giovedì 22 maggio 2014

- DEPRESSIONE. Suicidio...


Suicidio

quando la morte diventa l’ultima salvezza.

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volte ci si può sentire senza speranza per il futuro e, quindi, si vorrebbe scomparire, morire per non doverlo affrontare. Le forme leggere di ideazione suicidaria comprendono, infatti, il semplice desiderio di scomparire, di non risvegliarsi all’indomani, di essere vittima passiva di un crimine o di un incidente. In generale, per fortuna,  il tutto finisce qui, non ha un seguito funesto, ma qualche volta purtroppo queste fantasie vanno oltre e il soggetto si concentra ossessivamente sulla realizzazione di tale gesto; il passo successivo consiste nel dare inizio a un rituale, a una serie di preparativi che portano a togliersi volontariamente la vita. E’ l’unica condotta distruttiva in cui aggressore e vittima s’identificano. Anche se il suicidio è una scelta estrema, ci sono sempre segnali (atteggiamenti, modi di pensare, comportamenti) che anticipano tale fenomeno, è inutile dire che il tutto è stato improvviso, tutto funzionava a “meraviglia” e che non c’era assolutamente niente di inconsueto. Alcuni individui, per fortuna, sono talmente spaventati dei propri pensieri suicidari che sono spinti a cercare un aiuto qualificato. Altri, al contrario, sono talmente confortati dall’idea che la morte sia l’unica “salvezza”, che diventa un asso nella manica per sfuggire alla sofferenza e alla profonda disperazione. 

differenza di quanto accade per altre patologie organiche (diabete, tumore, polmonite, ipertensione) non esistono purtroppo esami clinici, prelievi di sangue, culture batteriche, radiografie che possano aiutare ad anticipare il suicidio. In questo particolare periodo storico la percentuale dei suicidi si è quasi triplicata tra gli adolescenti, giovani adulti e anziani. Non esiste al momento nessuna teoria che presa singolarmente possa spiegare tale fenomeno e le statistiche ufficiali sono spesso inesatte e confuse; molti e svariati disturbi psichiatrici possono culminare nel tragico gesto autosoppressivo. La cosa certa è che tutti gli individui che si uccidono, nei mesi precedenti al tragico gesto, sono passati attraverso situazioni di grave crisi: divorzio, disavventure economiche, difficoltà legali e professionali, cambiamenti di attività lavorativa, pensionamento, nascite indesiderate, instabilità della vita moderna. Non è da sottovalutare, come ulteriore fattore di rischio, un conflitto intenso e protratto nel tempo con i membri della famiglia o con altre figure ritenute importanti dal punto di vista affettivo. Il significato varia a seconda della civiltà e la personalità dei soggetti. Spesso il suicidio viene messo in atto come rivalsa o vendetta “soddisfacente” nei confronti dei genitori oppure, in maniera analoga, il partner può essere, paradossalmente, il bersaglio del suicidio. In alcune culture può essere comandato da una credenza (sacrificio, suicidio d’onore). Può trattarsi anche di un gesto logico, quando il soggetto è convinto che non c’è nessun altro modo per sfuggire ad una situazione che giudica senza soluzioni. Ma quasi sempre, se non si è sotto l’effetto di droghe, è connesso ad un disordine psicologico particolarmente 
importante.







ome prevenirla. La maggior parte delle malattie depressive può essere prevenuta. O, quantomeno, una persona vulnerabile può imparare quali regole precauzionali adottare prima che la nebbia” o il “buio” cali su lei la disperazione si aggravi e diventi un vero e proprio quadro clinico devastante. Questo vale soprattutto per le crisi depressive (reattive)  provocate da eventi come l’improvvisa perdita di lavoro (molto presente in questo periodo storico), la morte del compagno e, per quanto strano possa apparire, anche il pensionamento. Chi ha avuto un episodio depressivo in passato è più predisposto allo stesso tipo di reazione di fronte a un avvenimento negativo. Quando appaiono i primi segnali, è essenziale che la malattia non venga negata o nascosta. Si tratta, infatti,  di un malessere progressivo: se non viene curato, nella maggior parte dei casi si ripresenta con accresciuta frequenza e intensità. E’ il DEMONE dell’umore, che può privare il soggetto delle gioie, degli aspetti positivi della vita e farlo stare peggio di molte patologie fisiche. I passi più importanti per una vera guarigione consistono nel riconoscere i segnali di allarme, nell’ammettere che ci si sta ammalando e nel cercare aiuto qualificato … ATTENTI ai saccenti che banalizzano la condizione: ‘dai il tempo aggiusta tutto, vedrai che prima o poi passerà e tutto si aggiusterà, tu sei sempre stato forte’ PERCHE’ la cronicizzano!!! Molte persone sono ancora profondamente convinte,  alle soglie del 2017, che farsi aiutare sia un segno di DEBOLEZZA o, peggio ancora, di sconfitta. Ma non si dimostra debole chi cerca di prevenire una malattia curabile prima che si aggravi troppo, dà invece prova di profonda sensibilità e di grande responsabilità verso se stesso e nei confronti delle persone che lo circondano. RICORDA, una buona percentuale di persone depresse può essere curata con buoni risultati, senza ricovero, con la psicoterapia e nei casi gravi associata a farmaci. Il grosso ostacolo di oggi, come in molti disagi emotivi, non è l’assenza di metodiche terapeutiche psicologiche efficaci, ma la mancanza di un rapporto genuino, di sincerità e di informazione da parte dei pazienti e dei loro specialisti.
RICORDA un trattamento sbagliato o inefficace può favorire il rilascio di sostanze chimiche o ormonali che aumenteranno profondamente lo stress e la pressione sanguigna.

