giovedì 12 maggio 2022

Disagi PSICOSESSUALI

Disagi  PSICOSESSUALI


ochi disagi emotivi sono offuscati ed intrisi di toni moralistici come lo sono i disturbi psicosessuali. Determinare tale “malessere” implica definire una chiara norma per il comportamento sessuale. Ma chi stabilirà queste regole? Chi dovrà essere il guardiano morale del comportamento sessuale? Perché tanto accanimento verso la sessualità che in realtà appartiene al mondo della normalità ... degli istinti? Essendo la sessualità umana, non solo legata alla procreazione, ma anche alla qualità della relazione e del rapporto è bene precisare che non esistono comportamenti giusti in assoluto. Si deve uscire dall’ottica di avere un’unica norma di riferimento rispetto alla quale si è in buona salute oppure malati. Non vi è esperienza sessuale fuori di noi a cui dobbiamo riferirci, ma una sessualità dentro di noi, spontanea e naturale che si sviluppa con trame diverse, attraverso percorsi di vita complessi; è il senso che ognuno dà alla sua trama che è importante, noi siamo ciò che sentiamo di essere, siamo come ci vediamo e non come ci vedono gli altri; insomma, siamo belli se ci piacciamo e brutti se siamo scontenti di noi stessi.



sistono, comunque, a livello scientifico parametri che definiscono a grandi linee degli argini: al di qua ci sono le carenze e dall’altra gli eccessi. Al centro si apre un vasto territorio di modalità “adeguate” che comprendono le infinite possibilità in termini di tempo, oggetto, modo, luogo e finalità. Tra tutti gli istinti (mangiare, dormire, bere), l’istinto sessuale è quello che subisce, nel corso della sua evoluzione, i maggior rimaneggiamenti. La sessualità è, infatti, un bisogno naturale come mangiare, bere e dormire. Nell’animale l’istinto riproduttivo è il cardine per la sopravvivenza della specie, per l’essere umano, invece, le cose sono decisamente più complicate ed articolate in quanto può rinunciare volontariamente al sesso in favore di una cultura che prevede la sublimazione della propria parte istintuale (castità: energia, comunque - se va bene - non spenta ma semplicemente trasformata … incanalata verso il mondo produttivo). Questa trasformazione è, quindi, frutto di condizionamenti familiari, culturali e sociali. Tenendo conto di queste influenze è già possibile affermare che il sesso non è soltanto “poesia biologica” (per le finalità e per i motivi di questa iniziativa culturale non è possibile approfondire questo argomento), ma è, indubbiamente, un comportamento che coinvolge emozioni, sentimenti, paure, trasformazioni e divieti (evoca frequentemente il fantasma del peccato, della punizione e della colpa). In questa attività ogni individuo mette a fuoco fattori fisici ed emotivi, un insieme di ansia ed angoscia, ricordi ed emozioni che ogni volta impegnano tutto il suo essere. E’ il risultato di un lungo processo di crescita che inizia, contrariamente a quello che si pensa, dal concepimento e continua nel corso dell’intero arco di vita (menopausa e andropausa comprese)


ale esperienza è, quindi, carica di significati individuale e sociali (sessualità proposta dai modelli culturali). E’ una modalità soggettiva e “personale” con cui si entra in rapporto con l’altro o gli altri. Uno studio completo della sessualità dovrebbe considerare la neuroanatomia sessuale, la sessualità del bambino e dell'adolescente, la psicologia sessuale, le anomalie e le deviazioni della sessualità, la diagnosi e la cura delle irregolarità sessuali, la psicologia e l'adattamento sessuale normale. E' ben evidente che in questo breve articolo la maggior parte degli aspetti della psicologia sessuale potrà soltanto venire menzionata, non essendo possibile fare qui un'analisi particolareggiata. Per arrivare a una conclusione concreta pratica mi limiterò a:

1. Definire il comportamento sessuale “normale” e individuare alcuni dei metodi migliori per giungere a un massimo di soddisfazione nelle relazioni sessuali normali;

2. Definire il comportamento sessuale anormale e ricercare mezzi suscettibili di prevenirlo o guarirlo.


rattiamo dapprima la seconda questione perché spesso è più facile definire l'anormalità che la normalità. Una volta definito esattamente quel che è anormale si potrà stabilire, per eliminazione, quel che è normale. In che cosa consiste dunque un comportamento sessuale anormale, deviato o pervertito che sia? Gli squilibri umani, sessuali o no, consistono soprattutto nell'atteggiamento dell'individuo che attribuisce in modo formale e arbitrario ad alcuni suoi desideri, ad alcune preferenze o attrazioni il valore di un bisogno o di una necessità. Analogamente l'individuo convinto a torto che le sue attività omosessuali, la sua propensione al voyeurismo, le sue lievi tendenze al sadismo o ad ogni altro tipo di attività sessuale particolare siano per lui un bisogno irresistibile e che egli non possa vivere in pace o felice senza consacrarvisi, cade nella perversione o nevrosi sessuale. In realtà nessuna idea, nessun atto sessuale è una deviazione o una perversione in sé. L'omosessualità, le attività eterosessuali non coitali, le pratiche masochistiche e anche certi atti bizzarri come bere l'urina del proprio partner non hanno necessariamente carattere di deviazione a condizione che:

