Come migliorare l’IMMAGINE di se stessi …
n individuo che ha sviluppato nel
tempo un “apprezzabile” concetto di sé non è triste, ma non deve nemmeno
delirare per la felicità. Non è pessimista ma il suo ottimismo non è mai fuori
controllo o sfrenato. Non è né temerario nemmeno libero da qualche paura. Ha la
consapevolezza di non vivere continuamente sul podio e nel successo, ma sa anche
con precisione di non essere un fallito. Ad ogni modo, chi ha una buona
immagine di se stesso è capace di dare amore e di comprensione. Solitamente
è di buona compagnia e ragionevolmente aperto nelle cose della vita. Ma come è
possibile conseguire tutto ciò?
Come
possiamo migliorare la propria immagine? Sono interrogativi a cui non è facile
rispondere perché si scivola nel mondo della pratica clinica. Migliorare la
propria immagine, infatti, richiede il più delle volte un qualificato
intervento terapeutico. La terapia consiste nel dare una nuova impronta alle
abitudini, specialmente alla disposizione d’animo che si ha nei confronti di se
stessi. Non dobbiamo mai dimenticare che i nostri sentimenti dominano la nostra
percezione del mondo. Ciò che vediamo e specialmente il modo in
cui osserviamo le cose sono due fenomeni condizionati da quel che pensiamo di
noi stessi. Non è possibile evitarlo. Alcuni pensano di essere in grado
di accettare se stessi altri invece non ci riescono. Questa capacità
valutativa, accettarsi o rifiutarsi, è la più importante dimensione singola del
nostro concetto di noi stessi. Se questo concetto è buono, la nostra concezione
e il nostro giudizio sono positivi; ci orientano al piacere e godiamo di una
grande obiettività. Contrariamente, molto di quanto è ostile, minaccioso e
noioso, è essenzialmente una erronea interpretazione o una valutazione distorta
prodotta dalla nostra profonda insoddisfazione.
roiettiamo il nostro povero
concetto di noi stessi nel biasimo del mondo piuttosto che in noi stessi …
semplicemente perché non siamo in grado di accettarci (si criticano gli altri
per avere un attimo di sollievo … sentirsi migliori).
L’immagine di noi si
realizza nel tempo, si forma lentamente silenziosamente e sottilmente
attraverso un’intensa storia di accettazione e di rifiuto di cui facciamo
esperienza diretta nel crescere. Tale immagine è modellata nel tempo e
solitamente non abbiamo nessuna consapevolezza di ciò che è o di come ci
ORIENTA a guardare noi stessi o il mondo in cui dobbiamo vivere. Una volta che
questa immagine si è consolidata, facciamo ben poco per essa tranne giustificare
le nostre percezioni, i nostri giudizi … NOI STESSI.
Ci comportiamo così anche
se siamo infelici. A si, è proprio vero, cambiare è davvero duro e difficile.
Non possiamo rivivere l’intera storia di tutte queste esperienze che ci
condizionano in ciò che siamo. Ma se non abbiamo fiducia nel mondo perché siamo
ansiosi di noi stessi, se troviamo che il mondo è un posto infelice perché
siamo infelici noi, dobbiamo innanzitutto fare qualcosa per noi stessi. Può
essere un’impresa titanica, ma probabilmente è più facile che voler cambiare il
mondo intero.
l primo passo per effettuare un cambiamento della nostra vita è riconoscerne la necessità. Il fatto che molte persone siano infelici e se ne lamentano, non garantisce affatto che siano stimolati o abbiano interesse a cambiare la loro condizione. Molti hanno bisogno di essere infelici e vogliono compiacersi. Alcuni passano il loro tempo e spendono il loro denaro dal medico solo per l’esigenza di parlare dei loro problemi piuttosto che per un reale desiderio di liberarsene. La volontà di darsi da fare per cambiare qualcosa è quindi necessariamente il primo gradino nel tentativo di migliorare la propria immagine di sé. Dato che il cambiamento riguarda la persona, è una buona idea concentrarsi in ciò che possiamo fare di diverso. La nostra tendenza è di cercare di cambiare il mondo piuttosto che noi stessi. L’uomo che è infelice nel matrimonio non cerca di trovare soluzioni per stare meglio, eventualmente cambiare il proprio atteggiamento a casa; piuttosto brontola con la moglie perché cambi il suo (o viceversa).
oiché l'immagine di noi
stessi non ci è perfettamente chiara e tendiamo a proiettare sugli altri ciò
che pensiamo di noi stessi, facilmente cadiamo vittime di un’infelice
convinzione che ci suggerisce che nessuno ci dia un’opportunità … una
possibilità. Questo è un errore di interpretazione. Siamo noi stessi a non
darci nessuna possibilità. Se non siamo soddisfatti del modo in cui vanno le
cose, dobbiamo prepararci a sopportare l’urto. Certamente ciò non è facile e
confortevole, nemmeno diventare un esercizio da tentare in tutte le occasioni.
