Le scelte sbagliate …
Lo scopo di prendere FALSE
decisioni è di “evitare”, semplicemente,
quelle concrete … VERE, vantaggiose e produttive. Possono apparire
spesso come cose reali ma non lo sono mai … a lungo andare “convincono” la
vittima di aver compiuto decisioni buone e reali. In realtà, ostacolano sempre
un processo decisionale reale … bloccano inevitabilmente il progetto nel suo
impegno vero e genuino. Ci sono molti individui che non riescono a comprendere - al di là del quadro clinico masocjhista -
perché falliscono ripetutamente quando prendono decisioni. Molte
delle sofferenze e infelicità della vita quotidiana derivano da questo fenomeno
non riconosciuto. La paralisi, l’indebolimento dell’impegno e l’evitare
sentimenti in conflitto tra loro sono tutte forme di indecisioni. Possiamo
usare, con molto garbo e con grande abilità, una o più varietà di false
decisioni per raggirare o schivare quelle vere. Sono davvero in molti quelli
che, con grande astuzia e abilità, le fanno apparire come decisioni reali.
Blocchi e contrastanti forze affettive, fenomeno di seguito descritto,
producono sempre scelte sbagliate: sostituti artificiali e scadenti delle
decisioni reali.
1. la
tattica dilatoria è usata ripetutamente occasione dopo occasione;
2. per
tutto il periodo dell’attesa non si verifica nessuna crescita, nessuna chiarificazione
ulteriore o cambiamento reale;
3. non
si giunge ad una conclusione positiva;
4. la
persona che prende una falsa decisione, malgrado una certa apparenza di
attività, non dà nessun contributo per fare in modo che si verifichi un
cambiamento reale, ma si limita “a aspettare che qualcosa salti fuori”.
Le persone che utilizzano questo
processo di false decisioni sono spesso immobili fino alla paralisi.
Ambivalenza:
l’incapacità
di scegliere. L’ambivalenza va spesso di pari passo con il rinvio,
e con “l’attesa che qualcosa salti fuori, come il coniglio dal cilindro del
prestigiatore”. Siamo tutti ambivalenti a volte. Gran parte della nostra
maturità è costituita dalla capacità di abbandonare alcuni dei nostri desideri
e di assegnare una priorità in modo da portare a termine un’azione decisiva. Ma
spesso utilizziamo i nostri sentimenti confusi come un sistema per evitare una
scelta reale quando “svolazziamo”, come una farfalla da fiore in fiore, da una
falsa decisione a un’altra, o quando ci sottraiamo del tutto alla decisione
perché “tutte le possibilità sono così buone e nutrienti” o perché “nessuna di
esse è abbastanza valida”.
zioni impulsive. Le “scelte” prese d’impulso non sono affatto decisioni. Esse generalmente provocano disastri più o meno grandi, a seconda del problema in questione (affettivo, lavorativo, sociale, educativo), e sono quasi sempre dei tentativi di superare uno stato di inerzia profonda. E le azioni impulsive non sono assolutamente decisioni reali perché sono l’antitesi della libera scelta. Diversamente della scelta reale esse sono sempre basate su uno stato di ansietà, abitudine, paura dell’ignoto e odio verso se stessi.
ndare
contro corrente. Questa è un’altra forma di dipendenza,
anche se si esprime in maniera più delicata, più sottile. Ci sono persone che
decidono sempre di fare il contrario di quello che fanno, o sembra che facciano
gli altri. Sono individui “controllati” da una forma di ribellione ossessiva,
che spesso ingannano se stessi e, naturalmente, gli altri, pensando di essere in
grado di prendere decisioni autonome, libere e spontanee, per il fatto che
vanno sempre come il salmone contro corrente,
contro le mode del momento. Naturalmente, non sono nulla di tutto ciò:
essi non riescono a prendere una decisione fino a che non lo fa qualcun altro
in modo da sapere qual è la strada contraria da imboccare. Dipendono dagli
altri tanto quanto il più banale conformista, e sono inoltre privi della
fiducia in se stessi necessaria a mettersi in comunicazione con i propri
sentimenti. La loro dipendenza sotterranea produce un gran odio di sé, e la
falsa espressione di un rigido atteggiamento ribelle non è che un tentativo di
eludere tale odio camuffando lo stato di dipendenza. Purtroppo l’odio verso se
stessi si perpetua in questo modo, in quanto l’ostentazione ossessiva di
dipendenza è di fatto soltanto un’altra forma di dipendenza. Naturalmente l’uso
costruttivo delle opinioni altrui può essere prezioso, nella misura in cui non permettiamo a noi stessi di farci
sopraffare da persone troppo convincenti, o di venire persuasi a ignorare i
nostri sentimenti e i nostri desideri. Se compiamo una scelta dopo un attento esame
dei nostri sentimenti e priorità, così come delle opinioni altrui,
probabilmente stiamo prendendo una decisione reale.
uardarsi indietro, andare con i piedi di piombo … Guardarsi indietro, andare con i piedi di piombo, o rimuginare continuamente su quello che avrebbe potuto essere se si fosse scelta un’altra strada è una caratteristica costante di un processo decisionale falso. Anche se la persona che ha preso una falsa decisione può stabilire di aver fatto il contrario e può andare avanti con questa convinzione, il rimuginio ossessivo indica una carenza fondamentale di impegno emozionale verso la decisione stessa. Gli sguardi all’indietro sono tentativi di portare altre opzioni in primo piano, in modo da annullare la decisione che si suppone di aver presa. Inoltre, guardarsi indietro e andare con i piedi di piombo sono generalmente l’attenzione di un desiderio e di una convinzione infantili per cui possiamo aver tutto quello che vogliamo, cioè che tutte le opzioni possono essere soddisfatte nello stesso momento.
utti noi, almeno in una certa
misura, soffriamo del peso delle scelte sbagliate. Ogni volta, però, che
compiamo una decisione reale, siamo più padroni di noi stessi. Un processo
decisionale autentico produce inequivocabilmente crescita.
e decisioni reali ci mettono in contatto con le nostre risorse interiori. Esse ci coinvolgono in uno sforzo salutare che apporta un senso di soddisfazione e di maggiore stima di sé anche nel mezzo di decisioni molto difficili. Le decisioni reali hanno un profondo “effetto vincolante” che ci dà un senso di solida identità. Qualche volta una decisione autentica può aver luogo molto rapidamente, dando un’apparenza esteriore di impulsività, facendo emergere risorse importanti interiori. I segni di una decisione reale, infatti, sono interni, non esterni.
nche se le decisioni reali producono un successo interiore, è la crescita
interiore, e non il risultato della scelta, che indica la presenza di un
processo decisionale effettivo. I rinunciatari e coloro che prendono false
decisioni si privano della più importante libertà psicologica che esista: quella
di compiere scelte e decisioni. Alcuni credono che oltrepassare le
decisioni e il coinvolgimento dia loro la “libertà”, perché evitano l’impegno. Nulla,
nulla, nulla e nulla di più falso. Decidere è una prerogativa
esclusivamente umana. Soltanto gli esseri umani ricevono il dono della capacità
di trascendere i dettami dell’istinto.
NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott.
Claudio E mail: bonipozzi@libero.it –
Tel. 349.1050551
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