A. Il soggetto immagini di compiere questi atti, ma se ne astenga per validi ragioni;

B. Il soggetto vi si dedichi soltanto occasionalmente in un desiderio di mutare abitudini non irresistibili né autodistruttore.



n una società come quella della Grecia antica, ad esempio, dove l'omosessualità è ampiamente ammessa, non si desidera anormale l'uomo che ha qualche relazione omosessuale. Tuttavia anche in una società tanto liberale, se un uomo si dedica unicamente a pratiche omosessuali, se è atterrito all'idea di rapporti eterosessuali, se questi gli ripugnano in forma violenta, se egli poi perseguita altri uomini senza riuscire a controllare la sua ossessione e a detrimento degli altri aspetti importanti della sua vita, se inoltre la sua omosessualità è fondata su un'avversione intensa e immotivata per le donne, allora si deve senza dubbio considerarlo anormale o nevrotico e qualificarlo come un pervertito sessuale. Il criterio di deviazione sessuale dunque non va ricercato negli atti di un individuo, ma nello spirito che li informa. Il mangiare, ad esempio, è certo una delle attività normali dell'uomo, ma un individuo che mangiasse soltanto arrosto di vitello, provasse disgusto per ogni altro tipo di cibo e si sentisse indisposto o irritato anche quando vedesse qualcuno ingurgitare altri alimenti, dovrebbe certo essere giudicato un soggetto con problemi emotivi al più alto grado. Lo stesso si dica per l'individuo che accentra il suo interesse in modo rigido, irresistibile o angosciato su un qualunque degli atti sessuali, anche il più normale di tutti, ma annettendovi un'importanza feticistica. La maggior parte delle attività sessuali umane, a cui nel corso della storia è stato attribuito un carattere di perversione, sono in realtà comportamenti qualsiasi che hanno suscitato però delle reazioni puritane in determinate epoche e in certi paesi. Possono essere stati colpiti dall'interdetto sociale di un gruppo, di una religione, di un legislatore pur rimanendo, dal punto di vista psicologico, perfettamente normali. Le vere perversioni, nell'accezione che si da a questo termine, si definiscono in psicologia come atti di autodistruzione o di auto – inibizione. La loro diagnosi è facile se si adotta nei loro confronto un atteggiamento obiettivo e molto spesso esse sono perfettamente curabili e guaribili. Nella nostra società le anomalie sono molto diffuse.



nculcando nei giovani con un'educazione puritana il timore di molte forme della sessualità, impedendo nel contempo a loro stessi di cedere al fascino dell'eclettismo, spingendo gli esseri civilizzati verso la nevrosi e l'inibizione, e rendendoli incapaci di sopportare le frustrazioni quotidiane dell'esistenza, noi li predisponiamo al feticismo e alla perversione. Una non certo trascurabile minoranza, del resto, si rivela profondamente deviata. La deviazione sessuale autentica non è e non dovrebbe essere catalogata tra i delitti: è una vera e propria malattia e spesso un'infermità. Considerata sotto questa luce, si può eliminare, come ogni altro squilibrio emotivo, con una psicoterapia intensiva a carattere attivo, direttivo e persuasivo. Apparirà ora a chi legge che il comportamento sessuale normale comprende tutti gli atti che non siano oggetto di fissazione, di feticismo, di esclusivismi, che non presentino alcun carattere ossessivo e che non siano motivati da paura o da ostilità ingiustificate. Un soggetto normale ed equilibrato dovrebbe normalmente astenersi da ogni forma di comportamento sessuale che abbia un carattere auto – distruttivo o nocivo. Più esattamente egli dovrebbe considerare nociva o nevrotica ogni partecipazione ad atti che:

1. Determinino una lesione psichica, ad esempio, il masochismo sessuale spinto all'estremo;

2. Siano psicologicamente traumatizzanti o mutilanti come, ad esempio, l'accettare di essere un partner passivo o sottomesso nel corso di rapporti sia omo sia eterosessuali;

3. Si rivelino relativamente insoddisfacenti e senza interesse: ne costituisce un esempio il ricorso esclusivo alla masturbazione quando c'è possibilità di relazioni eterosessuali;

4. Siano causati da ansia, ostilità o da qualunque altro sentimento nevrotico e non da una vera e propria scelta (voyeurismo);

5. Contrastino desideri e bisogni non sessuali ma, nella considerazione del soggetto, più importanti del piacere sessuale: ad esempio l'adulterio commesso col rischio di distruggere una vita coniugale e familiare armoniosa.

