giovedì 22 settembre 2022

 

Quel fantastico mondo della Medicina Psicosomatica ...


APPARATO  LOCOMOTORE


iguarda l'identità, le convinzioni più profonde, la flessibilità... la relazione con il mondo o con qualcuno: i punti di riferimento e il "sostegno" … quando ci si sente fragili e sulla difensiva è perché si teme un “attacco” ... mal di schiena, dolori articolari, piccole contratture muscolari segnalano sempre una persistente “rigidità difensiva”… i disturbi alle ossa deformano sempre la propria immagine: stima di sé, sicurezza, libertà, autonomia.
ensioni muscolari: stati eccessivi e protratti nel tempo di allerta, controllo e rigidità; Nevralgie: traumi negati, pianti trattenuti e eros bloccato; Sciatalgia: piega chi si fa trovare sempre “tutto d’un pezzo” ... dice smettila di essere rigido e duro con te stesso.
acufene fischi, sibili e fruscii che impediscono di ascoltare gli altri… una voce interiore inascoltata che cerca di farsi sentire, di prendere in considerazione cose trascurate o banalizzate (o coprire): dice ora senti me! ... un fenomeno che si può presentare in un momento di caos o di smarrimento esistenziale (spinge a prendere in considerazione uno stato emotivo che da troppo tempo è stato coperto o banalizzato) o di apparente benessere (ascoltare le proprie esigenze da molto tempo inascoltate) … una forte tendenza alla rimozione: l’ansia prende il sopravvento.



ERTIGINI. Un conflitto tra spavalderia e paura di non farcela: di “cadere a terra” … una grande paura di lasciarsi andare, non vivere appieno le proprie emozioni, difficoltà ad essere se stessi: l’istinto tira da una parte, la ragione dall’altra … trasmettere un’immagine di sé decisa e sicura ma spesso si è travolti dal terrore di perdere l’equilibri o… profonda insicurezza e indecisione, di grande instabilità: le certezze stanno vacillando, vengono meno … non ci si abbandona abbastanza, un ruolo quotidiano che non appaga e soffoca … reazionario e contemporaneamente attratto dalla voglia di lasciarsi andare, di trasgredire: si temono però le conseguenze … la testa gira per farti vivere: farti volare di nuovo … se manca la terra sotto i piedi significa che è stato attivato un forte autocontrollo … il mondo dei desideri completamente soffocato toglie la terra sotto i piedi … occorre dare più spazio alla flessibilità, spontaneità e ”trasgressione” … un equilibrio vitale da “cambiare”: troppe regole che ingabbiano e impediscono di allargare il proprio sguardo sul mondo… un forte timore di “cadere” nel ridicolo o di perdere completamente il “controllo” - prima o poi - inibisce le manifestazioni affettive … le vertigini arrivano quando la razionalità prevale sul mondo emotivo… un malessere depositato nel corpo ma che ha origini diverse: la psiche … si “installa” nel corpo - a seguito di scelte o modi di pensare - ciò che non si tollera nell’ambiente circostante e dentro se stessi … un corpo che non sta più al solito “gioco” e così le vertigini vengono a sovvertire il modo di reagire … si presenta nel momento in cui si “tradisce” la propria vera natura, piena di obblighi e forzature: un ambiente con regole rigide ed inadatte alla propria esistenza … un segnale interiore che fa girare la testa, “suggerisce” di fermarsi, di guardare altrove: cercare stimoli nuovi e un equilibrio più vantaggioso … tutto barcolla, le finte certezze perdono consistenza: dice è proprio ora di cambiare!



RTROSI CERVICALE stress, preoccupazioni e tensioni: un continuo peso” emotivo che contrae e infiamma… alla vita serve più spina dorsale … testa alta, un super controllo emozionale (non lasciar trasparire debolezze e emozioni) e un forte senso del dovere “rompono” la schiena … una schiena che si è stancata di ubbidire ciecamente (controllo, confronto - ciò che è, ciò che è stato e ciò che dovrebbe essere -  auto - critica) e che ha un grande bisogno d’evasione più profonda (istinti, interessi e passioni).
RUXISMO … è un modo “maldestro” di scaricare l’aggressività accumulata: tensione che non si è riusciti ad esprimere nei gesti quotidiani.


EFALEA la paura più grande dei CEFALALGICI è quella di “perdere la testa”, di lasciarsi andare, di essere travolti dalla passione … tensioni che non si vogliono affrontare… dire o non dire ecco il dilemma … si tende a reprimere la parte istintuale ed emotiva: non c’è spazio per le sensazioni … tenendo tutto dentro (perché non si osa dire, perché considerato sconveniente) si crea un clima di tensione permanente … il corpo si chiude e si diventa tutti di testa… si detestano gli imprevisti e le sorprese … una buona attività sessuale (orgasmo), liberando le endorfine, migliora la cefalea … quando coincide con il ciclo mestruale è l’espressione di un femminile vissuto in maniera conflittuale, schiacciato dal prevalere di una forte razionalità … una rabbia trattenuta in nome di una razionalità che non accetta di “lasciarsi andare”, perdere il controllo: gli impulsi vanno a sbattere nella testa senza riuscire ad andare oltre … un bisogno di soffocare, di gestire razionalmente sia i pensieri sia il mondo dell’affettività e degli istinti … un ingorgo di pensieri continui e ridondanti che impediscono di mollare la presa, lasciarsi andare, di abbandonarsi … dolore occipitale: legato a troppa responsabilità, dolore frontale: eccessivo utilizzo delle proprie capacità razionali, testa pesante: troppi pensieri e preoccupazioni, dolore pulsante: un forte bisogno di lasciare emergere i contenuti emotivi, fitte: incapacità di lasciarsi andare, di distendersi … "DENUNCIA" troppe preoccupazioni ed eccessivi pensieri di cui continuamente ci si fa carico… troppa “testa sulle spalle” al punto di farsi carico di ogni responsabilità (anche di quelle che non ci competono: gli impegni e i doveri degli altri) perdendo di vista completamente se stessi.
IBROMIALGIA (reumatismo extra - articolare che irrigidisce i muscoli)… un fenomeno caratterizzato da atteggiamenti, modi di pensare e idee ben precise su come comportarsi: affidabili, efficienti, disponibili e in ogni momento presenti … chiude il corpo in una rigida e dolorosa armatura (ipertonia muscolare) … pensieri, paure, sforzi e preoccupazioni che non lasciano intravedere nessun momento di rilassamento e di piacere … un corpo sempre più rigido e dolorante, una fatica che immobilizza, fino a coinvolgere completamente lo spazio di libero movimento, il “raggio d’azione” … una condizione fisica che insiste per essere ascoltata … se i muscoli sono sempre in tensione e doloranti è come se tutto l’organismo fosse sempre percorso dall’alta tensione … se le fibre striate sono stimolate ad “attaccare", senza mai poter raggiungere il suo stato di riposo, alla fine della giornata ci si sente un fascio di muscoli dolenti (stanchezza cronica)… anche le articolazioni (irrigidendosi) si fanno carico di trattenere l’impulso dirompente… un atteggiamento inflessibile nei confronti della vita che si imprigiona nel corpo contraendolo: la rigidità è un veleno che inquina la mente … un dolore muscolare diffuso: “lega” le articolazioni … fenomeno (prevalentemente femminile) caratterizzato da un forte senso di sacrificio per gli altri che porta a tratti depressivi e stanchezza … ci si chiude in se stessi non solo perché si vedono agguati ovunque e grandi nemici nascosti in ogni angolo, ma anche perché in fondo in fondo si ha un grande timore di esporsi: mostrare quello che si è realmente (bassa autostima) … il diffidente, con questo atteggiamento - sempre sulla difensiva, imperturbabile, critico, cupo e irritabile - allontana e prende le distanze da tutti: “vicini e lontani” (compreso se stesso)… I danni della sfiducia e del pessimismo: spinge all’insicurezza, al perfezionismo, cova invidia, frustrazione, produce delusione.
COGLIOSI una imposizione, una eccessiva fatica che costringe la schiena a prendere una direzione diversa … appena si esce dalla solita strada - perché si è abituati ad un percorso (vita) tranquillo - la schiena si “infiamma”.


