domenica 18 settembre 2022

 

Quel fantastico mondo della Medicina Psicosomatica ...


APPARATO UROGENITALE (Urinario)


na struttura che condiziona il benessere psicofisico; le patologie connesse a questo apparato segnalano la paura della malattia, della violenza e dei cambiamenti ... difficoltà a "scaricare" certi contenuti, vecchi ricordi ormai inadeguati, un tentativo di trattenere emozioni e pensieri. Ricorda, quando i reni e vescica, inciampano in qualche guaio, è l'intero organismo a rischiare infiammazioni croniche; se questo apparato si ammala si perde completamente l'equilibrio fisiologico in molti altri distretti: è indispensabile per mantenere in equilibrio l'assetto delle sostanze benefiche … è un grande ed indispensabile laboratorio, filtro del nostro benessere, la cartina tornasole del nostro stato di salute. Tale struttura ha il compito di filtrare il sangue e di produrre, raccogliere ed eliminare le impurità: l'urina come prodotto di scarto.

' una struttura - composta da reni, vescica, ureteri e uretra - che ha la funzione di filtrare, immagazzinare ed eliminare i liquidi nel tempo presente: separa il “buono dal cattivo”; controlla anche le ghiandole surrenali. Da qui, attraverso la produzione di adrenalina, parte la gestione in maniera vantaggiosa o meno dei nostri comportamenti e delle nostre paure; lo stato ansioso precede - lo sappiamo per esperienza personale - il bisogno di urinare: l'aggressività e il modo di reagire in generale. Il rene è un organo di contatto; una comunicazione disturbata con il partner, i figli e i genitori può portare ad una disfunzione in questa struttura. In tale organo risiede una forza silenziosa che permette ad ogni individuo - attraverso un abile "colpo di reni" - di superare gli ostacoli quotidiani e di affrontare i periodi della vita più duri. Rischiano quando sono messe sulle spalle problematiche altrui. I reni filtrano e selezionano ininterrottamente; filtrano ogni giorno 300 volte il sangue, controllano, riassorbono ed eliminano le scorie, i veleni attraverso la vescica; una stazione di filtraggio e di controllo del tasso di acidità: se non funzionano, in breve tempo ci avveleniamo. La vescica, invece, contiene la materia di scarto che deve essere espulsa; pulizia delle scorie, ma anche eliminazione di contenuti emotivi, di vecchi ricordi, ed è complementare all'organo rene: riceve, controlla, trattiene e cede. Riguarda anche il lasciare fluire la libido e la femminilità. 


ichiama il senso di autonomia e la volontà di controllare, si veda a tale proposito il significato del controllo sfinterico del bimbo enuretico: una richiesta di spazio, di attenzione e d'aiuto; contiene anche stati mentali molto sottili come emozioni, pensieri, abbandoni, angosce e rifiuti, così tutta questa eccessiva zavorra emotiva crea tensione e sfinimento. La famiglia reni - vescica, quindi, veglia sull'equilibrio sanguigno, regola il volume dei liquidi e della pressione arteriosa, filtrando ed eliminando le tossine: purifica ed arricchisce il sangue. Un loro cattivo funzionamento - portavoce di vari disagi - crea ritenzione idrica o gonfiore; si fa sentire attraverso dolori, bruciori, spasmi e infiammazioni. Gli elementi psicologici connessi a questi organi, in base alle loro funzioni, riguardano l'equilibrio emozionale. Le malattie urinarie parlano di tensioni continue, conflitti precoci e drammatici. Il soggetto che viene colpito da problemi renali segnala in generale la sua incapacità di prendere decisioni, di passare ai fatti concreti, all'azione: non si sente abbastanza forte ed è facilmente influenzabile (ecco perché si dice "dare un colpo di reni": una "spinta" che permette di far trionfare o raggiungere un determinato obiettivo). Evidenzia una forte gelosia, una profonda paura per la sopravvivenza, un atteggiamento autoritario, critico, di rigore e severo nei confronti degli altri; un senso diffuso di fallimento condiziona lo stato di benessere del soggetto. Percepiscono da ogni parte una grande ingiustizia che li rende ancor più impotenti e privi di autorevolezza.

Calcoli renali


ono piccole aggregazioni di sali minerali che ostruiscono le vie urinarie. In alcuni soggetti affetti da calcolosi urinaria, essa è conseguenza di un difetto del metabolismo. Segnalano troppe responsabilità che schiacciano e a cui non si riesce ribellarsi. Se dici sempre sì, cerchi di essere in ogni situazione troppo accomodante, favorisci atteggiamenti fissi, non sei più in linea con te stesso, soffochi rancori e accumuli impotenza: rinunci alla spontaneità!!!

n passato che si fissa, si consolida e si calcifica: blocca il fluire della vita. Sono formazioni dure, concentrazione di sali di acido urico, che creano uno sbarramento dei liquidi: della vita; elementi trattenuti non eliminati che assorbono le proprie emozioni. Sentimenti di abbandono e di solitudine che bloccano lo scorrere naturale della vita; difficoltà ad adattarsi al mondo circostante con flessibilità. E' possibile che il soggetto non riesca ad eliminare le cose che non servono più. Temi trattenuti, rapporti e relazioni non lasciati andare per la loro strada, che bloccato l'evoluzione. Abbiamo allora una persona con pensieri "duri", che non si ascolta più, che non presta attenzione ai suoi veri bisogni; un pianto antico trattenuto che diventa "pietra". Le lacrime inibite, non completamente espresse, fanno male e creano collera: così le tensioni trattenute - quel fare severo e quegli atteggiamenti inflessibili - si fanno roccia ... le emozioni intossicano e si "solidificano". Un dolore che non essendo stato compreso ed elaborato "pesa" e si "pietrifica" ora, adesso, nel tempo presente.

