domenica 29 maggio 2022

APPARATO TEGUMENTARIO

 

APPARATO    TEGUMENTARIO



a pelle è l'organo più grande e completo del corpo umano: copre mediamente circa 17.000 centimetri quadrati. Quando alcuni organi - come reni, vescica, polmoni e intestino - sono “affaticati” diventa un prezioso assistente nello scaricare le tossine, le impurità del corpo; serve a regolare la temperatura ed è anche il nostro "confine", la nostra "frontiera", il nostro "limite". Svolge una funzione respiratoria molto importante, attraverso i pori della pelle, infatti, assorbe ossigeno. E' quella parte del corpo che non passa mai inosservata, bella o brutta non possiamo nasconderla e, quindi, la dobbiamo far vedere anche camuffata, si fa notare immediatamente … si vedono subito l'invecchiamento e le sue affezioni. Uno dei suoi compiti principali - oltre a tenere unito il corpo - è quello protettivo: una barriera con il mondo esterno (batterico, relazionale, emotivo). In realtà, ci permette di entrare in contatto direttamente con il mondo circostante fisico e relazionale. Questo “guscio” non solo ha il dono miracoloso di auto - ripararsi ma in esso sono "memorizzate" anche tutte le nostre esperienze e le nostre emozioni più antiche: i conflitti più reconditi (abbandoni, accettazioni e rifiuti). Senza dubbio è il nostro principale e più interessante organo di contatto. I segnali così percepiti vengono inviati, provocando in tal modo una sensazione direttamente al cervello (gradevole o sgradevole). Ci informa delle "cose" con cui veniamo a contatto, anche quelle che “irritano” e che fanno diventare la cute una perfetta mappa, una insostituibile cartina geografica piena di "segni". Permette di riconoscere lo stato emotivo di ogni persona. La collera imbianca il volto, la vergogna rende bordeaux, il terrore sbianca come un lenzuolo e la rabbia colora di giallo ... verde di bile. Quando poi arriva un attacco di panico sudiamo abbondantemente … per spegnere i "bollenti spiriti". Il cambiamento cromatico permette di individuare lo stato di salute di una persona. Il rapporto, quindi, tra disagio emotivo e malattie della pelle è un fatto ormai accertato da vecchia data. I modi di dire sulla pelle sono davvero tanti e significativi, sottolineano questo fenomeno attraverso emozioni e stati d'animo: “Non sto più nella pelle, Cambiare pelle, E' una questione di pelle, Mettersi nella pelle di qualcuno, Avere i nervi a fior di pelle, Avere la pelle dura, Rischiare la pelle, Avere paura di rimetterci la pelle, Tenere alla propria pelle, Fare la pelle”. Ciò che osserviamo sulla pelle umana altro non è che la storia, il racconto di ogni individuo intriso di ricordi e di vissuti emotivi: fierezza, debolezza, vergogna e pene varie. I disturbi cutanei, quindi, sono il segno delle difficoltà sperimentate in passato con gli altri; un avvertimento delicato, ricco di indicazioni, a volte un po' più irruento, ma sempre un segnale che stimola a prendersi cura di se stessi. La pelle essendo il primo organo di contatto con il mondo esterno, costituisce una struttura privilegiata nella vita di relazione. E’ proprio in base a questi contatti primordiali che il bambino sviluppa la propria identità, la consapevolezza di esistere ... di essere accettato e importante. 