RTRITE REUMATOIDE(infiammazione, deformità, alterazioni distruttive articolari) … incapacità di muoversi e agire autonomamente: qualcosa blocca e paralizza… segnala un forte bisogno di indipendenza, la propria identità… l’incapacità di ribellarsi produce rigidità e infiammazione alle articolazione: paralizzando il corpo… una schiena rigida e poco flessibile desidera segnalare che non c’è solo il dovere ma anche il piacere … un blocco dell’energia creativa (implosione, autolesione: l’energia è convogliata sulle articolazioni non più libere di agire), un continuo frenarsi (timore di ferire gli altri), una difficoltà di azione e di prendere in mano la propria vita (realizzarsi, affermarsi) … soggetto particolarmente con un forte senso di colpa, permaloso, orgoglioso, critico e moralista … Un aiuto naturale: Vitis vinifera MG. Pinus montana MG, Ribes nigrum Mg.
BASIA (difficoltà a camminare, mantenere la posizione eretta, nonostante la massa muscolare sia integra)… qualcosa che paralizza … grande ansietà - un mondo che fa paura - timore di proseguire il cammino, di andare avanti, difficoltà ad impegnarsi nella vita.
ENDINITE (impegni, legami, difficoltà ad accettare)… segnala qualche perplessità sulla propria efficienza, essere bravi come si vorrebbe … rabbia verso chi non ha dato nessun appoggio, coloro che in qualche modo non ci hanno sostenuto o incoraggiato… rimanere trattenuti, “legati” ad una situazione che viene vissuta come estranea ai propri desideri.


ORCICOLLO. Contrazione del tessuto muscolare che può segnalare un’opposizione, una costrizione, un rifiuto nell’affrontare una determinata situazione in quanto non si vuole assumere nessuna posizione e nemmeno prendere decisioni in merito o perché l’azione è vissuta con timore (conflitti relazionali, di coppia, familiari).
OTTA (smaltimento acido urico) … dolori articolari (nodi gottosi) che prediligono alluci (personalità) e mani (dare e ricevere) … covare rabbia per non sentirsi valorizzati e riconosciuti in quello che si fa … relazioni conflittuali (familiari, sociali, coppia) … stato di frustrazione in cui risulta difficile esprimersi, non si vede una via d’uscita: ci si trattiene per non “esplodere” ... si tende ad offrire un’immagine di sé forte, sicura ma sotto, sotto c’è incertezza e molta sensibilità.
CIATICA Il nervo sciatico (nervo più lungo e grosso, in greco iskhion significa anca), permette la mobilità, inizia nella zona lombare (parte mediana della schiena, rappresenta il sostegno, appoggio, mantiene eretti nelle avversità della vita), passa la natica, tutta la gamba (segnala la capacità di proseguire, andare avanti) e termina nel piede (il modo di procedere nella quotidianità, mezzo per avanzare nella vita) ... poiché si deve osservare il corpo come metafora per comprendere i suoi segnali, questo malessere segnala la sensazione di essere intrappolati, indica il timore di andare verso, di addentrarsi in situazioni nuove che creano incertezza, paura di perdere qualcosa (lavoro, soldi, partner, sicurezza) … per risolvere questa sofferenza bisogna innanzitutto comprendere il significato dei segnali (dolori) inviatoci dai vari distretti corporei (schiena, gluteo, coscia, polpaccio, piede).
RTROSI perdita di elasticità e slancio vitale, troppe regole rigide (educative, religiose e sociali) … soggetti perennemente contratti sotto il dominio dell’ansia, insicurezza e indecisione … atteggiamenti mentali rigidi che illudono di ottenere sicurezza e stabilità (si rinuncia a vivere) … ridimensionarsi, riduzione dello spazio di libero movimento (raggio d’azione esistenziale): una vita chiusa, metodica e ripetitiva.
RNIA (organo uscito dalla sua cavità naturale: come se “scappasse” dal suo spazio) … tutto diventa uno sforzo, ogni piccolo gesto è un peso: difficoltà ad adattarsi, a “distribuire” i “pesi” della vita (pressione esistenziale) … rapporti interpersonali carichi di rancore, conflitti, dolore e spesso interrotti … esprime la voglia di abbandonare, di rompere e di lasciare situazioni in cui ci si sente intrappolati: un vivere in cella di isolamento.
rnia DEL DISCO (sporgenza di un disco intervertebrale dal suo spazio naturale) … essere in qualche modo bloccati, prigionieri sia da un punto di vista finanziario sia da un punto di vista relazionale (familiare, lavorativo, morale) … segnala una mancanza di disponibilità, una grande difficoltà a prendere decisioni, ad adattarsi a nuove situazioni, ai cambiamenti (tenere duro a tutti i costi!).


NFIAMMAZIONE (tessuto aggredito dall’interno o dall’esterno) … un conflitto interiore rifiutato perché risulta particolarmente doloroso ma che limita l’azione… una battaglia inconscia il cui campo d’azione è il corpo … fare o non fare determinate scelte (paura, senso di colpa), indecisione e insicurezza nell’affrontare le situazioni: difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti … Un aiuto naturale: Betulla verrucosa MG.
OMBOSCIATALGIA (dolore nella parte mediana della schiena) … poca flessibilità e adattabilità al cambiamento, eccessiva resistenza e molta sopportazione … difficoltà a “sorreggere”, a sostenere, a sopportare certe cose per un forte senso del dovere e spirito di sacrificio (problematiche economiche, lavorative, familiari) … troppe responsabilità e sforzi eccessivi “bloccano”: abusare delle proprie risorse … Un aiuto naturale: Pinus montana MG, Ribes nigrum MG.
RAMPO muscolaresegnala - a seconda della localizzazione che si DEVE SEMPRE prendere in esame - paura e tensione interiore: voglia di trattenere, aggrapparsi impulsivamente a qualcuno, a idee, a certe situazioni … quando si verifica negli arti inferiori significa che è difficile andare avanti, proseguire un programma, un progetto da tempo in cantiere: parla di un percorso diverso da quello che si desidera … i piedi, infatti, segnalano la fermezza, la direzione, la stabilità: mantenere il proprio ruolo o posto (sociale, lavorativo) … alle dita delle mani, invece, si vuole che tutto sia preciso, perfetto.
IFOSI (curvatura eccessiva della colonna v. nel tratto dorsale)… la schiena è l’impalcatura portante, sorregge, porta in gira e sorregge nel momento in cui ci si fa carico di qualcosa … una curvatura esagerata segnala spesso un fardello troppo pesante da portare … sentirsi in qualche modo schiacciati dal peso delle responsabilità, di non riuscire a far fronte alle problematiche quotidiane.
ORDOSI (spalle indietro e bacino avanti) … può riguardare un vissuto caratterizzato da svalutazioni, denigrazioni e rifiuti… soggetti che vogliono fare tutto da soli e non accettano facilmente “appoggi” dagli altri perché devono primo o poi ricambiare il favore oppure pensano di non meritare di essere “sostenuti” … difficoltà di affermarsi e sofferenza nell’affrontare le situazioni inevitabili.


e DITA (mano)Pollice: spingere, appoggiare, apprezzare o disprezzare; Indice: esprime l’autorità (connesso con l’intestino c.); Medio: segnala le emozioni legate alla sfera sessuale e il piacere; Anulare: unioni, legami, relazioni di coppia; Mignolo: riguarda la famiglia (connesso con il Cuore).

Le dita - assieme alla mano - esprimono la “presa”, le relazioni, la nostra capacità evolvere, di intervenire sul “mondo” e sulla realtà: affermarsi, creare, toccare, plasmare, sentire, accarezzare, prendere, respingere, bloccare, tenere “finalmente” in mano.


uando si è dominati dagli impegni e schiacciati dai doveri la vita “scivola” lentamente dalle mani… così la mano, attraverso l’infiammazione dei suoi nervi e tendini (tunnel carpale), diventando sempre più “debole” nel gestire la realtà, segnala un certo senso di impotenza ed esasperazione nell’aiutare, nel fronteggiare, nel sostenere, nell’assistere qualcuno o qualcosa (dolore) … ma anche per allontanarsi emotivamente da quel soggetto che non si accorge nemmeno del tentativo di aiuto (intorpidimento = insensibilità).