Cistite.

E' un bisogno continuo di urinare, accompagnato a volte da forti bruciore, pancia gonfia, presenza di sangue nelle urine: sono i sintomi classici di questa fastidiosa infiammazione delle vie urinarie, di questo problema piuttosto doloroso generalmente provocato dall'alterazione della flora batterica; i veri nemici non sono solo batteri e le tossine, ma anche le emozioni più autentiche “cristallizzate”, che non viviamo più sono determinanti: umori, passioni, dolori sono bloccati, censurati, nemmeno una piccola lacrima traspare. I segnali di intossicazione che attraverso il corpo ci mettono in guardia sono i più svariati: mal di testa, stanchezza improvvisa, insonnia, irritabilità, memoria ballerina, apatia, contrazioni muscolari, edemi, scarsa energia, allergie, infezioni. Chi soffre di tale malessere deve bere molta acqua, così da favorire un flusso maggiore di urina all'interno dei condotti urinari, per cui i vari batteri non riescono ad attecchirvi.


i segnala un mandare giù che infiamma: un malessere bruciante e silenzioso, un voler far finta di niente. Lasciare andare o trattenere, istinto e razionalità, libertà e freni autoimposti, ecco i veri problemi: una battaglia che rende un'esistenza “infuocata”, una lotta che determina il “fuoco” della cistite; un fenomeno che porta fuori, in modo piuttosto fastidioso, un continuo bruciore, un pianto trattenuto: lacrime mai osate e gestite attraverso una profonda razionalizzazione; un non lasciarsi andare, una cedevolezza mancata, poca di fiducia in se stessi, troppi blocchi rendono rigidi, fragili e insicuri.

nfiammazione acuta o cronica della parete della vescica e delle vie aeree inferiori. Una collera impulsiva ed eccessiva che brucia, coinvolge questi soggetti; un timore di non essere rispettati nel proprio ambiente (famiglia, denaro, ufficio) e, quindi, non liberi di agire come si vuole; perdita di sicurezza, non lasciar accadere le cose in maniera spontanea, voler mantenere lo status quo delle cose; non si ha un atteggiamento arrendevole verso gli avvenimenti, difficoltà a cambiare gli atteggiamenti: conflitto tra passività e controllo. Per questi soggetti "morbidezza" significa fragilità, debolezza e pericolo di esporsi alle manipolazioni altrui. Può essere una questione di territorio o timore verso la figura di riferimento: non osa opporsi a chi occupa troppo spazio. La cistite si sviluppa quando vengono imbrigliate le forze vere, non vissute completamente, non si lascia fluire il "fuoco" e la sessualità, vissuta in modo conflittuale e faticoso: sensi di colpa e comportamento aggressivo nei confronti del partner. La patologia segnala che è giunto il momento di riprendersi il proprio posto e le proprie responsabilità. 1° Chakra (sicurezza: lavoro, denaro, casa), 2° Chakra (nega la paura).


ieni nella giusta considerazione che la tavola fa bene alle vie urinarie, vince la cistite e protegge i reni: mirtillo rosso, carote, cavolo, zucchine, cetriolo, ciliegie, mais, sedano. Attento, però, controlla l’assunzione, proprio per il loro contenuto di acido ossalico, di arancia, limone, cavolo, piselli e cioccolata.


L'ENURESI … il controllo del territorio

ifficoltà a rinunciare alle proprie abitudini: soggetti immaturi con il terrore di diventare autonomi; le emozioni trattenute durante il giorno possono finalmente esprimersi di notte quando le difese si abbassano, il “controllo” diminuisce!!!

on a caso, per gli animali la funzione biologica dell’urina è quella di “marcare” il territorio, un chiaro ed evidente segnale per dire agli intrusi: “fermo lì, qui sei a casa mia”.


er enuresi intendiamo l’emissione attiva completa e incontrollata di urina dopo che sia stata raggiunta la maturità fisiologica in genere acquisita tra i 3 e i 4 anni. Questa alterazione del controllo sfinterico urinario può essere primaria quando non si è verificata l’acquisizione della pulizia corporea oppure secondaria qualora si manifesti dopo - un periodo più o meno lungo - l’acquisizione del controllo fisiologico. Il controllo sfinterico urinario è influenzato, principalmente, da tre fattori: neurofisiologico, culturale e relazionale.

eurofisiologico. Esso è caratterizzato dal passaggio da un comportamento riflesso automatico ad un comportamento volontario controllato. Nel neonato la minzione è dapprima successiva alla replezione (riempimento della vescica). Il controllo di questo sfintere viene acquisito successivamente in modo progressivo. L’acquisizione, quindi, di un vero controllo sfinterico non è possibile prima che la motricità vescicale sia giunta a maturazione fisiologica, anche se un condizionamento precoce può far credere ad un apparente pulizia.

ulturale. Questo fattore non può essere dissociato dall’apprendimento della pulizia. Prendendo in esame le varie culture, questo apprendimento si svolge in un contesto più o meno rigido, determinando nel bambino pressioni severe, inadeguate o, magari, troppo leggere (influenzando la frequenza delle alterazioni legate a questa funzione).

