domenica 22 maggio 2022

INSONNIA … la “beffa” di Morfeo.

 

INSONNIA la “beffa” di Morfeo



orfeo è una figura della mitologia greca; nel suo albero genealogico troviamo come genitori Ipno e Notte. Il mito arriva a noi grazie a Ovidio che lo racconta nelle Metamorfosi. Si racconta che Morfeo si avvicini piano piano, in silenzio, a chi sta dormendo grazie alle sue graziosi ali, non si fa sentire e riesce a entrare nella mente assumendo la forma delle persone sognate. Non è un caso, quindi, che la parola morphe, che significa forma, sia alla base del suo nome. Sempre nel mito, si legge che questa creatura abbia sempre con sé un bouquet di papaveri che gli servono per toccare lievemente gli occhi di chi è addormentato. Questo fa sì che abbia delle illusioni realistiche, molto spesso delle immagini ingannevoli come folletti e spiritelli. Nel mito di Ovidio si racconta che Morfeo abbia due fratelli, Phobetor (Fobetore) e Phantasos (Fantaso), il primo ha la capacità di far apparire figure di animali ma è ritenuto il padre degli incubi perché i suoi animali sono più che altro delle bestie tremende, aggressive e violente. Fantaso invece è molto fantasioso e crea paesaggi e oggetti inanimati con cui si arricchiscono i sogni delle persone. Se, come dice Esiodo, i sogni sono figli della Notte, Morfeo è il dio del Sonno e contribuisce ai sogni assieme ai suoi fratelli appena citati. 


ublio Ovidio Nasone ha narrato una meravigliosa storia: la metamorfosi; ha costruito un grandioso poema epico - mitologico, se poi è stato lui davvero a pensarlo o l’ha solo messo nero su bianco è rimasto, senza dubbio, nel tempo, non solo fantasioso ed interessante, ma sicuramente fantasioso nell'aprire le menti di ciascuno di noi. Nell’Iliade e nell’Odissea, però, non ritroviamo i tre fratelli che abbiamo visto nelle sue Metamorfosi, perché spunta un’altra divinità, Oniro, che riassume in sé le caratteristiche di tutte le altre. Morfeo, quando compare assume le sembianze delle persone o delle cose sognate, grazie ai papaveri crea illusioni ottiche anche negative ma non sempre, di certo potenti e molto realistiche. Si dice abbandonarsi nelle braccia di Morfeo, oppure essere o gettarsi, nelle sue braccia. Significa semplicemente, per chi non soffre di insonnia, dormire! Lo si intende nel più positivo dei modi, a volte anche un po’ scherzosamente, dando per scontato che si sta iniziano un riposo sereno e profondo (idee grenn).


ornando a noi, al nostro tema principale, un buon sonno notturno, comunque, oltre ad essere il più prezioso dei piaceri naturali che la vita ci offre, è fondamentale ed indispensabile per il nostro equilibrio psicofisico. Non a caso, nei tempi antichi, la deprivazione del sonno veniva inflitta come sottile e raffinata tortura sui prigionieri. Mentre dormiamo, nel nostro corpo si svolgono i più svariati processi chimici ed ormonali. Tali cambiamenti chimici hanno a che fare anche con il riequilibrio e il recupero delle funzioni corporee. Quando dormiamo, il corpo riposa e riacquista freschezza. La stanchezza come un miracolo scompare. Ma a cosa serve il sonno? Che cos’è il sonno? Che cosa controlla questo ciclo universale che è così naturale come il fatto che la notte segue il giorno? Perché una persona dorme come un “ghiro” mentre un'altra si gira nel letto o fa i pugni con il cuscino per tutta la notte? Gli interrogativi sono davvero tanti. Sembrano tutte domande sciocche, inutili, eppure una risposta chiara, univoca e scientifica ancora non c’è. Il sonno è anche correlato all’età, si sa che un anziano dorme meno di un giovane e che il bambino ha bisogno di molto più sonno di un adulto, per non parlare poi dei neonati che, per un certo tempo, trascorrono la loro esistenza alternando al sonno solo il breve tempo del pasto. Ma di quante ore di sonno, in realtà, abbiamo bisogno? La quantità di sonno necessaria varia enormemente da individuo ad individuo. In alcune culture occidentali pare sia diffusa la credenza che otto ore siano la norma, ma è abbastanza facile trovare accezioni positive del “non dormire”, quasi che dedicare alla veglia quanto più tempo possibile e, soprattutto, farlo fruttare in senso produttivo rappresenti una nota di merito mentre, allo stesso tempo, lasciare spazio al mondo onirico viene considerato quasi una perdita di tempo, se non una cattiva abitudine … tempo buttato al vento. 


