sabato 21 maggio 2022

INDECISIONE - INCERTEZZA - INSICUREZZA … i veri tormenti del vivere quotidiano.

 

INDECISIONE - INCERTEZZA - INSICUREZZA

i veri tormenti del vivere quotidiano.

estremamente complesso operare in qualsiasi settore della vita quando ci sentiamo senza speranze, ed è particolarmente difficile prendere decisioni per una persona con tale struttura mentale. Come “blocco”, l’impossibilità a nutrire speranze non può mai essere considerata isolatamente, perché ad essa si accompagnano sempre la depressione e l’ansia. Questi due sintomi sono, spesso, “fedeli” compagni di strada. Nel valutare la serietà del problema, bisogna naturalmente tenere presente una questione di grado. Una depressione importante è una sindrome clinica che richiede sempre di essere curata con una certa solerzia e, soprattutto, da persone qualificate. Le “decisioni” prese in queste condizioni possono essere fortemente distruttive e progettare a fini autolesionistici. Esse non sono affatto decisioni, ma azioni ossessive dirette contro se stessi (l’Io), basate in larga misura su uno stato intollerabile di ansia, sulla convinzione senza speranza che le cose possono migliorare e che nessun cambiamento è possibile

 odio verso se stessi e la disperazione presenti in questo quadro clinico possono portare al suicidio. Ma sentimenti di impossibilità a nutrire speranze più moderati e cronici, col consueto accompagnamento di depressione e di ansia, possono essere meno evidenti, ma aiutare a prendere coscienza per uscire da situazioni difficili complicate e, a volte, davvero, complicate. Essi possono durare da così tanto tempo da venire accettati come uno stile di vita; anzi, molte delle loro vittime non sospettano minimamente di essere depresse. L’origine della mancanza di speranza e della depressione si può trovare in uno stato cronico di delusione che fa seguito ad aspettative esorbitanti. Col termine “esorbitante” intendo dire “non conforme a ciò che in realtà può offrire”. Un successo, una vittoria negli studi o negli affari possono portare denaro, aprire porte o dare una soddisfazione artistica. Ma se ci aspettiamo che queste cose ci diano potere infinito, salute eterna, immortalità o felicità garantita resteremo terribilmente delusi. Inoltre, un falso orgoglio predispone a cadute continue e a sentirsi privi di speranza. 



e persone che hanno poca stima di se stesse sono sempre più vulnerabili all’odio verso la propria persona, e alla fine si accumula una grande quantità di rabbia e odio verso di sé, verso quello che spesso viene sentito come un mondo che non si preoccupa di noi, e verso le persone con cui siamo in relazione. Ma per “andare avanti” e “far funzionare le cose”, spingiamo la maggior parte di questa rabbia al di fuori della coscienza: la comprimiamo. Una “compressione” praticata abitualmente diventa, nel tempo, la causa principale della depressione cronica in cui tutti i sentimenti sono spesso stati sommersi.
L’ansia si sviluppa simultaneamente perché questa rabbia repressa e non riconosciuta minaccia di affiorare alla coscienza per distruggere l’immagine piacevole di noi stessi che ci siamo costruita. Quale che sia l’origine specifica di tale condizione, riconoscerla è di importanza vitale perché essa è sempre rovinosa sia per il potere decisionale che per la salute mentale in generale. L’incapacità di prendere decisioni e i mediocri risultati delle false decisioni contribuiscono a incrementare l’impossibilità a nutrire speranze e gli altri sintomi che l’accompagnano, completando questo circolo vizioso. Quali sono i sintomi della depressione cronica spesso inconsapevole?


Sentirsi impantanati ... nessun posto in cui andare e nessun desiderio di        andarci anche se ci fosse.

Stanchezza cronica e insonnia … vivere in “sordina”.

Appetito scarso e peso cronicamente insufficiente.

Peso eccessivo e nutrizione compulsiva.

Perdita della capacità di provare gioia e piacere

Formazione di relazioni distruttive.

Non ottenere quasi mai le cose volute.

Perdita di desiderio e soddisfazione sessuali.

Auto deridersi e auto rimproverarsi.

Vivere con lo sguardo rivolto al passato.

Prevedere sempre dei disastri.

