Problemi tiroidei …
la lettura psicosomatica
efinizione. La tiroide è una ghiandola endocrina (le ghiandole endocrine - a differenza delle esocrine che versano le loro secrezioni nella superficie esterna del corpo - sono prive di un dotto escretore e mettono direttamente nel sangue gli ormoni, per questo agiscono velocemente sugli stati psichici e sulla coscienza. Le ghiandole del sistema endocrino sono: ipofisi, epifisi, tiroide, paratiroidi, surrenali, pancreas e gonadi) costituita da due lobi laterali (assomiglia ad una farfalla), collocata nella parte anteriore del collo, a destra e a sinistra della laringe. Il suo compito è quello di secernere due tipi di ormoni, sotto l’influsso di un ormone prodotto a sua volta dall’ipofisi anteriore, i cui effetti sono rivolti essenzialmente al controllo del metabolismo: la tiroxina e la triiodotironina, quest’ultima prodotta in concentrazione maggiore rispetto alla prima. Entrambe sono costituite da iodio (oltre ad avere un ruolo decisivo nei processi di crescita, regolano la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, le funzioni respiratorie ed intestinali, aumentano la temperatura, potenziano incredibilmente l’aspetto vigile e l’attività intellettiva). La ghiandola endocrina tiroidea quindi regola il metabolismo corporeo, questo significa che da essa dipende la velocità con cui si bruciano gli alimenti (alcuni possono mangiare ininterrottamente senza ingrassare, perché il loro organismo brucia immediatamente le sostanze). Quando il ritmo metabolico è troppo rapido, vi è una tendenza all’iperattività e agli scatti impulsivi.
e invece il ritmo
metabolico è troppo lento, si possono manifestare sintomi quali indolenza, pigrizia, senso di stanchezza, mancanza di
voglia, obesità. La tiroide svolge anche un ruolo importante nella
regolazione della temperatura corporea. Se abitualmente si hanno le
estremità fredde può darsi che manchi lo iodio, necessario per mantenere in
salute la ghiandola in questione. Se si ha la
tendenza a mettere su peso con facilità, e risulta difficile perdere peso
accumulato, forse il problema è proprio la mancanza di iodio. La
funzionalità tiroidea dipende, infatti, dalla presenza di iodio (il fabbisogno è
particolarmente elevato durante l’adolescenza perché si cresce rapidamente).
Una carenza di tale minerale induce un calo della funzionalità
tiroidea, caratterizzata da un aumento di peso, diminuzione dell’appetito,
digestione faticosa, stitichezza, letargia, apatia. Talvolta, però, la tiroide è iperfunzionante.
Ne risulta un aumento del tasso metabolico che porta
quindi ad un calo di peso, all’aumento dell’appetito, ad una digestione più
rapida; il ritmo cardiaco e la pressione
aumentano, e così con i tremori muscolari, il nervosismo: la persona tende
a diventare aggressiva, eccitabile, apprensiva. Le
attività mentali, il modo di parlare, lo stato dei capelli, delle unghie, della
pelle e dei denti, tutto questo, il più delle volte, dipende dal buon
funzionamento della ghiandola tiroide, e questa a sua volta ovviamente dipende
dalla quantità di iodio che si assume quotidianamente con gli alimenti
(lo iodio si
trova in tutti gli alimenti che provengono dal mare o che crescono vicino ad
esso). La tiroide funziona
pressappoco come l’acceleratore di un’auto: accelera e rallenta l’attività
dell’organismo (determina, istante per istante, una corretta velocità del
metabolismo).
olto spesso, il vivere in modo torpido
e sonnolente, oppure in maniera vibrante e carico di energia dipende, infatti,
dall’ormone tiroideo. Man mano che passa il tempo inoltre la ghiandola spesso
rallenta la sua attività. Le reazioni delle persone, infatti, che si trovano in
quel periodo evolutivo della vita che corrisponde alla menopausa e
all’andropausa mostrano cambiamenti addirittura stupefacenti. L’equilibrio
ormonale pertanto si modifica e le persone sono messe di fronte a condizioni
che fino ad allora non conoscevano. In
sintesi, i disturbi tiroidei sono: l’ipotiroidismo (diminuzione di ormoni nel sangue:
rallentamento delle funzioni organiche e debolezza cronica), l’ipertiroidismo (aumento della funzione, ipersecrezione degli
ormoni tiroidei: metabolismo accelerato, tachicardia, sudorazione, insonnia,
ipertensione, intolleranza alle temperature alte), le infiammazioni ed i tumori.
