sabato 5 marzo 2016

Accettare se stessi …



Accettare se stessi …


Risultati immagini per accettare se stessiMolti individui desiderano accettare se stessi, ma non ci riescono … non possono. Perché?  Molto semplicemente a causa della loro storia sociale ed evolutiva. Perché esistono semplicemente “figure di riferimento” che accettano mentre altre rifiutano. Queste “figure” che solo solite accettare si “trattengono” dal respingere o rifiutare i propri figli per i loro errori e le loro colpe. Senza questa rifiuto i piccoli crescono spontaneamente come una pianta che si ricopre di vegetazione gradatamente e si protende alla ricerca del sole cocente. Quando i piccoli percepiscono che i loro familiari sono dalla loro parte, i loro rapporti con la gente sono naturali, liberi e spontanei, diventano meno timorosi e prudenti, più espansivi e più aperti.


n modo di agire che oltre a facilitare i rapporti, rende la gente maggiormente disponibile ad accettare i piccoli interlocutori. Un tale spirito di accettazione altro non può fare che favorire un’immagine di sé fondata sulla autoaccettazione. Le “figure” che rifiutano, invece, rendono i bambini colmi di diffidenza e pieni di paura, come se ogni cosa da loro fatta fosse sbagliata o non abbastanza buona. Quando “accolgono” i loro bambini, li accettano senza una parola … i piccoli però non dimenticano, sono coscienti di questo trattamento, viene scolpito nella mente questa accettazione forzata. Il rifiuto comincia in sordina con un erroneo trattamento delle funzioni vegetative del corpo, ad esempio col costringere a mangiare e con l’educare a una forzata, prematura pulizia. Usando questa particolare modalità educativa si comunica al piccolo sostanzialmente questo: “Non basarti mai sulle tue sensazioni”. Ma queste sensazioni il bambino le conosce meglio di ogni altra cosa al mondo, a quell’età. E se si continua ad insistere, a “pressarlo” in questo modo, a saperne di più circa le sue sensazioni, si sentirà come se non potesse contare sulle sue forze … avere fiducia in se stesso. La disapprovazione o la punizione, inoltre, sulle sue esigenze sessuali infantili hanno un effetto simile: lasciano “impotente” il bambino per molto tempo (in tutti i settori: sociale, relazionale, culturale)


aturalmente, ciò ostacola il fondamento della sua vita sessuale di adulto, rende difficoltosa la sua capacità di amare se stesso e gli altri. Se i genitori, poi, sono arrivisti e ambiziosi, probabilmente sono mal disposti verso i loro bambini perché occorre loro molto tempo per imparare a fare le cose in maniera “giusta”. Così i genitori involontariamente fanno sentire i loro figli in una condizione secondaria. L’ambizione dei genitori può trasferirsi sui figli. Ma nel momento in cui i bambini sono sufficientemente cresciuti per agire seguendo la propria ambizione, hanno già avuto una tale storia di fallimenti che, semplicemente per rimanere in vita, per adattarsi a questi fallimenti, si definiscono in termini di perfetti falliti. I bambini possono prendere anche l’altra strada e distaccarsi completamente dall’ambiente dei genitori. Allora diventano vittime di una marea di sentimenti di scoraggiamento, incertezza e di sconfitta …  senza speranze. Non soltanto nella loro professione, ma anche nella loro vita sociale, negli affetti, nel dare amore e riceverlo.

Risultati immagini per accettare se stessiIl rifiuto di sé. Coloro che rifiutano se stessi si definiscono nei termini della loro insufficienza e impotenza, di come si vedono e si comportano in maniera conseguente a questo "bel modo" di valutare … secondo quello che hanno imparato, in base a questa particolare definizione. Vanno alla ricerca di altre persone a cui “credono” di essere simpatici e, nello stesso tempo, sviluppano una forma di disagio emotivo: accettabile giustificazione del fallimento. Nei loro dialoghi insistono non solo che è pericoloso fidarsi delle persone ma che l’interlocutore prima o poi se ne approfitterà, ingannerà e si servirà dell’interlocutore. Tutte cose che servono a giustificare la loro diffidenza e la loro solitudine. Ciò che vogliono dire, sostanzialmente, è che le persone non sono buone. Ma nello stesso tempo questi soggetti, soffrono e non vogliono star soli. Il loro lamentarsi si traduce sostanzialmente in una forma di accettazione del loro fallimento nel tentare di porsi in relazione con l’ambiente circostante. Vi sono, comunque, molti elementi che contribuiscono allo sviluppo di un povero concetto di sé. In generale, cresciamo con principi etici, ideali, desideri al di là della nostra capacità di realizzarli. Tutto ciò costringe a dibattersi contro le frustrazioni e il senso di fallimento che attaccano l’immagine di se stessi. Ma fra i fattori responsabili dello sviluppo di un povero concetto di sé, il più grave è quello di rafforzare gli errori di interpretazione. Invece di passare oltre alle cose che vanno male, ci si sente scontenti di se stessi e si fa l’errore di generalizzare: “Queste cose capitano sempre e solo a me”



