mercoledì 27 luglio 2016

Panico nei bambini... un modo per chiedere aiuto

Panico nei bambini  ...  un modo per chiedere aiuto
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ell'infanzia è un fenomeno molto raro, perché i piccoli a differenza degli adulti, non sono dotati di strumenti cognitivi per inquadrare razionalmente il conflitto interiore che  genera il panico in età matura. Ma anche se non sa cronicizzare il suo malessere, il bimbo può comunque, attraverso comportamenti e segnali fisici - cui dobbiamo prestare SEMPRE la massima attenzione - esprimere le sue paure e chiedere in maniera più o meno evidente attenzione ed aiuto. Ad esempio, il pianto disperato di un neonato che sta poco in braccio ai genitori, non va sottovalutato (alla larga da coloro che sostengono che coccolare e accarezzare si creano bimbi deboli e pieni di capricci... senz'altro più sicuri e autonomi). Allo stesso modo non deve essere trascurato il pianto violento e singhiozzante di bambini più grandi, che per piangere si nascondono dietro una tenda o dentro un mobile, alla ricerca di protezione. Altro fenomeno da non trascurare è il repentino cambiamento di carattere di un bimbo di natura solare, che diventa inspiegabilmente violento o reattivo; oppure la "paralisi" motoria - accompagnata da sudore, mutismo, pallore - che irrigidisce il bambino che prova paura. Può anche predisporre al panico la "figura di riferimento" che ha lo stesso problema: un genitore apprensivo e spaventato può "contaminare" con le sue ansie persino il feto che porta nell'utero attraverso la produzione ormonale eccessiva (adrenalina) ... il bambino nel tempo  assorbe le paure altrui e le fa proprie. Non dobbiamo mai dimenticare che da piccoli, vivendo in un mondo di adulti, abbiamo fatto tutti l'esperienza di non avere alcuna autorità, di essere ignorati e di sentirci meno importanti di altri ... la nostra felicità parte da qui, dal superamento di queste esperienze senza esserne "schiacciati" 

olo se riusciremo a giungere ad uno stato di serena  tranquillità, assaporeremo la felicità della nostra vita quotidiana, anche nei suoi più semplici aspetti, e sentiremo che dentro di noi qualcosa sta cambiando: affiorano altre idee, altre intenzioni, altre possibilità, un altro modo di affrontare la vita. Nell'infanzia le fobie infantili più frequenti sono: terrore del buio, timore di essere abbandonati, ansia del confronto con i coetanei nelle situazioni collettive (gioco, sport, scuola) ...  se si incoraggia il bimbo a parlare della sua fobia, se la butta fuori attraverso la parola, si calmerà all'istante. Nel processo evolutivo, il ragazzino può sviluppare il terrore di non crescere dal punto di vista fisico, di non saper padroneggiare i suoi impulsi sessuali, di non essere riconosciuto e accettato dal gruppo di coetanei. I sintomi da "mal di scuola". 

olite: paura di situazioni e persone; mal di stomaco: tensione emotiva, si sente solo; mal di testa: conflitto e sofferenza non "metabolizzati"; disturbi cutanei: fragile e attaccabile, soprattutto nel rapporto con gli educatori e i compagni ... è vulnerabile allo stress e alle critiche. I bambini hanno bisogno di essere ascoltati e capiti nei lori conflitti e disagi, senza essere gravati da quelli degli adulti. Impariamo ad ascoltarli, a consolarli  e a comunicare loro con affetto (sempre in maniera naturale e spontanea, mai  per compensare  carenze o  sensi di colpa) ... cresceranno sereni.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

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