OMOSESSUALITA' …
"perversione" o estensione di una ricca e soddisfacente sessualità?
l lesbismo non è - come molti ci vogliono far credere - una entità patologica o una strana perversione, ma semplicemente un'estensione dell'autoerotismo. Le sue fondamenta vanno in parte ricercate nell'ambiente: frustrazioni, traumi psichici, alcolismo, a volte seduzioni di natura omosessuale subite durante i periodo evolutivo; è sempre in relazione diretta con i gusti dell'infanzia e della pubertà. Il lesbismo non è in rapporto diretto con l'aspetto viriloide della donna; molte donne dall'apparenza virile sono decisamente eterosessuali e per contro vi sono molte donne estremamente femminili e passive portate al lesbismo. Il tipo virile, comunque, preferisce il ruolo attivo nei suoi rapporti sessuali e presenta l'immagine di una sessualità frustrata che conferisce alle sue relazioni una grande ambivalenza. Il tipo femminile, invece, sceglie il ruolo passivo e preferisce ad ogni tipo di rapporto il “tribadismo”; essa è piuttosto narcisista. In realtà, si tratterebbe di un fenomeno più sociale che psicologico. Alcuni autori descrivono questa complessa materia, mettendo in rilievo l'importanza del narcisismo. In effetti l'attrattiva sessuale, pare, dipenda spesso da “un'ammirazione mista ad invidia per una persona che rappresenta quel che noi vorremmo essere e che possiede ai nostri occhi il potenziale erotico che noi vorremmo possedere”. Spesso questo comportamento serve come mezzo per evadere da tutte le responsabilità connesse al matrimonio e alla maternità … quindi, ulteriori esperienze di natura sessuale. Tale fenomeno non è innato, si tratta di un comportamento acquisito: né congenito, né endocrino. Non esclude, inoltre, relazioni con il sesso opposto.
l travestitismo, invece, presente in molti casi di omosessualità, è connesso con dinamiche psicologiche particolari (narcisismo, esibizionismo) o con forme di prostituzione maschile. Forme larvate di tale comportamento sono presenti nell’adolescenza non come abitudine sessuale ma semplicemente per conoscere e scoprire il proprio corpo e quello dell’altro (in questo periodo evolutivo, si possono verificare reazioni incontrollabili di panico perché, dopo la prima esperienza, l’adolescente può scoprire la propria tendenza che, fino ad allora, era rimossa). L’omosessualità è una delle possibili modalità espressive dell’affettività e, nel contempo, una delle polarizzazioni possibili della sessualità. In breve, è chi predilige stabilmente rapporti omosessuali a quelli eterosessuali. I confini tra omosessualità ed eterosessualità non sono tuttavia sempre netti: occorre infatti considerare che molte persone eterosessuali hanno rapporti omosessuali in qualche momento della loro vita; che la maggioranza degli omosessuali hanno anche rapporti eterosessuali e che un numero crescente di persone, soprattutto giovani dei due sessi, ha più o meno frequenti rapporti omosessuali per un periodo di vita di alcuni anni, pur mantenendo più evidente un orientamento eterosessuale nell’insieme della vita sociale. Fra l’omosessualità esclusiva con rifiuto e repulsione per i rapporti sessuali con l’altro sesso e l’omosessualità occasionale, compatibile con la etero-sessualità esistono tutte le gradazioni possibili. Non è possibile descrivere un profilo generale e fedele dell’omosessualità. Esistono infatti tutti i gradi nel modo di presentarsi tra il soggetto chiaramente effeminato e chi vuole mostrarsi come tale, il soggetto che passa del tutto inosservato, e il soggetto che, al contrario, a volte se pur in modo non “convincente”, si comporta virilmente nelle azioni, nei discorsi e negli sport. Allo stesso modo tutti i gradi possibili esistono tra omosessualità vergognoso, pieno di sensi di colpa che teme lo scandalo e ricerca in tutti i modi, compreso il matrimonio, di nascondere le sue inclinazioni e l’omosessuale che si dichiara come tale, che si fa notare, che sceglie la cultura caratteristica di questo ambiente (il gergo, le riviste, l’attività, i locali pubblici) o una militanza più o meno provocatoria. L’oscurantismo e i pregiudizi sociali di cui l’omosessuale è oggetto, è stato chiamato in causa per spiegare certi tratti della sua relazione con l’altro. Questo comportamento sessuale in genere segreto e clandestino imprime alle persone un certo modo di essere. L’aspirazione ad una relazione di coppia è frequente, ma la sua realizzazione aleatoria, per una certa instabilità sessuale più che affettiva e per complicazioni passionali frequenti (gelosia, minacce di vendetta, ricatti, tentativi di suicidio) che spiegano l’alternarsi di rotture e di riconciliamenti provvisori.
