Quel fantastico mondo della Medicina Psicosomatica ...
APPARATO LOCOMOTORE
iguarda
l'identità, le convinzioni più profonde, la flessibilità... la
relazione con il mondo o con qualcuno: i punti di riferimento e il
"sostegno" … quando ci si sente fragili e sulla difensiva
è perché si teme un “attacco” ... mal di schiena, dolori
articolari, piccole contratture muscolari segnalano sempre una
persistente “rigidità difensiva”… i disturbi alle ossa
deformano sempre la propria immagine: stima di sé, sicurezza,
libertà, autonomia.
ensioni
muscolari: stati eccessivi e protratti nel tempo di allerta,
controllo e rigidità; Nevralgie: traumi negati, pianti trattenuti e
eros bloccato; Sciatalgia: piega
chi si fa trovare sempre “tutto d’un pezzo” ... dice smettila
di essere rigido e duro con te stesso. acufene … fischi, sibili e
fruscii che impediscono di ascoltare gli altri… una voce interiore
inascoltata che cerca di farsi sentire, di prendere in considerazione
cose trascurate o banalizzate (o coprire): dice ora senti me! ... un
fenomeno che si può presentare in un momento di caos o di
smarrimento esistenziale (spinge a prendere in considerazione uno
stato emotivo che da troppo tempo è stato coperto o banalizzato) o
di apparente benessere (ascoltare le proprie esigenze da molto tempo
inascoltate) … una forte tendenza alla rimozione: l’ansia prende
il sopravvento.
ERTIGINI.
Un conflitto tra spavalderia e paura di non farcela: di
“cadere a terra” … una grande paura di lasciarsi andare, non
vivere appieno le proprie emozioni, difficoltà ad essere se stessi:
l’istinto tira da una parte, la ragione dall’altra …
trasmettere un’immagine di sé decisa e sicura ma spesso si è
travolti dal terrore di perdere l’equilibri o… profonda
insicurezza e indecisione, di grande instabilità: le certezze stanno
vacillando, vengono meno … non ci si abbandona abbastanza, un ruolo
quotidiano che non appaga e soffoca … reazionario e
contemporaneamente attratto dalla voglia di lasciarsi andare, di
trasgredire: si temono però le conseguenze … la testa gira per
farti vivere: farti volare di nuovo … se manca la terra sotto i
piedi significa che è stato attivato un forte autocontrollo … il
mondo dei desideri completamente soffocato toglie la terra sotto i
piedi … occorre dare più spazio alla flessibilità, spontaneità e
”trasgressione” … un equilibrio vitale da “cambiare”:
troppe regole che ingabbiano e impediscono di allargare il proprio
sguardo sul mondo… un forte timore di “cadere” nel ridicolo o
di perdere completamente il “controllo” - prima o poi - inibisce
le manifestazioni affettive … le vertigini arrivano quando la
razionalità prevale sul mondo emotivo… un malessere depositato nel
corpo ma che ha origini diverse: la psiche … si “installa” nel
corpo - a seguito di scelte o modi di pensare - ciò che non si
tollera nell’ambiente circostante e dentro se stessi … un corpo
che non sta più al solito “gioco” e così le vertigini vengono a
sovvertire il modo di reagire … si presenta nel momento in cui si
“tradisce” la propria vera natura, piena di obblighi e forzature:
un ambiente con regole rigide ed inadatte alla propria esistenza …
un segnale interiore che fa girare la testa, “suggerisce” di
fermarsi, di guardare altrove: cercare stimoli nuovi e un equilibrio
più vantaggioso … tutto barcolla, le finte certezze perdono
consistenza: dice è proprio ora di cambiare!
RTROSI
CERVICALE … stress,
preoccupazioni e tensioni: un continuo “peso” emotivo che contrae
e infiamma… alla vita serve più spina dorsale … testa alta, un
super controllo emozionale (non lasciar trasparire debolezze e
emozioni) e un forte senso del dovere “rompono” la schiena … una
schiena che si è stancata di ubbidire ciecamente (controllo,
confronto - ciò che è, ciò che è stato e ciò che dovrebbe essere
- auto - critica) e che ha un grande bisogno d’evasione più
profonda (istinti, interessi e passioni).
RUXISMO
… è un modo “maldestro” di scaricare l’aggressività
accumulata: tensione che non si è riusciti ad esprimere nei gesti
quotidiani.
EFALEA
… la paura più grande dei CEFALALGICI è quella di “perdere
la testa”, di lasciarsi andare, di essere travolti dalla passione …
tensioni che non si vogliono affrontare… dire o non dire ecco il
dilemma … si tende a reprimere la parte istintuale ed emotiva: non
c’è spazio per le sensazioni … tenendo tutto dentro (perché non
si osa dire, perché considerato sconveniente) si crea un clima di
tensione permanente … il corpo si chiude e si diventa tutti di
testa… si detestano gli imprevisti e le sorprese … una buona
attività sessuale (orgasmo), liberando le endorfine, migliora la
cefalea … quando coincide con il ciclo mestruale è l’espressione
di un femminile vissuto in maniera conflittuale, schiacciato dal
prevalere di una forte razionalità … una rabbia trattenuta in nome
di una razionalità che non accetta di “lasciarsi andare”,
perdere il controllo: gli impulsi vanno a sbattere nella testa senza
riuscire ad andare oltre … un bisogno di soffocare, di gestire
razionalmente sia i pensieri sia il mondo dell’affettività e degli
istinti … un ingorgo di pensieri continui e ridondanti che
impediscono di mollare la presa, lasciarsi andare, di abbandonarsi …
dolore occipitale: legato a troppa responsabilità, dolore frontale:
eccessivo utilizzo delle proprie capacità razionali, testa pesante:
troppi pensieri e preoccupazioni, dolore pulsante: un forte bisogno
di lasciare emergere i contenuti emotivi, fitte: incapacità di
lasciarsi andare, di distendersi … "DENUNCIA" troppe
preoccupazioni ed eccessivi pensieri di cui continuamente ci si fa
carico… troppa “testa sulle spalle” al punto di farsi carico di
ogni responsabilità (anche di quelle che non ci competono: gli
impegni e i doveri degli altri) perdendo di vista completamente se
stessi.
IBROMIALGIA
(reumatismo extra - articolare che irrigidisce i muscoli)…
un fenomeno caratterizzato da atteggiamenti, modi di pensare e idee
ben precise su come comportarsi: affidabili, efficienti, disponibili
e in ogni momento presenti … chiude il corpo in una rigida e
dolorosa armatura (ipertonia muscolare) … pensieri, paure, sforzi e
preoccupazioni che non lasciano intravedere nessun momento di
rilassamento e di piacere … un corpo sempre più rigido e
dolorante, una fatica che immobilizza, fino a coinvolgere
completamente lo spazio di libero movimento, il “raggio d’azione”
… una condizione fisica che insiste per essere ascoltata … se i
muscoli sono sempre in tensione e doloranti è come se tutto
l’organismo fosse sempre percorso dall’alta tensione … se le
fibre striate sono stimolate ad “attaccare", senza mai poter
raggiungere il suo stato di riposo, alla fine della giornata ci si
sente un fascio di muscoli dolenti (stanchezza cronica)… anche le
articolazioni (irrigidendosi) si fanno carico di trattenere l’impulso
dirompente… un atteggiamento inflessibile nei confronti della vita
che si imprigiona nel corpo contraendolo: la rigidità è un veleno
che inquina la mente … un dolore muscolare diffuso: “lega” le
articolazioni … fenomeno (prevalentemente femminile) caratterizzato
da un forte senso di sacrificio per gli altri che porta a tratti
depressivi e stanchezza … ci si chiude in se stessi non solo
perché si vedono agguati ovunque e grandi nemici nascosti in ogni
angolo, ma anche perché in fondo in fondo si ha un grande timore di
esporsi: mostrare quello che si è realmente (bassa autostima) … il
diffidente, con questo atteggiamento - sempre sulla difensiva,
imperturbabile, critico, cupo e irritabile - allontana e prende le
distanze da tutti: “vicini e lontani” (compreso se stesso)… I
danni della sfiducia e del pessimismo: spinge all’insicurezza, al
perfezionismo, cova invidia, frustrazione, produce delusione.
COGLIOSI
… una imposizione, una eccessiva fatica che costringe la
schiena a prendere una direzione diversa … appena si esce dalla
solita strada - perché si è abituati ad un percorso (vita)
tranquillo - la schiena si “infiamma”.
