mercoledì 8 febbraio 2017

Gelosia ... ovvero la sindrome di Otello


                                                                

Gelosia ... ovvero la sindrome di Otello


el mondo infantile.  Una manifestazione del carattere che non si può ignorare, per la sua frequenza durante l’infanzia, è la gelosia. Basti pensare a un bambino che, nell’intento di superare i fratelli, sviluppi tali impulsi di gelosia e d’ambizione, da entrare in un ruolo decisamente ostile e aggressivo. Quando un bambino si sente messo in disparte, può divenire intensamente geloso e acquisire disposizioni d’animo di cui non riuscirà più a liberarsi. Sono fenomeni che si manifestano in modo particolare dopo la nascita di un fratellino. Il maggiore interessamento dei genitori per l’ultimo nato fa sentire, infatti, i più grandi come dei re spodestati. 

hi è stato colmato di grandi attenzioni da parte della madre e del padre tende a sviluppare una gelosia ancor più spiccata. Gli episodi di gelosia, secondo alcune ricerche, sono certo più frequenti nelle famiglie numerose. Nella nostra epoca e in certe particolari culture è facile che una bambina cada in uno spiacevole stato di depressione reattiva, osservando quanto gioiscano i genitori per la nascita di un maschio, cui si dedicano maggiormente, riservandogli i privilegi ormai preclusi alla sorella. E’ quasi inevitabile, in tale situazione, che insorgano violente ostilità. Il quadro interiore non cambia neppure se la sorella più grande sembra comportarsi con il fratellino come una seconda madre. Ciò dimostra, infatti, una forma esibizionistica di superiorità e una rivendicazione di libertà. Si tratta in fondo di uno sbocco positivo per una potenzialità non priva di pericoli. L’eccesso di rivalità tra i fratelli e sorelle rappresenta un altro motivo di gelosia. L'impressione di essere umiliate spinge le femmine a darsi da fare con tutte le forze per superare i fratelli. In questi casi è la natura stessa ad aiutare le ragazze che, per il loro più rapido sviluppo che le distingue nella pubertà, dispongono di una maggiore forza fisica e spirituale. Svariate sono le modalità con cui si manifesta la gelosia. La diffidenza, la furberia, il continuo timore dell’umiliazione sono fra le sue espressioni più frequenti. Alcune forme di gelosia finiscono per esaurirsi in se stesse e altre invece persistono con tenacia. 

i volta in volta la gelosia può essere paragonata a una cattiva giocatrice che tenti di umiliare il rivale o a una più duttile competitrice che finga di legare a se l’avversaria, per poi dominarla. Un altro frequente artificio è quello di imporre agli altri alcune regole di comportamento. Esemplicativa è la linea psichica in ossequio alla quale l’uomo impone ai suoi simili una legge dell’amore, pretendendo d’insegnar loro come guardare, agire, pensare. Sotto questo stimolo si possono anche muovere rimproveri agli altri, disprezzarli, ecc. Sono tutti mezzi che mirano a privare gli altri della loro autonomia, nell’intento di sottometterli. La gelosia può essere dunque definita, con altre parole, come una particolare espressione della “volontà di potenza” (vedasi A. Adler).


el mondo adulto. Pur riconoscendo che la gelosia è un’emozione estremamente umana, credo sia evidente che essa esprima una scarsa fiducia in se stessi. Il ritornello è sempre quello: “mi sento poco amabile, perciò ho paura che lei/lui trovi più interessanti altre braccia”. Risulta ovvio, quindi, che l’unico modo per superarla sia imparare a “volersi bene”  per quello che si è realmente. Questo sicuramente non garantisce ad entrambe i partner che il rapporto che stanno sperimentando durerà in eterno, ma garantisce che durerà fino a quando essi avranno qualcosa da darsi e da insegnarsi reciprocamente. E’ bene ricordare, inoltre, che ogni cosa ci accade perchè in qualche modo l'abbiamo attratta con i nostri schemi mentali e, soprattutto, con i nostri stili di vita. Riassumendo possiamo dire che la persona gelosa tende a provare sentimenti di rivalità nei confronti degli altri. E’ un individuo tendenzialmente insicuro che, proprio a causa della scarsa fiducia che ha in se stesso e nelle proprie possibilità, teme di perdere l’oggetto dei suoi desideri. Ha infatti la costante ansia di perdere l’affetto e soprattutto la fedeltà della persona amata. 