isulta fondamentale il rapporto con la madre e con le persone significative: la gravità della sintomatologia è sempre condizionata dal tipo e dall’intensità del rapporto affettivo. La patologia cutanea insorge come espressione di emozioni trattenute e di impulsi non soddisfatti. Riporta inesorabilmente a galla vecchi vissuti emotivi conflittuali. Un tema conflittuale interiore che si fa sentire, si disegna, si rende visibile nella cute. Il desiderio primario represso (amore, calore, tenerezza) agisce sul meccanismo endocrino e il sistema nervoso vegetativo, determinando a sua volta delle lesioni epidermiche. Facendo un esempio concreto, un individuo poco amato nella prima infanzia (poco considerato, toccato, coccolato, accarezzato) potrà sviluppare in futuro l’eczema oppure se è stato privato completamente di affetto, potrà manifestare la sua “cicatrice” affettiva con la psoriasi. I problemi cutanei - poiché coinvolgono un organo con un ruolo sociale ben preciso - parleranno sempre della nostra realtà interiore e delle relazioni con gli altri: contatti, barriera, scambi, fragilità, pene, tenerezza, limitazioni, separazioni, paure, allontanamento, libertà, narcisismo, vulnerabilità, vergogna, verità, bugie, piacere, controllo, isolamento. Il corpo diventa il palcoscenico dove viene rappresentata la nostra commedia, questa sorta di dramma interiore. Racconta la nostra storia, rivela profondi processi psichici e invisibili rapporti emotivi. L'intervento terapeutico non dovrebbe ostacolare, non deve bloccare l'espressione patologica, ma la deve far vivere ed affrontare in maniera soggettiva e diversa: placarla nella sua globalità e, soprattutto, nella sua grande umanità.


Chakra.

disturbi della pelle sono collegati al terzo C. (energia, forza, potere, riuscire, libertà, rabbia, essere se stessi) mentre una cute che suda eccessivamente riguarderà il primo C. (sicurezza, voglia di vivere).

Qui si manifestano i conflitti di svalutazione ... una carta geografica precisa, una mappa delle nostre difficoltà vissute con il mondo interno ed esterno.

Acne: “una forza infuocata affiora dal profondo”, bisogna prestare più attenzione all’eros e alla vita affettiva! Quando si trova sul viso si vuole tenere a distanza “qualcuno”, se localizzato nella schiena si getta alle “spalle" (non si vede) un “desiderio”, sul petto, invece, c’è lotta tra pulsioni e sentimenti …NON schiacciare MAI i brufoli. Un aiuto naturale: Juglans regia MG, Ulmus campestre MG e Ribes nigrum MG. Lavorare sempre su fegato e intestino … pulire e disintossicare.

Orticaria, fenomeno cutaneo simile a punture di ortica, con prurito e bruciore; indica soppressione dei propri desideri con l’obbligo di condividere o sopportare situazioni fastidiose ed esasperanti (relazioni, eventi), il tutto percepito come minaccia (forte prurito); eccesso di energia: sessualità e sentimento di rabbia spingono, affiorano, per essere ascoltati.

Onissi (unghia infiammata) … l’unghia è un organo che rappresenta la difesa, la protezione… i soggetti che hanno problemi in questa formazione cornea sono particolarmente vulnerabili, deboli e fragili sul piano emotivo.

Cisti, le interpretazioni psicosomatiche sono in funzione dell’organo o del tessuto interessato: pelle, polmoni, cervello, ovaie, pancreas, ossa … una cavità che in generale racchiude dolore, sofferenza, vecchi risentimenti che bloccano; pelle: bisogno di affetto, di sicurezza, di nutrimento, di sentirsi accettati, desiderio di essere toccati.

Adenofibroma (nodulo). Questa massa di piccoli nodi, spesso, fanno la loro comparsa a seguito di una ferita affettiva (abbandono, delusione, tradimento): sono veri i propri “grumi” di sofferenza, di tristezza, di preoccupazione, di profondo dolore.

Cloasma (gravidico o nella menopausa: chiazze marroni sul torace, mani, viso, collo) … provare sentimenti di vergogna, sentirsi umiliati in situazioni particolari.

Blefarite (palpebre: chiusura, vedere o non vedere; occhi: approvazione, disapprovazione, protezioni da stimoli esterni). Un’infiammazione del bordo delle palpebre dovuta alla collera relativa a quello che si ha davanti, al desiderio di non voler vedere certe cose (conflitto: vedere o non vedere, non voler affrontare la vita).