Per farla breve, l'individuo che desideri provare un massimo di godimento sessuale sano e completo, nel corso della sua esistenza, deve attenersi alle seguenti regole:

A. Oblio di tutte le norme considerate buone o auspicabili per gli esseri umani in generale e accettazione senza riserve del principio che esistono, tra gli uomini e le donne, innumerevoli differenze. Ricerca obiettiva quindi delle proprie preferenze e piaceri sessuali particolari;

B. Reazione contro ogni puritanesimo o antisessualismo che risulti dall'educazione ricevuta e riconoscimento del principio che un atto sessuale non è mai immorale di per sé, né può essere di per sé cattivo o perverso. Vi sono attività antisociali, altre senza conseguenze e altre ancora poco attraenti o auto – distruttive. Questa distinzione è una questione di scelta e di giudizio individuale e non può essere stabilita con un cieco conformismo nei confronti di imperativi religiosi o sociali;

C. Nel campo della sessualità, esplorazione senza limiti di un terreno vario, avventuroso, sempre nuovo e interessante. Questa ricerca può concludersi con la selezione di determinate pratiche che procurino al soggetto e al suo o ai suoi compagni sessuali il massimo godimento possibile. Ma prima di limitare la propria scelta ci si conceda tutto il tempo necessario per provare metodi diversi e di preferenza differenti compagni;

D. Rifiuto di considerare come acquisita l'associazione inestricabile della sessualità con l'amore, con il matrimonio, con l'amicizia o con qualunque altro legame sociale. Nello stesso tempo, tranquillamente e in modo maturo, quest'individuo si sforzi di armonizzare le sue relazioni sessuali col resto della sua esistenza senza mai lasciarsene dominare. La sessualità può essere in sé fonte di gioia e di meraviglia, ma poiché è anche parte integrante di altre relazioni umane può procurare soddisfazioni più complete. In questo campo non ci sono principi né immutabili né universali;

E. Mantenimento assoluto della distinzione che intercorre tra le relazioni sessuali e i rapporti sessuali. Anche se è una delle principali maniere di raggiungere la piena soddisfazione sessuale, il coito non deve essere considerato come l'unica. L'orgasmo comunque raggiunto dà una sensazione di pienezza. E' vero che la copula tra un uomo e una donna rappresenti per molti la forma più soddisfacente di esperienza sessuale, ma non vi è certo nulla di odioso, di immorale o di trascurabile nell'orgasmo ottenuto con la masturbazione, con le carezze o con ogni altra forma di relazione sessuale, che sia accompagnata o no dal coito.


ome è stato sottolineato più volte, purché non sia intaccato da feticismo esclusivo, irresistibile, né alterato da sentimenti di timore o ostilità, purché sia liberamente accettato da un partecipante consenziente, il comportamento sessuale si deve considerare benefico, sano e morale.

Il significato culturale della sessualità, comunque, è un fenomeno particolarmente curioso in quanto si struttura attraverso due temi fra loro contrapposti, ma sempre in stretta relazione: da un lato l’istinto “libertino” e dall’altro, l’asservimento ai modelli pubblici. Risulta innegabile, per quanto sopra esposto, che la sessualità è un fenomeno complesso influenzato da fattori biologici, psicologici e socio culturali (il comportamento sessuale finale dipenderà dall’interazione di queste forze). Il benessere sessuale, ovvero il sentirsi bene e soddisfatti, è parte integrante della salute di ogni individuo. In questi termini, il sentirsi bene coinvolge inevitabilmente anche il vivere con piacere il mondo del pensare, del fare e delle relazioni oggettuali. Significa riflettere sui propri bisogni, desideri, sensazioni di poter vivere e coltivare sentimenti di speranza, e fiducia nei confronti della vita. Se si tiene conto di quanto fin qui esposto si comprende facilmente che la diagnosi di questo comportamento, inteso come malessere che crea sofferenza per se stessi e per gli altri, deve essere formulata da un professionista competente e, soprattutto, scevro da pregiudizi; capita sovente, infatti, che troppo zelo classificatorio induca, spesso, più confusione che chiarezza (se non colpevolizzazioni inutili ed assurde). A tale proposito un orientamento diagnostico qualificato ci viene fornito dal DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). In questo manuale i disturbi psicosessuali sono divisi, sostanzialmente, in 3 gruppi: Disturbi dell’Identità, Parafilie e Disfunzioni Psicosessuali.



