIERI, SENTIMENTI E REAZIONI. RICORDA, DIMINUENDO IL DISAGIO SI AUMENTA LA FIDUCIA IN SE STESSI, LA FELICITA’ E LA SERENITA’ … UNO SGUARDO FIDUCIOSO SU SE STESSI, SUGLI ALTRI E SUL MONDO CIRCOSTANTE CREA LE BASI PER LA PACE, LA GIOIA E IL BENESSERE ESISTENZIALE.


ndicare la parola o la frase che meglio descrivono come siete solitamente (le risposte che più si adattano al modo di pensare e al solito comportamento); scegliendo una sola definizione per ciascun gruppo (a-b-c-d). E' importante che le risposte siano basate su ciò che pensate di voi stessi. Non dovete considerare ciò che altri pensano di voi o ciò che desiderereste pensare di voi.

1.

a) intransigente b) capace di fornire supporto c) ricco di inventiva d) estroverso

2.

a) attratta dal potere b) perfezionista c) indeciso d) egocentrico

3.

a) dominante b) comprensivo c) tollerante d) entusiasta

4.

a) al servizio del proprio sé b) sospettoso c) insicuro d) ingenuo

5.

a) deciso b) leale c) soddisfatto d) allegro

6.

a) arrogante b) mi preoccupo facilmente c) silenziosamente ostinato d) volubile

7.

a) dogmatico b) affidabile c) gentile di affabile

8.

a) prepotente b) tendo all’autocritica c) riluttante d) amo mettere in imbarazzo gli altri

9.

a) sempre pronto ad agire b) analitico c) indolente d) libero dalle preoccupazioni

10.

a) critico gli altri b) eccessivamente sensibile c) sono timido d) sono odioso

11.

a) sono determinato b) sono attento ai dettagli c) sono capace di ascoltare d) amante delle feste

12.

a) esigente b) implacabile c) privo di stimoli d) sono vanitoso

13.

a) responsabile b) idealista c) premuroso d) sono felice

14.

a) impaziente b) lunatico c) passivo d) impulsivo

15.

a) sono testardo b) rispettoso c) paziente d) amante del divertimento

16.

a) polemico b) poco realista c) privo di direzione d) interrompo gli altri

17.

a) indipendente b) affidabile c) imperturbabile d) fiducioso

18.

a) aggressivo b) tendo a deprimermi c) ambiguo d) smemorato

19.

a) energico b) risoluto c) gentile d) ottimista

20.

a) insensibile b) formulo giudizi c) noioso d) smemorato

21.

a) logico b) emozionale c) arrendevole d) popolare

22.

a) ho sempre ragione b) mi sento facilmente in colpa c) privo di entusiasmo d) incapace di impegnarmi

23.

a) pragmatico b) sono ben educato c) accondiscendente d) spontaneo

24.

a) sono spietato b) pensieroso c) non mi lascio coinvolgere d) sono esibizionista

25.

a) amo darmi obiettivi precisi b) sincero c) diplomatico d) vivace

26.

a) sono privo di tatto b) difficile da accontentare c) pigro d) grossolano

27.

a) sono diretto b) sono creativo c) capace di adattarmi d) amo dare spettacolo

28.

a) sono calcolatore b) sono ipocrita c) tendo a sottovalutarmi d) sono disorganizzato

29.

a) sono sicuro di me b) sono disciplinato c) sono piacevole d) sono carismatico

30.

a) incuto timore b) sono preciso c) improduttivo d) ho paura di affrontare la realtà.


Tot. A_________ Tot. B_________ Tot. C_________ Tot. D________


SITUAZIONI


31. Se andassi ad un colloquio di lavoro, mi assumerebbero subito perché:

a) sono motivato, diretto e capace di delegare gli altri. b) sono deciso, accurato, affidabile. c) paziente, capace di adattarmi e dotato di un buon tatto. d) amante del divertimento, brioso e disinvolto.

32. Quando sono coinvolto in un rapporto sentimentale, se mi sento minacciato dalla persona che mi sta accanto:

a) mi difendo con rabbia, reagendo in maniera pratica. b) piango, mi sento ferito e cerco subito la vendetta. c) divento silenzioso, mi chiudo in me stesso e soffoco la rabbia per poi esplodere al minimo contrattempo. d) prendo le distanze ed evito ulteriori contrasti.