elazionale. Oltre alla maturazione neurofisiologica ed alla pressione culturale, nella nostra società, dove la relazione madre bambino è privilegiata e protetta, l’acquisizione della pulizia è, durante il secondo e terzo anno, uno degli elementi di transazione nella diade madre – bambino. L’urina veicola un’intensa carica affettiva che può essere positiva o negativa. L’acquisizione del controllo sfinterico si attua a seguito del piacere provato prima per l’espulsione poi per la ritenzione (ritenzione – espulsione): la nuova padronanza sul proprio corpo procura al bambino una felicità rinforzata dalla soddisfazione materna. Questa dualità ritenzione – espulsione può manifestarsi attraverso modalità aggressive, tutto ciò dipende dal tipo di relazione tra madre e bambino che si svolge attorno al controllo sfinterico: esigenza imperiosa della madre che toglie al bambino una parte del suo corpo e riceve la sua urina con maschera di “disgusto”; soddisfazione di una madre nel vedere progredire e autonomizzarsi il suo bambino in queste condotte quotidiane e ricevere la sua urina con piacere. In questo modo si attua il passaggio dell’esperienza ritenzione – espulsione alla modalità offerta – rifiuto. Criteri diagnostici per l’enuresi secondo il DSM V. 


ipetuta emissione di urina nel letto o nei vestiti; Il comportamento è clinicamente significativo, come manifestato o da una frequenza di 2 volte alla settimana per almeno 3 mesi consecutivi o dalla presenza di disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, scolastica o di altre aree importanti del funzionamento; L’età cronologica è di almeno 5 anni (per altri autori il riferimento è di 4 anni); Il comportamento non è dovuto esclusivamente all’effetto fisiologico diretto di una sostanza o di una condizione medica generale (diabete, spina bifida). Generalmente l’enuresi è considerata un sintomo benigno con tendenza a scomparire durante la pubertà (periodo della vita compreso tra gli 11 e 15 anni). Alcuni autori hanno suggerito una classificazione delle enuresi, a seconda che siano legate a dei fattori organici o che siano funzionali. Le prime comprendono le ostruzioni anatomiche, la spina bifida, le infezioni, il diabete: in questo caso sarà richiesto l’intervento medico o chirurgico. Le enuresi funzionali, pur avendo un’origine multifattoriale sono legate a fattori psicologici conflittuali. Questi ultimi restano i più evidenti. Basti ricordare la frequente corrispondenza tra comparsa e scomparsa dell’enuresi e quelle di un episodio che segna la vita del bambino: separazione familiare, nascita di un fratellino, entrata nella scuola, un educatore aggressivo e violento, emozioni di qualsiasi natura. Questi fattori psicologici possono agire sia a livello del bambino stesso, sia a livello dell’ambiente familiare: in questo caso è indicato l’approccio educativo e psicoterapeutico

incontinenza notturna è più frequente della diurna, e comporta assai spesso l’instaurazione di rituali d’ogni tipo in seno alla famiglia: i genitori si alzano parecchie volte per far urinare il bambino, cosa che serve a ben poco, bensì a rinforzare l’interesse familiare per il sintomo e a dar al bambino gratificazioni di ogni genere (disturbare i genitori, manipolazione). Esiste, inoltre, un gruppo di bambini, appartenenti ad un quadro clinico depressivo mascherato, chiamato “enuretico depressivo”, a causa dell’alta incidenza di incontinenza vescicale e rettale. Questi bambini mostrano inoltre difficoltà cognitive e isolamento sociale. Essi sembrano essere bambini sfortunati e infelici, che a causa di una combinazione di fattori sono neurologicamente immaturi ed hanno dei problemi di apprendimento e di incontinenza. Tali bambini restano spesso invischiati in un cronico braccio di ferro con i loro genitori, che aumenta le loro frustrazioni, ma non sembrano depressi; piuttosto, essi sono sempre arrabbiati e fanno ricorso a ritorsioni passivo – aggressive contro le figure investite di autorità. Essi non hanno l’immagine negativa di sé, il sentimento di impotenza e gli autorimproveri che sembrano necessari per la diagnosi di depressione. Il trattamento, per questo gruppo di bambini, è lungo e difficile. L’enuresi è associata alla fase paradossale del sonno, allo stadio corrispondente al sogno, oppure al passaggio dal sonno profondo a un sonno leggero. Per quanto riguarda il sesso, la maggioranza degli autori segnala un tasso di enuresi più alto nei maschi che nelle femmine (10% nei maschi contro 9% nelle femmine). Alcuni studi hanno messo in relazione l’enuresi e altri sintomi, quali le minzioni imperiose diurne, l’enconpresi, il sonno profondo, l’immaturità affettiva e i disturbi della parola.


erché l’enuresi? Come è già stato accennato, verso i 4 anni la maggior parte dei bambini ha imparato a “controllare” la vescica. Di notte non si bagna più il letto. Nonostante tale controllo, un certo numero di bambini – di intelligenza normale e a volte anche superiore – continua a bagnare il letto ben oltre quella età. Quando il bambino urina, ne trae un evidente piacere. Piacere fisico: allentare la tensione della vescica, piacere del “titillamento” derivante dallo scorrere dell’urina, calore gradevole quando questa arriva a bagnare le natiche e la schiena. Si tratta ovviamente di piaceri la cui importanza e intensità vengono notevolmente sottovalutate dagli adulti. Così, la soddisfazione di poter in questo modo manifestare entusiasmo o dispiacere è un mezzo primitivo ma tuttavia molto importante per esprimere le proprie emozioni. E’ risaputo che i bambini – anche gli adulti – possono esprimere in questo modo la paura: “farsela sotto” è un’espressione comune che corrisponde ad alcuni fatti reali. Certi bambini lo fanno anche per manifestare la loro gioia. Espressione simbolica di gioia o di dispiacere, soddisfazione reale dell’atto di urinare, sono la “valvola” di una tensione psicologica: questi sono i significati della minzione nel bambino e il cui significato è puramente affettivo. A volte il disturbo esprime uno stato di conflittualità profonda. E’ frequente in soggetti immaturi che non vogliono rinunciare alle abitudini infantili. Inoltre, in analogia con il “Regno della Notte”, luogo in cui dominano gli istinti, l’enuresi notturna consente alle emozioni trattenute di essere liberate. 