RTRITE
REUMATOIDE …
(infiammazione, deformità, alterazioni distruttive
articolari) … incapacità di muoversi e agire autonomamente:
qualcosa blocca e paralizza… segnala un forte bisogno di
indipendenza, la propria identità… l’incapacità di ribellarsi
produce rigidità e infiammazione alle articolazione: paralizzando il
corpo… una schiena rigida e poco flessibile desidera segnalare che
non c’è solo il dovere ma anche il piacere … un blocco dell’energia creativa (implosione, autolesione: l’energia è convogliata sulle articolazioni non più libere di agire), un continuo frenarsi (timore di ferire gli altri), una difficoltà di azione e di prendere in mano la propria vita (realizzarsi, affermarsi) … soggetto particolarmente con un forte senso di colpa, permaloso, orgoglioso, critico e moralista … Un aiuto naturale: Vitis vinifera MG. Pinus montana MG, Ribes nigrum Mg.
BASIA
(difficoltà a camminare, mantenere la posizione eretta,
nonostante la massa muscolare sia integra)… qualcosa che paralizza
… grande ansietà - un mondo che fa paura - timore di proseguire il
cammino, di andare avanti, difficoltà ad impegnarsi nella vita.
ENDINITE
(impegni, legami, difficoltà ad accettare)… segnala qualche
perplessità sulla propria efficienza, essere bravi come si vorrebbe
… rabbia verso chi non ha dato nessun appoggio, coloro che in
qualche modo non ci hanno sostenuto o incoraggiato… rimanere
trattenuti, “legati” ad una situazione che viene vissuta come
estranea ai propri desideri.
ORCICOLLO. Contrazione del tessuto muscolare che può segnalare
un’opposizione, una costrizione, un rifiuto nell’affrontare una
determinata situazione in quanto non si vuole assumere nessuna
posizione e nemmeno prendere decisioni in merito o perché l’azione
è vissuta con timore (conflitti relazionali, di coppia, familiari).
OTTA
(smaltimento acido urico) … dolori articolari (nodi gottosi)
che prediligono alluci (personalità) e mani (dare e ricevere) …
covare rabbia per non sentirsi valorizzati e riconosciuti in quello
che si fa … relazioni conflittuali (familiari, sociali, coppia) …
stato di frustrazione in cui risulta difficile esprimersi, non si
vede una via d’uscita: ci si trattiene per non “esplodere” ...
si tende ad offrire un’immagine di sé forte, sicura ma sotto,
sotto c’è incertezza e molta sensibilità.
CIATICA Il nervo sciatico (nervo più lungo e grosso, in greco iskhion
significa anca), permette la mobilità, inizia nella zona lombare
(parte mediana della schiena, rappresenta il sostegno, appoggio,
mantiene eretti nelle avversità della vita), passa la natica, tutta
la gamba (segnala la capacità di proseguire, andare avanti) e
termina nel piede (il modo di procedere nella quotidianità, mezzo
per avanzare nella vita) ... poiché si deve osservare il corpo come
metafora per comprendere i suoi segnali, questo malessere segnala la
sensazione di essere intrappolati, indica il timore di andare verso,
di addentrarsi in situazioni nuove che creano incertezza, paura di
perdere qualcosa (lavoro, soldi, partner, sicurezza) … per
risolvere questa sofferenza bisogna innanzitutto comprendere il
significato dei segnali (dolori) inviatoci dai vari distretti
corporei (schiena, gluteo, coscia, polpaccio, piede).
RTROSI
… perdita di elasticità e slancio vitale, troppe regole
rigide (educative, religiose e sociali) … soggetti perennemente
contratti sotto il dominio dell’ansia, insicurezza e indecisione …
atteggiamenti mentali rigidi che illudono di ottenere sicurezza e
stabilità (si rinuncia a vivere) … ridimensionarsi, riduzione
dello spazio di libero movimento (raggio d’azione esistenziale):
una vita chiusa, metodica e ripetitiva.
RNIA
(organo uscito dalla sua cavità naturale: come se “scappasse”
dal suo spazio) … tutto diventa uno sforzo, ogni piccolo gesto è
un peso: difficoltà ad adattarsi, a “distribuire” i “pesi”
della vita (pressione esistenziale) … rapporti interpersonali
carichi di rancore, conflitti, dolore e spesso interrotti … esprime
la voglia di abbandonare, di rompere e di lasciare situazioni in cui
ci si sente intrappolati: un vivere in cella di isolamento.
rnia
DEL DISCO (sporgenza
di un disco intervertebrale dal suo spazio naturale) … essere in
qualche modo bloccati, prigionieri sia da un punto di vista
finanziario sia da un punto di vista relazionale (familiare,
lavorativo, morale) … segnala una mancanza di disponibilità, una
grande difficoltà a prendere decisioni, ad adattarsi a nuove
situazioni, ai cambiamenti (tenere duro a tutti i costi!).
NFIAMMAZIONE
(tessuto aggredito dall’interno o dall’esterno) … un
conflitto interiore rifiutato perché risulta particolarmente
doloroso ma che limita l’azione… una battaglia inconscia il cui
campo d’azione è il corpo … fare o non fare determinate scelte
(paura, senso di colpa), indecisione e insicurezza nell’affrontare
le situazioni: difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti … Un aiuto
naturale: Betulla verrucosa MG.
OMBOSCIATALGIA
(dolore nella parte mediana della schiena) … poca
flessibilità e adattabilità al cambiamento, eccessiva resistenza e
molta sopportazione … difficoltà a “sorreggere”, a sostenere,
a sopportare certe cose per un forte senso del dovere e spirito di
sacrificio (problematiche economiche, lavorative, familiari) …
troppe responsabilità e sforzi eccessivi “bloccano”: abusare
delle proprie risorse … Un aiuto naturale: Pinus montana MG, Ribes
nigrum MG.
RAMPO
muscolare … segnala
- a seconda della localizzazione che si DEVE SEMPRE prendere in esame
- paura e tensione interiore: voglia di trattenere, aggrapparsi
impulsivamente a qualcuno, a idee, a certe situazioni … quando si
verifica negli arti inferiori significa che è difficile andare
avanti, proseguire un programma, un progetto da tempo in cantiere:
parla di un percorso diverso da quello che si desidera … i piedi,
infatti, segnalano la fermezza, la direzione, la stabilità:
mantenere il proprio ruolo o posto (sociale, lavorativo) … alle
dita delle mani, invece, si vuole che tutto sia preciso, perfetto.
IFOSI
(curvatura eccessiva della colonna v. nel tratto dorsale)…
la schiena è l’impalcatura portante, sorregge, porta in gira e
sorregge nel momento in cui ci si fa carico di qualcosa … una
curvatura esagerata segnala spesso un fardello troppo pesante da
portare … sentirsi in qualche modo schiacciati dal peso delle
responsabilità, di non riuscire a far fronte alle problematiche
quotidiane.
ORDOSI
(spalle indietro e bacino avanti) … può riguardare un
vissuto caratterizzato da svalutazioni, denigrazioni e rifiuti…
soggetti che vogliono fare tutto da soli e non accettano facilmente
“appoggi” dagli altri perché devono primo o poi ricambiare il
favore oppure pensano di non meritare di essere “sostenuti” …
difficoltà di affermarsi e sofferenza nell’affrontare le
situazioni inevitabili.
e
DITA (mano) …
Pollice: spingere,
appoggiare, apprezzare o disprezzare; Indice:
esprime l’autorità (connesso con l’intestino c.); Medio:
segnala le emozioni legate alla sfera sessuale e il piacere;
Anulare: unioni,
legami, relazioni di coppia; Mignolo: riguarda la famiglia
(connesso con il Cuore).
Le
dita - assieme alla mano - esprimono la “presa”, le relazioni, la
nostra capacità evolvere, di intervenire sul “mondo” e sulla
realtà: affermarsi, creare, toccare, plasmare, sentire, accarezzare,
prendere, respingere, bloccare, tenere “finalmente” in mano.
uando
si è dominati dagli impegni e schiacciati dai doveri la vita
“scivola” lentamente dalle mani… così la mano, attraverso
l’infiammazione dei suoi nervi e tendini (tunnel carpale),
diventando sempre più “debole” nel gestire la realtà, segnala
un certo senso di impotenza ed esasperazione nell’aiutare, nel
fronteggiare, nel sostenere, nell’assistere qualcuno o qualcosa
(dolore) … ma anche per allontanarsi emotivamente da quel soggetto
che non si accorge nemmeno del tentativo di aiuto (intorpidimento =
insensibilità).