Patomimia cutanea (sfregamento, pizzicamento, bruciature, morsi, tagli autoindotti)autopunizione, atto aggressivo sulla propria pelle … un fenomeno di personalità borderline con un Io particolarmente debole: al limite della nevrosi e della psicosi. Comportamento infantile per avere più attenzione, essere più considerati e creare una reazione compassionevole sulle persone del proprio ambiente … uno strumento di difesa primitivo contro un’incalzante depressione mascherata.


ellulite. Infiammazione sottocutanea ... il blocco della creatività e delle emozioni. Persona che si svaluta sul piano estetico e che si lascia influenzare facilmente. La cellulite si sviluppa lentamente a partire dalla pubertà e negli adolescenti. All'inizio in forma leggera: lieve ritenzione idrica nei tessuti sottocutanei e sensazioni di gonfiore. I sistemi venoso e linfatico drenano con difficoltà i liquidi che continuano a ristagnare. Il processo di smaltimento di grassi e tossine diventa via più lento, difficoltoso. Così, la cellulite si concentra in punti particolari. Circonda, pertanto, tutti i Meridiani (Meridiani: canali energetici che mettono in comunicazione le regione esterne del corpo umano con i nostri organi e i visceri interni) o, le più fortunate, il Meridiano. Quando si verifica una disfunzione energetica, liquidi e tossine si accumulano. Anche il fattore psichico può mantenere o aggravare uno stato celluitico. Infatti, l'effetto ansiogeno causa uno squilibrio neurovegetativo che si ripercuote sull'apparato digerente determinando varie disfunzioni (biliare, coliti, gastriti, stitichezza): fermentazioni e putrefazioni intestinali contribuiscono ad aggravare la situazione. L'equilibrio psichico indubbiamente gioca un ruolo di primo piano perché l'ansietà, come sappiamo, è la causa principale di alcune forme di obesità e di cellulite. Gli stress psichici, alterando il normale rapporto ipotalamo - ipofisarico, determinano un aumento dell'appetito, da cui errori alimentari qualitativi e quantitativi con tutte le negative conseguenze. Tipologie di cellulite (si veda l'apparato corrispondente): di origine epatica, gastrointestinale è determinata da accumuli di sostanze tossiche e da alterato metabolismo dei lipidi (Meridiani coinvolti: fegato - cistifellea, intestino crasso e tenue, stomaco). Di origine pancreatica per alterato metabolismo dei glucidi (Meridiano: milza - pancreas). Quella di origine endocrina, corticosurrenale, ovarica, tiroidea per stasi e rallentamento circolatorio e alterato metabolismo linfatico, ormonale (Meridiano: circolazione - sesso). Poi quella di origine idrometabolica per ritenzione idrica nei tessuti (Meridiani reni e vescica). Per quanto sopra evidenziato appare evidente che l'approccio di tipo esclusivamente cosmetico esterno, come pure il trattamento unicamente interno, risulta insufficiente nella risoluzione del problema. Solo dopo aver individuato la disfunzione specifica (Meridiano), attraverso un approccio olistico, è possibile iniziare il trattamento, eliminando le tossine e, nel contempo, ripristinare l'energia.



ITILIGINE. Patologia caratterizzata da un’assenza più o meno diffusa della melanina (sostanza che non solo colora ma protegge la pelle). E’ un problema di depigmentazione cutanea, un danno prevalentemente estetico. L’individuo cerca la propria identità attraverso la “ferita” cutanea che, in realtà, diviene una specie di “firma”. Queste macchie di colore biancastro, che variano per numero e per dimensione, rivelano emozioni connesse ad esperienze di separazione in cui il soggetto ha la convinzione di essere stato ingannato e umiliato. C’è una grande difficoltà ad accettare la rottura di un rapporto perché è vissuto come un rifiuto … qualcuno ha imbrogliato o si è approfittato della buona fede del soggetto. Alcuni studiosi hanno messo in evidenza il ruolo familiare nella comparsa della vitiligine: una figura paterna carente e assente nel processo educativo.