enuresi, infatti, può esprimere anche il desiderio del bambino di prolungare il suo stato infantile. Rifiuto di crescere e di conseguenza rifiuto di assumersi nuove responsabilità. Ha paura di partire perdente in una “gara” con un bambino più grande. Per attirare l’attenzione dei genitori, anche a rischio di dare loro un dispiacere e di farsi punire, certi bambini vogliono garantirsi una posizione a parte, privilegiata, nella quale saranno certi di trovarsi al centro dell’interesse. Questo rifiuto di crescere o meglio questo bisogno di “regredire” verso le prime modalità infantili permette loro di raggiungere tale scopo. Un altro caso è quello del bambino che ha paura di crescere perché teme inconsciamente che i genitori vogliano abbandonarlo. Paura irragionevole, ma frequente. L’enuresi può anche essere una protesta, un modo attivo di palesare la propria ostilità. Fin dalla più tenera età, i concetti di “sporco” e di “pulito” vengono posti al bambino sotto forma di contrapposizione. Bagnare il letto significa “sporcare”, il bambino lo sa bene. L’enuresi assumerà allora il senso di una protesta contro i genitori, contro l’ambiente circostante, contro certe situazioni esistenziali ch’egli è costretto a condurre. Nel rimanere sporco, il bambino procura ai genitori fastidio, li mette in imbarazzo e in agitazione: è un modo di essere aggressivo. 


on soltanto il bambino rimane “pupo”, ma esprime anche il suo scontento: egli non osa farlo apertamente, ma lo esprime inconsciamente. Egli si esprime senza ricorrere alle raffinatezze del linguaggio parlato. Sarà forse una modalità primitiva, infantile e inconscia di esprimersi forse, ma molto eloquente. Le reazioni del bambino e della famiglia di fronte all’enuresi sono varie. Il bambino considera talvolta che questo sintomo è sgradevole e imbarazzante, ma spesso ha un atteggiamento passivo. La famiglia può reagire in maniera estremamente tollerante o estremamente severa, a volte anche brutale. Può anche essere una punizione che il bambino infligge a se stesso. Con l’enuresi il bambino confessa la propria incapacità, il proprio stato di dipendenza, di inferiorità. In realtà, egli provoca le punizioni e lo scontento dei genitori. E forse li umilia, ma umilia soprattutto se stesso; e in tal modo confessa, nel contempo, anche il suo fallimento, la sua incapacità di crescere. In breve possiamo dire che i pensieri e i desideri che il bambino ritiene essere inaccettabili e cattivi, quelle idee che, se portate alla luce, potrebbero comportare gravi punizioni, anzi la perdita dell’amore nutrito nei suoi confronti, devono scomparire dalla consapevolezza (conscio). Essi continueranno però a vivere ignorati nel suo inconscio; e quel inconscio possiede un suo peculiare linguaggio, un vero e proprio linguaggio segreto che è necessario tradurre per poterne comprendere il significato. Rimossi nel profondo, quindi, inconfessati ma presenti, per esprimerli e per tradurre i suoi timori, la sua angoscia, il suo senso di colpa, il bambino disporrà solo del linguaggio simbolico, mascherato a un punto tale che non solo i genitori non riusciranno a capirlo, ma di cui egli stesso ignora, non riconoscerà il significato. 


na vasta letteratura scientifica sull’enuresi ha sottolineato che una condotta incostante o disagi emotivi da parte dei genitori giocano un ruolo sfavorevole nello stabilire il controllo sfinterico in età normale, sia che si tratti di un atteggiamento troppo coercitivo che spesso provoca nel bambino reazioni di rivolta e di difesa, sia, al contrario, di un atteggiamento troppo permissivo che impedisce l’organizzazione del controllo della minzione. Come hanno indicato alcuni autori, genitori essi stessi enuretici possono avere un atteggiamento di paura o di iperprotezione motivata dal ricordo della loro umiliazione. L’atteggiamento inadeguato dei genitori verso questo controllo si ritrova soprattutto nelle donne ossessive o fobiche (paura dello sporco). Da un punto di vista più generale, l’atteggiamento dei genitori comporta un modo particolare di organizzazione dell’affettività del bambino, secondo che sia iperprotettiva o, al contrario, crudele o rifiutante.

uali sono i vantaggi? Nonostante quanto esposto, nell’enuresi non tutto risulta negativo. Dall’enuresi, il bambino trae determinati vantaggi che, per quanto siano inconsci, sono sicuramente reali. Il bambino che attira su di sé l’attenzione e l’apprensione della madre divenendo così il centro dell’interesse, trae indubbiamente profitto dalla sua enuresi. Il bambino che a causa dell’enuresi evita di fare “certe esperienze” che evita di essere separato dai genitori, guadagna qualcosa. Anche quando non “vuole crescere”, evita un certo numero di responsabilità, di compiti e di doveri. Questi vantaggi vengono definiti “benefici secondari”: essi infatti non si trovano all’origine e non costituiscono la causa stesa dell’enuresi, ma sono come dei “sottoprodotti”. Tali “benefici secondari” fanno sì che il bambino possa aggrapparsi all’enuresi e opporsi alla propria “guarigione” anche quando, dopo un certo periodo di tempo, la causa fondamentale è scomparsa. Per trattare il problema dell’enuresi è indispensabile conoscere questi elementi. Le circostanze comunque sono sempre numerose: inquietudine e curiosità sessuali, fallimenti scolastici, difficoltà di adattamento all’ambiente, genitori nervosi e, soprattutto, conflitti familiari. Le separazioni, i divorzi, rafforzano nel bambino il senso di insicurezza. Tutte queste circostanze possono essere altrettante cause.