I
disturbi alle mani ti dicono che la vita ti passa acconto e che non
riesci ad afferrarla: sei sfiduciato, mortificato, non convinto del
tuo valore e delle tue vere potenzialità.
o
scheletro, oltre a partecipare al movimento, rappresenta le
fondamenta, la base e la solidità di ogni struttura vivente ... un
ponte mobile tra l'interiorità e la libertà di ogni individuo,
(padroni del proprio destino). I muscoli indicano lo sforzo, il
riposo e la motivazione (anche perdita di dinamismo e motivazione,
sentirsi obbligati). Permette - attraverso l'espressività fisica e
mentale - di affermarci, di muoverci nel tempo e nello spazio ... di
allontanarci anche da cose che non piacciono più, ma anche il
"limite" oltre al quale non è possibile andare. Le ossa
con i muscoli trasformano il pensiero in azione ... aiutano ad
assumere il ruolo che ci compete. E' la struttura portante più dura,
più rigida, più compatta dell'essere vivente (ma anche fragile se
non ci fossero le articolazioni): garantisce autonomia, resistenza,
solidità, postura e motilità (245 ossa ca. collegate alle
articolazioni mobili). Protegge e impedisce di "crollare"
... sorregge anche dai "pesi" schiaccianti e insopportabili
della vita (irrigidimento dei muscoli delle spalle). Una struttura
che permette di posizionarci nel mondo, di sopportare carichi
ingenti, segnalando in tal modo solidità, sicurezza e fiducia
interiore: la nostra stabilità psichica ...la capacità di piegarci
e adattarci alle situazioni o sentirci bloccati nel nostro desiderio
d'azione. Una struttura che nasconde un mondo psichico davvero
insospettabile.
e ossa, a questo proposito,
hanno una profonda valenza psichica e alcuni detti popolari la
confermano: "Avere le ossa rotte,
Devi ancora farti le ossa, E' una situazione in cui si rischia di
uscire con le ossa rotte, Far economia fino all'oso, Essere bagnato
fino al midollo, Ei, tu posa l'osso, Ridursi pelle e ossa",
dunque, ruota sempre attorno al tema della "paura". Un
problema, del timore di non essere abbastanza "sostenuti".
Un vivere continuamente in uno stato di allerta, una sensazione
perenne di essere "attaccati" da qualcosa ... il tutto
accompagnato da una forte e diffusa di tensione. Un corpo sempre
sulla difesa - sottoposto ai pesi delle regole sociali, ai giudizi di
valore, alle frustrazioni e alle censure - perde inevitabilmente
armonia e plasticità: la malattia mette a fuoco l'esatta condizione
interiore e la vera fluidità mentale del soggetto in tempo reale ...
rigidità mentale, tormenti, comportamenti, abitudini logorano e
"appesantiscono" ossa e articolazioni. Fenomeno
perlopiù legato a soggetti che si autosvalutano e con la convinzione
di non essere abbastanza "solidi" (fragilità ossea indica
bisogno di sostegno ... immaturità) ... responsabilità,
rassegnazione, schemi mentali rigidi e pensieri ricorrenti ci
"bloccano": un confitto tra l'ambiente circostante e le
proprie convinzioni. Quando siamo in tensione, fortemente turbati,
impressionati dai nostri atteggiamenti, dal nostro modo di reagire,
scossi nelle convinzioni più profonde, l'impalcatura ossea si fa
sentire attraverso un dolore o un disturbo ... la "sofferenza"
creando "attrito" blocca il movimento ... un movimento che
si fa pian piano più impacciato e rigido. La natura però, con il
suo linguaggio dice la sua, "blocca"; allora, chi era
"tutto di un pezzo" è costretto a "piegarsi". La
muscolatura sotto ansia e stress modifica l'equilibrio di fondo
sottoponendo continuamente le strutture vertebrali a grosse tensioni.
Molti disturbi a carico dell'apparato muscolo - scheletrico, infatti,
segnalano un cattivo utilizzo delle proprie risorse e potenzialità
emotive ... ingorghi emotivi che inesorabilmente limitano,
ingabbiano, bloccano e infiammano la struttura portante.
L'articolazione sempre più sotto pressione e con infinite
contratture finisce per deformarsi ... fino a consumarsi.
lluce:
1° Chakra (sicurezza: casa, lavoro, denaro). Pollice: 1° Chakra
(difficoltà a prendere ciò che si vuole). 2° dito del piede: 2°
Chakra (emozioni e sicurezza nella sessualità) Ernia al disco: 1°
Chakra (sicurezza). Indice: 2° Chakra.
nghie,
sono strumenti sia di aggressione sia di protezione … segnalano il
reale stato di difesa del soggetto … quando sono troppo fragili
significa che si è particolarmente sensibili, indifesi e facilmente
vulnerabili … se la psoriasi attacca l’unghia è sensato pensare
che si faccia carico di un’aggressività repressa … paura della
rabbia; … problemi alle unghie indicano sempre inquietudini
interiori, un conflitto tra impulsi aggressivi e, nel contempo, una
forte spinta repressiva legata al terrore di perdere il controllo e
fare del male.
e
le unghie presentano striature longitudinali ci segnalano disturbi
intestinali, mentre una sua forma concava indica una carenza di
ferro, quella convessa, invece, indica qualche difficoltà
respiratoria.
NB.
La struttura ossea, essendo la nostra parte più dura, rappresenta la
"forza", la fermezza e la durezza ... il comportamento
testardo e la rigidità di pensiero.
Chakra
e
patologie collegate all'apparato locomotore riguardano il primo C.
(sicurezza, voglia di vivere, madre) e al terzo C. quando si verifica
una infiammazione (riguarda la personalità, libertà e controllo,
essere se stessi).
Gli Arti inferiori
e
gambe sono le colonne del nostro corpo, ci permettono di spostarci,
di andare verso le cose e gli altri (incontri, contatti) ma anche di
allontanarci da situazioni temute. Il simbolismo legato a questo
distretto corporeo è molto forte: conflitti relazionali, sicurezza,
resistenza al cambiamento, paura nell'affrontare il futuro, di andare
avanti ... il solo pensiero di agire sviluppa ansia e blocca, si
rimane fermi creando una forte tensione e contrazione in tutta questa
zona: conflitto di movimento. L'anca il tradimento: essendo
l'articolazione primaria, fondamentale per gli arti inferiori,
rappresenta l'armonia, il nostro modo di passare all'azione, le
nostre convinzioni e le nostre indecisioni di fronte a delle scelte,
ci mette in relazione con il mondo circostante ... la vita frena per
paura di perdere libertà e sicurezza. Il ginocchio indica l'umiltà,
l'obbedienza, l'accettazione, la sottomissione, la capacità di
essere "flessibili", di piegarsi, di sottomettersi, di
accettare osservazioni, suggerimenti e decisioni altrui (rifiuta i
cambiamenti ... i modi di pensare e gli schemi mentali antichi,
ostacola l'evoluzione ) ... teme il giudizio, l'opinione che hanno di
lui. Soggetto particolarmente orgoglioso e testardo nelle sue scelte
che ritiene sempre giuste (si spezza ma non si piega ) ... difficoltà
a piegarsi davanti agli altri. I piedi sono legati alla nostra
sicurezza, stabilità, libertà e al rifiuto di andare avanti nella
vita: paura per il futuro e delle responsabilità (incertezza
prodotta dalla sua personalità o inculcata da altri) ... timore di
perdere le proprie posizioni materiali affermate e conosciute
(lavoro, soldi) ... capacità di affermare le proprie conquiste o le
proprie opinioni (non si dice forse: "stare sulle spine" o
"tirarsi la zappa sui piedi").
rampi
(gamba: rappresenta la possibilità di andare in qualsiasi
direzione). Segnalano attraverso la tensione e la rigidità una
forzatura, un andare, un seguire una direzione decisamente opposta a
quella desiderata: si è obbligati ad accettare cose nuove, vincoli
estranei al proprio modo di pensare.
uando
i disturbi colpiscono gli arti inferiori si esprimono disagi emotivi
ben precisi, significa che ci sono conflitti che agiscono sia
sull’autonomia sia sulla “certezza” (confusione) nel
raggiungere progetti e obiettivi (affermazione, blocco, scappare,
avanzare, libertà).
Gli Arti superiori
ARTROSI
CERVICALE … è una "malsana" tendenza a “piegare il
capo” di fronte a situazioni che nel tempo sono diventate
insostenibili.
uesta
parte ci parla della nostra capacità d'azione: toccare, prendere,
respingere, stringere, trattenere, allontanare, difendere e
difenderci ... distretto corporeo che ci consente di agire. La
spalla, essendo anch'essa un'articolazione fondamentale del braccio,
segnala la nostra difficoltà ad agire ... i freni dei nostri sogni,
desideri e affetti. Persona spesso troppo carica di responsabilità,
di obblighi che riguardano altri ... un fardello, un carico eccessivo
che non le compete, insicurezza verso il futuro. Si sente ostacolata
ad andare nella direzione voluta ... accogliere qualcuno o un nuovo
evento. Le braccia. Una tensione in questo distretto corporeo si
riscontra generalmente in chi ha difficoltà ad eseguire (ordini),
accettare e fronteggiare le situazioni della vita ... difficoltà nel
fare, nell'agire. Aggressività trattenuta (battere i pugni sul
tavolo). Il gomito, come il ginocchio, permette la mobilità:
piegarsi, cedere e allentare la presa ... difficoltà ad accettare un
nuovo stile di vita, una nuova situazione, un nuovo vissuto. Sono
individui conservatori che rifiutano di fare, di cambiar "direzione":
non afferrano le opportunità della vita ... accettano solo a seguito
di costrizione o forzatura. La mano. Ci parlerà del dare e del
ricevere con amore, del lavorare con passione, della nostra
creatività, dell'azione sul mondo esterno (cose, situazioni,
persone) ... tenere in pugno, dominare e possedere ... "tenere
in mano la situazione".
