sabato 28 gennaio 2017

Aggressività ... un pò di psicosomatica



Aggressività ... un pò di psicosomatica                   

e buone maniere ci consigliano di reprimerla, la società ci impone di controllarla: succede così che, dell’aggressività, conosciamo esclusivamente l’aspetto negativo mentre è utilissimo entrare in contatto con gli aspetti costruttivi di questa emozione. Un atteggiamento che spesso si accompagna a malesseri generalizzati o a sintomi specifici è la tendenza a trattenere i moti di rabbia e di aggressività che gli eventi quotidiani possono fare insorgere. 

olti individui di fronte alle urla e ai rimproveri del capoufficio, durante una vivace discussione con la partner o in risposta alle pressanti richieste di un amico, anziché sbottare, seguendo un naturale impulso, finiscono col permettersi solo una conciliante mediazione. Ci sono anche circostanze in cui è difficile dare libero sfogo alla propria ribellione perché non si riesce a individuare un preciso bersaglio verso cui dirigere la rabbia. Pensiamo ad esempio, a situazioni oggi piuttosto attuali: quando dobbiamo versare una tassa non prevista o quando rimaniamo vittime di un furto o di un atto vandalico. Disappunto e collera incominciano a ribollire dentro di noi e, il più delle volte, le imprecazioni non sono sufficienti a scaricare in modo esauriente la tensione. Ecco allora che una cefalea martellante piuttosto che i crampi muscolari o, ancora, bruciore di stomaco e prurito alle mani sono gli unici modi per dare libero sfogo all’aggressività che, come tutte le componenti emotive dell’uomo, deve 
comunque trovare una propria modalità espressiva.
... lasciateci gridare che qualcosa non va!

uante volte vorremmo esplodere urlare, arrabbiarci rispetto agli eventi che il quotidiano ci rovescia addosso, ci impone e ci fa subire? Spesso però chi ci sta intorno o addirittura una vocina interiore ci frenano con una domanda: Sì questo non va, ma tu cosa faresti? Come lo risolveresti? Se non hai la risposta ingoia e taci!. A questo blocco dell’aggressività, all’impossibilità di fornire nell’immediato proposte alternative e costruttive a ciò che non va, alcuni studiosi hanno scritto: “... il nostro risentimento, la nostra rabbia prendiamola sul serio, ma non costringiamoci ad avere delle risposte. Non cerchiamo di rimpiazzare la confusa frustrazione che proviamo, quel senso di subire, impotenti, una violenza, elaborando una protesta razionale. Le risposte verranno, se verranno, quando verranno. Prima protestiamo! Per la maggior parte dei problemi politici io non so cosa si dovrebbe fare, ma le mie viscere (la mia anima, il mio cuore, la mia pelle, i miei occhi) rabbrividiscono, hanno la pelle d’oca. Quello che sta succedendo qui non va, semplicemente non va".

... come si esprime nel  corpo.

efalea martellante ... quando l’aggressività batte in testa. Il mal di testa, se caratterizzato da forti pulsazioni, esprime il tentativo di bloccare lo slancio aggressivo che non si riesce a liberare, forse perché vissuto come dirompente e difficile da gestire. In questo caso, il controllo dell’aggressività si traduce in una vaso costrizione che ostacola il libero fluire del sangue, che simbolicamente rappresenta le emozioni dell’uomo. Allo stesso tempo, però, le pulsazioni martellanti sottolineano la necessità di affrontare la situazione.

rampi muscolari ...  lo sforzo di tenersi a freno.  Tutti conosciamo gli effetti di un crampo: dolore e impossibilità  a muovere il muscolo colpito. Quando la carica aggressiva è tale da aver timore di ciò che si può compiere possono insorgere paralizzanti crampi muscolari o blocchi articolari che impediscono l’azione tanto temuta. In questo modo, viene a essere compromessa la funzione motoria che presiede allo spostamento, alla possibilità di andare verso l’altro, che rappresenta la componente più autentica dell’aggressività come l’etimologia della parola stessa suggerisce (dal latino adgredior).


czema alle mani ... prudono dalla voglia di usarle. Alle mani che prudono viene associato, nel linguaggio popolare, il desiderio di sfogare un moto di rabbia. E se il desiderio non viene soddisfatto, proprio su questa zona del corpo deputata al contatto con gli altri possono comparire macchie eritematose e pruriginose, che testimoniano il fuoco inespresso. Inoltre, nell’atto di continuare a grattarsi è possibile riconoscere componenti autoaggressive e autopunitive per queste fantasie inconsce vissute come pericolose.

Aggressività repressa ... 

i rimedi naturali


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Fitoterapia 

·      Coloro che soffrono di cefalea martellante da “ingorgo mentale possono assumere tra i rimedi di Bach, White Chestnut, il rimedio floreale che allontana rimuginazioni e i pensieri ricorrenti. Allo stesso scopo possono essere utilizzate tre gocce di Olio essenziale di Menta da massaggiare lievemente sulle tempie.

·   Nel caso dei disturbi gastrici (gastrite, ulcera gastroduodenale) è invece indicato Holly, il rimedio di Bach particolarmente indicato a chi si “rode dentro” Per lenire il bruciore e i dolori di stomaco sono senz’altro utili la Liquirizia (un uso prolungare è da evitare in caso di ipertensione arteriosa), emolliente, sotto forma di polvere da stemperare nella quantità di un cucchiaino in poca acqua, oppure come decotto della radice, o l’Equiseto, cicatrizzante, anch’esso sotto forma di decotto.