… l’argine degli eccessi


ISTURBI DELL’IDENTITA’. In questo gruppo sono inclusi tutti i comportamenti caratterizzati dal fatto che l’individuo si sente a disagio e in contrasto rispetto al proprio sesso anatomico e mette in atto atteggiamenti generalmente caratteristici dell’altro sesso.
ransessualismo. E’ una persona che sotto l’aspetto biologico, anatomico e fisiologico è un maschio o una femmina normali, ma nell’intimo ha la convinzione di appartenere al sesso opposto. Perciò molti transessuali, specialmente maschi, ricorrono ad interventi chirurgici per mutare la loro identità fisica e anagrafica: un “cambiamento di sesso”, più apparente che reale, sia perché l’appartenenza al sesso è scritta in ogni cellula, sia perché non è possibile conferire una vera funzionalità agli organi genitali costruiti dal chirurgo. In questo comportamento è comune la depressione che non deve mai essere sottovalutata in quanto può portare al suicidio. Nella genesi di questo disturbo si riscontrano quasi sempre gravi insufficienze parentali e soprattutto il rimpianto della madre di non aver procreato un figlio del sesso opposto; è spesso proprio la madre la prima a spingere il proprio figlio a travestirsi. All'omosessualità e al travestitismo, manifestazioni comunque costanti, i transessuali aggiungono un'insistenza tenace a volersi far considerare dagli altri come appartenenti al sesso che prediligono. Questa esigenza li porta spesso a farsi mettere in “regola” chirurgicamente. Dal punto di vista morfologico si tratta di soggetti perfettamente normali, salvo evidentemente il caso in cui siano riusciti a farsi modificare. Assorbono a questo scopo una gran quantità di ormoni sessuali contrari (spesso clandestinamente, per cui le dosi ormonali restano allora senza effetto). Oltre a questa trasformazione ormonale, operano volentieri delle automutilazioni, forzando la mano al chirurgo: le donne si feriscono o si bruciano il seno per ottenerne l'amputazione, gli uomini provocano con la compressione del funicolo la necrosi del testicolo, rendendo necessaria la castrazione.
arafilie (para: deviazione - filia: oggetto da cui si è attratti)Esse sono caratterizzate dalla comparsa di eccitazioni nei confronti di oggetti o di situazioni erotiche che non rientrano nelle modalità normali di eccitazione e di attività sessuale, e che possono interferire a vari livelli sulla capacità di svolgere un’attività sessuale reciprocamente affettuosa. In questo gruppo troviamo: Feticismo, Travestimento, Zoofilia, Pedofilia, Esibizionismo, Voyeurismo, Masochismo Sessuale e Sadismo Sessuale. La parafilia consiste in una restrizione della vita amorosa: i pervertiti soffrono a livello emotivo e si ostinano a restare in una condizione di amore specifico infantile, rifiutando scientemente di distaccarsi dai loro “oggetti” e dalla loro fantasia. I soggetti che ne sono affetto, in particolar modo l'amore per i bambini, vivono in un perpetuo conflitto con le leggi penali. La maggior parte si accontenta con simulacri (donne vestite da bambine o uomini abbigliati da marinaretti); il successo delle prostitute ultraquarantenni, munite di trecce, cartella a tracolla e calzini corti, è comune a tutti i paesi ed è segnalato in tutte le opere specializzate.