Se il nostro lamentarci e i nostri fallimenti restano al punto di prima, non
importa quanto buone possano essere le nostre scuse, dobbiamo riconoscere che
l’unica causa siamo noi stessi (attenzione, non si tratta di colpevolizzarsi ma
semplicemente avere la consapevolezza delle cose in maniera realistica). Che cosa
facciamo quando ci rendiamo conto che noi stessi ci siamo resi infelici? Supponiamo
di riconoscere che noi, non la gente, siamo stati poco socievoli.
upponiamo di
renderci conto di essere in errore, che la gente non ci ha minacciato e che
agli altri non importa se agiamo in un certo modo o in un altro. Ipotizziamo di
riconoscere di essere stati noi a preoccuparci della nostra condizione sociale,
della nostra possibilità di essere accettati. Come possiamo cambiarci e
migliorarci? Se non ci troviamo in uno stato emotivo delirante, possiamo fare
molte cose. Un modo importante per migliorare se stessi e fare qualcosa per
gli altri.
ATTENZIONE,
ciò non significa che si deve sviluppare dipendenza nevrotica dagli altri.
Il fatto è che non potete migliorare la vostra immagine personale soltanto
tramite voi stessi. Le altre persone sono importanti, e il modo più facile di
ammettere l’importanza degli altri è aiutarli e lasciare che vi aiutino.
osì
si impara a essere felici di se stessi, come andare d’accordo con gli altri e
infine come sedurli. Il sistema funziona veramente. In secondo luogo è importante
fare un lavoro abbastanza bene da sentire un certo orgoglio per lo
sforzo e per la riuscita. Se avete troppo da lavorare, occupatevi soltanto di
una piccola parte del vostro lavoro e fatelo bene, piuttosto che lasciarvi
immobilizzare dalla immensità del lavoro che vi sta di fronte. Non dovete fare
necessariamente ogni cosa in modo perfetto. Dovete farla soltanto abbastanza
bene da poter guardare ad essa con un senso di soddisfazione e di orgoglio.
igliorare la nostra salute fisica contribuisce anche a migliorare la nostra
immagine di noi stessi. Passeggiare fa bene, ma essere sempre attivi è la cosa
migliore (sport, imparare a ballare). Oltre al sentimento di benessere che
deriva dalla buona salute, è importante mantenere un certo aspetto fisico
piacente. Coloro che hanno un buon concetto di sé, generalmente sono
presentabili. Viviamo in una società in cui l’apparenza conta molto. Una
ragionevole attenzione ai capelli (ovviamente chi li ha) alla pulizia, ai
vestiti, all’accuratezza, non è un peccato contro la libertà o l’arte e può
persino far crescere la nostra fiducia e quindi ciò che realizziamo … a patto,
però, che siano tutte attenzioni determinate dai nostri desideri ed esigenze e
non in funzione degli altri. Godere la vita, inoltre, migliora
l’immagine che ci facciamo di noi stessi. E’ come mantenersi a un certo livello
vitaminico o proteinico. Se non ci manteniamo ad un certo livello di piacere
diventiamo irritabili, ostili e depressi e presto ci scoraggiamo, e tutto ciò
conduce all’auto rifiuto. Ci sono dei piaceri che sono conseguibili da chiunque.
ono piccoli, ma contano davvero. Persino la pausa dal lavoro è qualcosa da ricordare. Ma nella maggior parte dei casi, godere di nuovo della compagnia ha il valore di una nuova forza. Il solitario, l’uomo socialmente pauroso, non dice a se stesso la verità quando afferma di godere meglio la vita quando è lasciato solo. Egli desidera la gente e desidera che la gente lo desideri. Semplicemente non ha ancora imparato le tecniche per stabilire qualche contatto. La nostra attitudine a offrire e a ricevere è rilevante. Non so se, nella persona “matura”, provoca più piacere l’atto di offrire, ma è anche piacevole comunque ricevere. La ragione è che la gente ha molto da dare. Idealmente ci mettiamo in una posizione adatta a ricevere le offerte. Imparare come ringraziare, come ricevere il sorriso della gente, il loro amore, la loro comprensione, le loro conoscenze, i prodotti della loro capacità.
Ciò vi
aiuterà a imparare ad essere soddisfatti di ciò che siete, naturalmente c’è uno
spazio per migliorarsi, ma il nostro compito più importante nella vita non è di
migliorare la vita o anche noi stessi, ma di godere della vita. e se
viviamo in maniera responsabile con questo proposito, abbiamo veramente una
buona possibilità di migliorare l’immagine che ci facciamo di noi stessi …
proviamo non costa davvero nulla!
accanto alla LIBERTA’, però, ci deve essere sempre la RESPONSABILITA’, non in senso moralistico ma semplicemente imparare a decidere autonomamente, gestire il proprio benessere, essere attore principale della propria evoluzione (non mettere in mano la propria vita a qualcuno o a qualcosa di esterno): la capacità di determinarsi … RICORDA, tutti abbiamo delle imperfezioni e ognuno, in maniera singolare, possiede contemporaneamente - con elementi più o meno dominanti - diversi tratti di personalità, non è necessario indossare l’abito in voga al momento, basta sfoggiare quello che hai nel tuo "guardaroba", quello reale, più semplice, naturale e pieno di risorse … la CONSAPEVOLEZZA altro non è che essere coscienti delle cose che fanno sentire “sfasati” e quali, invece, nutrono l’autostima, fanno sentire bene, stimolano ad incontrare il mondo … ti aiuta a SEGUIRE, sempre, un ideale in AUTONOMIA.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott.
Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
E mail: bonipozzi@libero.it
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