Artrite.
alattia,
acuta o cronica, di natura infiammatoria di una o più articolazioni.
E' caratterizzata da rigidità, dolore, calore, gonfiore,
deformazione, arrossamento e difficoltà di movimento ... una persona
poco malleabile "paralizzata" anche nelle emozioni. Anche
qui troviamo un personaggio che non si sente amato, molto rigido,
severo, critico e facile alla delusione ... si sente continuamente
sfruttato, oppresso, indeciso, prigioniero, "ingabbiato",
impotente, privato della sua libertà. Fenomeno legato alla rigidità
mentale, al dubbio, alla delusione, al risentimento, al senso di
ribellione ... teme la critica e l'autorità. Ma il corpo
puntualmente segnala, insegna ad esprimersi, a non smorzare le
proprie emozioni per far piacere agli altri ... insomma, dire di no
quando é il momento di dire no. 1° Chakra (sicurezza economica,
psicologica).
Artrosi.
alattia
cronica e degenerativa che colpisce le articolazioni: "consumazione"
della cartilagine. E' un disagio che di solito si sviluppa in una
persona con spirito critico, sempre sotto sforzo, tendenzialmente
triste e alla ricerca continua di perfezione. Tende a proiettare
sugli altri la colpa delle sue disgrazie. Si sente spesso sminuito,
criticato, denigrato, inferiore, svalutato (da vecchia data) e
lamenta di non ricevere il sostegno necessario per occupare il suo
posto nella vita. Mosso sempre da tratti depressivi, da un forte
senso di ingiustizia prova risentimento e collera nei confronti delle
persone circostanti perché non riesce a cambiarle (la collera si
trasforma in infiammazione) ... richiama la rigidità morale oltre
che corporea: caratteristica caratteriale che si riscontra facilmente
nell'artrosico. Allora, il corpo intelligente - gelante e
scrocchiante - attraverso le sue articolazioni, suggerisce di essere
più clementi ... più flessibili e accomodanti.
Lombaggine.
l
famoso "colpo della strega": tensione, forte dolore nella
parte bassa della schiena. Comunica spesso un senso di impotenza, di
ribellione nei confronti delle responsabilità materiali ...
difficoltà ad accettare i cambiamenti esistenziali che, in parte,
sconvolgono profondamente stili di vita, abitudini e punti di
riferimento (coppia, lavoro, famiglia) ... inflessibile, dubita delle
sue capacità.
Mal di schiena
e
ossa ti chiedono di pagare il “conto” quando non sei per niente
spontaneo, lotti contro te stesso, rinunci alle passioni e alla
libertà di muoverti, così perdi "elasticità" e armonia,
a favore della staticità mentale (mi spezzo ma non mi piego!);
quando ogni gesto è incentrato sul sacrificio, sulla forza di
volontà e sul dovere, continuamente sotto esame e sempre in “gara”
si blocca il MECCANISMO anche lubrificandolo (farmaci)! … non
ascoltando i messaggi inviati dall'impalcatura dovrai per forza
rallentare o fermarti ... desidera solo più rispetto e attenzione ...
il segnale in codice tradotto è: non stai entrando nel mondo con
spontaneità e non accetti cambiamenti.
l
mal di schiena tiene fermi (blocca anche le trasgressioni!!!) tutti
coloro che, in ogni momento e situazione, sono sempre tutti d’un
pezzo, governati dalla testardaggine, da posizioni irremovibili…
una durezza e una rigidità in contrasto con questa grandiosa e
complessa struttura flessibile: non vuole altro che fluidità,
apertura e … solo AMORE.
a
schiena si divide in cinque distretti: cervicale o nuca
(testardaggine, insicurezza, pericolo ... paura di perdere il
controllo, di lasciarsi andare alle emozioni), toracica o dorsale
(difficoltà relazionale, di godersi la vita, esprimere i propri
bisogni, responsabile della sofferenza altrui, timore di perdere
la persona con cui si ha un legame affettivo, assumersi delle
responsabilità eccessive), zona lombare (preoccupazione
eccessiva a livello materiale), sacrale (trattenere odio,
rancore) e coccige (preoccuparsi per i propri bisogni
fondamentali: mangiare, lavoro, casa). Anche questa struttura,
come sopra indicato, esprime più significati: rappresenta non
solo la protezione, il sostegno e il supporto del corpo umano ma
anche il modo di porsi nella vita ... il dinamismo di
ogni individuo. Può anche segnalare - a seconda della
regione coinvolta - l'esigenza o il desiderio di essere
abbastanza sostenuti sia a livello materiale sia a livello
psichico. Assumersi eccessive responsabilità e pesi
intollerabili (schiaccianti), troppo gravosi, fardelli troppo
pesanti da portare ... impegni a volte non completamente
compatibili con la vera natura del soggetto. Appare, quindi, un
personaggio particolarmente attivo perché teme che prima o poi
gli venga a mancare "qualcosa"... il fare per lui
diventa una ragione di vita ma anche un modo diretto di far
vedere agli altri la sua immagine forte e potente.
'armonia e la
flessibilità di questa struttura è fondamentale per il buon
"equilibrio" della vita. Viene anch'essa "deteriorata"
dalla paura di perdere il controllo, dalla testardaggine, dalla
solitudine, dall'insicurezza affettiva, dall'impotenza,
dall'eccessiva preoccupazione, dal vissuto emotivo, dal mondo
interiore dell' individuo ... atteggiamenti e comportamenti che
rivelano sempre un malessere diffuso. Cifosi. Accentuazione della
normale curvatura del tratto dorsale della colonna vertebrale
(arrotondamento, gobba: piegarsi davanti all'autorità). Fenomeno
che colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. Il soggetto
si sente schiacciato, ha l'impressione che la vita sia davvero
difficile, un grande fardello da portare avanti ... un futuro
spaventoso e troppo pesante. Lordosi. Convessità della colonna
vertebrale contraria alla cifosi ... si crea un incavo nella
schiena (bacino in avanti e spalle indietro). Sono delle persone
che hanno fallimenti alle "spalle" e, in passato, hanno
vissuto situazioni in cui si sono sentite respinte e rifiutate
... sempre sul chi va là nell'affrontare le situazioni. Poco
disponibili, per le loro esperienze passate, non sanno
condividere con gli altri ... una profonda presunzione di
realizzare ogni cosa da soli. Scogliosi. E' una deviazione
laterale della colonna vertebrale a forma di S. La persona
scoliotica fa fatica ad "allinearsi" alle regole
sociali e si valuta poco "solida" nel prendere
decisioni ... un peso mentale eccessivo, sgradevole da sostenere,
perde importanti punti di riferimento. Il soggetto solitamente si
fa carico spesso di tensioni e problemi che non sono suoi, ma di
altri ... una forte tendenza all'altruismo che allontana dalle
sue vere e proprie necessità emotive. La colonna vertebrale da
sempre è considerata come una modalità espressiva somatica
della forza interiore che consente ad ognuno di noi di "gestire"
le diverse situazioni della vita ... ovvero, la nostra capacità
di sopportazione, di mantenere l'armonia e l'equilibrio
nonostante le varie difficoltà esistenziali. E' su questo
distretto corporeo che scarichiamo i pesi, non solo fisici e
psicologici, ma anche le responsabilità quotidiane. Come è già
stato più volte sottolineato, le persone più a rischio sono
quindi quelle che possiedono un enorme senso del dovere, quasi
portati al masochismo, che non concedono facilmente spazio ai
propri desideri esigenze personali …
troppe
RINUNCE fanno SOFFRIRE la schiena. osì
la rigidità diventa protagonista, fa lo sgambetto e,
silenziosamente, impone il proprio “controllo”, il suo
“potere” blocca il cammino… il blocco, allora, interrompe
quei comportamenti che nel tempo potrebbero danneggiare
ulteriormente la salute perché, come sappiamo, obbligano ad uno
stile di vita non voluto, non in sintonia che i veri desideri: il
corpo non fa altro che reagire, protestare se non si riesce ad
esprimere le potenzialità in maniera naturale, lineare e
spontanea. ome
sbloccare i dolori articolari e rimettersi in “piedi” con la
fitoterapia, gemmoterapia e oli essenziali: Fraxinus E. (gotta,
artrite) TM, Arpagophytum P. (infiammazioni) TM, Ribes N.