I disturbi alle mani ti dicono che la vita ti passa acconto e che non riesci ad afferrarla: sei sfiduciato, mortificato, non convinto del tuo valore e delle tue vere potenzialità.


o scheletro, oltre a partecipare al movimento, rappresenta le fondamenta, la base e la solidità di ogni struttura vivente ... un ponte mobile tra l'interiorità e la libertà di ogni individuo, (padroni del proprio destino). I muscoli indicano lo sforzo, il riposo e la motivazione (anche perdita di dinamismo e motivazione, sentirsi obbligati). Permette - attraverso l'espressività fisica e mentale - di affermarci, di muoverci nel tempo e nello spazio ... di allontanarci anche da cose che non piacciono più, ma anche il "limite" oltre al quale non è possibile andare. Le ossa con i muscoli trasformano il pensiero in azione ... aiutano ad assumere il ruolo che ci compete. E' la struttura portante più dura, più rigida, più compatta dell'essere vivente (ma anche fragile se non ci fossero le articolazioni): garantisce autonomia, resistenza, solidità, postura e motilità (245 ossa ca. collegate alle articolazioni mobili). Protegge e impedisce di "crollare" ... sorregge anche dai "pesi" schiaccianti e insopportabili della vita (irrigidimento dei muscoli delle spalle). Una struttura che permette di posizionarci nel mondo, di sopportare carichi ingenti, segnalando in tal modo solidità, sicurezza e fiducia interiore: la nostra stabilità psichica ...la capacità di piegarci e adattarci alle situazioni o sentirci bloccati nel nostro desiderio d'azione. Una struttura che nasconde un mondo psichico davvero insospettabile. 


e ossa, a questo proposito, hanno una profonda valenza psichica e alcuni detti popolari la confermano: "Avere le ossa rotte, Devi ancora farti le ossa, E' una situazione in cui si rischia di uscire con le ossa rotte, Far economia fino all'oso, Essere bagnato fino al midollo, Ei, tu posa l'osso, Ridursi pelle e ossa", dunque, ruota sempre attorno al tema della "paura". Un problema, del timore di non essere abbastanza "sostenuti". Un vivere continuamente in uno stato di allerta, una sensazione perenne di essere "attaccati" da qualcosa ... il tutto accompagnato da una forte e diffusa di tensione. Un corpo sempre sulla difesa - sottoposto ai pesi delle regole sociali, ai giudizi di valore, alle frustrazioni e alle censure - perde inevitabilmente armonia e plasticità: la malattia mette a fuoco l'esatta condizione interiore e la vera fluidità mentale del soggetto in tempo reale ... rigidità mentale, tormenti, comportamenti, abitudini logorano e "appesantiscono" ossa e articolazioni. Fenomeno perlopiù legato a soggetti che si autosvalutano e con la convinzione di non essere abbastanza "solidi" (fragilità ossea indica bisogno di sostegno ... immaturità) ... responsabilità, rassegnazione, schemi mentali rigidi e pensieri ricorrenti ci "bloccano": un confitto tra l'ambiente circostante e le proprie convinzioni. Quando siamo in tensione, fortemente turbati, impressionati dai nostri atteggiamenti, dal nostro modo di reagire, scossi nelle convinzioni più profonde, l'impalcatura ossea si fa sentire attraverso un dolore o un disturbo ... la "sofferenza" creando "attrito" blocca il movimento ... un movimento che si fa pian piano più impacciato e rigido. La natura però, con il suo linguaggio dice la sua, "blocca"; allora, chi era "tutto di un pezzo" è costretto a "piegarsi". La muscolatura sotto ansia e stress modifica l'equilibrio di fondo sottoponendo continuamente le strutture vertebrali a grosse tensioni. Molti disturbi a carico dell'apparato muscolo - scheletrico, infatti, segnalano un cattivo utilizzo delle proprie risorse e potenzialità emotive ... ingorghi emotivi che inesorabilmente limitano, ingabbiano, bloccano e infiammano la struttura portante. L'articolazione sempre più sotto pressione e con infinite contratture finisce per deformarsi ... fino a consumarsi.


lluce: 1° Chakra (sicurezza: casa, lavoro, denaro). Pollice: 1° Chakra (difficoltà a prendere ciò che si vuole). 2° dito del piede: 2° Chakra (emozioni e sicurezza nella sessualità) Ernia al disco: 1° Chakra (sicurezza). Indice: 2° Chakra.

nghie, sono strumenti sia di aggressione sia di protezione … segnalano il reale stato di difesa del soggetto … quando sono troppo fragili significa che si è particolarmente sensibili, indifesi e facilmente vulnerabili … se la psoriasi attacca l’unghia è sensato pensare che si faccia carico di un’aggressività repressa … paura della rabbia; … problemi alle unghie indicano sempre inquietudini interiori, un conflitto tra impulsi aggressivi e, nel contempo, una forte spinta repressiva legata al terrore di perdere il controllo e fare del male.

e le unghie presentano striature longitudinali ci segnalano disturbi intestinali, mentre una sua forma concava indica una carenza di ferro, quella convessa, invece, indica qualche difficoltà respiratoria.

NB. La struttura ossea, essendo la nostra parte più dura, rappresenta la "forza", la fermezza e la durezza ... il comportamento testardo e la rigidità di pensiero.

Chakra


e patologie collegate all'apparato locomotore riguardano il primo C. (sicurezza, voglia di vivere, madre) e al terzo C. quando si verifica una infiammazione (riguarda la personalità, libertà e controllo, essere se stessi).

Gli    Arti  inferiori


e gambe sono le colonne del nostro corpo, ci permettono di spostarci, di andare verso le cose e gli altri (incontri, contatti) ma anche di allontanarci da situazioni temute. Il simbolismo legato a questo distretto corporeo è molto forte: conflitti relazionali, sicurezza, resistenza al cambiamento, paura nell'affrontare il futuro, di andare avanti ... il solo pensiero di agire sviluppa ansia e blocca, si rimane fermi creando una forte tensione e contrazione in tutta questa zona: conflitto di movimento. L'anca il tradimento: essendo l'articolazione primaria, fondamentale per gli arti inferiori, rappresenta l'armonia, il nostro modo di passare all'azione, le nostre convinzioni e le nostre indecisioni di fronte a delle scelte, ci mette in relazione con il mondo circostante ... la vita frena per paura di perdere libertà e sicurezza. Il ginocchio indica l'umiltà, l'obbedienza, l'accettazione, la sottomissione, la capacità di essere "flessibili", di piegarsi, di sottomettersi, di accettare osservazioni, suggerimenti e decisioni altrui (rifiuta i cambiamenti ... i modi di pensare e gli schemi mentali antichi, ostacola l'evoluzione ) ... teme il giudizio, l'opinione che hanno di lui. Soggetto particolarmente orgoglioso e testardo nelle sue scelte che ritiene sempre giuste (si spezza ma non si piega ) ... difficoltà a piegarsi davanti agli altri. I piedi sono legati alla nostra sicurezza, stabilità, libertà e al rifiuto di andare avanti nella vita: paura per il futuro e delle responsabilità (incertezza prodotta dalla sua personalità o inculcata da altri) ... timore di perdere le proprie posizioni materiali affermate e conosciute (lavoro, soldi) ... capacità di affermare le proprie conquiste o le proprie opinioni (non si dice forse: "stare sulle spine" o "tirarsi la zappa sui piedi").

rampi (gamba: rappresenta la possibilità di andare in qualsiasi direzione). Segnalano attraverso la tensione e la rigidità una forzatura, un andare, un seguire una direzione decisamente opposta a quella desiderata: si è obbligati ad accettare cose nuove, vincoli estranei al proprio modo di pensare.

uando i disturbi colpiscono gli arti inferiori si esprimono disagi emotivi ben precisi, significa che ci sono conflitti che agiscono sia sull’autonomia sia sulla “certezza” (confusione) nel raggiungere progetti e obiettivi (affermazione, blocco, scappare, avanzare, libertà).

Gli   Arti superiori

ARTROSI CERVICALE … è una "malsana" tendenza a “piegare il capo” di fronte a situazioni che nel tempo sono diventate insostenibili.


uesta parte ci parla della nostra capacità d'azione: toccare, prendere, respingere, stringere, trattenere, allontanare, difendere e difenderci ... distretto corporeo che ci consente di agire. La spalla, essendo anch'essa un'articolazione fondamentale del braccio, segnala la nostra difficoltà ad agire ... i freni dei nostri sogni, desideri e affetti. Persona spesso troppo carica di responsabilità, di obblighi che riguardano altri ... un fardello, un carico eccessivo che non le compete, insicurezza verso il futuro. Si sente ostacolata ad andare nella direzione voluta ... accogliere qualcuno o un nuovo evento. Le braccia. Una tensione in questo distretto corporeo si riscontra generalmente in chi ha difficoltà ad eseguire (ordini), accettare e fronteggiare le situazioni della vita ... difficoltà nel fare, nell'agire. Aggressività trattenuta (battere i pugni sul tavolo). Il gomito, come il ginocchio, permette la mobilità: piegarsi, cedere e allentare la presa ... difficoltà ad accettare un nuovo stile di vita, una nuova situazione, un nuovo vissuto. Sono individui conservatori che rifiutano di fare, di cambiar "direzione": non afferrano le opportunità della vita ... accettano solo a seguito di costrizione o forzatura. La mano. Ci parlerà del dare e del ricevere con amore, del lavorare con passione, della nostra creatività, dell'azione sul mondo esterno (cose, situazioni, persone) ... tenere in pugno, dominare e possedere ... "tenere in mano la situazione".

