martedì 14 aprile 2015

-GELOSIA


GELOSIA   quando il dubbio diventa un inferno

Risultati immagini per gelosia nei dipinti

a gelosia, vecchia come il mondo, è uno stato d’animo caratterizzato dalla paura - fondata o infondata - di perdere, in qualche modo, l’amore della persona amata quando questa esprime attenzione o interesse per un altro. E’ connessa a forti impulsi emotivi che spesso prevalgono e controllano l’aspetto razionale. Tale fenomeno non è sicuramente un sentimento naturale, ma uno schema mentale che il geloso sa trasformarlo “sapientemente” in un chiodo fisso che, man mano passa il tempo, fa sfiorire inevitabilmente il sentimento d’amore. Il più delle volte è il risultato della propria incapacità d’amare in modo autentico oppure una modalità d’affetto infantile e fondata sulla dipendenza (non si accompagna all’amore per gli altri). E’ una emozione caratterizzata dalla passività in quanto considera l’altro come se fosse “cosa propria” o un oggetto non per quello che vale realmente (possedere il corpo e la mente di un’altra persona è sempre un’illusione!). Oltre a sottrarre continuamente energia, perché consuma inutilmente pensieri ed azioni, blocca in modo drammatico lo sviluppo psicoemotivo ed impedisce alla coppia di evolversi, di svilupparsi e di crescere adeguatamente; tutto ciò toglie al rapporto interpersonale spontaneità, libertà e fiducia reciproca (ingredienti indispensabili per rivitalizzare la coppia). Il geloso, inoltre, non si limita a “sentire” attraverso veri e propri tormenti fisici (contrazioni muscolari, mal di stomaco e di testa, tremori) ma trasforma il suo vissuto di tormentato in tormentoso: attraverso controlli improvvisi, telefonate, appostamenti, perquisizioni varie, verifiche sessuali (in situazioni estreme si arriva persino a tenere sotto controllo lo sperma del partner: consistenza, quantità)

hi è calato nel mondo della gelosia, giustificata o meno, solitamente non vive nel concreto ma in una inutile e stressante dimensione in cui la situazione è solo anticipata e temuta, ovvero il geloso ipotizza di essere tradito, preso in giro, lasciato, ferito: vive continuamente fuori tempo. Finché questo fenomeno resta entro limiti accettabili non causa danni di sorta, ma è noto che la gelosia può far perdere completamente il controllo e, quindi, assumere una dimensione patologica. La caratteristica essenziale della gelosia patologica (definita anche “sindrome di Otello”) è il dubbio delirante che il partner sia infedele. Ciò viene creduto senza fondamento e a dispetto di qualsiasi argomentazione. Un comportamento tipico è caratterizzato dalla ricerca ossessiva di indizi che svelino dell’infedeltà, con ripetute domande incrociate poste al proprio partner e con affermazioni che possono portare a liti violente. La frequenza  di questa patologia è sconosciuta, ma non è rara nei disagi emotivi ed è una delle principali cause di omicidi e violenze. La gelosia patologica è associata spesso ad altri disturbi di tipo psichico come la schizofrenia, la depressione, l’alcolismo e disturbi della personalità. Esistono rischi considerevoli di violenza e, una volta che questa si sia manifestata, altrettanti rischi che essa possa ripetersi.


OSA FARE.  La gelosia, come abbiamo visto, coinvolge in un circolo vizioso di reciproca insicurezza (esprime sempre una scarsa fiducia in se stessi) che può, fortunatamente, essere spezzato. Negare o fingere che non ci sia è sicuramente inutile e dannoso. E’ possibile  trasformare questa profonda sofferenza in qualcosa di particolarmente creativo e vitale per la coppia. Un elemento importante è smettere di ripetersi la frase “io sono geloso”. Tutte le autodefinizioni, infatti, possono diventare seri ostacoli ai nostri comportamenti in quanto danno un senso definitivo a tratti momentanei della nostra personalità. 

isulta più corretto dire che in un certo frangente della nostra esistenza ci siamo trovati ad essere gelosi… in quel istante eravamo così, in quella situazione, con quel tipo di presupposto. Ma se ogni istante rappresenta un momento unico ed irripetibile, non è detto che in un altro frangente non ci si possa scoprire differenti. I limiti dell’autodefinizione (dell’etichetta) sono evidenti e ancor più si manifestano se pensiamo che data una definizione di noi stessi, finiremo per muoverci di conseguenza: se mi ritengo geloso eviterò ogni tipo di rischio e fuggirò, quindi, ogni possibilità che qualcosa acuisca il mio malessere. Diamo vita in questo modo a quel fenomeno (irrealistico) di evitamento che finisce per caratterizzare il nostro stile di vita. Sarà inoltre utile parlare al partner del proprio malessere  esponendo, ovviamente con tranquillità, i propri dubbi. In questo modo sarà possibile capire se il partner è in buona fede e, quindi, degno di fiducia. Un altro aspetto interessante e utile è concentrarsi su dei progetti comuni in questo modo si evita di fissarsi su un’eventuale imminente  (fantasticata ed ipotetica) rottura.



Bonipozzi dott. Claudio   Tel. 349.1050551 - 0532.476055
E-mail: bonipozzi@libero.it

NB. Le informazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

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