Insoddisfazione cronica dei risultati ottenuti; perseguire troppi obiettivi contemporaneamente.

Stato cronico di noia.

Sensi di colpa cronici.

Predisposizione agli incidenti.

Produttività sempre decrescente.

Incapacità a spendere denaro per se stessi.

Perdita del senso dell’umorismo.

Preoccuparsi per malattie e la morte.


n sintomo particolarmente significativo in questo caso è la crescente incapacità a prendere decisioni effettive, malgrado vengano compiuti grossi sforzi, a cui si accompagna generalmente una incapacità a portare a un compimento soddisfacente le azioni intraprese. Una volta che la difficoltà è venuta alla luce, qualsiasi cosa si possa fare per sollevare il morale va bene. Essere indulgenti con se stessi è di primaria importanza. Fare cose che erano piacevoli o che alla fine lo saranno senza badare a come ci si sente al momento è utile e altrettanto lo è fare nuove cose valide per se stessi. Anche aiutare qualcuno che soffre ci può giovare, perché in questo modo raduniamo le nostre forze e buone risorse. E qualsiasi piccola decisione, anche se porta a successi più secondari, sarà di aiuto per cominciare a cambiare le cose. Alla luce di quanto affermato da A. Fromme, possiamo comunque studiare meglio queste caratteristiche reattive se suddividiamo il comportamento nei tre modi maggiori di esprimere noi stessi. Pensiamo, sentiamo e agiamo in modi complessi contemporaneamente. Il pensiero di una persona emotivamente matura è dominato dalla realtà piuttosto che dal desiderio. Una persona, ad esempio, emotivamente evoluta evita i pensieri dominati dai desideri che possono condurla alla disillusione perché, quando le nostre aspettative non sono garantite, ci lamentiamo della cattiva sorte e non teniamo conto della realtà. Imparare come trattare realisticamente certi problemi sarà fondamentale se vogliamo dare un compimento felice ai nostri desideri. 


na persona bene adattata è anche cosciente di certi risultati … di certe conseguenze. I bambini ovviamente non lo sono. Questo è il motivo per cui un piccolo corre, senza badare i pericoli che corre, in mezzo al traffico per inseguire il pallone o qualcosa d'altro. Il concetto di tempo è un altro fattore di maturità. Il bambino non ha la consapevolezza del tempo; questo è il motivo per cui i bambini oppongono resistenza quando i genitori differiscono la soddisfazione dei loro desideri. Vogliono ciò che vogliono subito, immediatamente. Gli adulti invece sono capaci di progetti e scopi a lungo termine. Una persona emotivamente matura si preoccupa dei mezzi piuttosto che dei fini. Nutre dei sogni di compimento, proietta al di fuori i propri desideri, ma non si può fermare a quanto ipotizzato … o idealizzato. Rendendosi conto che il desiderio di per sé è impotente, che deve fare uno sforzo per raggiungere un determinato fine, guarda se stesso con i mezzi di cui dispone. I bambini naturalmente non fanno così. Quando viene loro negata qualcosa si lamentano e piangono per ciò che desiderano e non ottengono. Un adulto immaturo si comporta nello stesso modo, ma in maniera più velata e nascosta, a volte risulta incomprensibile perfino a lui stesso, inviando anatemi al mondo circostante. Egli si lamenta di qualcuno o di qualcosa a causa delle sue frustrazioni, ma non fa nulla per liberarsene. Alcune persone, ad esempio, chiedono l'aumento nella fabbrica dove lavorano e finiscono per essere messe alla gogna … ridicolizzate o peggio licenziate. La scelta del momento non è stata calcolata bene; è sbagliata o probabilmente è sbagliato il loro approccio per ottenere quanto richiesto. Altri hanno “annusato” il momento giusto, un'occasione migliore più propizia, preparano le loro rivendicazioni e i loro argomenti così bene e in modo rilassato che è difficile sia loro rifiutata una busta paga più pesante.


