martedì 14 aprile 2015

-I DISTURBI SOMATOFORMI (ipocondria)


I disturbi somatoformi

quando il corpo prende in consegna i disagi emotivi


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on è affatto insolito che i sentimenti o gli stati emotivi ci influenzino a livello fisiologico. Ognuno di noi, volente o nolente, deve affrontare giornate particolarmente storte, momenti difficili, sconfitte umiliante e perdite veramente strazianti. Le condizioni emotive ed i pensieri, che sono sempre invisibili, non possono essere sottoposti a TAC o a biopsia, sono più difficili, purtroppo, da valutare. Ma se viene ignorata questa continua sofferenza psicosomatica può minare la capacità lavorativa, alterare i rapporti interpersonali, far fallire i progetti, in breve,  rovinare i momenti più belli. Intere esistenze non riescono ad evolvere con pienezza perché vittime di una profonda sofferenza che determina schemi razionali maldestri ed errori comunicativi. La salute psicosomatica, è bene precisare, non consiste nella mancanza di sofferenza o, magari, di conflitti, quanto nelle capacità di pensare in maniera razionale e logica, e di affrontare i cambiamenti, lo stress, i traumi, a cui ognuno di noi va inevitabilmente incontro nel corso della propria vita. In linea generale, le persone in buona salute emotiva hanno una buona autostima (che ovviamente si costruisce piano, piano…), percepiscono la realtà così com’è, accettano i propri limiti e le proprie capacità, sono pronti a rispondere alle sfide, si assumono le proprie responsabilità, sviluppano relazioni sentimentali, desiderano un’attività lavorativa in cui possano esprimere il proprio talento e la propria preparazione e, soprattutto, provano una sensazione di appagamento per cui sono conv
inti che valga la pena “sopportare” le fatiche del vivere.


olte preoccupazioni e reazioni, pertanto, sono del tutto normali. Ma quando la mente è costantemente in ascolto per sentire se qualcosa non va nel corpo e si è incentrati sulla preoccupazione per una malattia o per il proprio aspetto, siamo di fronte ad una profonda sofferenza che interagisce negativamente con lo svolgimento delle abituali attività quotidiane. Chi è affetto da questi disturbi somatoformi comincia a preoccuparsi, ovviamente in modo esagerato, delle funzioni corporee, come la digestione, il battito cardiaco, la sudorazione, ecc. Disagi fisici minori, ad esempio, come infiammazioni o sintomi transitori, come la tosse, possono essere percepiti quali segni patologici. La più semplice irregolarità può, pertanto, determinare, in maniera devastante, apprensione e allarmismo: attacchi di panico, ansia generalizzata e stato depressivo.
Immagine correlataLa maggior parte di questi soggetti mostra di avere scarse conoscenze circa i rapporti che intercorrono tra le emozioni e i sintomi fisiologici. Devono essere informati in maniera corretta del fatto che i sintomi fisici sono assai comuni e solo in minima parte causate da vere e proprie malattie. Devono inoltre riconoscere che l’attenzione selettiva rivolta ad una particolare parte del corpo rende più recettivi e consapevoli delle sensazioni (amplificate) in quella parte che non altrove. Le continue ed eccessive preoccupazioni per la salute possono logorare, a lungo andare, i rapporti con i familiari, che spesso si stancano di dare ascolto ad una litania di lamentele. Le persone che stanno accanto potrebbero quindi risentirsi per il tempo, le energie e il denaro che il proprio congiunto investe eccessivamente nella salute, e una volta che gli accertamenti clinici non abbiano rilevato anomalie fisiche potrebbero essere tentati di etichettarle come “fisime”


er ironia della sorte, chi presenta tali disturbi rischia di restare completamente isolato proprio quando avrebbe maggior bisogno di comprensione e di sostegno. I disturbi somatoformi, spesso descritti come bruttezza immaginaria, non insorgono mai per caso: c’è sempre una ragione, un motivo, ed è di ordine psicologico. Le persone affette da disturbi somatoformi non guariscono casualmente: il problema deve essere risolto, anche perché questo è uno dei disagi psichici che diventa cronico con maggiore facilità e può durare parecchi anni, fino a trasformarsi in un stile di vita, in un modo di essere (considerato col tempo, paradossalmente, normale). L’aspetto su cui “intervenire” è il rapporto con se stessi, ovvero con l’immagine di sé, con il proprio valore, con il corpo, con le proprie emozioni e fantasie. Ovvero, serve una maggiore conoscenza in almeno uno di questi ambiti, che è possibile sviluppare con un trattamento psicosomatico. Le persone comunque che sviluppano queste problematiche, manifestano una grande varietà di paure, opinioni e preoccupazione, e la terapia quindi deve essere sempre mirata alla situazione e ai bisogni individuali. I disturbi psicosomatici meritano di essere considerati con simpatia e comprensione: essi rappresentano, non bisogna mai dimenticarlo, il prezzo pagato nella vita adulta per troppo rapide e malsicure vittorie riportate su istinti  infantili.


ONCLUSIONE
La sensazione che il corpo si sia indebolito o di essere sul punto di contrarre una grave malattia è abbastanza comune. Per chi soffre di questo disagio tale fenomeno dura da anni, fino a diventare il fulcro dell’esistenza: timori e preoccupazioni sono così gravi da impedire qualsiasi attività. All’inizio le preoccupazioni possono apparire comprensibili e apparire persino realistiche; molte malattie gravi iniziano in sordina e si sviluppano lentamente, sono annunciate da sintomi lievi e relativamente innocui. Ne sono esempi i tumori cerebrali che iniziano con un mal di testa, un infarto che segue un’indigestione; un ictus che si annuncia con un trascurabile formicolio alla gamba, un tumore della pelle che origina da un piccolo nevo cutaneo (comunemente chiamato “neo”), una leucemia che esordisce con una lieve diminuzione del peso corporeo e un vago senso di stanchezza. Il paziente effetto da problemi somatoformi è ipervigile, attentissimo alle proprie funzioni corporee e non appena avverte un sintomo, o anche solo una sensazione strana, pensa ad un’imminente catastrofe. Le probabilità che il mal di testa non sia dovuto a tumore, che i nevi siano innocui e che un’indigestione sia soltanto tale sono altissime, ma questo non è di alcun conforto per chi soffre di questo particolare e singolare malessere, assolutamente convinto di essere la vittima designata di una patologia terribile. Questa convinzione resiste a qualsiasi rassicurazione da parte dei medici e anche di fronte all’accumularsi di referti ed esami di laboratorio negativi. La scelta della patologia temuta è, ovviamente, influenzata da precedenti esperienze personali di sintomi e malattie, dai disturbi di cui hanno sofferto i propri cari, dalle conoscenze in campo medico e da ciò che è stato al centro dell’attenzione dei mezzi di comunicazione di massa nel corso dell’ultimo anno (si veda a tale proposito il fenomeno dell’influenza H1N1). L’opzione terapeutica è principalmente centrata sulle metodiche psicosomatiche in modo tale che il soggetto impari a controllare i sintomi e la paura, non subirli passivamente. Un programma regolare e graduale di attività fisica, mentale e interpersonale aiuta a reinserire l’individuo nella società riducendo la tendenza a farsi assorbire dalle preoccupazioni riguardanti la funzionalità del corpo.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel.349.1050551 –  0532.476055
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