ATTENZIONE


l colore della pelle non stabilisce soltanto l’appartenenza ad un gruppo etnico ma indica sempre il vero stato di salute di ogni individuo. La pelle, come detto più volte, rappresenta le parti più profonde di ogni organismo (specchio dell’anima): la condizione dell’intero psicosoma … rivela la verità interiore!!! Quando gli organi interni non funzionano correttamente, sulla pelle compaiono segnali ben precisi: macchie, segni, (grassa, umida, secca, ruvida, flaccida) e modificazioni cromatiche. La cute rivela sempre squilibri passati e presenti a carico degli organi interni: le scorie tossiche esploderanno il più delle volte sul viso. Reagisce rapidamente in maniera sorprendente ed immediata alle condizioni interiori: è il barometro della nostra esistenza. Vediamo di seguito i colori che essa ci invia e come possiamo leggerli, in modo tale da correggere alcuni comportamenti, se necessario, per renderla sempre più radiosa, elastica, splendente e luminosa. Una pelle di colore rosso è sempre legata alla circolazione. Segnala soprattutto disordini dell’apparato cardiocircolatorio. Qualsiasi fenomeno che accelera l’attività cardiaca - stato di imbarazzo, spavento improvviso, attività fisica ed ilarità - aumenta anche la circolazione periferica (espansione dei capillari) provocando un cambiamento cutaneo. Anche un consumo di zuccheri semplici, spezie, alcol e sostanze stimolanti possono determinare un certo tipo di rossore. A livello emotivo segnala un considerevole disordine nervoso e instabilità emotiva. Il colore giallastro è connesso al fegato e alla cistifellea (bile e secrezione epatiche provocano questo colorito). Un fenomeno che segnala anche disordini al pancreas, ai reni e al sistema escretore in generale. L’ittero (eccesso di bilirubina) è l’esempio più evidente di un disturbo epatico che provoca la colorazione gialla della cute e delle sclere. Tale colorito può essere causato dall’assunzione esagerata di carne, uova, molluschi e pesce. Il soggetto risulta particolarmente aggressivo … il colorito giallastro della pelle o l’urina molto scura sono sintomi di danni epatici. Il bianco diffuso nella cute, invece, segnala una contrazione dei capillari sanguigni. Ha un rapporto diretto con i polmoni e l’intestino crasso. Può essere determinato dall’assunzione di troppi grassi o da prodotti lattiero – caseari. Il pallore cutaneo mette in evidenza una mentalità ostinata e gretta. … un colorito grigiastro della pelle, invece, accompagnato da secchezza e arrossamenti vari sono un segnale di tristezza, insofferenza, scontentezza e invecchiamento precoce, mentre una cute luminosa indica creatività e un vissuto in sintonia con le proprie emozioni … Un colore bluastro (tempie, naso e area attorno agli occhi) indica un disordine allo stomaco, al fegato, milza e pancreas (circolazione carente nel fegato e milza). Può essere causato anche dall’assunzione di troppi zuccheri, farinacei, alcol e sostanze stimolanti. E’ un soggetto che si presenta il più delle volte di cattivo umore, collerico e irascibile. Un colorito “scuro” (area sotto gli occhi) segnala disordini renali (il sangue diventa più scuro), intestinali e digestivi. Potrebbe risultare eccessivo il consumo di frutta, carboidrati semplici e sostanze chimiche. Il soggetto presenta attacchi di panico ed è controllato da tratti depressivi. Il colore verde è collegato alla decomposizione dei tessuti o delle cellule in generale: cisti e tumori. Può essere un segnale di un consumo eccessivo di proteine, grassi, zuccheri e sostanze chimiche. E’ un soggetto che si relaziona con un atteggiamento insicuro e arrogante. Come abbiamo potuto vedere, il modo di affrontare lo stress e l’assunzione di cibi animali, seguiti da un consumo eccessivo di zucchero, sono i veri responsabili dello stato segnalato dalla pelle.