Il
linguaggio psicosomatico
n aspetto particolarmente
interessante dell’ipertiroidismo è che spesso
si manifesta – o peggiora – improvvisamente a seguito di una forte
emozione oppure in situazioni critiche (decessi,
incidenti, separazioni – litigi – coinvolgimenti – conflitti familiari, perdita
della figura protettiva, del lavoro e della casa). Si riscontra
questo fenomeno in soggetti che hanno un stile di vita – mentale e fisico – frenetico (sentono
poco la stanchezza e solo in casi estremi). I
rapporti interpersonali sono tendenzialmente di breve durata e caratterizzati
da brusche chiusure e riaperture. Si
nota generalmente in queste persone la tendenza a correre “in avanti”, a
bruciare la vita; un’esistenza vissuta in maniera frettolosa e caratterizzata
da una forte ansietà. Troviamo questi
soggetti, proprio per la loro frenesia, sempre pronti ad adempiere, anche in
eccesso, ai loro compiti e doveri (il rallentamento provoca in loro angoscia). Sembra che le cause dello “stile
ipertiroideo” siano da rintracciare nell’infanzia: è probabile che
questi soggetti siano stati costretti a raggiungere una propria autonomia
(crescere in fretta) per la quale non erano maturi per affrontare
adeguatamente, senza l’appoggio delle figure di riferimento, le situazioni ed i
compiti loro assegnati. In questi soggetti dunque c’è stata una spinta eccessiva
alla responsabilità (un muro senza fondamenta!).
n individuo che sviluppa ipertiroidismo
è generalmente deluso perché non riesce a realizzare ciò che vuole, in questo
modo sono sempre continuamente sottoposti ad un devastante stress emotivo (anche
le piccole cose diventano insormontabili). A volte possono segnalare un
desiderio di rivincita, di espansione, far vedere agli altri ciò di cui sono in
grado di fare (ciò che valgono!). I soggetti
ipotiroidei, invece, sono caratterizzati da un’immagine statica, apatica, l’eloquio diventa
lento e monotono, indifferente: è come se intorno a loro non accadesse mai
niente di interessante, di stimolante. Tutta questa sintomatologia
inoltre, caratterizzata “dalla passività,
dal non fare, dal perché mai continuare, tanto non ci riesco, nessuno può
capirmi” è simile e rientra, per vari aspetti,
inequivocabilmente nel quadro clinico depressivo. Infatti,
come il depresso, essi sono ripiegati su
se stessi, riducono le attività al minimo indispensabile e lasciano
“scorrere” le cose nella più profonda freddezza ed indifferenza.
Queste persone
non manifestano alcun interesse a partecipare alla battaglia della vita e non
evidenziano nessun tipo di interesse nei suoi confronti. Gli occhi
particolarmente stanchi ed incredibilmente infossati sono nettamente in
contrasto con quelli accesi, pronti ad uscire dalle orbite (esoftalmo) dei
soggetti ipertiroidei.
a loro indolenza e la loro apatia - priva completamente
di interessi - si oppongono decisamente
all’iperattivismo degli altri.
I soggetti ipotiroidei non muovono un passo. Gli altri si
agitano senza mai raggiungere una meta.
Questi
estremi, questi due poli, paradossalmente, hanno in comune un tema: il posto nella
vita. Tra
la carenza in un caso, e l’eccesso nell’altro, si trovano entrambi a metà
strada dalla vera vita (la vera vita, per intenderci, non è solo quella della
gratificazione, dell’entusiasmo, della soddisfazione e della gioiosità, ma
anche quella del disagio emotivo, perché solo attraverso questa condizione
molto spesso, ovviamente non in senso stoico, è possibile liberare la mente da
cose stantie
ed obsolete).
NB. Le informazioni
e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non
sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico, al quale è sempre
indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica.
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