mercoledì 20 luglio 2016

Qualcosa che non va giù …


Qualcosa che non va giù …


n “Questiones disputatae”, San Tommaso, sostiene che esistono in ogni individuo – con manifestazioni espressive ben precise – tre tipi d’ira: ira cordis (cuore), ira locutionis (parola) e ira actionis (azione). Molti sono gli eventi in grado di generare questa modalità reattiva connessa ad un repentino e, spesso, allarmante cambiamento psicofisico: grandi discussioni senza riuscire a sbottare, ingiustizie varie, sogni spezzati, delusioni, contrarietà non espresse, tradimenti, urla trattenute e pianti non sfogati. Queste condizioni, nel tempo, creano stanchezza fisica e mentale, spengono l’entusiasmo, distruggono ogni passione, fanno perdere completamente la lucidità … improvvisamente la vita si blocca, non scorre più. 


utte situazioni capaci di generare non solo quel fastidioso senso di costrizione alla gola, ma anche modificazioni fisiologiche molto importanti come accelerazione del battito cardiaco, innalzamento della pressione arteriosa, acufeni, tachicardia, sbalzi di temperatura, aumento della tensione muscolare e della sudorazione. Facendo così sospettare, per i più sensibili, la presenza di una grave ed invalidante malattia organica. Un nodo di emozioni trattenute, un groviglio di parole non espresse fermate in quella “strettoia” che non vanno né su né giù: qualcosa di incontrollabile ostruisce il passaggio di cibo e aria, ci si sente soffocare, strani, inconcludenti, in trappola, sempre più tristi ed arrabbiati. Quando non si riesce ad esprimere questo stato emotivo (incanalarlo ed utilizzarlo in modo costruttivo), oltre ad avvelenare i rapporti interpersonali e minacciare il benessere psicofisico, si sviluppa nell’individuo un senso di frustrazione, di impotenza, di inferiorità, di disistima, di umiliazione e di profonda insoddisfazione. 


n simili frangenti si perde ogni punto di riferimento, sicurezza, motivazione e voglia di fare. Un pensare inutile affolla la mente rendendola stanca ed improduttiva, l’autostima cola letteralmente a picco. Un fenomeno che produce soltanto idee confuse, desiderio di rivalsa e sentimenti di vendetta. Uno stato di allerta (ansia), di grande malessere che, nel tempo, sfocia in tristezza, rassegnazione, amarezza, infelicità e sbalzi d’umore … e così la depressione fa la sua comparsa intossicando lentamente la vita, deteriorando i rapporti sociali e isolando dal mondo. Bloccando questo processo (i tre tipi d’ira … tenendo dentro la tensione) si riversano nel corpo alcuni effetti nocivi come ad esempio fastidiosi irrigidimenti muscolari o complesse infiammazioni viscerali. Non esiste patologia organica dall’ulcera, alla cefalea, alla colite, all’ipertensione in cui questa condizione emotiva trattenuta non sia in qualche modo connessa o responsabile come fattore concausale. 


OSA FARE. La cosa fondamentale è “spostare” – da soli o con l’aiuto di professionisti qualificati – questa aggressività senza creare “effetti collaterali”. Non si tratta di prendere a pugni o a parolacce il primo che si incontra per strada ma semplicemente far “sciogliere”, fluire la tensione, l’ira inespressa con strategie e programmi terapeutici specifici … perché il rancore, la rabbia, come è ben noto a tutti, se viene trattenuta, bloccata rende davvero “ciechi”.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

Nessun commento:

Posta un commento