Freddo (sensazione) … la tendenza alla freddolosità è collegata al sentimento di solitudine, di essere stati abbandonati, di ritrovarsi completamente soli … la sensazione di essere isolati, non percepire o non essere più circondati da calore umano.

La pelle è una mappa che porta in sé infiniti segni misteriosi del profondo: Anemia: il volto è biancastro, spento e smunto (scarso afflusso di sangue ossigenato).

Polmoni: il volto assume un colore bluastro (maggiormente evidenziato nelle labbra). Il volto assume un colorito rossastro quando si abusa di alcolici, con il diabete mellito e in caso di ipertiroidismo. La colorazione giallastra del viso segnala problemi di fegato, epatite o ostruzione delle vie biliari.

Eczemi: un atteggiamento di estremo controllo (rabbia e aggressività) su emozioni giudicate poco “presentabili” … chi è sempre su di giri deve aspettarsi qualche disagio a livello dell’apparato cutaneo; la difficoltà di gestire l’aggressività può dar luogo a fastidiose dermatiti, eritemi o eczemi: segno che un fuoco dirompente preme per uscire … se poi la vita di coppia è una “lotta continua”, questa seccatura a livello cutaneo, potrebbe favorire vaginite e uretrite: una battaglia rabbiosa che continua senza tregua tra le lenzuola.

Psoriasi. Una pelle che si è trasformata in una grande corazza rigida e fragile che presenta difficoltà a portar fuori, a mediare tra interno ed esterno… un fuoco (sangue) spento dal bianco delle squame.

La pelle, dunque, è uno specchio più che visibile di emozioni a “fior di pelle”, limite e barriera per gli intrusi (confine tra il mondo interno e quello esterno) … riflette non solo il proprio stato di salute generale (dentro e fuori) ma - essendo direttamente connesso con il SNC - è possibile leggerci emozioni, stati d’animo e le difficoltà relazionali … un malessere che si presenta violentemente ogniqualvolta il mondo ci ferisce … sulla pelle sono dipinte tutte le passioni troppo sacrificate, che in qualche modo non ci si concede.



e malattie della pelle sono senza dubbio le più comuni e diffuse. La cute è il primo apparato “preposto” a manifestare il disagio nei bambini più piccoli e non potrebbe essere diversamente vista l’immaturità psichica che li espone a un contatto più diretto e meno schermato con l’ambiente circostante.

Pelle e mente: il connubio è perfetto, soprattutto quando abbiamo a che fare con disturbi cutanei. Le reazioni “a pelle” non sono però prerogativa dell’età evolutiva, si verificano in tutti quei momenti in cui la mente non riesce a contenere adeguatamente emozioni che sfuggono al controllo, ecco che, improvvisamente, i disturbi dermatologici si incaricano di far affiorare il malessere: di renderlo manifesto. La pelle non può essere considerata come un organo “superficiale”, essa è davvero di più: rappresenta una dimensione dove i nostri modi d’essere si legano con il mondo, dove il nostro essere, la nostra vita dialoga ininterrottamente con l’esterno. Ecco perché la sfera cutanea va “letta” in più modi, scoprendo cosa significano e come vanno affrontati tutti i disturbi che l’affliggono. La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo, eppure difficilmente le diamo importanza come il cuore, fegato, reni, polmoni. Il rapporto che abbiamo con la pelle è del tutto esclusivo, nella nostra percezione non abbiamo la pelle ma “siamo” la nostra pelle. E non è un caso, se analizziamo infatti il valore funzionale e simbolico di questo apparato, ci renderemo conto non solo che essa è strettamente connessa alla nostra identità più profonda, ma anche all’istintiva difesa della vita. Intanto, grazie alla sua elasticità che separa l’interno dall’esterno, protegge il corpo da traumi, pressioni, colpi. Inoltre, è una barriera che impedisce l’ingresso di agenti potenzialmente patogeni come batteri, sostanze acide e alcaline, radiazioni solari. Da questo punto di vista potremmo considerarla come una sorta di tuta protettiva che può arrivare a diventare, all’occorrenza, una vera e propria corazza impenetrabile. Il limite dell’uomo è, quindi, la sua pelle. Essa dà la forma e sembianza a ogni essere vivente, non solo rendendo visibile all’esterno la forma del corpo, ma - attraverso i segni che porta con se - esprimendo l’individualità. E’ il tratto distintivo di ognuno di noi, poiché nessun altro può averne una identica. E’ l’involucro vivente che cresce e invecchia con la nostra persona, costantemente rinnovato, ma sempre uguale a se stesso. E’ la linea di demarcazione tra noi e l’universo stesso. Ci delimita e protegge, si costituisce come filtro e barriera permeabile contro gli agenti nocivi. In questo senso svolge un’importante funzione di limite e confine che consente alla persona di percepirsi come distinto e delimitato. Contribuisce quindi a determinare la consapevolezza di sé, l’individualità, attraverso la consapevolezza di possedere un corpo esclusivo. Tramite la pelle tocchiamo e siamo toccati, definiamo il nostro spazio e siamo definiti nello spazio. Ed è nel contatto tra pelle e pelle che prende origine il processo di delimitazione psichica. 




