FOBIE … quelle strane paure
l soggetto sa perfettamente, ha la consapevolezza che la sua non è una paura reale, ma patologica (solo che non riesce a controllarla!). Solitamente il soggetto fobico cerca di evitare le situazioni che la scatenano ricorrendo a vere e proprie strategie di fuga. Tutti questi evitamenti, oltre ad essere una notevole perdita di tempo, una grande dispersione energetica e limitare completamente il soggetto, sono indubbiamente la fonte di un marcato disagio e una continua sofferenza. Il fenomeno fobico si accompagna a un senso di smarrimento, di assoluta impotenza, con reazioni neurovegetative tipiche dello stress: tremori, astenia, nausea, tachicardia, sbalzi pressori, senso di svenimento, iperidrosi, difficoltà di respirazione, pallore, fame d’aria, tosse nervosa, vomito, tremori, sonno agitato, incubi. In tale quadro clinico le capacità di rendimento diminuiscono in maniera significativa in vari settori (lavorativo, scolastico, sociale), vi è una marcata tendenza all’affaticamento, poca capacità di concentrazione e di memoria.
nche se molti fobici riescono (si sforzano) a mantenere uno stile di vita in modo più o meno normale, con il passare del tempo rischiano di cronicizzare e peggiorare tale fenomeno: i sintomi tendono ad aggravarsi e possono aumentare significativamente i tratti depressivi o altri disturbi emotivi più complessi. Ci sono alcune fobie che sono veramente un supplizio, una tortura e spingono il soggetto ad isolarsi sempre più favorendo, nel contempo, tratti decisamente depressivi. La fobia sociale, ad esempio, è una paura persistente di situazioni nelle quali il soggetto è esposto ad un ipotetico giudizio degli altri e, di conseguenza, ha timore di poter fare qualcosa o magari agire in modo tale da poter essere ridicolizzato o umiliato. Questa condizione emotiva può essere circoscritta, come la paura di non essere capace di continuare a parlare mentre si parla davanti ad una platea, di soffocarsi con il cibo mentre si parla di fronte agli altri (questo avviene solo con interlocutori particolari), di avere incontrollabili tremori alla mano mentre si scrive in presenza di altri o il timore di arrossire in pubblico.
OSA FARE. Il primo passo nel trattamento delle fobie, oltre a spiegare e rendere chiari i meccanismi neurofisiologici, è focalizzato sul ridimensionamento della visione catastrofica della vita presente in questi soggetti. Quando una persona comprende la natura del proprio problema (psicologico, psicosomatico, neurofisiologico) può fare molto per risolverlo. Il lavoro fondamentale è infatti quello di far riflettere sul modo in cui il fobico pensa, agisce ed entra in relazione con gli altri così che possa individuare e perseguire nuove possibilità, conquistare, se lo desidera, una consapevolezza diversa circa le modalità reattive e acquisire nuove capacità di reazione agli eventi. Alcune metodiche terapeutiche come tecniche di respirazione e di rilassamento rivolte a ripristinare, in maniera ottimale, alcune funzioni fisiologiche, si sono dimostrate particolarmente utili e, in alcuni casi, risolutive. Attraverso tali strategie è possibile migliorare la propria autostima, che consente di limitare profondamente questi atteggiamenti di impotenza e, molto spesso, di disperazione che caratterizzano il malessere fobico.
NB. Le
informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo
articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico
di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la
diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore
educativo, non prescrittivo.
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Gli attacchi di ansia possono essere causa di notevoli disagi anche in pubblico, ed io lo so bene. Ciò che posso suggerirvi di fare è di affrontare il problema e farvi aiutare da qualcuno del settore. Io mi sono affidata alle sedute della dott.ssa Ilaria Sarmiento che è riuscita a liberarmi del tutto dalle paure che mi opprimevano, non finirò mai di ringraziarla per la sua competenza e professionalità.
RispondiEliminaIo, pur vivendo praticamente di fronte il mare, ne ho sempre avuto paura, tanto da non aver mai voluto imparare a nuotare e in estate immergevo soltanto i piedi. Mi sono rivolto ad uno specialista per riuscire finalmente a superare questa fobia
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