er farla breve, queste sono le persone che ottengono ciò che vogliono … e non solo a livello lavorativo!!! Il pensiero di una persona emotivamente matura è caratterizzato da una buona flessibilità; l'individuo si vede con concretezza e ragionevole obiettività. Non è perfetto, sbaglia nei suoi giudizi su di sé e gli errori tendono ad essere persino a suo vantaggio. Ma sa non di dover andare oltre i propri limiti. Ad esempio, non comincia un lavoro che sa perfettamente di non poterlo portare a termine. Alcuni potrebbero interpretare ciò come una mancanza di motivazione, ma non è così; piuttosto si tratta di una visione realistica, una manifestazione di consapevolezza delle proprie reali capacità. La prima più importante caratteristica di una persona emotivamente matura è l'avere un buon concetto si sé … una discreta autostima. Questo non significa affatto mediocrità intellettuale; significa semplicemente essere oggettivi, sapere accettare se stessi … volersi bene. 


na volta che un individuo sa accettare se stesso, non avrà difficoltà ad accettare gli altri … collaborare e dedicarsi agli altri. La gente che ha una povera immagine di sé critica gli altri, si lamenta del mondo intero, si chiude in se stessa o lavora troppo, si “scioglie” in scuse, ossequia in continuazione e, soprattutto, non ride mai. Non si sentono dalla parte del giusto per quanto li riguarda; sono ansiosi, spaventati di essere rifiutati dagli altri, a meno che non si mettano di buona lena al lavoro. Così lavorano ossessivamente per essere accettati. I loro sentimenti sono facilmente colpiti dal mondo circostante. In un certo momento si sentono esaltati; in un momento successivo si sentono depressi o provano un senso di colpa. E questi umori che sono dipendenti dalla realtà, possono durare poco quanto intere giornate, se non settimane. 


na persona emotivamente matura può identificarsi con gli altri, sentire i loro sentimenti. Un bambino piccolo non ha questa consapevolezza; i bambini piccoli sono troppo egocentrici. Una persona matura non domanda agli altri più di quanto non domandi a se stessa. Non compete con gli altri per vedere che cosa può ottenere da essi e quindi, guardando quanto a buon prezzo può ottenere queste cose, non razionalizza le proprie azioni per lenire il suo senso di colpa. Infine, è un personaggio indipendente dal punto di vista emotivo, ma non così indipendente da non ricorrere mai a nessuno per chiedere aiuto personale. Naturalmente il comportamento di una persona emotivamente matura esprime il suo modo di pensare e i suoi sentimenti. Se questa persona pensa in maniera realistica, si preoccupa soltanto di ciò che può ottenere, non della “fonte dell'eterna giovinezza”: se è capace di amare, ama. La perseveranza è un altro segno di maturità. I bambini piccoli hanno una capacità molto ridotta di far durare l'attenzione; questo è il motivo per cui i loro libri sono raramente più lunghi di dieci pagine. Gli adulti, invece, sono capaci di una perseveranza sorprendente. Parallelamente alla perseveranza va la flessibilità. I bambini non ostante l'estrema mobilità dei loro giochi, fanno quasi sempre le stesse cose ogni giorno. Il loro comportamento è completamente prevedibile perché cade in un tale ristretto numero di giochi. Man mano che cresciamo e aumentiamo la nostra conoscenza e i nostri interessi, il nostro campo d'azione dovrebbe crescere, ma spesso ciò non accade. Alcune persone sono prevedibili. Fanno ogni cosa esattamente nello stesso momento e nello stesso modo, ma tanto maggiore è la monotonia della nostra vita, tanto minore è la consapevolezza e la voglia di fare. E meno consapevoli siamo, più passiamo la vita dormendo, piuttosto che vivendola veramente. 