a non solo: la cute rappresenta inoltre un importante mezzo di comunicazione interpersonale. Attraverso la cute il corpo emana il suo odore, che ha un suo codice di riconoscimento e una sua “marcatura” in grado di influenzare il comportamento dell’altro e la relazione con esso. La pelle è da sempre vettore di simboli e idee, il cui fine è la comunicazione verso chi ci circonda. Può essere territorio di bellezza e di attrazione, di un messaggio particolare oppure anche di “repulsione”. Così, chi soffre di una patologia cutanea cerca di condividere il problema di cui è portatore, si sforza di portare in mezzo agli altri il vissuto interno che sottende la patologia ma contemporaneamente prova vergogna e disagio per la sua affezione. E’ in questo momento che la malattia diventa “stigma”, ovvero marchio che spesso va a bloccare l’emotività di chi ne soffre. E’ confine protettivo e territorio di scambio emozionale: ma anche spazio dove appaiono i disagi e le emozioni nascoste. Così la cute diventa autentica carte di identità del nostro vivere quotidiano. Ma da dove nascono i disturbi cutanei? Perché una mente che non riesce a esprimersi invia i suoi “segni” proprio sulla pelle? In realtà, l’acne, la vitiligine, gli eczemi, la psoriasi vengono per farci osservare emozioni che tratteniamo. Vediamo ora questi meccanismi, ovvero impariamo a leggere quanto “sta scritto” sulla "mappa" cutanea: le origini psicosomatici dei disturbi che l’affliggono. La pelle, attraverso i suoi "segnali", dice tutto ciò che non si ha il coraggio di ammettere ... esprime e fa sentire le sue risorse più preziose!!! Per problemi alla pelle, un succo di: mela, ananas e uva può aiutare!!!

