sabato 28 gennaio 2017

Fobia ... phobos:




Fobia ... phobos:  paura,  panico  . . .  e   fuga.

 paura,  panico . . . e fuga

a paura è una delle emozioni più significative, ma anche più distruttive. E’ sicuramente preziosa ai fini dell’autoconservazione e dell’autoprotezione. Se la paura non ci desse il segnale d’allarme non riusciremmo a sopravvivere ai notevoli pericoli che ci troviamo davanti nella vita quotidiana. I topi, i ragni, i serpenti, il fuoco, il tuono, l’altitudine, le autostrade ... quasi tutti hanno timore di qualcosa. Le paure distruttive sono però una cosa ben diversa. 

e invadono continuamente tutto il nostro mondo e si manifestano in modo delirante, è necessario controllarle. La paura può portare alla paralisi mentale: si ha paura di aprire la mente, non meno che aprire la bocca. Alcune paure, instillate in noi molto tempo fa, ci inducono ad esitare, a ritirarci oppure, per difenderci, a reagire in modo eccessivo, mentre sarebbe più appropriata un’azione diretta, adeguata e sicura. Alcune paure sono il frutto di esperienze inaspettate e traumatiche, ma spesso si insinuano impercettibilmente in noi in un lungo arco di tempo. A volte ci vengono instillate con le migliori intenzioni. Molti bambini hanno paura di addormentarsi perchè temono di non svegliarsi più. Magari quando è morta la nonna qualcuno ha detto loro che si era addormentata. Sembrano tutte banalità, ma bastano poche suggestioni di questo tipo per programmare la paura in un bambino. E’ del tutto normale che si abbia paura dei pericoli. Tuttavia la paura può diventare un fenomeno patologico (fobia) quando si manifesta in modo incontrollabile, creando nel soggetto forme di avversioni per lo più ingiustificate. Una paura si trasforma inevitabilmente in fobia quando risulta essere eccessiva, sproporzionata rispetto alla situazione, quando è accompagnata da un’ansia profonda, limita la possibilità di agire per i comportamenti di evitamento e rassicurazione, ostacola le persone nello svolgere le sue elementari attività quotidiane

er fobia, quindi, si intende una particolare forma di paura immotivata e, soprattutto, sproporzionata alla situazione reale. Essa purtroppo non può essere dominata attraverso un’analisi razionale, ne controllata con la volontà. La fobia, pertanto, non è provocata da situazioni obiettivamente pericolose e, col passare del tempo, essa viene rinforzata dalla messa in atto di comportamenti di evitamento o di fuga (chiudersi in casa, facendo percorsi piuttosto di altri, ecc.) Le fobie sono state classificate anteponendo il corrispondente termine greco, come: agorafobia (paura di attraversare ambienti aperti), claustrofobia (paura di trattenersi in ambienti chiusi), zoofobia (paura di animali), patofobia (paura delle malattie), ailurofobia (paura fino alla repulsione dei gatti), acrofobia (paura dell’altezza), antofobia (paura dei fiori), misofobia (paura dello sporco), nictofobia (paura del buio), sessuofobia (paura verso tutto ciò che riguarda la sessualità), ereutofobia (paura di arrossire davanti ad altre persone), tafefobia (paura di venire sepolti vivi), demofobia (paura della folla), stasofobia e basofobia (paura di essere colto da malore uscendo di casa o alzandosi dal letto), dismorfofobia (paura di essere o di diventare brutti, partendo da un semplice dettaglio insignificante).


a fobia è un complesso di sentimenti, un misto di paura,  fino al terrore, e di ripugnanza sino all’orrore, nei confronti di un oggetto, di un animale, o di una situazione che di per sé normalmente non provoca questi sentimenti.La persona è cosciente dell’esagerazione del suo stato
 d’animo e mette in atto un comportamento
di evitamento nei riguardi di questi stimoli
(fuga come rimedio).Quando la persona
 è lontana da quella cosa o
situazione il timore di essa e
l’ansia conseguente
non compaiono.

Come liberarsene. Grazie al cosiddetto self – management e al training mentale è possibile trovare soluzioni alle manifestazioni fobiche, cioè fornire un “set di pronto soccorso”, di strategie alle quali ricorrere nei momenti di crisi,  per contrapporre alla situazione invalidante.

Il fobico si “inventa” le cose più inverosimili pur di evitare di entrare in contatto fisico o psicologico con ciò che viene temuto.


e fobie possono avere un effetto logorante: conoscere le cause della paura non significa farla scomparire e restituire le forze. Perciò è più efficace lavorare per superarle in modo da ottenere esperienze di successo che a loro volta costituiscono una motivazione al processo di trasformazione.

Stratagemmi rassicuranti:
- Farsi accompagnare da un parente, portare il cane al guinzaglio,
altre persone, invece, fanno ricorso all’alcool o nicotina  - bene che vada -
prima di affrontare la situazione temuta;

- Prendere coscienza (non si può cambiare nessuna reazione di cui non siamo coscienti);
- Non cercare di elaborare tutte le paure in una sola volta: fissare degli obiettivi intermedi;
- Evitare di lasciarsi fuorviare dall’accusa sociale di essere “irrazionali”, “paurosi”, “senza midollo spinale”, ecc.
-  Non restare soli, ma rivolgersi a persone qualificate;
- Agire: l’azione riguarda lo strumento da usare per far fronte alla paura, per liberarsene, per acquisire più fiducia in se stessi e nella vita. La fiducia è il miglior antidoto contro la paura.
-          Teniamo ben presente che la reazione di paura - se non supera certi valori - è di natura fisica ed è quindi naturale!!!



uando si trova in una situazione che scatena la fobia, il soggetto fobico, prova un malessere intenso, una sensazione di vertigine e di oppressione, la paura di perdere il controllo di sé, di svenire o morire e qualche volta sensazioni di depersonalizzazione. Questa paura ansiosa  termina qualche minuto dopo che egli ha lasciato il posto angoscioso.


uasi sempre comunque, a prescindere dall’orientamento scientifico, il trattamento delle fobie richiede l’esposizione del soggetto alla situazione temuta, in circostanze relativamente rassicuranti. Il trattamento senz’altro più comune è la desensibilizzazione sistematica, attuata nella vita reale o nell’immaginazione. Qualche volta si ricorre alla tecnica “dell’immersione”, altre ancora all’indagine psicanalitica, ma il metodo più efficace e più semplice è quello della  desensibilizzazione sistematica, specialmente quando viene usato insieme a metodiche terapeutiche ipnotiche.


Tel. 0532.476055
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - E mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

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