a difficoltà di dormire è uno dei disturbi più diffusi del mondo moderno. Una vita senza un sonno adeguato può sfuggire al controllo per l’insorgere di instabilità emozionale, sintomi di debilitazione, menomazione del giudizio, scarsa lucidità, indebolimento delle motivazioni. Il sonno è legato a ogni aspetto della vita quotidiana. Influenza la salute, il benessere, l’umore e il comportamento, l’energia e le emozioni, la vita matrimoniale e il lavoro, la salute e la felicità. Tutti noi dedichiamo al sonno quasi ogni notte della nostra vita (circa un terzo della vita dell’uomo pare viene trascorso dormendo), eppure la maggior parte di noi ne sa pochissimo di questo prezioso fenomeno. In passato si pensava al sonno come a un periodo di quiete, di inattività. Ma durante il sonno si verificano molte attività fisiologiche complesse, sia nel cervello che nel corpo. Il sonno, infatti, non spegne i sistemi del nostro corpo (chimici, ormonali); in realtà, alcuni di essi sono più attivi durante il sonno che durante la veglia: alcuni disturbi clinici si verificano soltanto durante il sonno e scompaiono quando ci si sveglia. Una cosa di cui difficilmente si parla nei manuali è la sessualità, particolarmente attiva durante il sonno. Questo fenomeno viene avvertito indistintamente sia dagli uomini sia dalle donne. Alcune ricerche (P.Hauri - S.Linde) hanno messo in evidenza che gli uomini, senza saperlo, di solito hanno un erezione durante i periodi di sonno denominati REM (rapid eye moviment: significa movimenti oculari rapidi, perché in questa fase i nostri occhi si muovono rapidamente; in essa - circa 90 minuti - il sonno è considerato normale, è il momento in cui stiamo sognando).


eccitazione sembra verificarsi in tutti i maschi: bambini, uomini di mezza età, uomini di settanta o, addirittura ottanta anni, e anche negli uomini che da svegli sembrano essere impotenti. Sembra che l’erezione si verifichi a prescindere dal contenuto del sogno, anche se questo non contiene messaggi ed immagini sessuali. A volte, durante l’attività onirica l’erezione scompare improvvisamente; in genere questo accade in associazione a un’esperienza di angoscia o di dolore durante il sonno. Come sempre, esistono meno dati sulla sessualità femminile, ma esperimenti di laboratorio mostrano che alcune donne sembrano avere periodi di eccitazione durante il sonno. Alcune ricerche mostrano, infatti, l’erezione della clitoride e un aumento del flusso di sangue nell’area vaginale durante i famosi intervalli REM nel corso della notte. Al di là di come si manifesti l’insonnia è, innanzitutto, definita da una sensazione soggettiva di non trarre grandi benefici dal proprio sonno, che può essere vissuto come non abbastanza lungo o non abbastanza ristoratore, indipendentemente dall’effettiva durata. Qualunque sia la causa dell’insonnia il fatto di non riuscire a dormire è quasi sempre un sintomo di una mancanza di armonia nella vita quotidiana. Questa disarmonia può essere mentale, emotiva, fisica o ambientale, oppure può essere il risultato di una o più combinazione di questi fattori: cattive abitudini alimentari, mancanza di attività fisica, stress, ansia, depressione. 


