martedì 7 luglio 2015

-INDECISIONE


INDECISIONE

quando i “non so” paralizzano la vita



uando si prende in esame un argomento così importante come l’indecisione non si può fare a meno di rievocare quella famosa parabola medievale, a me tanto cara per i suoi contenuti fiabeschi, chiamata L’asino di Buridano. In tale novella si racconta che un asino, accovacciato in perfetta simmetria tra due mucchi di fieno e due secchi colmi di acqua fresca, nonostante fosse affamato e assetato - posto a uguale distanza dall’acqua e dalla biada - non c’era niente che lo spingesse ad andare da una parte piuttosto che dall’altra. L’animale, indeciso su come cominciare, mangiare o bere, restò fermo e morì dopo poco tempo.

individuo indeciso è po’ come “l’asino di Buridano”, non sa se è meglio prendere o lasciare, fare o non fare, dire o non dire, restare o andare: prigioniero dei suoi stessi pensieri si annulla completamente nell’inazione. Ma anche quando sceglie - pensa di essere libero - molto spesso è pilotato da schemi di pensieri fissi e modalità comportamentali che appartengono ad altri tempi, ad altri personaggi che hanno già scelto per lui. Il pensiero, infatti, difficilmente procede in maniera lineare o da sé. Deve passare attraverso sentimenti ed emozioni particolarmente complesse che spesso lo influenzano. In ogni momento della vita l’età, le situazioni, il tono dell’umore e lo stato emotivo condizionano la qualità del processo decisionale anche se in quel frangente l’unica attività è solo il pensare. Nello specifico possiamo dire che l’indecisione è un processo che riguarda più l’ambito del fare e, quindi, della  rinuncia in generale. In certi casi è sana e utile, può essere un momento creativo in cui una giusta riflessione - aprendo la mente -  permette di sviluppare maggiori conoscenze e prelude a soluzioni vantaggiose, ma può anche diventare un limite, una fonte di disagio, in quanto si rimane sempre fermi, immobili, bloccati in una indifferenza neghittosa… con un pugno di mosche. 


uando il fenomeno diventa abituale si corre il rischio di impantanarsi nell’immobilismo, dimenarsi nelle tetre paludi del dubbio e, cosa più grave, sostare nell’orbita della dipendenza altrui. Attraverso il processo decisionale, invece, si esprime la vera personalità e si esce dal conformismo: si diventa liberi, spontanei, originali, artefici di se stessi. La difficoltà a prendere decisioni, fare delle scelte, complica enormemente tutti gli aspetti dell’esistenza umana. Ostacola la crescita, rende mediocri e blocca completamente lo sviluppo emotivo, conduce ad innumerevoli insuccessi e sconfitte - soprattutto nei rapporti interpersonali - e concorre alla repressione dei sentimenti, creando in tal modo tutti i presupposti per un cattivo stato di salute. Ogni indecisione, di natura maligna, facilita e produce sentimenti di impotenza, frustrazione, invidia, collera, amarezza, disperazione senza rimedio. Tutte le volte che si attiva un atteggiamento di rinuncia, molti tratti della personalità si annullano, si spengono e si “atrofizzano”, non sono più disponibili per il soggetto.  
Risultati immagini per indecisione nei dipintiTutto ciò produce ansia, unita a un senso di profonda insensibilità e di vuoto (tristi, stanchi e depressi). Ogni decisione, al contrario, se presa liberamente, fa sentire vivi, vitali, in contatto con i propri gusti e i propri valori. L’indecisione comunque non è un fenomeno genetico: indecisi non si nasce si diventa. Prendere una decisione, dovrebbe essere fonte di benessere, di soddisfazione, ci si sente liberi dai vincoli del passato (si esce dal gregge), accresce l’autostima, integra e unifica aspetti diversi della personalità, ma il più delle volte, purtroppo, in certi momenti esistenziali, quando le difese psicosomatiche sono al minimo storico, provoca, fastidio, tristezza e dolore: i timori di sbagliare e di soffrire complicano davvero la capacità decisionale. Diventa un’impresa difficile quando i processi mentali sono tormentati da insoddisfazione, da pensieri fissi, da una continua attesa, da illusioni, da eterne lamentele, da fatica eccessiva. La stima e la fiducia di sé condizionano enormemente il processo decisionale. Molti sono gli atteggiamenti che possono favorire questa paralisi strisciante e spingere ad un cattivo uso del pensiero: non fare nulla, infatti - oltre ad essere un perfetto alibi - non si rischia assolutamente di soffrire, una scelta può scontentare qualcuno e allora è meglio non prendere posizioni, essere sempre perfetti in ogni situazione è talmente faticoso che forse non prendere nessuna decisione è la cosa migliore.