eticismo. E’ l’uso di oggetti inanimati (feticci) come metodo ripetutamente prescelto o esclusivo per raggiungere l’eccitazione sessuale. E’ un bisogno irrinunciabile di vedere, manipolare, annusare un determinato oggetto per ottenerne, appunto, gratificazione sessuale. A volte vengono privilegiate alcune parti del corpo come mano, piede, gamba, orecchio, capelli, piuttosto che indumenti in contatto con parti sessuali: mutande, reggiseno, calze, giarrettiere. Il feticcio è, stranamente, ancora più potente ed attraente se è stato rubato (il feticista può essere anche cleptomane). Lo si ritrova sia nell'amore eterosessuale sia in quello omosessuale. Ogni feticista ama l'oggetto del suo feticismo anche nel suo stesso corpo. Il feticista del piede è innamorato del proprio piede e prova piacere nel guardarlo, il feticista della mano è fiero delle sue mani, sogna di averle bellissime e le cura meticolosamente. Nel feticismo l'attrazione del particolare va oltre: rende superfluo l'oggetto sessuale nella sua totalità. Lo stesso feticcio può servire anche da antifeticcio. Attraverso l'immaginazione feticistica ciascuno evoca il proprio feticcio, con o senza atti sessuali, generalmente masturbatori. L'attrazione di un particolare si spiega con la fissazione di un'impressione infantile. La predisposizione feticistica, come tutte le predisposizioni infantili, è fatalmente vittima della repressione che comincia fin dalla tenera età. Ciò nonostante continua nel tempo in profondità, accantonata ma non domata. I conflitti che ne risultano si manifestano nelle malattie d'amore. Il feticista crede di poter irrobustire i suoi organi genitali deficienti col godimento che si procura mediante il feticcio. Elenchiamo ora di seguito i feticismi più frequenti:
apelli: si unisce spesso al feticismo della pelliccia; corti: favorisce la componente omosessuale nella donna; calvizie: il contrario di capelli. Interessa certe donne, forse a causa della leggenda secondo la quale la calvizie sarebbe determinata da una vita amorosa intensa; colore: l'apparente successo delle bionde è in rapporto con la difesa contro la propria sessualità in atto presso la gente comune. In realtà si preferiscono i capelli scuri, che si suppongono meglio corrispondere a un temperamento ardente e sensuale. Anche il colore scuro della pelle corrisponderebbe ad appetiti sessuali notevoli.
cchi: il fattore forse più importante della selezione amorosa. Possono costituire un elemento di attrazione sessuale anche malati, gli occhi artificiali, gli occhi strabici. L'occhio è considerato una zona erogena e può avere una funzione analoga a quella degli organi genitali sul piano simbolico. I baci sugli occhi hanno un grande ruolo in queste trasposizioni dal basso all'alto fino a produrre, per alcuni, talvolta l'orgasmo.
aso: alcuni autori hanno messo in relazione il rapporto tra il naso e le funzioni sessuali. In certi casi patologici il naso diventa l'organo genitale. Attraverso il naso si esercita uno dei principali fattori erotici, l'odorato.
recchie: la forma e la tessitura delle cartilagini hanno un ruolo importante, dal quale deriva l'interesse per gli orecchini e le variazioni della moda nello scoprire o nel ricoprire i lobi.
occa: secondo la psicanalisi molte persone concentrano la loro sessualità nella bocca, che ha un ruolo importante nella scelta sessuale, benché l'apparenza (spesse, carnose, rovesciate, secondo molti simbolo di forte sessualità) non corrisponda affatto alla realtà.
uca: si associa di solito ai capelli. I piccoli morsi alla nuca sono una pratica comune.
enti: la loro grandezza, il loro colore, il prognatismo e il suo opposto, i denti d'oro o quelli nei quali sono stati incastrati dei brillanti possono divenire elementi feticistici, come anche l'assenza totale di denti.
ano: elemento decisivo della sessualità, anche se è falsato dalla sua sopravvalutazione erotica.
olpacci, gambe snelle, corte, cosce: fattori sessuali importanti, rivelati soprattutto negli ultimi trent'anni grazie alla moda dei vestiti corti, alle calze aderenti color carne. Il ruolo delle calze aderenti si è esteso alla calzamaglia tutta di un pezzo, dopo la sua versione che copriva la metà del corpo, adottata dalle ballerine. La moda non ha esitato a lanciarla come una forma di abbigliamento, con l'aggiunta facoltativa di una gonna corta.
iedi: il feticismo del piede è il più diffuso e si complica di altri fattori, come il feticismo della scarpa, il feticismo della zoppa, il sentimento di umiliazione. Il feticista del piede crede di poter irrobustire i suoi organi sessuali deficienti con il godimento ricavato dal feticcio. Oltre ad altri significati, il piede della donna rappresenta simbolicamente gli organi genitali del soggetto. Proiettando i suoi organi sul piede femminile, il soggetto dona simbolicamente la donna del suo pene e attraverso questo rapporto simbolico cerca di ristabilire un rapporto con l'oggetto che gli sfugge costantemente.
ellezza o bruttezza: ambedue posseggono una forza di attrazione e dei fattori stimolanti altrettanto imperiosi.
oce: sonorità, timbro, potenza, profondità, accenti puri o rauchi contribuiscono alla scelta erotica, nonché all'antipatia e all'avversione istintiva.
dori: stimolanti sessuali, possono a volte avere un ruolo afrodisiaco. Tra gli odori, quelli degli escrementi hanno anche un ruolo importante senza che occorra giungere alla coprofilia: il disgusto che suscitano sembra essere determinato da un istinto di difesa (coprofilia: perversione che conduce alcuni soggetti ad amare o anche a mangiare le materie fecali o bere l'urina). Certi soggetti si dedicano al cunnilinctus soltanto per l'odore vaginale che conservano poi con sé per qualche ora; altri sono stimolati dall'odore dei gabinetti, altri ancora raccolgono e collezionano carta igienica.
ravestimento. Generalmente è il vestirsi da donna con modalità ricorrente e persistente da parte di un maschio eterosessuale. Tale manifestazione è realizzata per creare in sé un eccitamento sessuale che porta a un rapporto sessuale vero e proprio o alla masturbazione. E’, inoltre, presente una profonda frustrazione quando si verificano delle interferenze nella realizzazione del proprio travestimento.
oofilia. Vengono utilizzati animali come metodo ripetutamente prescelto ed esclusivo per il raggiungimento dell’eccitazione sessuale. In pratica, l’atto o la fantasia di impegnarsi in qualche attività sessuale con degli animali è il metodo dominante prescelto o esclusivo per raggiungere l’eccitazione sessuale. La zoofilia è, in questo periodo storico, un comportamento alquanto insolito. Lo si riscontrava soprattutto nelle campagne e in zone montane presso contadini e pastori in contatto diuturno con i branchi e le mandrie, per cui, tentati sessualmente dalle occasioni propizie e dalla lunga solitudine, essi cedevano al rapporto “bestiale”. Nell’antichità questa particolare attività non era considerata strana e neppure impura, come testimoniano varie leggende indiane, egiziane, greche e romane (agli invitati al banchetto, oltre al partner naturale, veniva offerto, a seconda dei gusti dell’ospite, un animale).
edofilia. Di tutte la Parafilie, la pedofilia è quella che suscita e crea, a dir poco, profondi sentimenti di disgusto. Nel gratificare i suoi desideri sessuali, il pedofilo danneggia irrimediabilmente delle creature innocenti. Questa inclinazione morbosa verso i bambini che non hanno ancora raggiunto la pubertà, spesso si conclude tragicamente, perché il pedofilo, si rivela in realtà, spesso, un terribile criminale. Nella pratica clinica, si scopre che essi presentano un profondo disturbo narcisistico della personalità con gravi tratti antisociali. L’adescamento avviene, di solito, attraverso l’elargizione di regali in oggetti o in denaro. Il comportamento del pedofilo può assumere le forme più diverse, da carezze alla violenza, fino all’uccisione.
sibizionismo. E’ il gesto di esibire i genitali a qualche estraneo che non se lo aspetta, allo scopo, naturalmente, di raggiungere l’eccitazione sessuale, senza che vi sia il tentativo di compiere ulteriori attività sessuali insieme all’estraneo coinvolto. E’ insolito che l’esibizionista molesti con parole e con altri atti. Sembra che l’atto di mostrare i suoi genitali permetta all’uomo, per quanto curioso possa essere questo gesto, di riguadagnare un qualche senso di valore e di identità maschile positiva. Spesso rivelano una profonda insicurezza rispetto al loro senso di mascolinità. Gli esibizionisti spesso sentono di non aver avuto nessuna influenza sulle persone del nucleo familiare, e hanno pertanto dovuto ricorrere a misure straordinarie per essere notati. Ciascun atto esibizionistico, in chiave psicoanalitica, può pertanto rappresentare un tentativo di rovesciare una situazione infantile traumatica. Secondo alcuni studiosi, questa tendenza, infatti, dipenderebbe, in un soggetto di intelligenza normale, dal desiderio inconscio di negare il complesso di castrazione (Complesso di castrazione: paura della perdita del pene. L'angoscia di castrazione sarebbe non soltanto il terrore cosciente che accidentalmente viene provocato nel bambino da stupide minacce dei genitori causate dalla tendenza naturale dei bambini a toccarsi o mostrare il loro sesso, ma l'atteggiamento emotivo, fondamentale e permanente che si manifesta in lui quando scopre la differenza dei due sessi. Nella bambina è l'idea ripugnate che a lei non è stato dato il pene. Questa angoscia può causare una ribellione inconscia del bambino verso il genitore che lo provoca. Il complesso di castrazione è questa angoscia che sopravvive oltre l'infanzia. Esso impedisce una normale evoluzione affettiva dell'adolescente e può provocare dei disturbi come la nevrosi ossessiva, l'impotenza, la frigidità o l'omosessualità. In un minorato psichico, si tratta di una fissazione della sessualità allo stadio narcisistico infantile  - Narcisismo: amore esclusivo di sé. E' una tappa normale dello sviluppo del bambino. Ma crescendo il piccolo deve superare questo stadio e cercare oggetti esterni da amare. L'adulto che è rimasto ad una certa forma di narcisismo, dà un'importanza eccessiva alla sua persona: passa il tempo a contemplarsi, a cercare di farsi amare. In tal modo si spiegano le tendenze di un elegantone, di un Apollo e di un patofobico continuamente concentrato su se stesso. In un senso positivo, una certa misura di narcisismo spinge a mantenere l'orgoglio, l'amore di sé).