(infiammazioni) MG, Vitis V. (infiammazioni) MG, Juniperus C
(antireumatico) O.E.. Spiraea U (infiammazione) O.E.
|
... mostrarsi PERFETTO - troppo cortese, troppo educato, troppo gentile -
accettare ogni cosa per il timore di essere respinti, permette di
sfuggire alla critica ... ma che FATICA!!!
Quando
la schiena ci “volta le spalle”…
na
scarsa AUTOSTIMA, troppa ansia e profonda tristezza, agendo sulla
postura, possono bloccare, contrarre e infiammare i tessuti
articolari, le ossa allora - gestite dai vari atteggiamenti - mettono
in guardia con disturbi specifici, segnalano una mente rigida e
inflessibile, troppi carichi e tanti sacrifici, censure, freni,
rinunce e parecchi desideri inascoltati, l’esposizione continua a
situazioni che logorano … bisogna togliere i pesi dalle “spalle”,
reagire, essere più “mobili”, “elastici”, trovare il piacere
nel fare le cose: insomma, “ leggerezza” e motilità, per
proteggere, dare forza e sollievo a tutto l’apparato locomotore,
per far star bene le ossa in modo del tutto naturale.
a
schiena è molto più dell’impalcatura che sorregge il nostro
corpo … ci sostiene, concretamente, anche in senso psicologico.
Anche se di primo acchito tale affermazione può disorientare,
creare perplessità a tutti coloro che guardano con sospetto la
dimensione emotiva, essa viene ampiamente confermata dallo
stretto legame neuro - fisiologico che esiste tra tensione
emotiva e tensione muscolare. E’ un albero - maestro che ci
permette di mantenere la nostra “posizione” nel mondo non
solo a livello organico: consente di andare verso le cose
(disponibilità, flessibilità, armonia, equilibrio). Tutti gli
elementi dell’apparato locomotore (ossa, muscoli,
articolazioni), sono in grado di adattarsi e coordinarsi
reciprocamente l’uno all’altro per consentirci di realizzare
ciò che decidiamo sia a livello meccanico (sdraiarsi, sedersi,
correre) sia a livello psichico (rabbia, insicurezza, rancore,
paura). Se osserviamo ad esempio l’effetto di un’umiliazione
sul corpo, esso si disporrà immediatamente in maniera diversa.
La testa china, le spalle abbassate, il collo rigido, la schiena
incurvata sono precisi segnali del nostro stato emotivo …
racconta il malessere che si agita dentro di noi. Le offese, in
realtà, ci inducono a “ripiegarci”, per così dire, su noi
stessi. Le articolazioni hanno dunque il compito di plasmare e
dar voce a tutti quei movimenti che rispecchiano la nostra
personalità, le nostre aspirazioni e i nostri conflitti. I
dolori articolari, quindi, non dipendono solo da stress di tipo
meccanico, dall’età, dal clima (freddo e umidità), da posture
errate e da abitudini alimentari scorrette, ma possono essere una
spia di un’evidente difficoltà dell’individuo. ono
tantissimi i retroscena emotivi che giocano un ruolo determinante
nel bloccare o infiammare le articolazioni. I disturbi alla
schiena - a seconda della loro localizzazione e della modalità
con cui si presentano - raccontano i nostri conflitti, il nostro
modo di resistere alla vita e le nostre vere difficoltà:
apertura o chiusura con il resto del mondo. Il dolore localizzato
nel tratto cervicale è presente in quei soggetti che si sentono
gravare sulle loro spalle responsabilità e pesi intollerabili
(fatiche, disagi, impegni). Persone schiacciate letteralmente
dall’essersi assunte “impegni”, troppo gravosi, non
compatibili con la loro natura. Con questo atteggiamento,
l’aggressività trattenuta nello sforzo di “adattarsi” alla
richiesta del ruolo assunto, viene bloccata nei muscoli delle
spalle creando uno stato di continua tensione. Con il movimento
della spalla, inoltre, possiamo tenere a debita distanza una
persona o abbracciarla, salutarla, minacciarla oppure imporle un
comando … tutti gesti che ci mettono in relazione con gli
altri. La metafora linguistica “farsi largo con i gomiti”, ci
ricorda come questo atteggiamento, tentando di delimitare uno
spazio tutto nostro, possa presentare anche aspetti aggressivi
che se troppo accentuati creano, con le continue tensioni
muscolari, problemi in questo distretto corporeo. Se si cerca di
sconfinare, andare oltre il nostro “spazio d’azione”,
questa articolazione può “fermarci” con il sintomo “dolore”.
Anche un “polso troppo fermo” può bloccarsi nel gestire
situazioni difficili e complesse. L’anca è uno snodo
articolare molto importante che ci permette di avere una
camminata “ancheggiante” (richiamo sessuale), di spostarci in
maniera sicura, fluida e armoniosa … permette di procedere
nella direzione “giusta”, puntare diritti verso le
aspirazioni e le scelte esistenziali. I dolori che ne limitano
l’oscillazione, i suoi movimenti, possono anche essere
l’espressione di paura verso una sessualità vissuta in
maniera controllata e soffocata. In realtà, se l’esperienza
sessuale è vissuta come un “territorio accidentato”, questo
sofisticato meccanismo potrà bloccarsi proteggendo il soggetto
da “movenze temute”.
uando poi si arriva a un punto di
tensione critico, ecco intervenire, come d’incanto, il dolore o
il blocco: chi voleva essere tutto d’un pezzo, tener duro, non
mollare mai, si deve letteralmente “piegare”, chi voleva,
invece, in maniera conflittuale fuggire (cambiare) o trasgredire
(nuovi incontri) ha la scusa buona di non farlo. Un’autostima
fragile, il timore di lasciarsi andare, gli obblighi mal vissuti
e le continue paure provocano posture scorrette, si trasformano
in rigidità muscolare e influenzano il nostro modo di pensare.
In compenso sono soggetti che si agitano molto ma si muovono
poco. Sentimenti, piaceri e desideri vengono prontamente
censurati per uno stile vita “impeccabile”: preferiscono
sempre il dovere alle loro grandi passioni. La “rigidità” è
sempre un messaggio emotivo da non sottovalutare, esprime la
difficoltà a tener sotto controllo gli eventi e le persone con
cui si entra in contatto. Sono soggetti insicuri, facilmente
influenzabili perché vivono in funzione di conferme esterne,
sempre sotto esame, spaventati, ipercritici nei propri confronti,
si colpevolizzano anche per errori banali e stentano a
riconoscere i propri meriti: una lode improvvisa, per aver
raggiunto risultati positivi, può metterli in imbarazzo. Gli
individui più esposti ai disturbi osteo - articolari tendono ad
adeguarsi, seppur controvoglia, a esperienze vissute come
“problematiche”, reprimono gli slanci emotivi perché pensano
che una personalità forte (tutta di un pezzo, che si spezza ma
non si piega come le ossa) debba tenere “tutto dentro”, non
accettano i cambiamenti e fanno di tutto per sacrificarsi:
nascondono i propri desideri in nome di una identità imposta …
salvano l’immagine esteriore ma si dimenticano di se stessi.
Sono dotati di grande potenzialità ma non riescono a “muoversi”
liberamente nelle proprie decisioni in quanto sono dominati da
una grande rigidità o coerenza morale. Dinamiche mentali che si
traducono in una pessima respirazione e in forti dolori a carico
di tutta la struttura muscolare. La flessibilità e l’elasticità
per chi ha dolori articolari sono parole del tutto sconosciute.
Sono sempre tesi, duri, contratti, indecisi, incapaci di
relazionarsi in maniera serena con il prossimo: l’interrogativo
che li mette alle “strette” è cedere o forzarsi. Il corpo si
paralizza, sembra chiudersi in una camicia di forza. Dolori
lancinanti alle articolazioni, tendini e legamenti completamente
“inceppati”. Il segreto del buon funzionamento delle
articolazioni dipende da buoni “lubrificanti”: flessibilità,
dolcezza e armonia, affrontare la vita in modo più cedevole e
morbido risana il corpo liberando la mente.
dolori articolari parlano di un fare impacciato, indeciso, non
fluido e poco armonioso, di problemi relazionali e blocchi
emotivi profondi che non vengono mai ascoltati, di desideri
importanti tenuti a debita distanza perché moralmente
considerati sconvenienti, di richieste eccessive che
sovraccaricano l’intera struttura, di rifiuti che avviliscono e
bloccano il movimento e l’espressività… segnalano la vera
disponibilità verso gli altri, la lentezza nel prendere
decisioni, il bisogno di affermazione, le varie responsabilità
della vita, i conflitti affettivi, gli stili di vita.