e questo fenomeno diventa un unico modus vivendi, un vero e proprio stile di vita, tutte le tensioni si scaricano sull’unità psicosomatica. L’esitazione cronica ripercuotendosi sul corpo e sulla mente produce, nel tempo, anche disturbi piuttosto gravi. Tutta l’energia bloccata (agitazione, contrazione, tensione), cortocircuita nel corpo e, insistentemente, cerca una via per scaricarsi, si esprime attraverso: stanchezza cronica (l’energia si consuma e brucia velocemente), colite (l’incertezza provoca sensi di colpa, contrazioni, spasmi), ansia (anticipa un ipotetico errore o veri e propri disastri esistenziali), vertigini e svenimenti (le scelte sono a senso unico, troppo rigide, un modo per sottrarsi ad una realtà invadente, temuta e non voluta), cefalea (cervello iperattivo, il sangue ristagna nei vasi)
Risultati immagini per indecisione nei dipintiCOSA FARE. Anche in questo caso la  “volontà”,  il “potere razionale”, la “forza del pensiero”, qualsiasi sforzo, serve a ben poco, perché in queste condizioni psicosomatiche si è talmente tesi e contratti da non essere più spontanei, liberi, rilassati e sereni nel prendere una decisione, anche la cosa più banale diventa un’impresa titanica (sono vantaggiose tutte quelle metodiche terapeutiche che allentano le tensioni e la rigidità in generale). Prendere una decisione, inoltre, significa essere più sicuri e in sintonia con se stessi: pensieri sentimenti, valori (rispettare più se stessi, accorgersi veramente di se stessi… sentire, percepire gli stati d’animo, non abbandonarsi agli automatismi). Qualsiasi decisione, poi, coinvolge sempre il tempo presente, non riguarda il passato tanto meno il futuro, solo l’istante ha valore. Lasciarsi influenzare dal passato e dal futuro (esperienze passate o quello che accadrà), lasciarsi fagocitare dai contenuti di questi tempi, significa perdere il contatto con la realtà, perdere la  consapevolezza e il legame con le proprie sensazioni … non essere più padroni del processo decisionale (il passato - non esiste più - è pieno di sensi di colpa mentre il futuro - che deve ancora venire -  è colmo di ansia e tormentato da ipotetici disastri). La decisione, inoltre, è prerogativa e privilegio di ogni essere umano per cui è meglio evitare di coinvolgere altre persone… che ne sanno realmente gli altri dei nostri veri desideri, sensazioni, passioni!



ICORDA, cerca di essere un po’ più egoista, prendi tutto ciò che puoi dalla tua vita, senza naturalmente essere lesivo verso altri … cerca di essere naturale, spontaneo e senza maschera, evita di vivere in funzione di qualcosa o di qualcuno perché primo o poi paghi ‘dazio’, PRENDI fin che puoi, divertiti, mangia cibi “buoni”, gustati  se lo desideri in compagnia o da solo, a cena o in un momento di relax, un buon bicchiere di vino o qualunque cosa che ti piaccia veramente … cerca di essere orgoglioso del tuo corpo, riconosci il suo valore gratificandolo con calorosi contatti, piacevoli sapori, gradevoli suoni, eccitanti visioni e intensi profumi … non smettere mai di “studiare”, INFORMATI continuamente, SAPPILO, noi impariamo anche dalle persone antipatiche ed odiose, prendi da loro quello che ti fa star bene e ricambiale con la tua naturalezza e spontaneità senza esprimere giudizi di valore verso te stesso o verso di loro … goditi le cose intorno, gustale lentamente attraverso i tuoi sensi … NON TEMERE, sono le sensazioni che ti mettono sulla strada giusta, ti permettono di scegliere, di sentirti bene e in solida salute: di vivere più a lungo … non lasciarti sfuggire niente, INVESTIsulla tua felicità personale, sulla salute, sul lavoro e, perché no, anche su una buona situazione finanziaria che meglio si confà col tuo stile di vita … 


artecipa attivamente al tuo benessere, NON lasciare la gestione della tua vita in mano alla ‘fortuna’ o alle ‘stelle’, NON avere paura, affronta anche le cose difficili, non temere le sfide complesse e sottili, perché nel tuo arsenale fisiologico hai parecchie armi potenti e complesse in grado di rispondere con saggezza al nemico, alla fine, altro non scoprirai che possiedi buoni contenuti mentali e, con stupore, una grande intelligenza e una fervida immaginazione (l’insicuro impiegherà un po’ di più di tempo a conoscere queste sue preziose e latenti qualità, ma con un costante allenamento raggiungerà il traguardo) … non lasciare MAI il compito di ‘aggiustare’ la tua esistenza  ad altri …la posta in gioco è davvero alta: la tua felicità! RICORDA, con un discreto divertimento, una giusta attenzione e una buona concentrazione non solo puoi raggiunge la massima efficienza, ma è anche possibile far pendere la bilancia verso di te, con le mosse giuste, CREDIMI, NON è difficile influenzare le avversità a tuo vantaggio.


  

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel.  349.1050551 –  0532.476055
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