oyeurismo. Possiamo definirlo come l’altra faccia dell’esibizionismo; è il gesto di stare a guardare persone ignare, di solito estranei, mentre sono nude, o nell’atto di spogliarsi, oppure mentre sono impegnate in qualche attività sessuale, il tutto come metodo ripetutamente prescelto o esclusivo per raggiungere l’eccitazione sessuale. Rischio e segretezza sono gli elementi necessari della gratificazione che ottiene masturbandosi durante o subito dopo lo “spettacolo” da lui osservato, senza che la donna o la coppia se ne rendano conto o che siano d’accordo.
asochismo sessuale. Le fantasie legate a questo comportamento, per provare godimento sessuale, sono: essere legato, picchiato, violentato, oppure deriso ed umiliato (gesti di automutilazioni, quando sono presenti, hanno buona probabilità di essere ripetuti). Partecipa intenzionalmente a qualche attività nell’ambito della quale ha patito profonde lesioni fisiche oppure la sua vita è stata minacciata, allo scopo di produrre eccitazione sessuale, la quale si è quindi realizzata. Di solito si fa frustare da una donna pagata per questo, oppure chiede “punizioni” più sofisticate.
adismo sessuale. Sadico è chi, per avere soddisfazione sessuale, deve dare dolore e umiliazione: infligge torture dalle più semplici alle più complicate. La sua vittima può essere non solo la donna, un uomo, un bambino, ma anche un vecchio o un animale. Il suo scopo è sempre lo stesso: far soffrire, talvolta fino alla morte. Ma egli è un tormentatore più che un assassino, che si serve di strumenti d’offesa accuratamente scelti (catene, fruste, uncini, biglie e altri ancora).