'assunzione
di calcio (latte …) è indispensabile per la salute delle ossa
ma se non è associato al fosforo (germe di grano …),
fondamentale per fissare tale minerale nella struttura ossea,
serve a ben poco: le ossa rimangono “fragili”.
|
uando
la testa è troppo piena di pensieri pesanti e il cuore bloccato,
soffocato o vuoto - perdendo di vista il fuoco della passione si
“sente” davvero poco la vita - ci si confonde, si diventa
fragili, si perde l’equilibrio: si “gira” intorno al mondo e a
vuoto (cervicale “ballerina”… bisogna alleggerire le tensioni
che pesano sul collo) … la terra manca sotto i piedi (vertigini).
Quello
mi fa venir mal di TESTA …
n
“lavoro” troppo di testa: una scelta di vita che porta
all’estremo l’attività razionale … l’ipercontrollo “sfianca”
la testa (incapacità a rilassarsi): le viene proibito di entrare in
contatto con le parti “proibite”… un conflitto tra istinto e
ragione, una lotta tra doveri e sogni, un bisogno di fare chiarezza,
un eccessivo controllare: gestire pensieri, rapporti ed emozioni.
enso
sia capitato a tutti aver sentito dire questa espressione:
“Quello mi fa venir mal di testa”. La cosa può essere
letteralmente vera in quanto un’emicrania da tensione avviene
quando si verifica una contrazione piuttosto sostenuta della
muscolatura scheletrica della testa o del collo (trapezio). Il
nome stesso indica la caratteristica propria dell’emicrania,
cioè dolo che colpisce metà della testa (il dolore pulsante,
accompagna ipersensibilità a suoni e luci, a volte nausea e
vomito). I muscoli che si contraggono continuamente riducono il
rifornimento sanguigno, e con una quantità insufficiente di
sangue per soddisfare le sue necessità metaboliche. Il muscolo
fa incredibilmente male. Oggi si sa che il sistema nervoso
simpatico (eccita e stimola il metabolismo, contrae) ha la
funzione di far restringere i vasi, mentre il parasimpatico
(tranquillizza e deprime, rilassa) ha una funzione
vasodilatatrice. In generale, questo tipo di mal di testa è
assente al mattino e cresce di intensità con l’aumentare della
tensione della giornata. Questo avviene perché la muscolatura
scheletrica della testa e del collo è sottoposta a contrazioni
crescenti in molti individui quando in loro cresce la tensione e
l’apprensività. All’inizio c’è una costrizione delle
arterie che portano il sangue al cervello, in seguito c’è la
dilatazione delle arterie stesse. In alcune persone l’attacco
si manifesta, in maniera del tutto tipica, insieme, a volte, con
le regole mensili, in altre si manifesta in momenti
imprevedibili, alla fine settimana, quando c’è un carico
eccessivo di pensieri, di responsabilità e di preoccupazioni,
durante una cena con amici o durante i giorni in cui soffia il
vento favonio. Se qualcuno tra coloro con i quali si interagisce
è suscettibile a tali mal di testa da tensione, può essere
utile comprendere la relazione esistente tra pressione
emozionale, tensione, apprensione, dolori alla testa e al collo.
Maggiore è la pressione emozionale e maggiore sarà il dolore.
ecenti studi hanno messo in evidenza la componente psicosomatica
di questo malessere; il soggetto, in breve, dovrebbe fare l’esame
di se stesso, esaminare se non è per caso impaziente, si addossa
un eccessivo carico di lavoro e responsabilità (ciò lo rende
teso e irritabile), non riesce a distendersi a rilassarsi a
lasciarsi andare, non sa essere spontaneo e disinvolto (ha una
sessualità controllata o inibita), inflessibile, ambizioso,
sensibile e teme le critiche, vendicativo, perfezionistico, o
avido di potere (tutti atteggiamenti che irrigidiscono il tessuto
muscolare). Questo malessere, pare, alcuni studi hanno confermato
questa ipotesi, sia connesso con stili di vita, schemi mentali o
con situazioni emotive sperimentate in passato in cui ci si è
sentiti costretti e minacciati (il corpo reagisce in base a quel
che si pensa!). Il terrore (inconsapevole) di rivivere tale
situazione può far scaturire una tensione (contrazione
muscolare) connessa a un pericolo potenziale. Può trattarsi
della convinzione di subire un’influenza o di un abuso oppure
una sensazione diffusa di impotenza, di disistima. In questo
modo, ogni volta che ci si sente in qualche modo minacciati o
costretti a fare cose controvoglia ecco che il disturbo, con le
sue caratteristiche “costrittive”, si manifesta. La nausea e
il vomito, quando fanno da cornice, esprimono un secco rifiuto e
diniego della situazione. Nel trattare con la gente è sempre
costruttivo comprendere come l’altra persona può vivere una
certa situazione (senza farsi venire il complesso del messia!).
Ciò può aiutare ad alleviare la tensione per entrambi.
pecialmente in situazioni nelle quali ci si sente sotto accusa,
o si sta giudicando qualcun altro, è possibile alleviare le
circostanze potenzialmente stressanti comprendendo il significato
semantico del messaggio che viene comunicato. Siccome in ogni
rapporto interpersonale un’alta percentuale di quanto viene
comunicato è non - verbale, alcune nozioni su questo
comportamento non verbale possono rivelarsi essenziali se ci si
propone di affrontare la gente in maniera ragionevole e
sistematica. Tutti, chi più chi meno, conoscono gli indizi non -
verbali. I diversi distretti corporei raccontano infatti la
nostra storia e la trama di questo racconto può essere colta
solo guardando le cose come una totalità (psicosomatica).
Osservando il corpo e le sue movenze possiamo imparare a
conoscerci meglio e comprendere che cosa, gesticolando,
comunichiamo agli altri e che tipi di messaggi i vari
interlocutori ci inviano. Quando incontriamo la gente infatti ne
notiamo automaticamente l’espressione del volto,
l’atteggiamento fisico, e la maggiore o minor velocità del
discorso. Se correttamente codificato, tale linguaggio può
risultare molto eloquente e raccontare emozioni, stati d’animo,
desideri. Capirne pertanto i meccanismi significa entrare in
maggior sintonia con se stessi e gli altri, per vivere meglio i
rapporti con i colleghi, amici, la famiglia. Cosa fare. Dopo aver
appurato dallo specialista qual è il tipo di mal di testa, si
attiverà un programma terapeutico ad orientamento psicosomatico;
tali metodiche terapeutiche saranno rivolte a stimolare
l’individuo ad esternare, in maniera sempre più spontanea e
naturale, ciò che di solito non si permette di fare nel proprio
mondo.
a
testa esprime un forte conflitto tra RAGIONE e ISTINTO: un
ingorgo di pensieri… se la “PERDI” e non reprimi il mondo
emotivo fai svanire ogni malanno, produci solo benessere.
Il
codice segreto del dolore alla testa:
1.
Martellante o pulsante:
desideri o preoccupazioni che “bussano”, chiedono di
essere considerati … ascoltati;
2.
Pesante: pensieri,
“stagnanti” che non portano a nessuna consapevolezza;
3.
Cerchiata: desideri,
impulsi bloccati, che non si lasciano andare.
loccare
o non bloccare, trattenere o lasciare andare, soffocare o non
soffocare quelle “strane” emozioni spontanee e “libertine”,
lottare tra istinto e ragione, paura di non riuscire a
controllarsi e una gran voglia di “perdersi” nei propri
desideri, ecco la “miccia” che fa scoppiare la testa: non si
accettano in se stessi o negli altri sentimenti aggressivi o
erotici, non si sopportano atteggiamenti di rifiuto, di non
considerazione e di indifferenza … il non voler cedere, sempre
sull’attenti e troppo razionali, un carico eccessivo di “pesi”,
il non fidarsi, la paura di soffrire, di mostrare le proprie
“debolezze” e “fragilità”: tutte cose difficili da
accettare perché pensiamo possano contaminare l’immagine
“pura” e, per certi versi, rassicurante che vogliamo
mantenere a tutti i costi di noi … censura e ruoli troppo
“stretti” spengono la vita, bloccano vitalità e creatività,
non rispettano i propri modi di essere, fanno perdere di vista le
proprie esigenze: appesantiscono davvero la testa … smantellare
l’iper - razionalità è il primo gesto vincente per sbloccare
una testa “intasata” di pensieri e tossine psicofisiche …
RIMETTI a posto le cose, cambia “testa”, sbloccala dai troppi
calcoli, svuotala dai pensieri inutili, liberala dalla “morsa”
dei ruoli imposti e schemi mentali aridi, pesanti e innaturali,
“puliscila” dalle troppe domande e dai continui film mentali,
“disintossicala” con un sonno profondo, buona compagnia e
svaghi giusti: se pensi “leggero” fai volare la tua mente …
NON cercare di “raffreddarla” con divieti, forzature e
autorepressione.