’ansia determina nella persona uno stato di allarme e di tensione, con attivazione somatica, che si accompagna ad ipervigilanza ed iperattività, rendendo difficile l’addormentamento. Negli individui ansiosi può essere causa di un accumulo di “debito di sonno”, senza la possibilità di soddisfarlo, nonostante che il soggetto avverta la necessità di dormire durante il giorno. La difficoltà di addormentamento è responsabile, molto spesso, della messa in atto di vari comportamenti il cui scopo è di tentare di superare il problema insonnia (mangiare, guardare spettacoli che anziché favorire un buon rilassamento agitano ancora di più, ginnastica, bere alcolici). In realtà, il significato di questi tentativi è quello di distrarsi per evitare di cadere nella paura di non addormentarsi. L’esito di essi generalmente fallimentare, oltre a scoraggiare, porta il soggetto a sviluppare sintomi di ansia anticipatoria che tendono ad aumentare tale sindrome.


lcuni addirittura hanno scritto che l’insonnia è un disagio inevitabile ed appartenente a questo periodo storico, alla nostra civiltà, frutto cioè di quei fattori che tengono “allerta” l’uomo: stress, inquinamento sonoro, violenza, traffico. Tutto ciò creerebbe una situazione ansiogena in cui l’individuo sarebbe incapace di “lasciarsi andare”. Per addormentarsi, infatti, un individuo “stacca” la sua attenzione cosciente dall’ambiente, smette di pensare alle cose della giornata e spontaneamente sviluppa una distensione psicofisica. E’ evidente, pertanto, che di qualsiasi cosa si tratti, deve essere affrontata durante il giorno, perché nel momento in cui ci si appresta a dormire è già troppo tardi per trovare qualche “soluzione”. L’insonne, frequentemente, ha atteggiamenti psicofisici che danno ragione delle sue difficoltà a incontrare il sonno, la notte e la passività. Cerca in qualche modo di controllare ogni cosa, lotta per non lasciarsi sopraffare da qualche evento temuto o, magari, desiderato. Infatti, non appena ci si addormenta si perde il controllo, scompaiono le difese e, quindi, si teme il proprio vissuto, quello che è dentro di noi: “l’ignoto” e il “buio” … il terrore dell'abbandono e della solitudine. Questo porta a cercare di “prolungare” la veglia per far fronte a quella insoddisfazione presente nella propria vita attiva. L’insonnia, quando è protratta nel tempo, raramente rappresenta un malessere specifico: esprime un disagio generale dell’individuo e può essere un’avvisaglia di un disturbo molto più delicato e profondo. L’insonnia, quando le cause non sono di natura organica, può esprimersi in vari modi: con disturbi della fase di addormentamento, con numerosi e protratti risvegli notturni oppure con anticipazione del risveglio.


a difficoltà di addormentarsi è, solitamente, collegabile ad uno stato d’animo ansioso, il più delle volte inconsapevole, in previsione di un possibile pericolo, reale o immaginario. Il pericolo, molto spesso, consiste anche solo nel timore di “lasciarsi andare” al sonno e all’incoscienza: nel senso che si perde il controllo vigile e reale, si “perdono”, in breve, le attività razionali riscontrabili nel mondo reale (non è possibile sapere in anticipo e con certezza cosa si incontra nell’addormentarsi: incubi, immagini mostruose, angoscia). Non a caso, nell’antica mitologia greca, il sonno veniva definito fratello della morte. Questo indica che nel sonno la nostra personalità, il nostro sé (identità) si dissolvono come se durante tale attività non esistesse coscienza. In chiave simbolica, la perdita di coscienza viene vissuta e collegata all’impossibilità di muoversi, di agire, di decidere. Sono persone che trovano intollerabile non poter conoscere, osservare e, soprattutto, controllare tutto ciò che accade attorno a loro. Trovano molto difficile accettare situazioni che esulano da quanto è noto e segue una logica razionale: si rifiuta ciò che è riconducibile alla sfera dell’istintualità e dell’intuizione. Nella vita diurna essi hanno, ad esempio, un atteggiamento di generale diffidenza verso gli altri e difficoltà ad essere, naturali, spontanei e, soprattutto, lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo. Frequentemente questa particolare tipologia di insonnia si accompagna a disturbi quali: cefalea, ipertensione, frigidità, vaginismo, eiaculazione precoce.