L’argine delle carenze ...


isfunzioni psicosessuali. La maggior parte delle disfunzioni sessuali descritte nel DSM IV sono categorizzate come disturbi (intesi come sintomi che si esprimono nel somatico disturbando la sfera psichica e, quindi, la funzione sessuale) del desiderio, dell’eccitamento o dell’orgasmo. Oggi questi malesseri hanno maggior frequenza del raffreddore e un’alta percentuale dei casi sono psicogeni, cioè conseguenza diretta di una “immaturità” psicologica. Tabù vecchi e nuovi, paura ed inibizioni, in queste manifestazioni, si sprecano. Queste difficoltà sono legate alla relazione sessuale, la quale si esprime attraverso la seguente sintomatologia: impotenza, eiaculazione rapida, ritardata o impossibile (uomo); anorgasmia, dispareunia (donna).
mpotenza. La “serenità” del rapporto sessuale può essere insidiata da una serie di fattori psicologici abbastanza comuni e altrettanto frequenti. E’ la cosiddetta impotenza psicogena, che può facilmente sfociare, se non ne vengono individuate e sradicate le cause, nell’impotenza cronica (è come se ci si “escludesse dal gioco” prima di iniziare per timore di perdere … di fallire). L’impotenza funzionale è, indubbiamente, in assenza di cause organiche come malattie e malformazioni, vissuta in modo estremamente drammatico e devastante perché l’attività sessuale è considerata, da alcuni, come una forza, una fonte di sicurezza e potenza maschile esclusiva. Questo disturbo (non - scambio con l’esterno) può essere interpretato, da un punto di vista psicosomatico, come un tentativo di tenere sotto controllo il più possibile una situazione vissuta come pericolosa per l’equilibrio psicofisico. Questo particolare “atteggiamento” lo possiamo riscontrare anche in ambiti diversi da quello sessuale (lavorativo e sociale). Il timore di fallire, di non essere all’altezza (timore del giudizio) delle aspettative può essere alla base di questa sorta di paralisi dell’istinto sessuale, dell’iniziativa e della creatività.
iaculazione precoce. Volgarmente detta “atto breve”, sintomo di un malessere psicofisico che si manifesta, nei casi moderati, con un'eiaculazione quasi immediata dopo i primi movimenti coitali, pur senza che si sia raggiunta la massima tensione; nei casi acuti, l'eiaculazione si produce alla più lieve eccitazione sessuale, prima ancora dell'erezione. La psicanalisi ne ha indicato l'origine di solito psichica, dovuta al predominio delle tendenze pregenitali sulle tendenze genitali; una componente uretrale ad esempio dà all'eiaculazione il senso di una minzione. A volte si tratta di un violento complesso di Edipo implicante un'identificazione con la madre anziché con il padre, che modifica tutto il simbolismo sessuale: il pene prende il significato di un capezzolo, lo sperma del latte. La maggior parte delle volte l'ejaculatio praecox è la manifestazione di un'angoscia che si prova di fronte agli organi sessuali femminili., ricordo della fantasia inconscia della “vagina dentata” e variante dell'angoscia di castrazione. Nei casi acuti si ritrovano anche degli elementi passivi femminili e di omosessualità latente. E’ anch’essa una modalità difensiva maschile nei confronti di una sessualità in qualche modo temuta. Il “tempismo” nell’intimo incontro con il femminile, fino ad impedire un vero e proprio contatto, può infatti avere un significato aggressivo nei confronti della partner, che spesso viene percepita come troppo esigente e competitiva, oppure può costituire una vera e proprio fuga per sottrarsi all’angoscia legata al rapporto sessuale stesso. Sono persone particolarmente ansiose con una mentalità, spesso, spiccatamente razionale.
norgasmia. L’incapacità o comunque la difficoltà a raggiungere l’orgasmo è la più diffusa tra le disfunzioni sessuali femminili. Anche in questo caso, la causa principale è da imputare ad un’educazione particolarmente restrittiva. Un eccessivo autocontrollo non permette di lasciarsi andare e, quindi, fidarsi dell’altro o delle emozioni che suscita l’intimità.
ispareunia. In questo disturbo i rapporti (in assenza di cause organiche) sono difficoltosi e dolorosi. Spesso è una reazione di rifiuto, il più delle volte consapevole, nei riguardi della sessualità. Questa manifestazione è legata, in modo particolare, ad un partner e al suo atteggiamento. La dispareunia o frigidità è detta anche algopareunia o anestesia genitale. E' dovuta all'inerzia delle funzioni genitali, che determina analogamente l'impotenza nell'uomo, e all'impossibilità di ottenere l'orgasmo attraverso il coito vaginale. A volte la donna sente dolore, durante l'amplesso, senza che vi sia contrazione della vulva. Questo dolore può avere cause diverse, la più banale delle quali è una differenza troppo sensibile tra gli organi dei due partecipanti: poiché il dolore toglie la possibilità dell'orgasmo, reagisce come una donna frigida, ma in realtà essa si comporta come tale soltanto a causa della sofferenza fisica. Nello stesso ordine di idee, anche la brutalità del primo contatto può provocare una durevole anestesia genitale. A volte la dispareunia è soltanto un sintomo di una malattia del'ipofisi. Ma quando manca la sensazione di voluttà del coito si deve vedere invece in questa anestesia sessuale il frutto di processi psichici estremamente complessi. Le donne colpite da dispareunia possono essere così classificate:

    1. Donne completamente frigide: ripugnanza o indifferenza, nessuna voluttà iniziale, nessuna sensazione di orgasmo, nessuna sensibilità genitale specifica;