ECZEMA  ...  il dolore che scava


a pelle delimita, separa, unisce, mette in contatto: termometro delle passioni senza finzioni; i disturbi della pelle segnalano un pericolo, rivelano conflitti profondi nei rapporti con gli altri: si entra in “guerra”. Una spia, un mondo esterno (anche interno: qualcosa che vuole emergere in superficie) vissuto come minaccioso per i propri confini, la propria identità, la propria integrità … un confine perennemente minacciato … testimonia quei contenuti emotivi che non si vuol vedere. L’eczema esprime sempre una battaglia interiore, un conflitto che brucia. I sintomi, rossore e prurito, rimandano a un fuoco interno che tende a distruggere un involucro vecchio: espressione di una identità che vuole trasformarsi. Chi ne soffre ha energie forti che vorrebbe esprimere in ambiti diversi, ma paura, timidezza, sensi di colpa e fobie lo bloccano. Nella fase acuta, cioè quando si avvertono maggiormente i disturbi dell’eczema, compaiono vescicole sulla pelle, che possono rompersi liberando il liquido chiaro. Successivamente, le vescicole si trasformano in una crosticina. L’eczema provoca intenso prurito, che può impedire il sonno. Nelle dermatiti da contatto le lesioni compaiono per l’appunto nelle zone di contatto tra parti del corpo e sostanze irritanti. Nell’eczema atopico le parti del corpo più colpite sono il viso, il collo, la pelle dei gomiti, delle ginocchia, dei polsi e delle caviglie. Molto frequente nei bambini allergici, è espressione di una difesa nei confronti di un mondo sentito pericoloso a causa della sua progressiva artificialità: giochi in materiale sintetico, cibi dalla provenienza incerta, aria sempre più inquinata. Come alterato è anche lo stile di vita di molti genitori sempre di fretta e di corsa. La caratteristica “migrante” di questo disturbo, che può spostarsi in parti diverse del corpo, indica che la pelle del bimbo si difende in zone che man mano rappresentano - in modo simbolico - i punti più vulnerabili in quella precisa fase di sviluppo. La dermatite seborroica, invece, che colpisce adolescenti e adulti di mezza età, è proprio collegata a un conflitto con l’ambiente esterno dovuto a discrepanze tra la capacità di produrre risultati da parte dell’individuo e le richieste della società. Non è un caso che essa si manifesti soprattutto al cuoio capelluto, cioè sulla testa (il luogo dei pensieri, del mondo razionale), in persone fortemente stressate e che si “spremono” per impegni professionali frenetici. La seborrea inoltre indica che il soggetto non sta vivendo una quota importante della sua carica erotica, costretta ad uscire in forma indiretta sotto forma di sebo. L’eczema classico ha a che fare in modo prevalente con la difficoltà a esprimere un fuoco creativo che, per quanto si cerchi di nasconderlo, non può essere mai veramente domato. Una creatività intesa non solo in senso artistico ovviamente, ma anche possibilità di portare la propria impronta in ciò che si sta facendo. In molti casi la persona “arde di interesse” per qualcosa o per qualcuno, ed è così sensibile da “accendersi” per un non nulla … ma non sente legittima la decisione di seguire questa via perché teme che potrebbe portarla lontano dalle scelte e dallo stile di vita consueti, a cui è legata per abitudine ma non per passione. A un atteggiamento conciliante e comprensivo corrisponde nell’interiorità un temperamento sanguigno che facilmente si irrita: un filtro di autocontrollo molto forte inibisce le loro reazioni, lasciando che affiorino sulla pelle. Una vita interiore ricca e profonda ma che poco traspare all’esterno: per chi soffre di eczema è difficile parlare di sé, sfogarsi per un dolore o un’ingiustizia, raccontare o condividere. Ma la loro tenuta ha un limite e spesso uno sfogo sulla pelle è l’equivalente di una parole.

Chi rischia di più

 Persone che trattengono le proprie emozioni anche in contesti protetti in cui potrebbero lasciarsi andare;
Persone ricche di passioni e di talento che però temono il giudizio degli altri e che sono molto influenzabili dalle figure dotate di autorità e autorevolezza;
Persone insicure riguardo alle proprie capacità, che tuttavia sanno di avere, ma che non riescono a manifestare e utilizzare come è nelle loro possibilità;
Persone timide e sensibili, poco propense a parlare delle cose importante di sé.


a pelle è un grande organo che non sa fingere e non dipende dalla volontà … segnala al mondo circostante - sempre a modo suo - i sentimenti, a volte i conflitti più profondi, quelli, in particolare, che non si vogliono guardare in faccia direttamente … delimita e nello stesso tempo contiene … le lesioni cutanee raccontano e disegnano chi siamo veramente.