ei risvegli a tutte le ore qualcosa ha turbato lo svolgersi regolare del sonno. Questa modalità con cui l’insonnia si manifesta, indica la difficoltà, il timore, la resistenza ad incontrare alcune aree significative della propria personalità che hanno a che fare con il territorio del mistero, con il nostro mondo sconosciuto (l’inconscio) e, soprattutto, con gli istinti … con i nostri vissuti bui e complicati. La parte percepita come “pericolosa” viene accuratamente evitata svegliando l’individuo ogni volta che un contenuto inconscio tenta di esprimersi, di manifestarsi nella sfera del conscio, ad esempio, attraverso i sogni, rischiando di mettere in crisi il proprio stile di vita, il proprio modo di essere inflessibili ... tutti d’un pezzo. L’irruzione di uno stato di vigilanza al mondo notturno - popolato da immagini e situazioni inaccettabili nella realtà (istinti aggressivi, sessuali, schemi mentali rigidi) - rappresenta, spesso, una modalità per tenere il tutto sotto controllo ... a “debita distanza”. Questa necessità di allontanare il proprio mondo sommerso, interrompendo il riposo, scaturisce dal fatto che durante il sonno in noi diminuiscono o sono meno attive le difese psicologiche razionali presenti durante la veglia. Siamo dunque un po’ più deboli, vulnerabili, fragili, meno preparati ad accogliere ed elaborare quanto viene proposto e offerto dal nostro inconscio. Il distacco da questi contenuti, da queste tematiche soggettive profonde può, purtroppo, portare ad una insoddisfazione generale, mancanza di entusiasmo e rigidità nei rapporti interpersonali.


l risveglio precoce. La tendenza al risveglio anticipato, prima del suono della sveglia, richiama molto spesso uno stato d’animo depressivo, in cui sono evidenti segni di profonda tristezza, di rinuncia e di privazione … non c'è niente di buono da realizzare davanti a noi, non ci sono progetti da realizzare durante la giornata. Quando questa esperienza ci affligge tutte le mattine, significa che siamo incapaci di toglierci dalla mente impegni e problemi quotidiani. In chiave simbolica potrebbe richiamare la paura di cambiare. Infatti, se riflettiamo sul linguaggio popolare, su alcuni modi di dire, non è poi così fantasiosa questa interpretazione: “Un buon sonno mi fa rinascere”, “Dopo un buon sonno ti svegli che sei completamente un altro”, “Dopo aver dormito ci si sveglia forti e rigenerati”. Quindi, se sarò rigenerato, diverso, sarò in grado di superare i problemi, saprò affrontare di disagi quotidiani in maniera decisa e differente!!!

Cosa fare


na delle più importanti intuizioni recenti della psicosomatica è quella secondo la quale non è tanto lo stress del troppo lavoro (troppi impegni) a darci problemi, quanto trovarci in una situazione sulla quale non esercitiamo alcun controllo. Sono la frustrazione, l’ansia e la tensione dovute all’impossibilità di fare qualcosa per certi situazioni che devono essere modificate. Le persone che non riescono a dormire in genere hanno problemi relazionali, familiari o professionali sui quali sentono di non avere controllo. Ma spesso esiste un modo di risolvere quei problemi, se soltanto gli si dà il tempo per ragionare e rifletterci sopra logicamente.

Ecco come si “potrebbe” fare


opinione comune, purtroppo molto diffusa, che per modificare uno stile di vita, uno schema mentale o un’abitudine sia indispensabile realizzare “grandi cose”. Niente di più sbagliato: non è necessario mettere in “cantiere” progetti grandiosi, accendere enormi falò, bastano piccole cose per raggiungere armonia e benessere. Questo vale anche per le possibili soluzioni dell’insonnia funzionale. Un semplice atteggiamento curioso può essere utile per conoscerci meglio, per incoraggiarci semplicemente ad avere maggiore fiducia in noi stessi. Quando siamo calati in una dimensione fiduciosa ci è più facile affrontare piccole situazioni problematiche le quali, risolvendole, determinano, inevitabilmente, ulteriore sicurezza spingendoci a raggiungere “traguardi” sempre più complessi ed importanti. Poche cose sono piacevoli come il sentirsi vivi, attivi, capaci di affrontare i compiti che la vita ci propone. E’ una grande conquista imparare a rispettarci come essere unici e, contemporaneamente, imparare e rispettare gli altri, anche loro portatori di unicità. Il grande scopo della vita è di viverla. Reali o immaginarie che siano, le paure si affievoliscono se si partecipa da “attori” principali e non da piccola comparsa ai grandi avvenimenti del mondo che ci circonda. Anche vivere nel tempo presente può essere una strategia vincente per combattere l’insonnia in quanto alcuni sentimenti come tristezza, risentimento, depressione, rabbia e ansia sono sempre collegati al passato o al futuro. 