osa fare? I genitori sono sempre pronti a tutto: fino a minacciare e a fare paura. A volte si arriva persino a contattare la “fattucchiera”. Non è servito a nulla. Sono state ipotizzate disfunzioni intestinali, malformazioni del pene, svegliarlo di notte, iniezioni, pillole, diete, di farlo alzare a ore fisse. Invano. Qualche volta si verifica un successo della durata di alcuni giorni o di alcune settimane. Poi il grande lago, il diluvio riprende. Ma non è certo in qualche ora che si può risolvere e riequilibrare un’intera personalità, perché si tratta di “ricostruire” tutto un insieme: in breve, quel famoso meccanismo del "dare" e del "ricevere". L’enuresi è solo il segno, la parte visibile di un iceberg che bisogna sciogliere. E’ importante, quindi, dare fiducia al bambino. Creare un’atmosfera distesa, libera, non permissiva, fiduciosa, sarà per lui la cosa più utile e più importante per iniziare un “cambiamento di rotta”. Ovviamente non deve sperimentare né vergogna, né paura. Al contrario è importante fargli intravedere i vantaggi della “guarigione”: i piccoli successi vanno sempre rinforzati attraverso calorosi complimenti. Ridurre al minimo le circostanze che potrebbero favorire la sua enuresi. Un’atmosfera familiare distesa, senza una costante apprensione per la sua enuresi, riduce tanto la tensione nervosa quanto i “benefici secondari”. Dovrebbe, inoltre, essere maggiormente coinvolto nella vita familiare e non tenerlo in disparte. La tolleranza e la malleabilità fanno parte integrante del processo di guarigione. Ogni bambino ha diritto alla propria libertà, a qualche insuccesso scolastico, a qualche espressione di linguaggio un po’ “colorito”. Per nessuna ragione non deve essere considerata la guarigione dell’enuresi come una fine assoluta dei problemi. 


’enuresi è soltanto una spia dei problemi affettivi del bambino: sono quelli che bisogna innanzitutto risolvere. L’enuresi è spesso legata a sentimenti ed emozioni che, di giorno, non trovano la via per esprimersi. Anche se il disturbo comune a tutte le enuresi è il difetto del controllo della minzione, questo non vuol dire che l’eziopatogenesi sia sempre la stessa. Quando si formula un programma terapeutico, quindi, non si deve agire unicamente sul sintomo, ma su una condotta di cui bisogna delucidare il contesto psicofisico. Di fronte ai disordini psicologici primari o secondari, è indispensabile prendere un certo atteggiamento psicologico sia di fronte al bambino che nei confronti dei genitori. Dobbiamo sostenere il bambino, rilassarlo e decolpevolizzarlo, farlo cooperare alle attività terapeutiche, metterlo al corrente, come fanno certi autori, del meccanismo funzionale della minzione. I genitori hanno ugualmente bisogno di essere sostenuti, non colpevolizzati, per meglio sopportare questa affezione spesso considerata come vergognosa, devono essere informati della condotta più utile e vantaggiosa a favorire l’educazione sfinterica, ed essere messi in guardia contro l’utilizzazione del sintomo a fini aggressivi o di una sorta tutela spesso cercati e subiti dal bambino. Così rischiano di trasformare il sintomo – reazione in una condotta in cui il bambino trova “benefici secondari”. In certi casi, questo atteggiamento di sostegno non è sufficiente e deve essere presa in considerazione una psicoterapia, le cui linee generali devono essere: riduzione del problema conflittuale, evidenziazione dei benefici secondari e offerta di compensazioni nell’ordine affettivo. Nel caso di una personalità in evoluzione, l’enuresi è nello stesso tempo agita e subita, beneficio e danno. E’ in questo stato di ambivalenza che la terapia può, sia portando nuovi benefici, sia creando nuove motivazioni, sia mettendo in attività sistemi organici in stato di passività, aiutare il bambino a trovare una via d’uscita e permettergli, da una parte, di offrirgli la guarigione, e dall’altra, di uscire dalla malattia che, nella nostra cultura, comporta per lui in fin dei conti più inconvenienti che vantaggi.

RENI … un perfetto impianto idro – dinamico.

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l’organo che filtra, drena e regola il flusso delle acque; quando è in avaria, non funziona correttamente comunica il suo disagio attraverso il soprappeso, alitosi, dolori diffusi, gonfiori alle caviglie e ritenzione idrica ... danni a carico del sistema linfatico. Le cellule dei reni, dette nefroni, filtrano il sangue portato dalle arterie renali; sintetizzano, inoltre, l'ormone eritropoietina, che stimola la produzione di globuli rossi; ma i loro miracoli non si fermano qui perché, a nostra insaputa, regolano i livelli di acqua e sali minerali presenti nell'organismo; lavorano per tenere sotto controllo la pressione e attraverso le urine eliminano i liquidi pieni di tossine e acidi urici. Se funzionano bene, in sinergia con altri organi, nel sangue non si accumulano i veleni fisici ed emotivi, e l'organismo spegne spontaneamente le varie infiammazioni. Ricorda, il corpo s'infiamma per difendersi dagli “intrusi”, dai veleni vari. La sofferenza renale nasce anche dall’incapacità di prendere le distanze dai ricordi dolorosi, da quelli legati alla perdita di una persona importante. I reni sono impegnati a mantenere costantemente il volume e il pH del sangue, e ad equilibrare le concentrazioni dei vari soluti che circolano all'interno del corpo. Gli eccessi di sostanze nel sangue vengono compensati aumentando i fenomeni di escrezioni con le urine, mentre le carenze vengono colmate riassorbendo quanto filtrato e riducendo, nel contempo, l'eliminazione dell'urina. La quantità di tale sostanza e il suo colore possono diventare un prezioso specchio diagnostico.