Artrite.

alattia, acuta o cronica, di natura infiammatoria di una o più articolazioni. E' caratterizzata da rigidità, dolore, calore, gonfiore, deformazione, arrossamento e difficoltà di movimento ... una persona poco malleabile "paralizzata" anche nelle emozioni. Anche qui troviamo un personaggio che non si sente amato, molto rigido, severo, critico e facile alla delusione ... si sente continuamente sfruttato, oppresso, indeciso, prigioniero, "ingabbiato", impotente, privato della sua libertà. Fenomeno legato alla rigidità mentale, al dubbio, alla delusione, al risentimento, al senso di ribellione ... teme la critica e l'autorità. Ma il corpo puntualmente segnala, insegna ad esprimersi, a non smorzare le proprie emozioni per far piacere agli altri ... insomma, dire di no quando é il momento di dire no. 1° Chakra (sicurezza economica, psicologica).

Artrosi.

alattia cronica e degenerativa che colpisce le articolazioni: "consumazione" della cartilagine. E' un disagio che di solito si sviluppa in una persona con spirito critico, sempre sotto sforzo, tendenzialmente triste e alla ricerca continua di perfezione. Tende a proiettare sugli altri la colpa delle sue disgrazie. Si sente spesso sminuito, criticato, denigrato, inferiore, svalutato (da vecchia data) e lamenta di non ricevere il sostegno necessario per occupare il suo posto nella vita. Mosso sempre da tratti depressivi, da un forte senso di ingiustizia prova risentimento e collera nei confronti delle persone circostanti perché non riesce a cambiarle (la collera si trasforma in infiammazione) ... richiama la rigidità morale oltre che corporea: caratteristica caratteriale che si riscontra facilmente nell'artrosico. Allora, il corpo intelligente - gelante e scrocchiante - attraverso le sue articolazioni, suggerisce di essere più clementi ... più flessibili e accomodanti.

Lombaggine.

l famoso "colpo della strega": tensione, forte dolore nella parte bassa della schiena. Comunica spesso un senso di impotenza, di ribellione nei confronti delle responsabilità materiali ... difficoltà ad accettare i cambiamenti esistenziali che, in parte, sconvolgono profondamente stili di vita, abitudini e punti di riferimento (coppia, lavoro, famiglia) ... inflessibile, dubita delle sue capacità.

Mal   di   schiena


e ossa ti chiedono di pagare il “conto” quando non sei per niente spontaneo, lotti contro te stesso, rinunci alle passioni e alla libertà di muoverti, così perdi "elasticità" e armonia, a favore della staticità mentale (mi spezzo ma non mi piego!); quando ogni gesto è incentrato sul sacrificio, sulla forza di volontà e sul dovere, continuamente sotto esame e sempre in “gara” si blocca il MECCANISMO anche lubrificandolo (farmaci)! … non ascoltando i messaggi inviati dall'impalcatura dovrai per forza rallentare o fermarti ... desidera solo più rispetto e attenzione ... il segnale in codice tradotto è: non stai entrando nel mondo con spontaneità e non accetti cambiamenti.

l mal di schiena tiene fermi (blocca anche le trasgressioni!!!) tutti coloro che, in ogni momento e situazione, sono sempre tutti d’un pezzo, governati dalla testardaggine, da posizioni irremovibili… una durezza e una rigidità in contrasto con questa grandiosa e complessa struttura flessibile: non vuole altro che fluidità, apertura e … solo AMORE.

a schiena si divide in cinque distretti: cervicale o nuca (testardaggine, insicurezza, pericolo ... paura di perdere il controllo, di lasciarsi andare alle emozioni), toracica o dorsale (difficoltà relazionale, di godersi la vita, esprimere i propri bisogni, responsabile della sofferenza altrui, timore di perdere la persona con cui si ha un legame affettivo, assumersi delle responsabilità eccessive), zona lombare (preoccupazione eccessiva a livello materiale), sacrale (trattenere odio, rancore) e coccige (preoccuparsi per i propri bisogni fondamentali: mangiare, lavoro, casa). Anche questa struttura, come sopra indicato, esprime più significati: rappresenta non solo la protezione, il sostegno e il supporto del corpo umano ma anche il modo di porsi nella vita ... il dinamismo di ogni individuo. Può anche segnalare - a seconda della regione coinvolta - l'esigenza o il desiderio di essere abbastanza sostenuti sia a livello materiale sia a livello psichico. Assumersi eccessive responsabilità e pesi intollerabili (schiaccianti), troppo gravosi, fardelli troppo pesanti da portare ... impegni a volte non completamente compatibili con la vera natura del soggetto. Appare, quindi, un personaggio particolarmente attivo perché teme che prima o poi gli venga a mancare "qualcosa"... il fare per lui diventa una ragione di vita ma anche un modo diretto di far vedere agli altri la sua immagine forte e potente.

'armonia e la flessibilità di questa struttura è fondamentale per il buon "equilibrio" della vita. Viene anch'essa "deteriorata" dalla paura di perdere il controllo, dalla testardaggine, dalla solitudine, dall'insicurezza affettiva, dall'impotenza, dall'eccessiva preoccupazione, dal vissuto emotivo, dal mondo interiore dell' individuo ... atteggiamenti e comportamenti che rivelano sempre un malessere diffuso. Cifosi. Accentuazione della normale curvatura del tratto dorsale della colonna vertebrale (arrotondamento, gobba: piegarsi davanti all'autorità). Fenomeno che colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. Il soggetto si sente schiacciato, ha l'impressione che la vita sia davvero difficile, un grande fardello da portare avanti ... un futuro spaventoso e troppo pesante. Lordosi. Convessità della colonna vertebrale contraria alla cifosi ... si crea un incavo nella schiena (bacino in avanti e spalle indietro). Sono delle persone che hanno fallimenti alle "spalle" e, in passato, hanno vissuto situazioni in cui si sono sentite respinte e rifiutate ... sempre sul chi va là nell'affrontare le situazioni. Poco disponibili, per le loro esperienze passate, non sanno condividere con gli altri ... una profonda presunzione di realizzare ogni cosa da soli. Scogliosi. E' una deviazione laterale della colonna vertebrale a forma di S. La persona scoliotica fa fatica ad "allinearsi" alle regole sociali e si valuta poco "solida" nel prendere decisioni ... un peso mentale eccessivo, sgradevole da sostenere, perde importanti punti di riferimento. Il soggetto solitamente si fa carico spesso di tensioni e problemi che non sono suoi, ma di altri ... una forte tendenza all'altruismo che allontana dalle sue vere e proprie necessità emotive. La colonna vertebrale da sempre è considerata come una modalità espressiva somatica della forza interiore che consente ad ognuno di noi di "gestire" le diverse situazioni della vita ... ovvero, la nostra capacità di sopportazione, di mantenere l'armonia e l'equilibrio nonostante le varie difficoltà esistenziali. E' su questo distretto corporeo che scarichiamo i pesi, non solo fisici e psicologici, ma anche le responsabilità quotidiane. Come è già stato più volte sottolineato, le persone più a rischio sono quindi quelle che possiedono un enorme senso del dovere, quasi portati al masochismo, che non concedono facilmente spazio ai propri desideri esigenze personali troppe RINUNCE fanno SOFFRIRE la schiena.
osì la rigidità diventa protagonista, fa lo sgambetto e, silenziosamente, impone il proprio “controllo”, il suo “potere” blocca il cammino… il blocco, allora, interrompe quei comportamenti che nel tempo potrebbero danneggiare ulteriormente la salute perché, come sappiamo, obbligano ad uno stile di vita non voluto, non in sintonia che i veri desideri: il corpo non fa altro che reagire, protestare se non si riesce ad esprimere le potenzialità in maniera naturale, lineare e spontanea.
ome sbloccare i dolori articolari e rimettersi in “piedi” con la fitoterapia, gemmoterapia e oli essenziali: Fraxinus E. (gotta, artrite) TM, Arpagophytum P. (infiammazioni) TM, Ribes N. (infiammazioni) MG, Vitis V. (infiammazioni) MG, Juniperus C (antireumatico) O.E.. Spiraea U (infiammazione) O.E.