nche il solo fatto di prendere una strada diversa dal lavoro verso casa, ci aiuta ad evitare questo genere di arteriosclerosi. Una persona matura è sempre aperta a nuovi orizzonti, a nuovi modi di fare le cose, ad alternative. E' organizzata, ma non è schiava dei propri mezzi. Ammette facilmente di non sapere oppure di sbagliare; le è facile farsi assorbire, trasportare dall'entusiasmo della vita. Si rallegra anche di piccole cose, un semplice pasto lo fa diventare prezioso, un rituale importante … di un valore inestimabile. Ridere è un elemento integrante della maturità emotiva. Essere allegri non è soltanto una reazione agli scherzi o alle situazioni buffe, ma un genere di apprezzamento della vita, un riflesso del piacere della vita in sé. Non c'è una formula immediata per raggiungere uno stato di benessere importante. Non esistono cose che possiamo fare e che ci indirizzano verso un migliore adattamento. La mossa più importante è migliorare la nostra immagine di noi stessi, avere una discreta, se non buona, immagine di noi stessi. Questo non deve essere confuso col pretendere che gli altri la pensino in maniera diversa: abbiano in ogni momento un migliore concetto di noi. Perdiamo non solo molto tempo nel volere tutto ciò, ma rimaniamo continuamente delusi perché non ci sarà mai nessuno che sposerà le nostre convinzioni, le nostre aspettative positive. Guai, non dobbiamo trascurare di migliorare l'opinione di noi stessi; è uno sforzo continuo ed inutile perché ci vincoliamo a modi di pensare non nostri ... altrui. Imprese, ricchezze, potere qualche volta aiutano ma non è una regola fissa … non ci fanno mai vivere di rendita. A livello apicale o meglio dalla vetta del successo abbiamo non tanto una buona opinione di noi stessi quanto la convinzione, se non l'arroganza della certezza, di essere migliori, superiori degli altri. Non abbiamo bisogno di mirare così in alto per rosicchiare un po' di autostima. 


osa possiamo fare allora? Noi abbiamo in dotazione potenti strumenti naturali: i sensi … migliorare la nostra coscienza sensoriale attraverso le sensazioni di piccoli piaceri. Agire pensando ai nostri problemi piuttosto che farli diventare tarli mentali, rimuginarci sopra, o semplicemente parlarne con qualcuno è sempre di grande aiuto … una piccola cosa che ci toglie il più delle volte dagli impicci. Se ci rimuginiamo continuamente sopra, ci avvitiamo su noi stessi e, soprattutto, ci addentriamo nei problemi e ci isoliamo dal mondo intero. E' meglio agire … è solo dall'azione, anche se sbagliata, che possiamo imparare qualcosa!!! È importante fare qualcosa e ancor meglio, è doveroso agire in modo vario, diversamente dal solito. Se ci fa piacere, possiamo fare colazione in quel posticino pieno di profumi di vaniglia e caffè … cambiare strada andando al lavoro, possiamo fare tante cose se vogliamo. Come è importante agire è fondamentale socializzare: stare con la gente. Di qualunque cosa soffriamo, il dolore risulta inferiore se siamo con qualcuno. Il valore delle relazioni, sia pure modeste o mediocri, sono sempre importanti. Quando ci allontaniamo dal mondo sociale, lo critichiamo, perché questa è la più semplice difesa per isolarsi da ciò che temiamo. E, quindi, più critici siamo verso i nostri simili, più difficile diventa interrompere il nostro processo di allontanamento e stare bene con gli altri. E' cosa utile riconoscere che ciascuno può fare almeno una cosa meglio di noi. Tutti hanno qualcosa di importanti e ognuno di noi è unico ed irripetibile, che ha un valore … sta a noi scoprirlo. Vivendo insieme alla gente, inoltre, svilupperemo più interessi. Nessuno è così ben adattato, così emotivamente maturo per poter sopravvivere da solo. Progetti e interessi sono spinte preziose e nobili … ci salvano dalla insoddisfazione, solitudine e dal tormento emotivo.


estremamente importante capire che la mancanza cronica di speranza e il malessere depressivo non sono sintomi di un “carattere debole” o di “assenza di fibra morale” o di “fragilità di nervi”, ma di difficoltà sottostanti, che riguardano soprattutto la collera e l’ansia, per le quali la conoscenza di sé e un atteggiamento benevolo verso se stessi sono le medicine migliori.


icorda, l'insicurezza fa visita quando erroneamente ci paragoniamo agli altri … arriva - con i i suoi pensieri di svalutazione - quando ci confrontiamo con modelli di perfezione non nostri, che ci fanno sentire sbagliati, inadeguati e insufficienti … i continui confronti fanno sentire sempre 'troppo' piccoli … l'insicuro, temendo sempre di perdere stima e affetto, si presenta sempre - anche dietro un sorriso smagliante - come un personaggio impaurito, dipendente, ripetitivo, lamentoso e sottomesso.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.

Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551 

E mail: bonipozzi@libero.it


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