li aspetti clinici dell’omosessualità femminile sono paragonabili a quelli maschili. Sembrano rare le organizzazioni di personalità “disturbate” mentre le fissazioni omosessuali, in particolare nell’isterica, sono frequenti, ma rimosse. Possibili sono le reazioni depressive, dovute sia a fatti contingenti (separazione, isolamento), sia all’omosessualità in sé e per sé. Un desiderio omosessuale o la paura legata a un’omosessualità latente può esprimersi in uno scompenso delirante. Per molti questo comportamento è una vergogna, per altri una malattia, per alcuni una bandiera di liberazione sessuale. Anche la tradizione organicista, pur con disparità di opinione, non scherza: ci ha abituati ad una definizione - ancora molto diffusa - come una perversione dal cattivo esito prognostico. Soltanto le teorie psicoanalitiche hanno avuto il merito di sfatare l’idea che tale comportamento è riconducibile ad una tara ereditaria o congenita (scuola genetica) o che fosse una malattia causata da squilibri endocrini o metabolici (scuola organicista). Al di là delle varie interpretazioni e definizioni è importante ribadire che la sessualità adulta - omo ed eterosessuale - è sempre il risultato degli aggiustamenti realizzati nel corso della vita, a partire dalla bisessualità originaria di tutti gli uomini. La parola “omosessualità” tuttavia è un termine che descrive un comportamento e non dice nulla dell’organizzazione psichica che lo determina, che può essere diversa da caso a caso. Sotto questa etichetta, inoltre, molte persone comprendono ogni genere di situazioni che non sono tipicamente eterosessuale: dal narcisismo al transessualismo, all’inibizione sessuale. Per comprendere, comunque, questa complessa e variegata modalità espressiva umana (… e non) è necessario porsi alcune domande: “ Questa condizione è il risultato di una società confusa che non può accettare nuove forme di esperienze erotiche?”, “Oppure, è un - difetto - della natura che merita di essere chiamato come si fa comunemente - invertito -?”, “E ancora, è il risultato di un conflitto sociale, di un individuo traviato che, per svariate influenze, ha ceduto - in un momento di difficoltà personale - alle tentazioni favorite da un rapporto familiare infelice? ”.
arà utile, inoltre, qualora siano visibili segni di profonda sofferenza, prendere le distanze anche da certi atteggiamenti falsamente progressisti che vorrebbero negare evidenti difficoltà proiettando tutte le cause di disagio nel sociale. Spesso etichettarsi “sono omosessuale” e attribuire a questa scelta diversa ogni difficoltà, può essere un alibi difensivo per sfuggire alla ben più radicale, angoscia esistenziale che dovrebbe farci chiedere “chi sono?”. Essere omosessuali, comunque, non è né meglio né peggio che essere eterosessuali, perché la sessualità, per entrambi, può essere grande, piena di profondi significati e … sempre IMMENSA. Se sei confuso, soffri a livello relazionale - nel rapporto con te stesso e con gli altri - non aver timore, chiedi AIUTO! Ricorda, non siamo nati per SOFFRIRE ... ma per vivere la vita SEMPRE, in ogni caso, con gioia, serenità' e felicità. Accettarsi sempre è la prima cosa da fare, guai colpevolizzarsi: il consenso degli altri non serve! Ricordiamolo, la sessualità è sempre immensa e infinita se é libera, naturale e spontanea, e non lesiva verso i più deboli … bisogna stare lontano dai luoghi comuni che indeboliscono e rendono fragili … l’eros, oltre a inondare completamente il cervello con i suoi ormoni della felicità (serotonina: ormone del buonumore), apre le porte al mistero e alla passione. La persona con cui stare bene, prima di tutto, sei TU! Mai imporsi scelte forzate o esprimere giudizi di valore. Ricordiamolo sempre, il mondo della genitalità non si può reprimere perché riguarda e coinvolge tutto il mondo del vivere … del "sentire".
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
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