...  mostrarsi PERFETTO - troppo cortese, troppo educato, troppo gentile - accettare ogni cosa per il timore di essere respinti, permette di sfuggire alla critica ... ma che FATICA!!!

Quando la schiena ci  “volta le spalle”


na scarsa AUTOSTIMA, troppa ansia e profonda tristezza, agendo sulla postura, possono bloccare, contrarre e infiammare i tessuti articolari, le ossa allora - gestite dai vari atteggiamenti - mettono in guardia con disturbi specifici, segnalano una mente rigida e inflessibile, troppi carichi e tanti sacrifici, censure, freni, rinunce e parecchi desideri inascoltati, l’esposizione continua a situazioni che logorano … bisogna togliere i pesi dalle “spalle”, reagire, essere più “mobili”, “elastici”, trovare il piacere nel fare le cose: insomma, “ leggerezza” e motilità, per proteggere, dare forza e sollievo a tutto l’apparato locomotore, per far star bene le ossa in modo del tutto naturale.


a schiena è molto più dell’impalcatura che sorregge il nostro corpo … ci sostiene, concretamente, anche in senso psicologico. Anche se di primo acchito tale affermazione può disorientare, creare perplessità a tutti coloro che guardano con sospetto la dimensione emotiva, essa viene ampiamente confermata dallo stretto legame neuro - fisiologico che esiste tra tensione emotiva e tensione muscolare. E’ un albero - maestro che ci permette di mantenere la nostra “posizione” nel mondo non solo a livello organico: consente di andare verso le cose (disponibilità, flessibilità, armonia, equilibrio). Tutti gli elementi dell’apparato locomotore (ossa, muscoli, articolazioni), sono in grado di adattarsi e coordinarsi reciprocamente l’uno all’altro per consentirci di realizzare ciò che decidiamo sia a livello meccanico (sdraiarsi, sedersi, correre) sia a livello psichico (rabbia, insicurezza, rancore, paura). Se osserviamo ad esempio l’effetto di un’umiliazione sul corpo, esso si disporrà immediatamente in maniera diversa. La testa china, le spalle abbassate, il collo rigido, la schiena incurvata sono precisi segnali del nostro stato emotivo … racconta il malessere che si agita dentro di noi. Le offese, in realtà, ci inducono a “ripiegarci”, per così dire, su noi stessi. Le articolazioni hanno dunque il compito di plasmare e dar voce a tutti quei movimenti che rispecchiano la nostra personalità, le nostre aspirazioni e i nostri conflitti. I dolori articolari, quindi, non dipendono solo da stress di tipo meccanico, dall’età, dal clima (freddo e umidità), da posture errate e da abitudini alimentari scorrette, ma possono essere una spia di un’evidente difficoltà dell’individuo. 


ono tantissimi i retroscena emotivi che giocano un ruolo determinante nel bloccare o infiammare le articolazioni. I disturbi alla schiena - a seconda della loro localizzazione e della modalità con cui si presentano - raccontano i nostri conflitti, il nostro modo di resistere alla vita e le nostre vere difficoltà: apertura o chiusura con il resto del mondo. Il dolore localizzato nel tratto cervicale è presente in quei soggetti che si sentono gravare sulle loro spalle responsabilità e pesi intollerabili (fatiche, disagi, impegni). Persone schiacciate letteralmente dall’essersi assunte “impegni”, troppo gravosi, non compatibili con la loro natura. Con questo atteggiamento, l’aggressività trattenuta nello sforzo di “adattarsi” alla richiesta del ruolo assunto, viene bloccata nei muscoli delle spalle creando uno stato di continua tensione. Con il movimento della spalla, inoltre, possiamo tenere a debita distanza una persona o abbracciarla, salutarla, minacciarla oppure imporle un comando … tutti gesti che ci mettono in relazione con gli altri. La metafora linguistica “farsi largo con i gomiti”, ci ricorda come questo atteggiamento, tentando di delimitare uno spazio tutto nostro, possa presentare anche aspetti aggressivi che se troppo accentuati creano, con le continue tensioni muscolari, problemi in questo distretto corporeo. Se si cerca di sconfinare, andare oltre il nostro “spazio d’azione”, questa articolazione può “fermarci” con il sintomo “dolore”. Anche un “polso troppo fermo” può bloccarsi nel gestire situazioni difficili e complesse. L’anca è uno snodo articolare molto importante che ci permette di avere una camminata “ancheggiante” (richiamo sessuale), di spostarci in maniera sicura, fluida e armoniosa … permette di procedere nella direzione “giusta”, puntare diritti verso le aspirazioni e le scelte esistenziali. I dolori che ne limitano l’oscillazione, i suoi movimenti, possono anche essere l’espressione di paura verso una sessualità vissuta in maniera controllata e soffocata. In realtà, se l’esperienza sessuale è vissuta come un “territorio accidentato”, questo sofisticato meccanismo potrà bloccarsi proteggendo il soggetto da “movenze temute”.


uando poi si arriva a un punto di tensione critico, ecco intervenire, come d’incanto, il dolore o il blocco: chi voleva essere tutto d’un pezzo, tener duro, non mollare mai, si deve letteralmente “piegare”, chi voleva, invece, in maniera conflittuale fuggire (cambiare) o trasgredire (nuovi incontri) ha la scusa buona di non farlo. Un’autostima fragile, il timore di lasciarsi andare, gli obblighi mal vissuti e le continue paure provocano posture scorrette, si trasformano in rigidità muscolare e influenzano il nostro modo di pensare. In compenso sono soggetti che si agitano molto ma si muovono poco. Sentimenti, piaceri e desideri vengono prontamente censurati per uno stile vita “impeccabile”: preferiscono sempre il dovere alle loro grandi passioni. La “rigidità” è sempre un messaggio emotivo da non sottovalutare, esprime la difficoltà a tener sotto controllo gli eventi e le persone con cui si entra in contatto. Sono soggetti insicuri, facilmente influenzabili perché vivono in funzione di conferme esterne, sempre sotto esame, spaventati, ipercritici nei propri confronti, si colpevolizzano anche per errori banali e stentano a riconoscere i propri meriti: una lode improvvisa, per aver raggiunto risultati positivi, può metterli in imbarazzo. Gli individui più esposti ai disturbi osteo - articolari tendono ad adeguarsi, seppur controvoglia, a esperienze vissute come “problematiche”, reprimono gli slanci emotivi perché pensano che una personalità forte (tutta di un pezzo, che si spezza ma non si piega come le ossa) debba tenere “tutto dentro”, non accettano i cambiamenti e fanno di tutto per sacrificarsi: nascondono i propri desideri in nome di una identità imposta … salvano l’immagine esteriore ma si dimenticano di se stessi. Sono dotati di grande potenzialità ma non riescono a “muoversi” liberamente nelle proprie decisioni in quanto sono dominati da una grande rigidità o coerenza morale. Dinamiche mentali che si traducono in una pessima respirazione e in forti dolori a carico di tutta la struttura muscolare. La flessibilità e l’elasticità per chi ha dolori articolari sono parole del tutto sconosciute. Sono sempre tesi, duri, contratti, indecisi, incapaci di relazionarsi in maniera serena con il prossimo: l’interrogativo che li mette alle “strette” è cedere o forzarsi. Il corpo si paralizza, sembra chiudersi in una camicia di forza. Dolori lancinanti alle articolazioni, tendini e legamenti completamente “inceppati”. Il segreto del buon funzionamento delle articolazioni dipende da buoni “lubrificanti”: flessibilità, dolcezza e armonia, affrontare la vita in modo più cedevole e morbido risana il corpo liberando la mente. 


 dolori articolari parlano di un fare impacciato, indeciso, non fluido e poco armonioso, di problemi relazionali e blocchi emotivi profondi che non vengono mai ascoltati, di desideri importanti tenuti a debita distanza perché moralmente considerati sconvenienti, di richieste eccessive che sovraccaricano l’intera struttura, di rifiuti che avviliscono e bloccano il movimento e l’espressività… segnalano la vera disponibilità verso gli altri, la lentezza nel prendere decisioni, il bisogno di affermazione, le varie responsabilità della vita, i conflitti affettivi, gli stili di vita.