uando si è concentrati sul tempo presente (è ovvio che questo non è mai automatico, richiede un allenamento continuo per raggiungere un discreto equilibrio) non è possibile sperimentare l’ansia perché essa appartiene al tempo futuro … un tempo che deve ancora accadere e nessuno è in grado di sapere cosa ci riserva esso. Concentrarsi su quello che si sta facendo, ascoltare le proprie sensazioni, guardarsi - non “vedere” come siamo abituati - intorno, panorama, suoni e colori, sono tutte modalità percettive che ci consentono di spegnere la mente ossessiva (rimuginante) e, quindi, dare a noi stessi, al nostro cervello, un momento di riposo e di quiete. La felicità, che è contrapposta all’ansia e alla depressione, si trova solo nel tempo presente. Guardare indietro porta depressione, disagio e nostalgia perché ci si colpevolizza di come sono andate le cose; è un tempo che non esiste più e qualunque cosa sia accaduta è già passata: non si può più modificare. E’ importante togliersi l’idea che la salute sia un obiettivo, una meta


isognerebbe, invece, pensarla come un percorso che ogni giorno si fa, stando più o meno bene: ma il più possibile in contatto col proprio momento, il proprio bisogno e le proprie emozioni … i propri interessi e passioni. L’ipnosi, al di là delle varie concezioni caricaturali che spesso vedono chi la esercita come un signore dall’aspetto strano ed eccentrico con capelli all’Eistein e, magari, con occhi stralunati, è essenzialmente una stato particolare di distensione e di rilassamento. Il fatto che induca un rilassamento quasi al limite del sonno ne fa un ottimo sistema terapeutico per gestire o combattere l’insonnia. Le tecniche di induzione e della trance sono estremamente facili e sono particolarmente efficaci per costruire un senso di sicurezza, contenere i livelli eccessivi di ansia e affrontare situazioni di emergenza. 

otto ipnosi, infatti, si raggiunge quello stato di equilibrio psicofisico di benessere diffuso; mai di inconsapevolezza, perdita di controllo come sostiene la credenza popolare; si è sempre coscienti di quello che avviene intorno e, soprattutto, la mente rielabora e riceve solo quello che è disposta ad accettare, ciò che serve a creare un buon equilibrio psicofisico, conciliare e favorire un buon sonno ristoratore. In queste condizioni l’ipnosi può aiutare a prendere coscienza, in un’atmosfera di completa sicurezza, della propria ansia e dei propri timori: permette di staccarsi da ciò che sta accadendo e di vederlo con maggiore oggettività. Quando si entra in trance (stato cerebrale alfa) si è sicuramente più creativi e spesso si può avere un maggior controllo sulle cose, fenomeno completamente impossibile quando si è tormentati dalla tensione e in preda dall'ansia. Il fatto di poter esercitare brillantemente qualche forma di controllo su certe situazioni della vita può avere un effetto benefico sulla propria autostima, sulla capacità di decidere, di scegliere e di agire autonomamente e, soprattutto, nel “fare accadere le cose”.

er un clinico formulare un programma terapeutico sui problemi connessi al sonno è sicuramente una esperienza importante, gratificante, soprattutto per i risultati che si possono raggiungere in maniera davvero risolutiva. Anche l’insonne, comunque, può vivere questo processo terapeutico con grande interesse; un coinvolgimento piacevole e stimolante che non riguarda solo l’utilizzo di varie metodiche psicosomatiche specifiche, ma anche attraverso un percorso entusiasmante di conoscenza personale, utilizzando materiale come schede, questionari, letture specifiche ... fino a farsi terapeuta di se stesso.


NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dott. Claudio Tel. 349.1050551
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