|
l
cervello pesa meno di un chilo e mezzo (2% della massa corporea di un
individuo di 75Kg), a tutt’oggi, è la struttura più complessa e
meno conosciuta del corpo umano. Il cervello (ca. 80%) è fatto di
acqua, strutture fisiche e biochimiche. Non è sicuramente - a
livello di dimensioni - un organo straordinario, ma lo è senza ombra
di dubbio in termini di potenza. Usa il 25% dell’ossigeno e dello
zucchero in circolo nell’organismo. Le strutture anatomiche
cerebrali si dividono in due tipi di funzioni: esecutiva (funzioni di
natura intellettuale) e rettiliana (emozioni). E’ dalla nascita che
si “decide” quale parte del cervello è opportuno sviluppare e
quale è meglio lasciar perdere (un mondo ricco d’amore stimolerà
l’emisfero destro … al contrario, una vita piena di “calcoli”,
l’emisfero sinistro). Quindi, quanto più si usano certe aree
cerebrali, tanto più si svilupperanno quelle particolari
terminazioni nervose (neuroni) mentre è vero il contrario per quei
neuroni che non si usano … cerca, allora, attraverso nuove attività
mentali di utilizzare quella parte cerebrale che solitamente non usi,
anche invertire l’ordine degli interessi quotidiani … (RICORDA,
gli stimoli sempre uguali lo rattrappiscono, cambia la routine
quotidiana perché lo danneggi): aumenteranno o diventeranno più
forti e veloci neuroni e dendriti. Il modo in cui stimoliamo il
cervello, fin dalla tenera età, l’allenamento di quella struttura
neuronale, farà sviluppare sana e forte quella zona nervosa
particolarmente coinvolta (più l’area è grande più verrà
irrorata dal sangue, ossigenata) … mentre le altre parti, meno
irrorate dal sangue saranno più “deboli”; le connessioni
neuronali risulteranno meno sviluppate e presenteranno difficoltà ad
elaborare stimoli e informazioni.
ENETICA o AMBIENTE? …
nessuno, a livello scientifico, è in grado di dare una risposta
univoca a questo grande quesito, ma è indubbio che da un certo tipo
di cultura e da una particolare struttura sociale si impara a far
lavorare di più o di meno quella particolare area cerebrale … il
cervello si “DETERIORA” dai tormenti continui, dalla perdita di
certezze, dai lutti e dai problemi finanziari … si RIGENERA
attraverso il buon cibo, l’attività fisica, i rapporti con la
gente, la meditazione, divertimento e grandi … grandi risate …
VITAMINE e INTEGRATORI che possono essere d’aiuto nella
funzionalità cerebrale (memoria, umore): vitamina Bc (folati) che si
trova nei fagioli rossi, germe di grano, negli spinaci, carciofi, nei
broccoli, nelle uova, nella soia e nel lievito di birra, assieme alle
vitamine B6 (pollo banane, patate, lenticchie, trota, spinaci,
lievito di birra) e B12 (salmone, uova, emmental, latte, fegato di
manzo, tonno, crusca di fiocchi d’avena, agnello) … lo proteggi
mangiando anche mandorle, salmone e miele … tutto ciò che utile
alla circolazione sanguigna e favorisce la salute delle arterie
(vedasi apparato cardiocircolatorio).
Oggi
mi “SCOPPIA” il cervello
l
cervello è il centro di comando di tutte le attività cognitive,
motorie e psicoemotive. Una scatola magica, affascinante, delicata ma
potente, una macchina completa in ogni sua parte, per certi versi
ancora sconosciuta, in cui si decidono i vari processi organici e
psichici. Un ingranaggio perfetto, un condensato di energia (si parla
di 100 miliardi di neuroni), un organo misterioso, un
indubbio concentrato di capacità miracolose che, da secoli,
affascina e stupisce sia la scienza sia l’uomo comune. Le
potenzialità di questo organo sono davvero illimitate. E’ una
struttura in continua evoluzione, possiede una forza generativa
davvero strabiliante: silenziosamente, giorno dopo giorno, riesce a
plasmarsi, resistere, adattarsi, costruirsi e modificarsi. Quando non
è “contrariato” dai nostri errori esistenziali ci rigenera e
realizza la nostra vera natura. E’ il nostro cervello che ci
permette, se tenuto in debito conto, di vedere, sentire, correre,
annusare, fare sesso selvaggio, risolvere situazioni problematiche,
parlare, cantare, amare… In esso è scritto tutto, in maniera
indelebile, la nostra storia, i tratti della nostra personalità più
reconditi, la nostra capacità di reagire e, soprattutto, filtrare
gli stimoli ambientali. E’ in questo luogo che dimora, spesso
assopito, il talento e la creatività, si decide la sopravvivenza, si
“processa” ciò che si è appreso e si “digerisce” la realtà.
Per questo motivo è un organo che per funzionare bene deve essere
pulito, malleabile, flessibile, lucido e libero da tutte quelle
cianfrusaglie che spengono le energie cerebrali, compromettono e
mettono in pericolo la sua corretta funzionalità. Spesso, però, non
lo rispettiamo affatto, lo riempiamo di parole vuote ed inutili fino
ad “intasarlo” completamente.
i rigenera e si nutre, invece,
attraverso sogni ad occhi aperti, buonumore, soddisfazione, fantasia,
sessualità, suggestioni, passioni (aree cerebrali deputate al
piacere), ma rischia di invecchiare velocemente, inquinarsi e di
“seccarsi” quando lo priviamo di veri nutrimenti, della felicità,
lo occupiamo di ossessioni, autocontrollo, scetticismo, autocritiche
e rimuginazioni … attivando, in tal modo, circuiti neuronali
inutili e del tutto “abusivi”. A scanso di equivoci, comunque, è
bene ricordare che tale struttura può essere stimolata alla massima
potenza, non solo da condizioni favorevoli, ma anche da semplici
atteggiamenti e stati emotivi, se non eccessivi, come ansia, stress e
piccole preoccupazioni quotidiane. Chi conduce una vita competitiva,
ad esempio, oltre a tenere il cervello allenato, svilupperà e
potenzierà il lobo temporale destro, in quanto lo usa più spesso e
in modi diversi (impatto benefico sui neurotrasmettitori). Mai
portare avanti la propria esistenza, comunque, con il pilota
automatico cioè vivere una vita ripetitiva, banale, noiosa, sempre
uguale, perché inevitabilmente si attiveranno le solite connessioni
neuronali e le stesse aree cerebrali favorendo, in tal modo, il
declino della funzionalità cerebrale. Se lo usiamo male, non
possiamo ignorarlo, immediatamente si fa sentire attraverso alcune
precise funzioni cognitive: memoria ballerina, distrazioni
improvvise, difficoltà di apprendimento, scarsa concentrazione e
perdita di lucidità.
uando non dà il massimo, viene messo alle
corde, all’angolo perché bloccato dentro schemi contorti infiniti,
intasato dai dubbi e dalle paure, produce una infinità di “frutti
nocivi” (danni fisici): al bando, quindi, schemi fissi, false mete,
rimuginazioni, sensi di colpa e pseudo - valori. Sarà davvero
salutare, pertanto, far sfumare il turbinio di pensieri parassiti che
a volte ci riempie la testa in maniera esagerata. Sono i modi
d’essere dannosi infatti che, facendolo funzionare a velocità
ridotta, segnano il suo declino, modificano la chimica cerebrale
(flusso sanguigno), lo atrofizzano (neuroni, sinapsi) e lo espongono
ad alterazioni degenerative. Molte malattie neurodegenerative,
infatti, nonostante un netto miglioramento delle condizioni di vita,
da alcuni decenni, colpiscono sempre più una popolazione meno senile
perché, spesso, si usa male questa meravigliosa massa cerebrale. Tra
le patologie più diffuse e devastanti troviamo il morbo di Parkinson
(persona rigida, trattenuta, con la tendenza a controllare tutto,
combattuta tra agire e non agire), morbo di Alzheimer (demenza che
attacca alcune funzioni cognitive come ad esempio la memoria;
problemi vascolari e perdita di funzionalità dei neuroni; il
cervello si svuota ed annulla la spazzatura mentale, desidera
liberarsi dai vari obblighi), depressione (si cresce in un clima in
cui i propri modi di pensare e le proprie idee sono sempre peggiori
di quelle degli altri; persone incapaci di prendere il comando della
propria vita), obesità (difficoltà ad identificare i propri bisogni
autentici; più si “sfama” un’identità fasulla più quella
autentica chiede nutrimento). Per comprendere e realizzare quanto
sopra esposto non sempre è facile.
gni persona dovrebbe concentrarsi
sulle proprie sensazioni, scavare, perseverare, investire del tempo
per se stessa e fare molta attenzione a non impantanarsi in
abitudini, luoghi comuni, atmosfere stagnanti e schifezze mentali che
inchiodano sempre al tappeto. Cosa fare. Come per ogni parte del
corpo anche per il cervello esiste la famosa locuzione: usalo così
non lo perderai, e diventerà grande e grosso. Tenerlo attivo, con la
stessa regolarità con cui si tiene in allenamento ogni organo del
corpo, non solo è un nostro diritto e dovere ma, nel tempo, ci
regalerà doni di inestimabile valore (lucidità,
giovinezza, leggerezza, prontezza, felicità, equilibrio, mente
pulita, creatività, serenità, spontaneità). Il rilassamento,
inoltre, non solo ha un effetto benefico sul fisico, ma aiuta a
tenere in vita le cellule e a preservare tutte le funzioni cognitive
(memoria, parlare, ragionare, ricordare, apprendere) legate alla
corteccia cerebrale (buona circolazione sanguigna e corretta
ossigenazione cerebrale) riducendo, nel contempo, stress e ansia.
