giovedì 18 giugno 2015

-IPOCONDRIA pt. 3


La paura  di   AMMALARSI  …



Risultati immagini per ipocondria nei dipintiIn tempi di profonda crisi torna la paura di ammalarsi. In questi ultimi anni difficili l’ansia,  l’insicurezza, la rabbia trattenuta e il senso di impotenza sono all’ordine del giorno. Sono stati emotivi che lievitano man mano che tramontano i valori tradizionali senza che si intravvedano ancora punti di riferimento di sicura affidabilità. Ancor più preoccupante, in questo particolare periodo storico, è l’ossessione per la propria salute. Basta un piccolo dolorino ed è subito un dramma. Un senso improvviso di smarrimento, di continuo fallimento e di straziante abbandono alimentano, con una certa insistenza, questa scarsa lucidità quotidiana. Molti sono i sintomi che più di frequente inducono a un timore ingiustificato di avere una grave patologia: dolori alla testa (ictus), dolori allo sterno e alle braccia (infarto), gastrite, colite, stipsi (tumore), ghiandole ingrossate (linfoma), debolezza (leucemia), emicrania, vertigini, ronzii (tumore cerebrale), amnesia, ansia (terrore della follia). Morbus sine materia” direbbero gli antichi medici! 


hi è alle prese con questa particolare apprensione invalidante è letteralmente terrorizzato che il proprio corpo possa produrre, all’improvviso, un male terribile, “invisibile” ed incurabile. Temono subito il peggio, non si lasciano rassicurare e non si accorgono quasi mai del loro stato d’animo. Tale fenomeno è caratterizzato da una eccessiva preoccupazione per la salute, da un’ansia incontrollabile e ossessiva, che spesso impedisce ogni attività, e obbliga a continui pellegrinaggi negli ambulatori specialistici.
Risultati immagini per ipocondria nei dipintiUn disturbo legato al timore, o alla convinzione di essere malati, basandosi su un’erronea interpretazione di sintomi banali provenienti dal corpo. E’ un incubo che mette all’angolo anche chi vive loro accanto: le paure e le lamentele continue agitano, destabilizzano, annoiano e producono rapporti conflittuali. Condizione psicologica che fa vivere in una dimensione di  continua tensione, in un’attesa penosa e in una condizione di grande precarietà. Un disagio che con le sue diverse sfumature può collegarsi ad una forma depressiva, spesso larvata e contemporanea a sintomi blandi, non gravi ma persistenti, che assorbono completamente l’attenzione e fanno inclinare verso pensieri cupi e pessimistici. E’ un soggetto molto suggestionabile, insicuro, diffidente e incline all’introversione, sempre bisognoso di approvazioni, conferme e manifestazioni concrete di affetto. Una paura esagerata che niente e nessuno può rassicurare: nemmeno i controlli medici più rigorosi e sofisticati. La sua mente è ossessionata fino a quando non trova una momentanea pace nell’evidenza clinica, ma poco dopo ricominciano le preoccupazioni iniziali. Chi non ne soffre non riesce a capire la portata reale di questo profondo malessere e la considera una paturnia o, ben che vada, un’invenzione ben congegnata.  


a per chi vive questo perenne stato di angoscia, di allerta e di incertezza è un vero calvario. In realtà, questo soggetto, cerca di attirare “inconsapevolmente” l’attenzione su di sé, di essere un protagonista attraverso le sue devastanti paure e la sua drammatica “pantomima” sintomatica… l’unico modo per essere ascoltato è ammalarsi. Un grido d’aiuto continuo alla ricerca di conferme e di affetto che, a suo dire, non ha… ma che non troverà mai perché questa sua necessità affettiva appartiene al passato, quando da bambino trascurato non ha potuto contare sull’empatia e il contenimento emotivo delle figure di riferimento. Un’esigenza antica che non potrà mai essere soddisfatta nel tempo presente. Cosa non fare mai… se si vuol “guarire” da una malattia che non c’è.  Fare diagnosi “personali” pasticciate, parlarne continuamente per cercare aneddoti rassicuranti, togliere dalla vita passioni e stimoli, dare spazio ai pensieri passivi e rinunciatari, scappare da sintomi e da ansia, consultare contemporaneamente specialisti, trascurare la componente psicologica che è sempre alla base del malessere patofobico.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 0532.329012 –  0532.476055
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