'assunzione di calcio (latte …) è indispensabile per la salute delle ossa ma se non è associato al fosforo (germe di grano …), fondamentale per fissare tale minerale nella struttura ossea, serve a ben poco: le ossa rimangono “fragili”.


uando la testa è troppo piena di pensieri pesanti e il cuore bloccato, soffocato o vuoto - perdendo di vista il fuoco della passione si “sente” davvero poco la vita - ci si confonde, si diventa fragili, si perde l’equilibrio: si “gira” intorno al mondo e a vuoto (cervicale “ballerina”… bisogna alleggerire le tensioni che pesano sul collo) … la terra manca sotto i piedi (vertigini).

Quello mi fa venir mal di TESTA …


n “lavoro” troppo di testa: una scelta di vita che porta all’estremo l’attività razionale … l’ipercontrollo “sfianca” la testa (incapacità a rilassarsi): le viene proibito di entrare in contatto con le parti “proibite”… un conflitto tra istinto e ragione, una lotta tra doveri e sogni, un bisogno di fare chiarezza, un eccessivo controllare: gestire pensieri, rapporti ed emozioni.

enso sia capitato a tutti aver sentito dire questa espressione: “Quello mi fa venir mal di testa”. La cosa può essere letteralmente vera in quanto un’emicrania da tensione avviene quando si verifica una contrazione piuttosto sostenuta della muscolatura scheletrica della testa o del collo (trapezio). Il nome stesso indica la caratteristica propria dell’emicrania, cioè dolo che colpisce metà della testa (il dolore pulsante, accompagna ipersensibilità a suoni e luci, a volte nausea e vomito). I muscoli che si contraggono continuamente riducono il rifornimento sanguigno, e con una quantità insufficiente di sangue per soddisfare le sue necessità metaboliche. Il muscolo fa incredibilmente male. Oggi si sa che il sistema nervoso simpatico (eccita e stimola il metabolismo, contrae) ha la funzione di far restringere i vasi, mentre il parasimpatico (tranquillizza e deprime, rilassa) ha una funzione vasodilatatrice. In generale, questo tipo di mal di testa è assente al mattino e cresce di intensità con l’aumentare della tensione della giornata. Questo avviene perché la muscolatura scheletrica della testa e del collo è sottoposta a contrazioni crescenti in molti individui quando in loro cresce la tensione e l’apprensività. All’inizio c’è una costrizione delle arterie che portano il sangue al cervello, in seguito c’è la dilatazione delle arterie stesse. In alcune persone l’attacco si manifesta, in maniera del tutto tipica, insieme, a volte, con le regole mensili, in altre si manifesta in momenti imprevedibili, alla fine settimana, quando c’è un carico eccessivo di pensieri, di responsabilità e di preoccupazioni, durante una cena con amici o durante i giorni in cui soffia il vento favonio. Se qualcuno tra coloro con i quali si interagisce è suscettibile a tali mal di testa da tensione, può essere utile comprendere la relazione esistente tra pressione emozionale, tensione, apprensione, dolori alla testa e al collo. Maggiore è la pressione emozionale e maggiore sarà il dolore. 


ecenti studi hanno messo in evidenza la componente psicosomatica di questo malessere; il soggetto, in breve, dovrebbe fare l’esame di se stesso, esaminare se non è per caso impaziente, si addossa un eccessivo carico di lavoro e responsabilità (ciò lo rende teso e irritabile), non riesce a distendersi a rilassarsi a lasciarsi andare, non sa essere spontaneo e disinvolto (ha una sessualità controllata o inibita), inflessibile, ambizioso, sensibile e teme le critiche, vendicativo, perfezionistico, o avido di potere (tutti atteggiamenti che irrigidiscono il tessuto muscolare). Questo malessere, pare, alcuni studi hanno confermato questa ipotesi, sia connesso con stili di vita, schemi mentali o con situazioni emotive sperimentate in passato in cui ci si è sentiti costretti e minacciati (il corpo reagisce in base a quel che si pensa!). Il terrore (inconsapevole) di rivivere tale situazione può far scaturire una tensione (contrazione muscolare) connessa a un pericolo potenziale. Può trattarsi della convinzione di subire un’influenza o di un abuso oppure una sensazione diffusa di impotenza, di disistima. In questo modo, ogni volta che ci si sente in qualche modo minacciati o costretti a fare cose controvoglia ecco che il disturbo, con le sue caratteristiche “costrittive”, si manifesta. La nausea e il vomito, quando fanno da cornice, esprimono un secco rifiuto e diniego della situazione. Nel trattare con la gente è sempre costruttivo comprendere come l’altra persona può vivere una certa situazione (senza farsi venire il complesso del messia!). Ciò può aiutare ad alleviare la tensione per entrambi.


pecialmente in situazioni nelle quali ci si sente sotto accusa, o si sta giudicando qualcun altro, è possibile alleviare le circostanze potenzialmente stressanti comprendendo il significato semantico del messaggio che viene comunicato. Siccome in ogni rapporto interpersonale un’alta percentuale di quanto viene comunicato è non - verbale, alcune nozioni su questo comportamento non verbale possono rivelarsi essenziali se ci si propone di affrontare la gente in maniera ragionevole e sistematica. Tutti, chi più chi meno, conoscono gli indizi non - verbali. I diversi distretti corporei raccontano infatti la nostra storia e la trama di questo racconto può essere colta solo guardando le cose come una totalità (psicosomatica). Osservando il corpo e le sue movenze possiamo imparare a conoscerci meglio e comprendere che cosa, gesticolando, comunichiamo agli altri e che tipi di messaggi i vari interlocutori ci inviano. Quando incontriamo la gente infatti ne notiamo automaticamente l’espressione del volto, l’atteggiamento fisico, e la maggiore o minor velocità del discorso. Se correttamente codificato, tale linguaggio può risultare molto eloquente e raccontare emozioni, stati d’animo, desideri. Capirne pertanto i meccanismi significa entrare in maggior sintonia con se stessi e gli altri, per vivere meglio i rapporti con i colleghi, amici, la famiglia. Cosa fare. Dopo aver appurato dallo specialista qual è il tipo di mal di testa, si attiverà un programma terapeutico ad orientamento psicosomatico; tali metodiche terapeutiche saranno rivolte a stimolare l’individuo ad esternare, in maniera sempre più spontanea e naturale, ciò che di solito non si permette di fare nel proprio mondo.


a testa esprime un forte conflitto tra RAGIONE e ISTINTO: un ingorgo di pensieri… se la “PERDI” e non reprimi il mondo emotivo fai svanire ogni malanno, produci solo benessere.

Il codice segreto del dolore alla testa:

1. Martellante o pulsante: desideri o preoccupazioni che “bussano”, chiedono di essere considerati … ascoltati;

2. Pesante: pensieri, “stagnanti” che non portano a nessuna consapevolezza;

3. Cerchiata: desideri, impulsi bloccati, che non si lasciano andare.


loccare o non bloccare, trattenere o lasciare andare, soffocare o non soffocare quelle “strane” emozioni spontanee e “libertine”, lottare tra istinto e ragione, paura di non riuscire a controllarsi e una gran voglia di “perdersi” nei propri desideri, ecco la “miccia” che fa scoppiare la testa: non si accettano in se stessi o negli altri sentimenti aggressivi o erotici, non si sopportano atteggiamenti di rifiuto, di non considerazione e di indifferenza … il non voler cedere, sempre sull’attenti e troppo razionali, un carico eccessivo di “pesi”, il non fidarsi, la paura di soffrire, di mostrare le proprie “debolezze” e “fragilità”: tutte cose difficili da accettare perché pensiamo possano contaminare l’immagine “pura” e, per certi versi, rassicurante che vogliamo mantenere a tutti i costi di noi … censura e ruoli troppo “stretti” spengono la vita, bloccano vitalità e creatività, non rispettano i propri modi di essere, fanno perdere di vista le proprie esigenze: appesantiscono davvero la testa … smantellare l’iper - razionalità è il primo gesto vincente per sbloccare una testa “intasata” di pensieri e tossine psicofisiche … RIMETTI a posto le cose, cambia “testa”, sbloccala dai troppi calcoli, svuotala dai pensieri inutili, liberala dalla “morsa” dei ruoli imposti e schemi mentali aridi, pesanti e innaturali, “puliscila” dalle troppe domande e dai continui film mentali, “disintossicala” con un sonno profondo, buona compagnia e svaghi giusti: se pensi “leggero” fai volare la tua mente … NON cercare di “raffreddarla” con divieti, forzature e autorepressione.