33. Credo che la vita abbia un significato soprattutto quando:

a) è mirata al raggiungimento di un obiettivo ben specifico ed è in qualche modo produttiva. b) è arricchita da mille persone e scopi ben definiti. c) è libera da qualunque forma di pressione o tensione. d) mi permette di essere allegro, sereno ed ottimista.

34. Da bambina/o ero:

a) testardo, brillante e/o aggressivo. b) beneducato, colmo di attenzioni nei confronti degli altri e/o depresso. c) tranquillo, bonario e/o timido. d) chiacchieroni, allegro, scherzoso.

35. Da adulto sono diventato:

a) energico, determinato, prepotente. b) responsabile, onesto e/o incapace di perdonare. c) flessibile, contendo e/o privo di motivazioni. d) carismatico, positivo e/o insopportabile.

36. Sono un genitore:

a) pieno di pretese, nervoso, nervoso e/o incapace di scendere a compromessi. b) attento, sensibile e/o critico. c) permissivo, facile da convincere e/o spesso sopraffatto. d) allegro, disinvolto e/o irresponsabile.

37. Quando mi capita di discutere con un amico, di solito:

a) mi ostino a controbattere. b) mi preoccupo per i sentimenti e i principi del mio interlocutore. c) inflessibile ed immusonito, mi sento imbarazzata/o e/ o confuso. d) urlo, mi sento a disagio e/o disposto a scendere a compromessi.

38. Quando un mio amico finisce nei guai, io sembro:

a) protettivo, pieno di risorse e in grado di suggerire possibili soluzioni. b) preoccupato, comprensivo e leale, di qualunque tipo di problema si tratti. c) capace di aiuto paziente e disposto a prestare ascolto. d) deciso a non formulare giudizi, ottimista e pronto a ridimensionare la gravità della situazione.

39. Ogni volta che prendo una decisione, io sono:

a) dogmatico, dalle idee ben chiare e logico. b) irremovibile, preciso e prudente. c) indeciso, timido e riluttante. d) impulsivo, incapace di impegnarmi e incostante.

40. Quando mi capita di fallire, mi sento:

a) critico nei miei confronti, ma cerco di mostrarmi inattaccabile e capace di difendermi. b) in colpa, autocritico e con tratti depressivi. c) a disagio e spaventato, ma non mi confido con nessuno. d) imbarazzato e nervoso, cerco di sfuggire alla situazione.

41. Se qualcuno mi fa arrabbiare:

a) furibondo, studio un piano accurato per pareggiare al più presto i conti. b) profondamente ferito, non riesco a perdonare del tutto, di solito non mi accontento di una semplice vendetta. c) offeso e risentito, cerco di vendicarmi e/o di stare alla larga. d) preferisco evitare i confronti diretti, ritengo che la situazione non sia così importante da preoccuparmene, e/o cerco altri amici.

42. Per me il lavoro è:

a) il modo più producente per far passare il tempo. b) un’attività salutare, che va svolta al meglio e a cui ci si deve dedicare prima che allo svago. c) un’occupazione positiva, purché si tratti di qualcosa che mi interessa e che non mi sento costretto a fare. d) un male inevitabile, molto meno piacevole del gioco.

43. In ambito sociale, di solito gli altri:

a) mi temono. b) mi ammirano. c) mi proteggono. d) mi invidiano.

44. Nell’ambito di un rapporto interpersonale, a me interessa soprattutto:

a) essere nel giusto e avere l’approvazione degli altri. b) venire compreso e apprezzato, e raggiungere un ottimo livello di intimità. c) essere rispettato, mostrarmi tollerante e stare in pace. d) divertirmi, essere elogiato e sentirmi libero.

45. Per sentirmi vivo e sicuro di me, cerco:

a) l’avventura, il comando e azione in abbondanza. b) la sicurezza, la creatività e uno scopo ben preciso. c) accettazione e sicurezza. d) l’eccitazione, la produttività all’insegna dell’allegria e la compagnia degli altri.


Tot. A_______ Tot. B_______ Tot. C_______ Tot. D_______

NB. I Test non devono mai essere "VISTI" isolatamente, ma sempre inseriti in un programma terapeutico.

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 -  0532.476055

E mail: bonipozzi@libero.it

Nessun commento:

Posta un commento