    2. Donne relativamente frigide: desiderio debole, orgasmo raro e appena sensibile;

    3. Donne sensibili alla passione ma frigide: nonostante il loro desiderio, il piacere iniziale non riesce a portarle all'orgasmo e possono anche soffrire, dopo un brevissimo momento di piacere, di un'iperestesia tattile dolorosa o ansiosa.


    el suo narcisismo abituale per cui si vuole stimata e ammirata, la donna è suscettibile, ma rimane passiva e deve sottomettersi all'uomo, di cui ha percepito l'egoismo vanitoso e brutale. Deve vincere numerosi ostacoli prima di conquistare il piacere fisiologico: dominare i complessi infantili, rinunciare parzialmente all'erotogenia delle zone superficiali, adottare un'erotogenia simmetrica all'erotogenia maschile, il che assume l'importanza di una trasformazione della funzione erogena degli organi stessi. Questi fattori spiegano la complessità della funzione erotica nella donna e i suoi cedimenti che arrivano alla dispareunia. Pur rimanendo un fatto grave e diffuso, questa perturbazione varia secondo l'ambiente, l'età, l'esperienza sessuale. La psicanalisi ha consentito di esplorare con maggior profondità e rigore il meccanismo di questo malessere sia fisico sia psichico. Nella maggior parte dei casi la dispareunia si presenta allo psicanalista sotto la forma di una voluttà iniziale, spesso anche acuta, che però non arriva all'orgasmo. A volte il problema è dovuto a un'attesa eccessiva, che ha disperso in qualche modo la preparazione, il preludio a tale atto finendo necessariamente in una delusione. Per lo più la coppia non tiene conto del fatto che la parabola del piacere non segue un corso identico nei due sessi, giacche nella donna si manifesta in tempi diversi. Evidentemente è l'uomo che deve adattarsi alla donna e non viceversa, in questo modo è più facile ritardare la sensazione di piacere anziché affrettarla. A meno di anomalie anatomiche la donna che si comporta da frigida potrebbe dunque arrivare all'orgasmo se soltanto trovasse un partner capace di condurvela con il suo atteggiamento sia fisico sia psichico. In caso contrario, l’intervento terapeutico elettivo sarà volto a sciogliere le tensioni corporee attraverso metodiche ipnotiche ed esercizi di rilassamento.


    ome abbiamo potuto vedere, in questa breve esposizione, il fenomeno “sessuale” è più complicato di quanto generalmente presupponiamo. Questo fenomeno, oltre ad essere intriso di paura, può essere vissuto come una minaccia in quanto attraverso l’orgasmo si scatena una forza istintuale che non possiamo “controllare”. La capacità di auto controllarsi facilita notevolmente la vita sociale, ma è anche al tempo stesso espressione di non spontaneità. Autocontrollo significa che tutti gli impulsi “sgraditi” alla comunità devono, in qualche modo, essere repressi. In questo modo l’impulso diviene “invisibile” anche se resta da chiedersi che cosa ne sarà dell’impulso “bloccato”. Dato che l’impulso per sua natura tende alla realizzazione, esso tenderà a mostrarsi nuovamente, e così l’essere umano deve costantemente investire energia se vuole continuare a reprimere e a controllare l’impulso represso (diventa evidente il motivo per cui si ha paura della perdita del controllo). Se tutto ciò, infatti, emergesse, la situazione diventerebbe sì “sincera”, ma socialmente molto discutibile, “per questo è bene sapersi controllare” anche quando non si è lesivi verso se stessi, la società ed il partner. Mettendo in atto, pertanto, questa particolare “difesa” sia l’uomo che la donna possono sviluppare difficoltà e creare stati confusionali nella sfera sessuale. Entrambi si trovano davanti a pretese assurde a causa dell’importanza che il gruppo sociale di appartenenza dà alle prodezze sessuali facendone un metro di riuscita personale come un indice di successo (potenza) nelle relazioni sociali. Stimoli negativi, quindi, possono influenzare, in maniera diversa, sia il maschio che la femmina: nessun partner è immune. La maggior parte di tali disagi sono creati anche da tensione, ansia e, molto frequentemente, dalla paura di fallire e di essere rifiutati (o, ancor peggio, ridicolizzati). Il rapporto sessuale è caratterizzato da sottili equilibri, basta poco per rompere l’incantesimo: schemi mentali che portano a cattivi pensieri, stress e, soprattutto, incomprensioni con il partner (non si è più, in realtà, sulla stessa lunghezza d’onda). Se si tiene conto di quanto sopra esposto appare evidente che l’atto sessuale, ormai separato dalla procreazione, assolve, fondamentalmente, il soddisfacimento di bisogni psicologici la cui importanza assume un ruolo ben più rilevante del piacere fisico nel quadro della qualità della relazione fra i partner. Il territorio, su cui ci si esprime, deve essere uno spazio di gioco creativo e di fantasia in cui l’impegno a trovare le reciproche strade del “benessere” dovrà essere improntato sul divertimento e non vissuto come imposizione o dovere. Il piacere del partner non può costituire una preda da razziare, ma un dono che si è liberamente offerto in cambio del nostro.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 

E mail: bonipozzi@libero.it



 

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