lunedì 18 luglio 2016

Infelicità … negatività nei rapporti



Infelicitànegatività nei rapporti

Risultati immagini per felicità nei dipinti


ondizione umana caratterizzata da una profonda insoddisfazione … a volte con venature davvero drammatiche, disperazione e sofferenza psichica. Come un enorme cielo grigio, questo stato emotivo oscura anche quei momenti di luce che il vivere quotidiano può offrire in maniera del tutto naturale. Un senso diffuso di frustrazione che, spesso, viene erroneamente confuso, collegato a fattori esterni: possedere o non possedere quella cosa, quello status, quella situazione, quella relazione. 


olti dicono: sarò felice solo e soltanto quando avrò la macchina nuova di moda in quel momento, la compagna o l’amante ideale, quando incontrerò chi mi capirà completamente, quando avrò più soldi nel portafogli, quando sarò più simpatico e piacerò di più ai miei amici, quando sarò magro come un grissino … quando, quando e, ancora, quando, ma quando realmente? In realtà, al di là della precarietà, di storie scricchiolanti, di uno stile di vita deludente, di eventi particolarmente drammatici, fastidiosi e dolorosi che la vita può riservare, essa è determinata da un modo di reagire, da un procedimento mentale, da uno sguardo senza più stupore su quello che già possediamo … se uno è sempre infelice è perché non “vede” o come dice la cultura popolare perché si è inclini a vedere il bicchiere mezzo vuoto. E’ nella vita di tutti i giorni che l’individuo si sviluppa, cresce, arricchisce le proprie conoscenze, impara a difendersi, ad attaccare, a decidere, a progettare il futuro, impara a soffrire, a perdere, a essere pessimista, a far fronte alle tante incombenze familiari e sociali. Tutto ciò, non dimentichiamolo, nessuno è responsabile, ma è sempre il risultato di esperienze passate (incontro – scontro) con il proprio ambiente. Questa o quella personalità è frutto della nostra storia (reale o solo pensata), del nostro processo evolutivo … siamo tutti, nel bene e nel male, dei “sopravvissuti” con “lividi” e “cheloidi” più o meno profondi e dolorosi. 


a felicità, infatti, non è la realizzazione di un progetto o di quello che avremo, ma un modo di essere in quel preciso istante, in quella realtà, senza caricarlo di eccessive aspettative e deludenti proiezioni. Collegare o legare eventi al passato genera confronti, rimpianti e rimorsi (depressione) mentre proiettarli nel futuro, proprio perché è un tempo carico di incognite, si crea uno stato costante di attesa, disagio, insoddisfazione, frustrazione, apprensione, timore che le cose prendano una piega indesiderata, paura di non essere all’altezza della prestazione, ansia rispetto all’obiettivo, sfiducia, tutti fattori che “inquinano” il terreno psichico, fino a percepirsi “indefiniti e provvisori”, in balia degli eventi … ovvero, quanto di più lontano ci sia dalla felicità. Se non ci attaccassimo alla sofferenza come un cordone ombelicale, l’infelicità sarebbe molto più fugace ed effimera. Tale stato lo manteniamo attivo attraverso strategie mentale, stili di vita e un preciso modo di pensare. La mente è come una spugna che assorbe ciò che pensiamo e lo trasforma in chimica, in scariche elettriche, ormoni, neurotrasmettitori, comandi che modificano il corpo. In molti individui, infatti, c’è una tendenza diffusa a lasciarsi “dominare” e influenzare perennemente da certi stati emotivi (rendere permanenti situazioni provvisorie): noia, malinconia, disorientamento, crisi … significa che i tratti depressivi hanno già bussato alla porta. Si gira in tondo avvitandosi su se stessi. Quando si è già in queste condizioni significa che la depressione ha preso completamente il controllo. Vivere perennemente in uno stato di infelicità, non solo si modifica la biochimica cerebrale ma si influenzano negativamente i rapporti sociali in generale: contagia  sempre gli altri con pessimismo e conflittualità.









ualche segreto per vivere … felici (sono operazione che richiedono un continuo allenamento, dipende dall’attenzione con cui le realizziamo, le mettiamo in pratica).

. . Imparare ad apprezzarsi (essere tolleranti con se stessi);
. . Mantenere il controllo della propria vita;

.  Vivere il presente;

.  Trovare dei motivi di soddisfazione;

.  . Fidarsi delle proprie intuizioni e lasciarsi trascinare dalle sensazioni;

. . Rimanere sensuali e godere di qualche “vizio”;

.  . Sapere conservare l’entusiasmo e, soprattutto, la curiosità;

.  . Non nutrire aspettative irrealistiche;

.Gironzolare senza una meta precisa, con la mente attiva e tutti i sensi vigili;

. . Concentrarsi sulle azioni, essere presenti a se stessi, sentire;

.  . Rallegrarsi delle proprie opere, dei propri lavori;

.  . Osare in qualche trasgressione, in piccoli piaceri egoistici.

mai dimenticare che sei unico e, soprattutto, creativo!!!





Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.10505510532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

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