l cervello pesa meno di un chilo e mezzo (2% della massa corporea di un individuo di 75Kg), a tutt’oggi, è la struttura più complessa e meno conosciuta del corpo umano. Il cervello (ca. 80%) è fatto di acqua, strutture fisiche e biochimiche. Non è sicuramente - a livello di dimensioni - un organo straordinario, ma lo è senza ombra di dubbio in termini di potenza. Usa il 25% dell’ossigeno e dello zucchero in circolo nell’organismo. Le strutture anatomiche cerebrali si dividono in due tipi di funzioni: esecutiva (funzioni di natura intellettuale) e rettiliana (emozioni). E’ dalla nascita che si “decide” quale parte del cervello è opportuno sviluppare e quale è meglio lasciar perdere (un mondo ricco d’amore stimolerà l’emisfero destro … al contrario, una vita piena di “calcoli”, l’emisfero sinistro). Quindi, quanto più si usano certe aree cerebrali, tanto più si svilupperanno quelle particolari terminazioni nervose (neuroni) mentre è vero il contrario per quei neuroni che non si usano … cerca, allora, attraverso nuove attività mentali di utilizzare quella parte cerebrale che solitamente non usi, anche invertire l’ordine degli interessi quotidiani … (RICORDA, gli stimoli sempre uguali lo rattrappiscono, cambia la routine quotidiana perché lo danneggi): aumenteranno o diventeranno più forti e veloci neuroni e dendriti. Il modo in cui stimoliamo il cervello, fin dalla tenera età, l’allenamento di quella struttura neuronale, farà sviluppare sana e forte quella zona nervosa particolarmente coinvolta (più l’area è grande più verrà irrorata dal sangue, ossigenata) … mentre le altre parti, meno irrorate dal sangue saranno più “deboli”; le connessioni neuronali risulteranno meno sviluppate e presenteranno difficoltà ad elaborare stimoli e informazioni.


ENETICA o AMBIENTE? … nessuno, a livello scientifico, è in grado di dare una risposta univoca a questo grande quesito, ma è indubbio che da un certo tipo di cultura e da una particolare struttura sociale si impara a far lavorare di più o di meno quella particolare area cerebrale … il cervello si “DETERIORA” dai tormenti continui, dalla perdita di certezze, dai lutti e dai problemi finanziari … si RIGENERA attraverso il buon cibo, l’attività fisica, i rapporti con la gente, la meditazione, divertimento e grandi … grandi risate … VITAMINE e INTEGRATORI che possono essere d’aiuto nella funzionalità cerebrale (memoria, umore): vitamina Bc (folati) che si trova nei fagioli rossi, germe di grano, negli spinaci, carciofi, nei broccoli, nelle uova, nella soia e nel lievito di birra, assieme alle vitamine B6 (pollo banane, patate, lenticchie, trota, spinaci, lievito di birra) e B12 (salmone, uova, emmental, latte, fegato di manzo, tonno, crusca di fiocchi d’avena, agnello) … lo proteggi mangiando anche mandorle, salmone e miele … tutto ciò che utile alla circolazione sanguigna e favorisce la salute delle arterie (vedasi apparato cardiocircolatorio).

Oggi mi “SCOPPIA” il cervello


l cervello è il centro di comando di tutte le attività cognitive, motorie e psicoemotive. Una scatola magica, affascinante, delicata ma potente, una macchina completa in ogni sua parte, per certi versi ancora sconosciuta, in cui si decidono i vari processi organici e psichici. Un ingranaggio perfetto, un condensato di energia (si parla di 100 miliardi di neuroni), un organo misterioso, un indubbio concentrato di capacità miracolose che, da secoli, affascina e stupisce sia la scienza sia l’uomo comune. Le potenzialità di questo organo sono davvero illimitate. E’ una struttura in continua evoluzione, possiede una forza generativa davvero strabiliante: silenziosamente, giorno dopo giorno, riesce a plasmarsi, resistere, adattarsi, costruirsi e modificarsi. Quando non è “contrariato” dai nostri errori esistenziali ci rigenera e realizza la nostra vera natura. E’ il nostro cervello che ci permette, se tenuto in debito conto, di vedere, sentire, correre, annusare, fare sesso selvaggio, risolvere situazioni problematiche, parlare, cantare, amare… In esso è scritto tutto, in maniera indelebile, la nostra storia, i tratti della nostra personalità più reconditi, la nostra capacità di reagire e, soprattutto, filtrare gli stimoli ambientali. E’ in questo luogo che dimora, spesso assopito, il talento e la creatività, si decide la sopravvivenza, si “processa” ciò che si è appreso e si “digerisce” la realtà. Per questo motivo è un organo che per funzionare bene deve essere pulito, malleabile, flessibile, lucido e libero da tutte quelle cianfrusaglie che spengono le energie cerebrali, compromettono e mettono in pericolo la sua corretta funzionalità. Spesso, però, non lo rispettiamo affatto, lo riempiamo di parole vuote ed inutili fino ad “intasarlo” completamente.


i rigenera e si nutre, invece, attraverso sogni ad occhi aperti, buonumore, soddisfazione, fantasia, sessualità, suggestioni, passioni (aree cerebrali deputate al piacere), ma rischia di invecchiare velocemente, inquinarsi e di “seccarsi” quando lo priviamo di veri nutrimenti, della felicità, lo occupiamo di ossessioni, autocontrollo, scetticismo, autocritiche e rimuginazioni … attivando, in tal modo, circuiti neuronali inutili e del tutto “abusivi”. A scanso di equivoci, comunque, è bene ricordare che tale struttura può essere stimolata alla massima potenza, non solo da condizioni favorevoli, ma anche da semplici atteggiamenti e stati emotivi, se non eccessivi, come ansia, stress e piccole preoccupazioni quotidiane. Chi conduce una vita competitiva, ad esempio, oltre a tenere il cervello allenato, svilupperà e potenzierà il lobo temporale destro, in quanto lo usa più spesso e in modi diversi (impatto benefico sui neurotrasmettitori). Mai portare avanti la propria esistenza, comunque, con il pilota automatico cioè vivere una vita ripetitiva, banale, noiosa, sempre uguale, perché inevitabilmente si attiveranno le solite connessioni neuronali e le stesse aree cerebrali favorendo, in tal modo, il declino della funzionalità cerebrale. Se lo usiamo male, non possiamo ignorarlo, immediatamente si fa sentire attraverso alcune precise funzioni cognitive: memoria ballerina, distrazioni improvvise, difficoltà di apprendimento, scarsa concentrazione e perdita di lucidità. 


uando non dà il massimo, viene messo alle corde, all’angolo perché bloccato dentro schemi contorti infiniti, intasato dai dubbi e dalle paure, produce una infinità di “frutti nocivi” (danni fisici): al bando, quindi, schemi fissi, false mete, rimuginazioni, sensi di colpa e pseudo - valori. Sarà davvero salutare, pertanto, far sfumare il turbinio di pensieri parassiti che a volte ci riempie la testa in maniera esagerata. Sono i modi d’essere dannosi infatti che, facendolo funzionare a velocità ridotta, segnano il suo declino, modificano la chimica cerebrale (flusso sanguigno), lo atrofizzano (neuroni, sinapsi) e lo espongono ad alterazioni degenerative. Molte malattie neurodegenerative, infatti, nonostante un netto miglioramento delle condizioni di vita, da alcuni decenni, colpiscono sempre più una popolazione meno senile perché, spesso, si usa male questa meravigliosa massa cerebrale. Tra le patologie più diffuse e devastanti troviamo il morbo di Parkinson (persona rigida, trattenuta, con la tendenza a controllare tutto, combattuta tra agire e non agire), morbo di Alzheimer (demenza che attacca alcune funzioni cognitive come ad esempio la memoria; problemi vascolari e perdita di funzionalità dei neuroni; il cervello si svuota ed annulla la spazzatura mentale, desidera liberarsi dai vari obblighi), depressione (si cresce in un clima in cui i propri modi di pensare e le proprie idee sono sempre peggiori di quelle degli altri; persone incapaci di prendere il comando della propria vita), obesità (difficoltà ad identificare i propri bisogni autentici; più si “sfama” un’identità fasulla più quella autentica chiede nutrimento). Per comprendere e realizzare quanto sopra esposto non sempre è facile. 


