venerdì 4 luglio 2014

-PSICOSOMATICA. Quello mi fa venir mal di testa


Quello mi fa venir mal di Testa


enso sia capitato a tutti aver sentito dire questa espressione: Quello mi fa venir mal di testa. La cosa può essere letteralmente vera in quanto un’emicrania da tensione avviene quando si verifica una contrazione piuttosto sostenuta della muscolatura scheletrica della testa o del collo (trapezio). Il nome stesso indica la caratteristica propria dell’emicrania, cioè dolo che colpisce metà della testa (il dolore pulsante, accompagna ipersensibilità a suoni e luci, a volte nausea e vomito). I muscoli che si contraggono continuamente riducono il rifornimento sanguigno, e con una quantità insufficiente di sangue per soddisfare le sue necessità metaboliche. Il muscolo fa incredibilmente male. Oggi si sa che il sistema nervoso simpatico (eccita e stimola il metabolismo, contrae) ha la funzione di far restringere i vasi, mentre il parasimpatico (tranquillizza e deprime, rilassa) ha una funzione vasodilatatrice.  In generale, questo tipo di mal di testa è assente al mattino e cresce di intensità con l’aumentare della tensione della giornata. Questo avviene perché la muscolatura scheletrica della testa e del collo è sottoposta a contrazioni crescenti in molti individui quando in loro cresce la tensione e l’apprensività. All’inizio c’è una costrizione delle arterie che portano il sangue al cervello, in seguito c’è la dilatazione delle arterie stesse.
 

n alcune persone l’attacco si manifesta, in maniera del tutto tipica, insieme, a volte, con le regole mensili, in altre si manifesta in momenti imprevedibili, alla fine settimana, quando c’è un carico eccessivo di pensieri, di responsabilità e di preoccupazioni, durante una cena con amici o durante i giorni in cui soffia il vento favonio (caldo e asciutto).  Se qualcuno tra coloro con i  quali si interagisce è suscettibile a tali mal di testa da tensione, può essere utile comprendere la relazione esistente tra pressione emozionale, tensione, apprensione, dolori alla testa e al collo. Maggiore è la pressione emozionale e maggiore sarà il dolore. Recenti studi hanno messo in evidenza la componente psicosomatica di questo malessere; il soggetto, in breve, dovrebbe fare l’esame di se stesso, esaminare se non è per caso impaziente, si addossa un eccessivo carico di lavoro e responsabilità (ciò lo rende teso e irritabile), non riesce a distendersi a rilassarsi a lasciarsi andare, non sa essere spontaneo e disinvolto (ha una sessualità controllata o inibita), inflessibile, ambizioso, sensibile e teme le critiche, vendicativo, perfezionistico, o avido di potere (tutti atteggiamenti che irrigidiscono il tessuto muscolare). Questo malessere, pare, alcuni studi hanno confermato questa ipotesi, sia connesso con stili di vita, schemi mentali o con situazioni emotive sperimentate in passato in cui ci si è sentiti costretti e minacciati (il corpo reagisce in base a quel che si pensa!). 

l terrore (inconsapevole) di rivivere tale situazione può far scaturire una tensione (contrazione muscolare) connessa a un pericolo potenziale. Può trattarsi della convinzione di subire un’influenza o di un abuso oppure una sensazione diffusa di impotenza, di disistima. In questo modo, ogni volta che ci si sente in qualche modo minacciati o costretti a fare cose controvoglia ecco che il disturbo, con le sue caratteristiche “costrittive”, si manifesta. La nausea e il vomito, quando fanno da cornice, esprimono un secco rifiuto e diniego della situazione. Nel trattare con la gente è sempre costruttivo comprendere come l’altra persona può vivere una certa situazione (senza farsi venire il complesso del messia!). Ciò può aiutare ad alleviare la tensione per entrambi. Specialmente in situazioni nelle quali ci si sente sotto accusa, o si sta giudicando qualcun altro, è possibile alleviare le circostanze potenzialmente stressanti comprendendo il significato semantico del messaggio che viene comunicato. Siccome in ogni rapporto interpersonale un’alta percentuale di quanto viene comunicato è non - verbale, alcune nozioni su questo comportamento non verbale possono rivelarsi essenziali se ci si propone di affrontare la gente in maniera ragionevole e sistematica. Tutti, chi più chi meno, conoscono gli indizi non - verbali.  I diversi distretti corporei raccontano infatti la nostra storia e la trama di questo racconto può essere colta solo guardando le cose come una totalità (psicosomatica). Osservando il corpo e le sue movenze possiamo imparare a conoscerci meglio e comprendere che cosa, gesticolando, comunichiamo agli altri e che tipi di messaggi i vari interlocutori ci inviano.  Quando incontriamo la gente infatti ne notiamo automaticamente l’espressione del volto, l’atteggiamento fisico, e la maggiore o minor velocità del discorso. Se correttamente codificato, tale linguaggio può risultare molto eloquente e raccontare emozioni, stati d’animo, desideri. Capirne pertanto i meccanismi significa entrare in maggior sintonia con se stessi e gli altri, per vivere meglio i rapporti con i colleghi, amici, la famiglia.

OSA FARE. Dopo aver appurato dallo specialista qual è il tipo di mal di testa, si attiverà un programma terapeutico ad orientamento psicosomatico; tali metodiche terapeutiche saranno rivolte a stimolare l’individuo ad esternare, in maniera sempre più spontanea e naturale, ciò  che di solito non si permette di fare nel proprio mondo.




ttribuire un’eziologia psicosomatica alle malattie incontra, spesso, nel pensiero comune, molte resistenze e parecchia irritazione: difficile accettare che siamo sempre noi a generare il ‘male’. Alcuni giustamente diranno, ma tutte quelle cose che respiriamo e ingeriamo non contano proprio nulla? Certamente. Non va comunque dimenticato che sono proprio i disagi prolungati nel tempo che compromettono il funzionamento del sistema immunitario e, quindi, con difese ‘basse’ anche le cose più banali risultano difficili da 'neutralizzare'.



Risultati immagini per testa nei dipinti del 500

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it




oco si parla dell’interiorità, delle risorse interiori, di quanto può influire uno stile di vita, certi atteggiamenti mentali e alcuni modi di vedere il mondo sulle somatizzazioni … delle potenti difese che il cervello possiede se non è schiacciato da regole rigide e controlli eccessivi, soffocato dalle cianfrusaglie, da un senso di impotenza diffuso, da una condizione esistenziale insoddisfacente e dagli stati d’animo protratti nel tempo ... RICORDA, un atteggiamento mentale distaccato e libero da ritmi frenetici risveglia le proprie risorse, fa  davvero rinascere. Ogni stato d’animo, infatti, fin dalla tenere età, influenza in modo più o meno significativo e profondo le aree del cervello che agiscono direttamente sugli ormoni e sul sistema immunitario … TIENI  sempre presente, che una vita piena di disagi, di delusioni, di insoddisfazioni e di frustrazioni sono tutte condizioni esistenziali che non solo minacciano in profondità la propria identità più autentica ma oscurano completamente il senso profondo della vita ... fanno ammalare. Ogni cambiamento ringiovanisce, una nuova vita basata sulla passione e la creatività, attivando le aree cerebrali specifiche non solo ci allontana dallo stress ma “spinge” anche a soffermarsi su se stessi, insegna ad avere più cura per la propria persona e aiuta ad esprimere tutte le emozioni represse … esprimere se stessi, la propria unicità. Esaminare attentamente il rapporto tra “malattia” e psiche permette di scoprire tutti quei veleni, apparentemente non visibili, ma che possono intossicare o soffocare completamente l’organismo.


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