l lavoro di questi due organi è davvero notevole: possono filtrare fino a 1.700 litri di liquidi nel giro di 24 h (pare che riposi solo tre ore al giorno). In questi liquidi sono disciolte una cinquantina di sostanze chimiche che i reni smistano, lasciando passare gli elementi necessari ed eliminando le sostanze nocive; reni filtrano i sali minerali. Questi organi rappresentano quindi una barriera di difesa dell’organismo contro la propagazione delle tossine in tutto il corpo. i surreni aiutano in modo consistente i reni nel loro lavoro di ossigenazione, apportando l’eccedenza di ossigeno necessario all’ossidazione della particelle da filtrare. In caso di necessità - quando il sangue è carico di tossine - possono costringere i reni a fungere da via ausiliaria fino al punto di autodistruggersi e di innalzare la pressione sanguigna a un livello tale da scatenare l’attacco cardiaco o la crisi del sistema circolatorio. Nella loro funzione, sono strettamente legati alla tiroide. Quando la tiroide funziona troppo, i surreni secernano meno, quindi sono in uno stato di debolezza, ed è tiroide che controlla i battiti cardiaci. Possiamo quindi avere un’aritmia se la secrezione tiroidea è in eccesso (ipertiroidismo). E’ perciò evidente l’importanza di una buona armonia della funzione renale per quanto riguarda i disturbi cardiaci o circolatori. I reni hanno anche il compito di mantenere nel sangue la percentuale di acqua indispensabile. Quando il regime alimentare è corretto, il fegato elimina le scorie metaboliche, ma se quest’organo non è in grado di assicurare questo filtraggio, i reni lo sostituiscono, in modo da eliminare l’eccedenza d’acqua nel sangue. Se i reni sono affaticati e non riescono a provvedere a questa eliminazione, il volume del sangue può aumentare e creare un maggior lavoro al cuore che potrà subire seri danni. I reni hanno anche un’importante responsabilità genetica. Va collegato ad essi il ruolo di guardiani del patrimonio genetico di ognuno. Immaginiamo che essi detengano l’originale di tutta la nostra riproduzione cellulare. Questo originale ci sarà utile in tutto il corso della nostra vita per riprodurre le “fotocopie”, senza le quali le nostre cellule non potrebbero riprodursi. Più si accelera l’usura dei reni, più aumenta la cattiva qualità di queste fotocopie. Teniamo presente che il corpo elimina ogni giorno 250 grammi di cellule morte, il che significa che in un anno il peso totale del corpo è rinnovato. Questo ci fa capire l’enorme importanza dei reni, che vengono chiamati anche “operatori ecologici” dell’organismo. La mancanza di sonno, stress e la paura fanno male ai reni. Per quanto riguarda la sua visualizzazione nel volto, il contorno dell’occhio dà indicazioni precise sullo stato dei reni; se vi è gonfiore, si può dedurre un’ipertonia dei reni. Se gli occhi sono infossati con cerchi grigiastri, si tratterà invece di un’ipotonia. Se vi è un doppio gonfiore con le due borse una sopra l’altra, sarà un segno di un prediabete o di un diabete. Una leggera borsa vicino all’occhio, sulla palpebra inferiore denota l’attività dei surreni ... gonfiore della caviglia nella parte interna con dolori e circolazione difettosa. La sintomatologia: diabete, turbe sessuali e mentali.

Alimentazione dannosa: sale (il cloruro di sodio disturba l’eliminazione dell’acido urico e aumenta i reumatismi), zucchero.


e vuoi mantenere in salute i reni bevi molta acqua, ma di quella “buona”. Ricorda, non deve essere “dura”, deve contenere poco calcio, un basso contenuto di sodio e, soprattutto deve avere una buona percentuale di magnesio, il quale fa bene al cuore, muscoli e al cervello; acque sbagliate e un eccessivo consumo di alcol possono creare disturbi renali seri. Un rene ben funzionante permette agli altri organi, pelle e cervello compresi, di rigenerarsi continuamente: salvi ogni apparato vitale dal serie patologie … potrai campare 100 anni!!! Ricorda, un organismo sempre infiammato non solo si ammala più facilmente perché sfianca il sistema immunitario, ma ti sottrae silenziosamente energie preziose e ti invecchia prima del tempo.


iutano i reni (le insalate amare bloccano gli ormoni che cronicizzano l'infiammazione): avena, cicoria, cocomero, dente di leone, mela, scorzonera, sedano, uva se non c’è diabete (deficienza renale); ravanelli e zucca (drenaggio renale); avena, carciofi, pomodori, uva (uremia); cetrioli, cipolla, fragole, rape crude, succo di fagiolini crudi, uva (acido urico); limoni, mela, pomodoro, porro, rapa, uva (calcoli renali)le insalate amare sono protettive, bloccano gli ormoni che cronicizzano l'infiammazione; una dieta sbagliata ti rende meno efficiente, attiva uno stato di allerta fisiologico e, soprattutto, contribuisce a mantenere alto il livello infiammatorio … aumentano i vari focolai irritanti già esistenti.
a linfa di betulla, inoltre, rimuove le tossine che alcune sostanze tossiche come ad esempio il sodio, i fosfati, urea e l'acido urico intasano i reni; aiuta a sciogliere i calcoli e attenuare cefalee dovuti all'eccesso di scorie e le artriti.
a zona interessata al massaggio è la vertebra lombare 3 (L3: gambe che si gonfiano, caviglie gonfie, stanchezza degli altri inferiori, sciatica - dolore ai reni, astenia sessuale, cattiva circolazione alle gambe). L’olio essenziale di timo è utilizzato per la diuresi. Il sapore salato stimola i reni. La sua massima espressione energetica va dalle ore 17 alle ore 19.

Ricorda, i reni soffrono quando recitiamo nel quotidiano un ruolo che non ci appartiene.