hi è geloso in genere è convinto che la gelosia sia sinonimo di interesse verso la persona amata, anzi, ancor meglio che non possa esserci amore senza gelosia. E’ vero che la gelosia, chi più chi meno, la provano tutti, ma essa, però, diventa patologica quando finisce per essere ossessionante e togliere la libertà  del partner condizionandolo con sospetti, per lo più infondati, e ansie eccessive verso qualsiasi interesse al di fuori del rapporto. Al contrario di quello che può sembrare a prima vista, la persona gelosa non manca di fiducia verso gli altri ma verso se stessa. E’ così insicura e pessimista da essere intimamente convinta che finirà per perdere, per colpa di qualcun altro, che lei ritiene migliore di se, l’amore di chi le sta a cuore. Vorrebbe perciò essere costantemente rassicurata dalla persona che ama ma, paradossalmente, proprio le sue continue richieste di conferme e di attenzione non fanno che asfissiare e allontanare sempre più l’oggetto del suo amore. La gelosia può assumere anche la forma di possessività che in genere, oltre che alle persone, può rivolgersi anche alle cose. La persona molto possessiva vorrebbe, infatti, avere il controllo costante sulle cose e sulle persone: siano essi partner o amici.


osa fare.  Poiché è stato sottolineato più volte che il geloso ha una scarsa considerazione di se stesso, il metodo di cura adottato sarà, quindi, orientato ad incrementare il livello di autostima. Tale orientamento sarà fondamentale per lo sviluppo di una personalità autonoma e fiduciosa. Quando l’autostima è alta ci si sente bene, ci sembra di poter controllare la “propria” vita, si è flessibili e, sicuramente, con molte risorse. Si tratta semplicemente di mettere a fuoco la personale capacità di creare un forte senso del proprio valore, che a sua volta conduce a un alto livello di autostima.

i può imparare ad assumere decisioni, ad agire spontaneamente, a dire “no” quando è necessario, a star bene in compagnia di se stessi, a esprimere i propri sentimenti.  Si può diventare una persona che fa accadere le cose. E’ importante stimolare sollecitazioni, incoraggiando il “geloso” ad affidarsi con un atteggiamento curioso e al tempo stesso rilassato a ciò che appare a lui estraneo e insolito, per imparare a conoscersi meglio con metodi che, sicuramente, non presentano mai un carattere costrittivo; incoraggiandolo semplicemente, quindi, ad avere una maggiore fiducia in se stesso e a decidere in modo autonomo e cosciente: capire, cioè, come si affrontano i problemi, i compiti e le sfide dell’esistenza. E’ attraverso il pensiero, infatti, che l’uomo crea il proprio ordine personale, sul quale poi costruisce un rapporto e riesce a sentirsi particolarmente bene  con se stesso. 

o stile di vita, il carattere, il posto che si occupa nella famiglia o nella società, tutto questo coincide con abitudini radicate nel corpo e nella mente. L’impensabile può diventare pensabile se, grazie al pensiero stesso, riusciamo a trovare un punto sicuro sul quale fare leva per osservare la situazione (gelosia) da una prospettiva più ampia. Per rendere possibile questo “miracolo”, però, è necessario un’elaborazione preliminare che avviene attraverso l’ordinamento dei pensieri e delle emozioni. 

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Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 
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NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre indispensabile rivolgersi per qualsiasi diagnosi o terapia specifica. Il presente articolo pertanto ha un  valore educativo, non prescrittivo.

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