lunedì 6 aprile 2015

-OSTACOLI EMOTIVI


Gli ostacoli EMOTIVI

come superarli

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l primo evidente segnale di malessere psicosomatico è l’indecisione e l’inattività. Tutti nella vita, in qualche modo, hanno sperimentano il senso di indecisione. Chi è calato continuamente in una dimensione di sofferenza emotiva, purtroppo, è un indeciso cronico. Rimugina gli stessi problemi giorno dopo giorno, settimana dopo settimana e in certi casi per anni e anni: è, a dir poco, consumato dal dubbio. Amleto, come sappiamo, è il caso classico. L’indecisione, naturalmente, implica la tendenza a procrastinare, ovvero differisce la soddisfazione dei bisogni e crea, nel contempo, profonde frustrazioni. E’ uno stato mentale di insicurezza sulla natura di un evento che dovrà avvenire, oppure di dubbio fra due o più ipotesi di scelta. A volte, tale comportamento, può essere positivo in quanto spinge il soggetto a piccole pause di riflessioni e di prudenza per poi intraprendere brillantemente un’azione più ponderata ed anche più sentita, ma anche negativa perché indugiare continuamente porta ad una fase di stallo, cioè a non agire, non fare esperienza e, quindi, a non conoscere: si creano situazioni di evitamento, un atteggiamento fatto apposta per non scegliere e ovviamente non rischiare nulla. Anche il timore di sbagliare crea immobilismo, si chiedono mille consigli per poi ritrovarsi più dubbiosi di prima: il risultato è quello di non muovere un passo. Non agire significa sognare ad occhi aperti, e questo incrina il rapporto con la realtà, la concentrazione, la capacità di operare e di essere completamente attivi. In aggiunta a tutto ciò emerge, inevitabilmente, un senso di inadeguatezza che deriva dal non poter appagare i bisogni e risolvere con una certa soddisfazione gli impegni quotidiani: si diventa ostili e si aggredisce la gente per questo senso di disagio interiore. 

en presto si passa più tempo pensando a ciò che manca piuttosto a ciò che si ha. Anche l’ostilità è un sentimento piuttosto comune nel malessere emotivo, perché viviamo in una società altamente competitiva. Si gareggia sempre in maniera confusa e contraddittoria per qualcosa: diplomi, impieghi, condizioni sociali, compagni sessuali, posti di parcheggio e così via. Non dobbiamo dimenticare che un individuo ostile è un arrabbiato cronico, costantemente critico verso se stesso e gli altri. In breve, è un sentimento di avversione dichiarata o latente verso il prossimo, che può esprimersi in reazioni premeditate o improvvise, di solito proprio per ragioni di antagonismo, pregiudizio, inimicizia. Questo sentimento scaturisce, quasi sempre, da una sensazione di profonda scontentezza oppure di totale dipendenza.
 
Risultati immagini per difficoltàQuando si è scontenti, infatti, nasce per reazione un senso di rabbia che spinge all’aggressività. Si diventa allora ostili verso tutti quelli che hanno raggiunto o realizzato i loro obiettivi nella vita. Anche un rapporto di totale dipendenza può far esplodere sentimenti di violenza: è talmente stretto il rapporto interpersonale che impedisce di esprimersi, di essere autonomi ma, soprattutto, di vivere in maniera libera e spontanea. Il senso di colpa, inoltre, che spesso è il risultato dell’ostilità e dell’insuccesso, è un altro segnale del malessere emotivo. La sua più comune espressione è il costante chiedere scusa. Chi è controllato da questa emozione chiede sempre scusa con molta educazione e convinzione, non solo quando è opportuno ma anche quando è fuori luogo. E’ un’emozione conseguente alla convinzione di aver violato una regola. Quando la sensazione di colpa si radica dentro la persona fino a diventare una risposta automatica ogni volta che si pensa di aver infranto una norma personale o sociale anche solo col pensiero, la salute psicofisica (da un punto di vista biochimico) sta correndo un grosso rischio. L’attività lavorativa diventa un peso intollerabile, il desiderio sessuale si spegne. 

i si cala in una dimensione di penosi vissuti, di inadeguatezza, incapacità e fallimento, dovuti alla sensazione, appunto, di aver disatteso le proprie aspettative e quelle altrui: l’umore crolla e la depressione affiora rendendo difficoltosa qualsiasi azione. Le somatizzazioni determinate dai sensi di colpa possono coinvolgere il sistema immunitario, la pelle (vitiligine), ossa (periartrite, artrite reumatoide), capelli (alopecia), intestino (colite). In realtà, alcune parti del corpo esprimono il turbamento dello stato emotivo. Per alcuni è la testa (cefalea), per altri lo stomaco (ulcera, gastrite), per altri ancora la schiena (scogliosi, lombosciatalgia). Ma la somatizzazione più frequente, che non sempre è riconosciuta come tale, è la stanchezza. Ci sono molte ovvie, logiche ragioni per diagnosticare la stanchezza come il risultato di un superlavoro. Ma il fatto è che la fatica è anche indice di eccessiva resistenza, di risentimento, di indecisione e, soprattutto, di un continuo rimuginare a vuoto.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 -  0532.476055
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