 

VESCICA


e si osservano alcune persone durante il pasto si noterà che certe sudano, mentre altre che hanno consumato gli stessi alimenti, non sudano affatto. Questa via di eliminazione scelta dal corpo per supplire a una diuresi insufficiente, è destinata a manifestare nel tempo problemi gravi. L’acqua tossica carica di ammoniaca, acido urico e altro, accelera l’invecchiamento cellulare e compromette le difese naturali. Le variazioni termiche, le estremità troppo calde o troppo fredde, con traspirazione, facilitano gli edemi e in seguito la stasi sanguigna e linfatica. Si sarà soggetti a dolori, artriti, artrosi. La vescica e i reni, organo di eliminazione dei residui organici di cui il principale è l’urea, possono provocare, quando questi residui e, soprattutto, l’urea sono male eliminati, disturbi circolatori, ipertensione, disturbi cerebrali e ovviamente la gotta. Un eccesso di albumina nelle urine equivale alla presenza di uremia, poiché i filtri dei reni fanno passare l’albumina contenuta nel sangue e provocano cristalli e dei calcoli nei reni e nella vescica. I segni premonitori di un eccesso di urea, sono: colorito grigio piombo e pallido, indebolimento generale, tenace mal di testa, ronzio alle orecchie, sonnolenza, bocca secca, alito fetido con odore di ammoniaca, nausee, vomito, diarrea, epistassi, offuscamento della vista, pruriti, sensazione di intorpidimento alle dita.


a sua disfunzione si presenta con rossori e forfora alla base delle sopracciglia; con estensione alla fronte e al cuoio capelluto. Possibile gonfiore sul lato esterno delle caviglie. Estremità troppo fredde o troppo calde con sudorazione. Per mantenere la sua efficienza si dovranno eliminare: alcol, bianco d’uovo, caffè e latte, funghi, grassi animali, legumi, salumi. Per stimolare la vescica: cavolfiore. Contro la ritenzione idrica: succo di fagiolini crudi e succo di pompelmo diluito in presenza di edemi. La carota rinforza la vescica. Contro i calcoli urinari: asparagi, limone, succo di rape. Cereali specifici: miglio e mais. Purificanti e diuretici: carciofi, soprattutto l’acqua di cottura delle foglie. Migliora con il sapore salato. Il massaggio per mantenere l’armonia e la salute della vescica avverrà sulla vertebra sacrale 3 (S3: sciatica, astenia sessuale, mestruazioni scarse e in ritardo, gambe e caviglie gonfie, dolore alle caviglie e ai ginocchi). La sua massima espressione energetica sarà tra ore l5 e le ore 17.

CONCLUSIONI e piccole CURIOSITA’


eni e vescica sono organi che devono essere “leggeri”, non appesantiti, vanno ripuliti con la massima solerzia, almeno un paio di volte all'anno, preferibilmente a marzo, dopo un inverno con una alimentazione a base di cibi grassi: vanno liberati dagli scarti che li indeboliscono.
apparato urinario - reni e vescica - filtra, immagazzina ed elimina le scorie del metabolismo: purifica e trasforma il corpo. Controlla i liquidi organici, estrae le tossine dal sangue e le trasforma in urina. I reni e la vescica sono organi che hanno il compito di pulizia: purificano l’intero l’organismo. I reni filtrano e regolano il livello dell’acqua, la vescica elimina i liquidi organici carichi di tossine varie. Le malattie di tale sistema parlano di tensioni profonde: scelte, cambiamenti, decisioni, relazioni e rapporti di coppia. Indicano lo stato di stabilità: trovare un giusto equilibrio tra fare, aggressività, difesa, passività, riflessione, fuga. Ci segnalano le nostre paure di fronte a scelte che la vita impone: cose e obblighi che spingono al cambiamento. Difficoltà di decidere liberamente perché si è vincolati a certe abitudini o vecchi schemi di pensiero. Soggetti che hanno un cattivo rapporto con le emozioni: rabbia e ostilità repressa. Tale difficoltà a modificare certi atteggiamenti è spesso determinata da paura, da un attaccamento a modi d’essere, a certe convinzioni che rifiutano il nuovo. I reni giocano un ruolo fondamentale nel gestire stress e paure. Essi, infatti, secernano degli ormoni - adrenalina, noradrenalina e corticoidi - fondamentali a livello del comportamento in quanto permettono di lottare o fuggire da certe situazioni. Le malattie delle vescica, invece, segnalano una difficoltà ad eliminare certi ricordi che intossicano la mente e non gratificano più. Un grande attaccamento ad atteggiamenti che creano tensione e sofferenza … la capacità di delimitare il proprio territorio. 


a vescica traduce la paura di impotenza, dell’autorità, di perdere il controllo del proprio spazio (emozioni e sentimenti legati a tutto ciò che è personale, al proprio territorio). La cistite, infatti, rappresenta spesso un conflitto con il proprio partner. Esprime una rabbia (fuoco) verso chi occupa troppo spazio. Il soggetto, quindi, si sente privato del proprio territorio, invaso e non rispettato nel proprio spazio di libero movimento. Correlazione viso - apparato urinario. La funzionalità dei reni è visibile attraverso gli occhi e le orecchie. Se i reni sono contratti come conseguenza di un’eccessiva assunzione di sodio (o dopo un’intensa attività sessuale), spesso l’area sotto gli occhi assume un colorito scuro. Se sono presenti, invece le famose “borse” (gonfiore) è possibile che tali organi siano affaticati da super lavoro a causa di un eccessivo assorbimento di liquidi. Questo fenomeno è spesso accompagnato da una condizione in cui i reni sono dilatati e saturi d’acqua. Delle pustolette in questa zona indicano che i reni hanno cominciata ad accumulare grassi e muco. Un altro punto di diagnosi dei reni è situato alla pianta di entrambi i piedi.