gni persona dovrebbe concentrarsi sulle proprie sensazioni, scavare, perseverare, investire del tempo per se stessa e fare molta attenzione a non impantanarsi in abitudini, luoghi comuni, atmosfere stagnanti e schifezze mentali che inchiodano sempre al tappeto. Cosa fare. Come per ogni parte del corpo anche per il cervello esiste la famosa locuzione: usalo così non lo perderai, e diventerà grande e grosso. Tenerlo attivo, con la stessa regolarità con cui si tiene in allenamento ogni organo del corpo, non solo è un nostro diritto e dovere ma, nel tempo, ci regalerà doni di inestimabile valore (lucidità, giovinezza, leggerezza, prontezza, felicità, equilibrio, mente pulita, creatività, serenità, spontaneità). Il rilassamento, inoltre, non solo ha un effetto benefico sul fisico, ma aiuta a tenere in vita le cellule e a preservare tutte le funzioni cognitive (memoria, parlare, ragionare, ricordare, apprendere) legate alla corteccia cerebrale (buona circolazione sanguigna e corretta ossigenazione cerebrale) riducendo, nel contempo, stress e ansia. Liberare e rilassare la mente, dunque, ha un effetto positivo sulla salute cerebrale e fisica. Nel progetto per mantenerlo giovane non deve mai mancare una corretta alimentazione, cereali e legumi integrali sono i più indicati (evitare i grassi saturi), ridurre il più possibile lo stress (quello nocivo) e soprattutto vivere in modo naturale. Piccola curiosità: per verificare l’età del proprio cervello si deve chiudere gli occhi e stare in piedi su una gamba sola, quanto più si riesce a stare in piedi, senza perdere l’equilibrio, tanto più il cervello è giovane!

er essere lasciati in pace da un attacco fastidioso di cefalea bisogna fare dei cambiamenti sia a livello mentale sia a livello psichico: smettere di riflettere e rimuginare continuamente, dare spazio alle emozioni, guai trattenere la rabbia, allontanarsi dalle cose che non piacciono, evitare il troppo controllo … per inginocchiare il “mostro” funzionale bisogna avere un pensiero più cedevole, libero, creativo e scorrevole.


ICORDATI che la cipolla e l’aglio (ricchi di zolfo) sono molto importanti per eliminare i “veleni” accumulati nel tessuto cerebrale … se vuoi mantenere “giovane” il cervello mangia melanzane (piene di nasunina) … se invece gli vuoi dare lucidità e memoria prendi Omega 3 (noci, mandorle, semi di zucca e di girasole, arachidi) … se invece desideri renderlo più funzionante ti saranno utili i legumi (fagioli, lenticchie, piselli, soia, ceci) … per “irrorarlo” di più usa i cereali integrali (farro, miglio, segale) … più lucido, i broccoli sono formidabili per tale funzione.



CONCLUSIONI  e  piccole  CURIOSITA’

La struttura ossea è l’impalcatura fondamentale del corpo … garantisce la postura e il movimento. La motilità, le tendenze a spostarsi qua e là del bimbo, sono state spesso limitate da una figura di riferimento apprensiva e restrittiva. Di conseguenza il soggetto ha fortemente investito l’attività motoria, scaricando tensioni e i suoi conflitti su tutto l’apparato locomotore. Il tono muscolare risulta di norma aumentato, e aumenta sempre più in seguito a conflitti. La limitazione delle attività motorie, gli handicap che determinano, incidono inevitabilmente sulla sfera psichica. In questi soggetti si riscontra un quadro clinico con tendenze aggressive, mirante a dominare, a controllare l’ambiente circostante, con tratti evidenti di natura ossessiva – compulsiva: ricerca del dominio e della indipendenza. Sia le attività motorie sia l’aggressività vengono inibite. Allo stesso tempo, una personalità masochistica depressiva induce questi soggetti a sacrificarsi per gli altri. La comparsa del disturbo è spesso collegata a un evento in contrasto con la loro possessività oppure ad altre perdite e delusioni. Le ossa rappresentano per analogia la rigidità, la solidità, il dovere, la concretezza e la legge. Quando la disistima prende il sopravvento anche loro tendono a sgretolarsi. Proprio perché “sopportano” ogni cosa per tutta la vita (cattivo utilizzo delle proprie capacità: eccessive tensioni, emozioni, sentimenti) che ogni individuo è costretto a portare, le ossa vanno incontro a un continuo rimaneggiamento, modificando dinamicamente la loro struttura, la loro composizione e la forma. La rigidità della nuca a livello cervicale, ad esempio, esprime spesso tensioni emozionali, dal momento che la muscolatura paravertebrale ha un ruolo nell’atteggiamento e nella gestualità dell’individuo.


e vere cause di tale malessere si annidano, in certi contenuti emotivi, in un modo di pensare e in ruoli fittizi che la quotidianità impone. I fattori emotivi, infatti, possono svolgere un ruolo sia nell’insorgenza sia nel decorso della patologia. La maggior parte dei soggetti colpiti da disturbi dell’apparato muscolo – scheletrico (situazione infiammatoria generale) presenta prima della patologia un modo di fare calmo e riservato… disponibilissimi verso gli altri (umile malevolenza). L’elemento più evidente è l’atteggiamento altruistico (anche di dipendenza) che, insieme all’intraprendenza e alla buona energia cui dispongono, rende tali soggetti eccellenti e, a dir poco, instancabili. Prestano però pochissima attenzione alle loro condizione fisiche. Il loro atteggiamento paziente e tranquillo contrasta con la sofferenza ben visibile che provano (aggressività). I soggetti con dolori alle ossa e articolazioni hanno, in generale, uno stile di vita piuttosto rigido. La loro personalità tende al perfezionismo e all’autocontrollo, negano a se stessi naturali impulsi aggressivi e cercano di compensare i sentimenti di delusione e di irritazione mantenendo una certa padronanza di se stessi. Spesso il malessere emotivo - oltre alla rimozione degli impulsi aggressivi - è ben visibile: ansia, umore depresso e sintomi psicosomatici (cefalea, disturbi cardiaci e gastrointestinali). Il conflitto emotivo, spesso, non viene percepito dal soggetto ma viene espresso attraverso il linguaggio d’organo. Come già accennato, hanno la tendenza a sacrificarsi, atteggiamento questo di esagerata disponibilità che non appare per niente naturale ma che sembra derivare da una qualche forma di compulsione. 


a reazione aggressiva repressa si manifesta con un aumento della tensione muscolare diffusa o localizzata. Il fatto curioso è che il dolore, man mano che si riduce la tensione emotiva, regredisce rapidamente. Dietro il sintomo di mal di schiena, inoltre, apparentemente uniforme e soggettivo, si annidano numerosi quadri clinici differenti. Il tratto cervicale, ad esempio, sostiene la parte più alta del corpo: la testa. Quando un soggetto non abbassa la testa o mantiene la testa a posto significa che non cede davanti agli ostacoli o alle difficoltà. Tali atteggiamenti associati ad altri fattori come ostinazione, sforzo di volontà per andare avanti, attaccamento ad una situazione possono dar luogo al malessere cervicale. Il tratto toracico, invece, riflette prevalentemente l’umore di un individuo. Sofferenza, disperazione e abbattimento possono pesare sulle spalle di un uomo: la schiena lentamente si piega. Un difetto posturale che nasce quando non si è in grado di affrontare mentalmente le richieste interiori ed esteriori. Il dolore del tratto lombare, invece, è frequentemente espressione diretta di tensione mentale. Pur non essendo una caratteristica femminile, è particolarmente comune nelle donne che compensano un sentimento di inadeguatezza rispetto agli impegni familiari e professionali, con l’attivazione di atteggiamenti posturali rigidi. Un fenomeno comunque che si può riscontrare anche in donne che si sono arrese restando schiacciate dal peso di una vita quotidiana che non sono più in grado di gestire. Il dolore in questo tratto può anche essere interpretato come modalità espressiva della frustrazione derivante da aspettative non realizzate nei rapporti interpersonali e dai conseguenti sentimenti di insoddisfazione. Negli uomini questa affezione può essere interpretata come una sorta di fallimento a livello lavorativo o nel ruolo maschile.

uando si è “bloccati” è utile LUBRIFICARE gli ingranaggi con cibi giusti e leggeri: frutta fresca (ananas, uva, fragola, ciliegia), cereali integrali (orzo, mais, riso), frutta oleosa (noci, mandorle, pinoli, pistacchi), salmone, sardine, verdure fresche (insalata, spinaci, cicoria, cavoli, cetrioli, finocchio, zucchine) … da non prendere in considerazioni fritti e zuccheri semplici!

APEVATE che ... le vitamine B3, B5 (gli arti inferiori si addormentano o bruciano), B6 (tunnel carpale), Calcio (osteoporosi), Magnesio (tremori muscolari), Potassio (crampi), Manganese (formazione cartilagine), Rame (artrite), Omega 3 (EPA), Omega 6 (EPO) sono utili per le ossa.

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 

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