 la crisi depressiva può essere un importante
segnale d’allarme per il pericolo d’infarto QUANTO
la  pressione  alta  e  un  livello  eccessivo  di  colesterolo 
chi  è  depresso  ha  una  probabilità  più  alta di  avere  un
 attacco di cuore rispetto a chi ha un atteggiamento mentale sereno e lucido.






   Risultati immagini per depressione  nei dipintilcuni non ce la fanno più, non riescono a pensare in maniera razionale oppure provano sentimenti di vergogna, di solitudine e di abbandono. Si verifica di frequente nei temperamenti melanconici, nelle persone affaticate in preda ad una profonda depressione, nei deliri di autoaccusa, negli stati allucinatori. 
I pensieri suicidari, contrariamente a quello che si pensa non sono ereditari, scaturiscono da una potente distorsione cognitiva determinata da una forte depressione: il futuro sarà doloroso e tetro come il presente, si perde la realtà dei fatti, tutto si colora di grigio scuro. Il rischio di autosoppressione  è più alto quando si comincia a stare meglio e non quando si attraversano i momenti di disperazione profonda: quando si sprofonda nella sofferenza e si è nel culmine della depressione non si ha la forza necessaria  tantomeno la prontezza decisionale necessaria per darsi la morte; man mano che il soggetto migliora, invece,  anche se è privo di lucidità, sviluppa energia per realizzare il gesto folle. Essere comunque consapevoli di non avere una visione realistica delle situazioni, di avere la capacità di pensiero compromessa dalla patologia, di vedere le cose peggiori di quanto non siano in realtà può sicuramente salvare la vita. Una cosa fondamentale è che quando si ha un familiare con queste problematiche non si può affrontare la situazione da soli (l’aiuto dello specialista è fondamentale). Disponibilità, affetto e comprensione purtroppo non bastano a proteggere le persone con tendenze suicide. Le persone con condotta distruttiva, il più delle volte, sono completamente esaurite dalle loro sofferenze e dalle loro emozioni al punto tale che non sono in grado di apprezzare quanto c’è di buono nella loro vita o di concentrarsi, magari, sui sentimenti di chi li ama. 


roprio per queste ragioni è opportuno non elargire consigli banali ed evitare di elencare una lista di buoni motivi per continuare a vivere. Mai criticare o esprimere sentimenti di valore, soprattutto non dare assicurazioni che si sentirà sicuramente bene tra non molto; risulta più produttivo suggerire soluzioni o alternative ai vari problemi, incoraggiando azioni positive e realistiche. Un individuo che abbia più volte manifestato intenzioni suicide non dovrebbe accedere ad armi di nessun tipo. Anche se non agisce in forma terapeutica, ma crea sicuramente un contatto, è opportuno tenere sempre a portata di mano una rosa di numeri telefonici del pronto soccorso, del medico o quello del servizio di emergenza per suicidi; anche un elenco di familiari in grado di dare appoggio immediato può risultare utile e vantaggioso.


ICORDA, la depressione segnala una vita che ristagna, immobile, bloccata … un modo di muoversi pieno di indifferenza, rimpianti, apatia e timore: un procedere addormentato, spento senza  energia ed entusiasmo, davvero niente di interessante all’orizzonte.


RICORDA
,
se non affronti i conflitti perché temi di perdere l’armonia, se inibisci continuamente l’aggressività perché ami i rapporti ‘troppo’ sereni, se continui a tacere e a sopportare ogni cosa per il quieto vivere “rischi” di inciampare nella depressione.




NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it

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