Liberare e rilassare la mente, dunque, ha un effetto positivo sulla
salute cerebrale e fisica. Nel progetto per mantenerlo giovane non
deve mai mancare una corretta alimentazione, cereali e legumi
integrali sono i più indicati (evitare i grassi saturi), ridurre il
più possibile lo stress (quello nocivo) e soprattutto vivere in modo
naturale. Piccola curiosità: per verificare l’età del proprio
cervello si deve chiudere gli occhi e stare in piedi su una gamba
sola, quanto più si riesce a stare in piedi, senza perdere
l’equilibrio, tanto più il cervello è giovane!
er
essere lasciati in pace da un attacco fastidioso di cefalea bisogna
fare dei cambiamenti sia a livello mentale sia a livello psichico:
smettere di riflettere e rimuginare continuamente, dare spazio alle
emozioni, guai trattenere la rabbia, allontanarsi dalle cose che non
piacciono, evitare il troppo controllo … per inginocchiare il
“mostro” funzionale bisogna avere un pensiero più cedevole,
libero, creativo e scorrevole.
ICORDATI
che la cipolla e l’aglio (ricchi di zolfo) sono molto importanti
per eliminare i “veleni” accumulati nel tessuto cerebrale … se
vuoi mantenere “giovane” il cervello mangia melanzane (piene di
nasunina) … se invece gli vuoi dare lucidità e memoria prendi
Omega 3 (noci, mandorle, semi di zucca e di girasole, arachidi) …
se invece desideri renderlo più funzionante ti saranno utili i
legumi (fagioli, lenticchie, piselli, soia, ceci) … per “irrorarlo”
di più usa i cereali integrali (farro, miglio, segale) … più
lucido, i broccoli sono formidabili per tale funzione.
CONCLUSIONI e piccole CURIOSITA’
La
struttura ossea è l’impalcatura fondamentale del corpo …
garantisce la postura e il movimento. La motilità, le tendenze a
spostarsi qua e là del bimbo, sono state spesso limitate da una
figura di riferimento apprensiva e restrittiva. Di conseguenza il
soggetto ha fortemente investito l’attività motoria,
scaricando tensioni e i suoi conflitti su tutto l’apparato
locomotore. Il tono muscolare risulta di norma aumentato, e
aumenta sempre più in seguito a conflitti. La limitazione delle
attività motorie, gli handicap che determinano, incidono
inevitabilmente sulla sfera psichica. In questi soggetti si
riscontra un quadro clinico con tendenze aggressive, mirante a
dominare, a controllare l’ambiente circostante, con tratti
evidenti di natura ossessiva – compulsiva: ricerca del dominio
e della indipendenza. Sia le attività motorie sia l’aggressività
vengono inibite. Allo stesso tempo, una personalità masochistica
depressiva induce questi soggetti a sacrificarsi per gli altri.
La comparsa del disturbo è spesso collegata a un evento in
contrasto con la loro possessività oppure ad altre perdite
e delusioni. Le ossa rappresentano per analogia la rigidità, la
solidità, il dovere, la concretezza e la legge. Quando la
disistima prende il sopravvento anche loro tendono a sgretolarsi.
Proprio perché “sopportano” ogni cosa per tutta la vita
(cattivo utilizzo delle proprie capacità: eccessive tensioni,
emozioni, sentimenti) che ogni individuo è costretto a portare,
le ossa vanno incontro a un continuo rimaneggiamento, modificando
dinamicamente la loro struttura, la loro composizione e la forma.
La rigidità della nuca a livello cervicale, ad esempio, esprime
spesso tensioni emozionali, dal momento che la muscolatura
paravertebrale ha un ruolo nell’atteggiamento e nella
gestualità dell’individuo.
e vere cause di tale malessere si
annidano, in certi contenuti emotivi, in un modo di pensare e in
ruoli fittizi che la quotidianità impone. I fattori emotivi,
infatti, possono svolgere un ruolo sia nell’insorgenza sia nel
decorso della patologia. La maggior parte dei soggetti colpiti da
disturbi dell’apparato muscolo – scheletrico (situazione
infiammatoria generale) presenta prima della patologia un modo di
fare calmo e riservato… disponibilissimi verso gli altri (umile
malevolenza). L’elemento più evidente è l’atteggiamento
altruistico (anche di dipendenza) che, insieme all’intraprendenza
e alla buona energia cui dispongono, rende tali soggetti
eccellenti e, a dir poco, instancabili. Prestano però pochissima
attenzione alle loro condizione fisiche. Il loro atteggiamento
paziente e tranquillo contrasta con la sofferenza ben visibile
che provano (aggressività). I soggetti con dolori alle ossa e
articolazioni hanno, in generale, uno stile di vita piuttosto
rigido. La loro personalità tende al perfezionismo e
all’autocontrollo, negano a se stessi naturali impulsi
aggressivi e cercano di compensare i sentimenti di delusione e di
irritazione mantenendo una certa padronanza di se stessi. Spesso
il malessere emotivo - oltre alla rimozione degli impulsi
aggressivi - è ben visibile: ansia, umore depresso e sintomi
psicosomatici (cefalea, disturbi cardiaci e gastrointestinali).
Il conflitto emotivo, spesso, non viene percepito dal soggetto ma
viene espresso attraverso il linguaggio d’organo. Come già
accennato, hanno la tendenza a sacrificarsi, atteggiamento questo
di esagerata disponibilità che non appare per niente naturale ma
che sembra derivare da una qualche forma di compulsione.
a
reazione aggressiva repressa si manifesta con un aumento della
tensione muscolare diffusa o localizzata. Il fatto curioso è che
il dolore, man mano che si riduce la tensione emotiva, regredisce
rapidamente. Dietro il sintomo di mal di schiena, inoltre,
apparentemente uniforme e soggettivo, si annidano numerosi quadri
clinici differenti. Il tratto cervicale, ad esempio, sostiene la
parte più alta del corpo: la testa. Quando un soggetto non
abbassa la testa o mantiene la testa a posto significa che non
cede davanti agli ostacoli o alle difficoltà. Tali atteggiamenti
associati ad altri fattori come ostinazione, sforzo di volontà
per andare avanti, attaccamento ad una situazione possono dar
luogo al malessere cervicale. Il tratto toracico, invece,
riflette prevalentemente l’umore di un individuo. Sofferenza,
disperazione e abbattimento possono pesare sulle spalle di un
uomo: la schiena lentamente si piega. Un difetto posturale che
nasce quando non si è in grado di affrontare mentalmente le
richieste interiori ed esteriori. Il dolore del tratto lombare,
invece, è frequentemente espressione diretta di tensione
mentale. Pur non essendo una caratteristica femminile, è
particolarmente comune nelle donne che compensano un sentimento
di inadeguatezza rispetto agli impegni familiari e professionali,
con l’attivazione di atteggiamenti posturali rigidi. Un
fenomeno comunque che si può riscontrare anche in donne che si
sono arrese restando schiacciate dal peso di una vita quotidiana
che non sono più in grado di gestire. Il dolore in questo tratto
può anche essere interpretato come modalità espressiva della
frustrazione derivante da aspettative non realizzate nei rapporti
interpersonali e dai conseguenti sentimenti di insoddisfazione.
Negli uomini questa affezione può essere interpretata come una
sorta di fallimento a livello lavorativo o nel ruolo maschile.
uando
si è “bloccati” è utile LUBRIFICARE gli ingranaggi con cibi
giusti e leggeri: frutta fresca (ananas, uva, fragola, ciliegia),
cereali integrali (orzo, mais, riso), frutta oleosa (noci,
mandorle, pinoli, pistacchi), salmone, sardine, verdure fresche
(insalata, spinaci, cicoria, cavoli, cetrioli, finocchio,
zucchine) … da non prendere in considerazioni fritti e zuccheri
semplici!
APEVATE
che ... le vitamine B3, B5 (gli arti inferiori si addormentano o
bruciano), B6 (tunnel carpale), Calcio (osteoporosi), Magnesio
(tremori muscolari), Potassio (crampi), Manganese (formazione
cartilagine), Rame (artrite), Omega 3 (EPA), Omega 6 (EPO) sono
utili per le ossa.
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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.
Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
E mail: bonipozzi@libero.it
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