martedì 1 marzo 2016

-SFIDUCIA

Non mi FIDO  di nessuno!



Risultati immagini per diffidenza  nei dipintiAristotile era solito affermare che i giovani non possono essere sospettosi perché di male non ne hanno ancora visto molto; sono fiduciosi perché non hanno ancora avuto il tempo di essere ingannati. Ma è proprio vero? Non sempre è così. Il sospetto, infatti, anche nelle sue forme più sfumate, è presente sia nei grandi sia nei piccini. Un certo grado di diffidenza, comunque, è indispensabile per evitare profonde frustrazioni e scongiurare delusioni più brucianti; può diventare un prezioso salvavita contro truffe, colpi bassi, porte in faccia, raggiri, inganni, tranelli e soluzioni miracolose. In realtà, un ragionevole sospetto verso gli altri è una norma di prudenza, soprattutto quando si è di fronte ad un ambiente potenzialmente pericoloso e realisticamente ostile. Se non supera un certo valore, quindi, può avere un ruolo fondamentale a livello evolutivo e nell’organizzazione dell’esperienza di ogni individuo, facilitando la percezione e la consapevolezza di potenziali pericoli. E’ l’eccesso di diffidenza, quella inutile e paradossale, che può rovinare la vita di queste persone. 


iventa una modalità patologica, quando tale fenomeno spinge il soggetto a interpretare le motivazioni degli altri, anche le più neutre, sempre come malevole e minacciose; un relazionarsi rigido, una mancanza di fiducia nel prossimo, un atteggiamento perennemente guardingo e reticente. Un personaggio sempre sul chi va là, spesso litigioso, freddo e distaccato, attento a ricercare significati oscuri e minacciosi. Tutto ciò implica un’eccessiva ipervigilanza, grande circospezione e continuo controllo. E’ un soggetto che spende tutte le sue energie per “sventare” i tentativi di coloro che, a suo dire, hanno intenzione di umiliarlo e svergognarlo. Non sono soltanto oppressi dai sensi di colpa, preoccupati, cauti, diffidenti, invidiosi, guardinghi, sospettosi, vendicativi, spesso inaciditi, ma essi - nelle forme più gravi - vedono il crimine in ogni angolo o il complotto dietro ogni sguardo. Chiunque può essere vissuto come una potenziale minaccia o un nemico crudele: nemici sempre pronti a minare la felicità e mettere in pericolo i loro valori. 
Risultati immagini per fiducia nei dipintiQueste persone non sembrano avere seri problemi lavorativi e sociali, ma  spesso non è affatto così: nel lavoro esse hanno di solito difficoltà con figure che incarnano l’autorità, e data la loro scarsa fiducia verso il prossimo, è possibile che vivano la loro vita sociale in perfetto isolamento. Spesso, nell’ambito lavorativo, per tenere sotto controllo tale atteggiamento e gestire l’autorità temuta, hanno scelto di indossare l’uniforme che, anch’essa, rappresenta il comando e l’autocontrollo. E’ un’esperienza a dir poco terrificante, anche se non è altro che una colossale montatura fantasiosa. La loro sofferenza non trova facilmente una soluzione in quanto, avendo questa enorme difficoltà ad accordare fiducia a qualsiasi professionista e, quindi,  a tutte le metodiche terapeutiche possibili, difficilmente chiedono - se non dietro la spinta di pressioni esterne - aiuti o iniziano spontaneamente una terapia. Quelli che, in un attimo di profondo sconforto, ricorrono autonomamente ad un trattamento sono, spesso, talmente sospettosi che abbandonano anzi tempo la cura (temono di essere avvelenati, sfruttati, danneggiati, ingannati… avere a che fare con incapaci o ciarlatani)


osa molto più seria è che molti di questi soggetti solitamente non cercano nessun trattamento perché non scorgono in se stessi alcuna alterazione. Tali tratti caratteriali, infatti, nel tempo, diventano stabili e talmente “normali” che il soggetto stesso non è più in grado di rendersi conto della problematica invalidante. Questo tipo di pensiero “persecutorio” affonda le sue radici in un passato caratterizzato da un rapporto difficile con l’adulto e pieno di mortificazioni emotive: piccoli continuamente esposti a ripetute esperienze di sopraffazione e umiliazione. Nella storia, quindi, di queste persone si ritrovano critiche assurde, spesso punizioni pretestuose, adulti difficili da soddisfare e pesanti mortificazioni. Un contesto sociale difficile in cui dominava rigidità,  sarcasmo,  critica e  scherno.

oiché questo tipo di rapporto, spesso lo si riscontra, con sfumature assai diverse, in ogni nucleo familiare è possibile che ogni individuo, a sua insaputa, sia portatore - se non intervengono, durante le fasi evolutive, meccanismi compensatori - di questa singolare organizzazione mentale. La diffidenza, comunque, profonda o sfumata che sia, fa male alla salute. Chi è calato in questa dimensione mentale, quindi, può essere affetto da una serie di malesseri psicosomatici. Anzitutto questi soggetti, proprio perché si trovano costantemente sulla difensiva,  sono rigidi a livello fisico (ossa, muscoli) e mentale (pensiero, stile di vita). Essendo poi ansiosi, oltre a non essere in grado di vivere serenamente incontri ed esperienze affettive, dormono male, soffrono di tachicardia e problemi cardiocircolatori. I problemi sessuali, poi, sono all’ordine del giorno.

Risultati immagini per fiducia nei dipintiCOSA FARE. Come sopra evidenziato, è difficile che questi soggetti cerchino spontaneamente aiuto perché non vedono in se stessi alcuna alterazione. Chi invece ricorre ad un trattamento, in genere per ansia o tratti depressivi connessi, sono così sospettosi che abbandonano il trattamento subito dopo un piccolo miglioramento. Poiché i problemi sono radicati da lungo tempo richiedono sempre interventi intensivi e di lunga durata. La chiave del successo è lo sviluppo di una relazione leale, onesta e di sostegno tra soggetto e professionista, proprio quello che questi individui stentano a garantire. 



na volta, però, superata questa difficoltà, essi cominciano a fronteggiare i sentimenti di insicurezza, di vulnerabilità, di debolezza, di inadeguatezza, di inferiorità e di disistima con grande determinazione. La psicoterapia di supporto è considerata ancora oggi il metodo più idoneo per uscire da questo atteggiamento e cambiare le percezioni che sono all’origine di tale problema. Sviluppare, quindi, un po’ di autostima, guardare la vita con più obiettività. e aprirsi leggermente alla socievolezza … tutto ciò, con le mosse terapeutiche adeguate e l’impegno giusto, può essere risolutivo e “costare” davvero poco.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
 
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551–  0532.476055
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