e questa formula viene ripetuta continuamente non solo ci si abitua a vivere meno bene, dal momento che si attente che le cose vadano sempre male, ma anche il cervello si abituerà ad attivare solo un certo tipo di tessuto nervoso. Naturalmente alcuni bambini, durante la crescita, vedono che realmente possiedono di meno. Hanno meno regali degli altri, sono meno alti, o hanno meno energia dei compagni. Sbagliando nell’interpretazione possono sviluppare un senso profondo di privazione e spesso mettono in relazione questa privazione col loro senso generale di colpa. Vedono tale fenomeno come una specie di punizione, come se ottenessero ciò che meritano e non di più. Così piano piano si consolida l’idea che sono meno buoni degli altri e facilmente cadono nell’abitudine di meritarsi poco dalla vita, di aspettarsi  sempre meno.




ICORDA, cerca di essere un po’ più egoista, prendi tutto ciò che puoi dalla tua vita, senza naturalmente essere lesivo verso altri … cerca di essere naturale, spontaneo e senza maschera, evita di vivere in funzione di qualcosa o di qualcuno perché primo o poi paghi ‘dazio’, PRENDI fin che puoi, divertiti, mangia cibi “buoni”, gustati  se lo desideri in compagnia o da solo, a cena o in un momento di relax, un buon bicchiere di vino o qualunque cosa che ti piaccia veramente … cerca di essere orgoglioso del tuo corpo, riconosci il suo valore gratificandolo con calorosi contatti, piacevoli sapori, gradevoli suoni, eccitanti visioni e intensi profumi … non smettere mai di “studiare”, INFORMATI continuamente. 


APPILO, noi impariamo anche dalle persone antipatiche ed odiose, prendi da loro quello che ti fa star bene e ricambiale con la tua naturalezza e spontaneità senza esprimere giudizi di valore verso te stesso o verso di loro … goditi le cose intorno, gustale lentamente attraverso i tuoi sensi … NON TEMERE, sono le sensazioni che ti mettono sulla strada giusta, ti permettono di scegliere, di sentirti bene e in solida salute: di vivere più a lungo … non lasciarti sfuggire niente, INVESTIsulla tua felicità personale, sulla salute, sul lavoro e, perché no, anche su una buona situazione finanziaria che meglio si confà col tuo stile di vita … partecipa attivamente al tuo benessere, NON lasciare la gestione della tua vita in mano alla ‘fortuna’ o alle ‘stelle’, NON avere paura, affronta anche le cose difficili, non temere le sfide complesse e sottili, perché nel tuo arsenale fisiologico hai parecchie armi potenti e complesse in grado di rispondere con saggezza al nemico, alla fine, altro non scoprirai che possiedi buoni contenuti mentali e, con stupore, una grande intelligenza e una fervida immaginazione (l’insicuro impiegherà un po’ di più di tempo a conoscere queste sue preziose e latenti qualità, ma con un costante allenamento raggiungerà il traguardo) … non lasciare MAI il compito di ‘aggiustare’ la tua esistenza  ad altri …la posta in gioco è davvero alta: la tua felicità! RICORDA, con un discreto divertimento, una giusta attenzione e una buona concentrazione non solo puoi raggiunge la massima efficienza, ma è anche possibile far pendere la bilancia verso di te, con le mosse giuste, CREDIMI, NON è difficile influenzare le avversità a tuo vantaggio.



NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 – 0532.476055
 E mail: bonipozzi@libero.it

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