·    Per disturbi quali il prurito e l’eczema alle mani, può dare sollievo un delicato massaggio con una pomata all’ossido di zinco in cui stemperare alcune gocce di Olio essenziale di limone, lavanda o menta.


·   Crampi e blocchi muscolari traggono beneficio da un massaggio più profondo da effettuare con una miscela di olio di germe di grano o di sesamo cui aggiungere, per ogni 100 ml d’olio, 25 gg. d’olio essenziale di rosmarino (quest’ultimo non può essere usato in soggetti con disturbi epilettici) o cannella (questo ha un effetto riscaldante).
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Omeopatia


rimedi che possono essere utili quando la “rabbia repressa si manifesta a livello fisico sono Natrum Muriaticum, Colocynthis e Phosphorus.

·    Se l’incapacità di esprimere l’aggressività si tramuta in una cefalea martellante, si può trovare sollievo da Natrum Muriaticum. La rimuginazione costante è una degli aspetti peculiari del tipo Natrum: egli passa il suo tempo a ripensare a quello che è accaduto, gli sgarbi (veri o presunti) che ha subito, a come vendicarsi... ma poi non mette mai in pratica i suoi pensieri, che finiscono per “ingorgare” la sua mente.

·       Phosphorus è il rimedia da utilizzare quando invece prevalgono disturbi quali crampi muscolari ed eczema alle mani, specie se ci troviamo di fronte a delle lesioni cutanee che facilmente sanguinano, sia in modo spontaneo sia dopo grattamento.

·       Quando è soprattutto lo stomaco che “soffre” (gastriti o bruciori), si farà ricorso a Colocynthis. Una caratteristica tipica dei dolori di stomaco che trovano sollievo da Colocynthis è il miglioramento allorché il soggetto si siede e abbraccia le ginocchia.

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...  esprimerla in  modo naturale!

ambiente.  Il timore che le proprie reazioni aggressive abbiano degli effetti dirompenti su chi lo circonda spinge l’individuo a trattenere dentro di se parole e pensieri o a bloccare gesti e slanci che esprimerebbero la sua rabbia interiore. L’ambiente più favorevole per facilitare l’espressione dell’aggressività, almeno in una prima fase, sarà un angolo della propria casa, un ambiente circoscritto che lo tuteli dalla paura della sua carica aggressiva.

immaginario.  Con un cuscino sotto la testa e uno sotto le ginocchia leggermente flesse, sdraiatevi su una coperta distesa per terra e orientate la mente sui punti di contatto del corpo con il pavimento. Fate qualche respiro profondo e lasciate che piano piano si formi nella vostra mente l’immagine di una collina ricoperta di prati verdi che si rincorrono e da ammassi di pietre ... Immaginate ora che un lieve sussulto faccia rotolare giù dalla collina alcuni massi e che un altro sussulto, questa volta un pò più forte, produca alcune spaccature nel terreno. Piano piano la collina si trasforma in un accumulo di pietre e di zolle di terra. Ma,  osservando più attentamente, ecco che tra le macerie si intravede qualcosa che luccicatra le spaccature del terreno e sotto i massi rotolati si nascondono gioielli antichi e pietre preziose. Ora, lasciate quindi sfumare piano piano le immagini, cercando di conservare dentro di voi quella del tesoro ... un tesoro che solo una forza profonda ha potuto far venire alla luce.


l momento.  Approfittiamo del tramonto - il momento in cui ogni cosa volge al suo termine e si prepara un nuovo inizio - per scaricare le tensioni accumulate durante la giornata. La sera è dunque il momento più indicato per riconoscere e liberare l’aggressività: in sintonia con questo naturale processo di tensione e distensione (il giorno e la notte), è più facile sgombrare il campo da elementi superflui e prepararlo ad accogliere nuove energie.

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L’operazione simbolica ...


n preda ad un attacco di rabbia, è certamente capitato a tutti, almeno una volta nella vita, desiderare di lanciare un vaso o un piatto contro una parete (o contro qualcuno). Chi lo ha fatto realmente, ricorderà il momento successivo in cui meno irritati e più riflessivi ci si appresta a raccoglierne i cocci e si cerca di rimetterli insieme E’ proprio quello che bisognerebbe compiere tutti i giorni per esprimere la rabbia: distruggere ... ma dopo ricostruire. Per abituarvi gradualmente a vivere questa emozione non è necessario prendersela con i vasi o i piatti di casa: può essere sufficiente un foglio di carta bianco. Fatelo a pezzetti: quanti ne volete, della dimensione e della forma che desiderate. A ogni strappo, se vi va sentire meglio, urlate la vostra rabbia. Dopo di che recuperate i pezzi che più vi piacciono e provate a ricostruire con essi immagini e forme nuove di vostro gradimento, seguendo ciò che l’istinto e la fantasia suggeriscononon è un passatempo per bambini ’infelici’, per quanto banale possa sembrare funziona,  se ci concentriamo su questa operazione funziona davvero in questo modo il  cervello attiva nuovi percorsi neuronali.



Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 -  0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

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