l compito principale dei reni, come abbiamo già visto, è quello di garantire una continua e costante depurazione dei litri di sangue al giorno che giungono a loro attraverso le arterie: purificarsi dai veleni che assorbe dal mondo esterno. Questo sofisticato processo di purificazione avviene in tre fasi: filtrazione, secrezione ed escrezione. Durante la filtrazione questo apparato scinde le sostanze buone presenti nel sangue - che successivamente saranno riassorbite - da quelle tossiche. Tramite la secrezione, invece, le sostanze dannose presenti nel sangue passano al rene. Se questo disgraziatamente non avviene a causa di un affaticamento di questa struttura, i tessuti cerebrali vengono appesantiti indirettamente: la lucidità mentale è la prima a risentirne. Attenzione a quello che “assumi” perché può gravare sui vari organi emuntori. Il paracetamolo, infatti, danneggia non poco il fegato e il rene, impedendo loro di svolgere le normali attività di purificazione dalle scorie. Rispetta anche la tua attività mentale, il tuo cervello, perché esso è responsabile dell'efficienza del nostro sistema immunitario. Più siamo tesi, in conflitto, sulla difensiva con l'ambiente circostante e più è facile ammalarsi. Non dovrebbe apparire strano, proprio per esperienza diretta, che dopo un trauma affettivo o dopo un periodo di intenso lavoro ci troviamo stanchi e con fastidiosi acciacchi fisici.


er i problemi alle vie urinarie può aiutare un succo di mirtillo rosso. Per evitare, invece, accumuli eccessivi di veleni, ovvero acidi urici e fosforo, che rischiano ovviamente di danneggiare i reni, riduci al minimo caffè, carne rossa, burro e alcuni prodotti ittici come acciughe e cozze, formaggi e, soprattutto, alcolici. Ricorda che puoi assumere non più di un grammo per ogni chilo del tuo peso, di proteine giornaliere.

alcoli biliari. Mancanza di libertà espressiva: rancore, paura e rigidità bloccano completamente il soggetto; difficoltà a sfogarsi, a ribellarsi, ad esprimere contrarietà e aggressività: un’energia che si accumula … il tutto si pietrifica, cristalli solidi che si formano nella cistifellea o nei dotti biliari; la bile si indurisce, diventa una “roccia”, si fa pietra perché tutta la tensione rimane dentro; la Colica, allora con il suo dolore dice che devi cambiare: esprimerti ed essere più malleabile. Un aiuto naturale: Fraxinus excelsior MG e Acer campestre MG.

alcoli renali. Un passato che non si riesce a togliere di torno, difficoltà a distinguere le cose passate dal presente, ciò che e utile e quello che non serve più; incapacità di far fluire la vita: troppa durezza e rigidità nell’affrontare la realtà; il calcolo allora segnala la necessità di flessibilità e malleabilità di atteggiamento; testardaggine, rigidità, poca disponibilità e difficoltà di adattamento bloccano il fluire della vita con la “roccia”. Un aiuta naturale: Betulla verrucosa (linfa) MG.

istite. Una estenuante lotta per mantenere inalterate le situazioni, difficoltà a cambiare atteggiamento; un conflitto profondo nel lasciar scorrere il flusso degli eventi (lasciare o trattenere, controllo o cedevolezza): un mentale che non cede e non si piega al cambiamento.
olecistite. Un accumulo di umiliazione, frustrazione, rabbia, rancore e aggressività; fantasie di vendetta mai espresse, da sempre trattenute per mantenere un’immagine affidabile, civile e perbene: sempre supercontrollata; una energia aggressiva tenuta a bada magari con grandi abbuffate! Un aiuto naturale: Rosnarinus officinalis MG, Acer campestre MG, Fraxinus excelsior MG.

efrite. (Glomerulonefrite: infiammazione del rene). Reazione esagerata a certe aspettative: delusione, incapacità di prendere decisioni, annientamento e senso di fallimento, aspettative non soddisfatte; sensazione di non poter far fronte a certe situazioni, che qualcosa considerata importante stia cedendo, sprofondando, crollando e di non ricevere alcun sostegno dai propri familiari nell’affrontare le cose; collera verso un personaggio che ha generato uno stato conflittuale pericoloso per se stessi, per la propria salute.

liguria (scarsa emissione di urina). Sentimento di collera e rabbia trattenuto mescolato a rassegnazione, difficoltà a delimitare e difendere il proprio spazio.


ttenzione, non solo la dieta giusta protegge la salute, ma salva anche reni e vescica, porta in tavola, allora, alcuni alimenti che rinforzano e disintossicano l'apparato urinario, come ad esempio carota, cipolla e patate. Bere molto si depura l'organismo, i reni e si eliminano i ristagni … si smaltiscono gli acidi urici, altre scorie e tossine che causano reumatismi: facciamo una pulizia senza soste per ridare ossigeno ai vari tessuti. Ricordati che i reni filtrano il sangue eliminando con l'urina gli scarti metabolici. Almeno una bella sudata al dì favorisce l'eliminazione di scorie attraverso la pelle, sollevando in tal modo i reni da una certa dose di lavoro.

a carota grazie al suo elevato contenuto di carotene è in grado di contrastare la formazione dei calcoli renali.
entre la cipolla, attraverso la presenza di potassio e l'acido glicolico, favorisce l'eliminazione di urea e cloruri attraverso la minzione, prevenendo anche i calcoli; l'aglio, invece, è importante per infiammazioni, contrasta l'ipertensione e combatte funghi e batteri … protegge la funzionalità del sistema circolatorio, garantendo così un'ossigenazione ottimale delle cellule cerebrali.

a patata, inoltre, essendo ricca di potassio e vit. C è utile per evitare la costruzione di calcoli renali.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 -  0532.476055

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