PSORIASI

La pelle si “spacca” per far emergere quel mondo emozionale che, a tutti i costi, si vuole occultare nella vita quotidiana … soggetti prevalentemente con tratti depressivi e fobici.


a psoriasi si manifesta con placche secche di forma e dimensioni variabili, ricoperte di squame bianco e argento facilmente staccabili, al di sotto delle quali è presente un eritema più o meno spiccato. Le alterazioni descritte si generano per un difetto del turnover cellulare che da 28 giorni passa a soli 2 o 3 giorni: così la pelle si squama e si stacca quasi fosse una pelle morta esprimendo il bisogno di cambiare, ossia di rompere i limiti difensivi imposti e lasciar emergere il nuovo, ciò che si nasconde nel profondo. Ma tale desiderio è tutt’altro che sereno e lineare e l’accatastarsi delle cellule morte rivela un profondo conflitto tra un desiderio di rinnovamento e la paura di "perdersi". Ma da cosa si difende il malato di psoriasi? Dagli istinti più sanguigni, dall’aggressività, dall’impulsività, dalle passioni brucianti che rischiano di minare il suo bisogno di ordine e di pulizia, il suo candore morale e la sua immagine. Il rosso che si manifesta potrà essere espressione di una aggressività non vissuta e di sensi di colpa di cui non è facile liberarsi. Spesso la psoriasi si associa e si alterna a episodi diarroici, veri tentativi di scarica liberatoria verso gli impulsi inaccettabili. La scelta della sede dove la psoriasi attacca è casuale o ha un senso? Esaminando attentamente la sua localizzazione scopriamo che ha la tendenza a localizzarsi nelle pieghe delle giunture: gomiti e ginocchia sono articolazioni che consentono di muoverci in maniera autonoma, rappresentano da una parte la libertà di movimento e la possibilità di difendersi ... servono, infatti, a parare i colpi così come ad attaccare … farsi largo!!! Una localizzazione alle giunture parla del timore dell’aggressività, di subirla, come di manifestarla. Diverso è il caso delle mani: lesione difficile da nascondere, quella che colpisce le mani è in stretta relazione con la paura e il desiderio di entrare in contatto con l’altro ma anche con l’emergere di una carica aggressiva, un desiderio di menar le mani”, fortemente colpevolizzato e represso. Una malattia da cui non si guarisce facilmente. Già nel modo di presentarsi racconta il mondo interiore di chi ne soffre (rosso sangue: aggressività non agita, le scaglie bianche è il tentativo di purificarsi da elementi che si accumulano e fanno da corazza di protezione).



Le persone affette da questa patologia hanno in comune alcuni tratti importanti:


Per quanto possano sembrare socievoli, non mettono mai in gioco, nella relazione, il loro nucleo profondo: l’interlocutore, anche il partner, sente che “oltre un certo punto” essi non permettono di entrare e che non si mettono mai in gioco del tutto;
Fanno fatica ad esprimere le emozioni in modo diretto e lineare, e altrettanta ne fanno per accettare dall’esterno senza mediazioni verbali che ne riducono l’intensità e l’immediatezza;
Si percepiscono fragili in alcuni ambiti (soprattutto affettivi), e per non affrontare il problema si dichiarano indipendenti, senza accorgersi di cadere spesso in un atteggiamento di continua richiesta di supporto.

l problema centrale dunque - la vulnerabilità - viene risolto eludendo e lasciandolo immutata ogni cosa; il tutto, ovviamente, in modo inconsapevole. Quando l’energia che si esprime nell’eritema viene “coperta” dalla corazza, finisce per spingersi in profondità, dove si trasforma in intensi episodi di cefalea o di colite, a testimonianza di come essa contenga un’energia incomprimibile che cerca comunque di essere elaborata ed espressa. L’estensione della psoriasi è in proporzione alla insicurezza che la persona sente di avere: tentare di eliminare drasticamente il sintomo (psoriasi), quando è esteso, è pericoloso e mette a rischio di forti disagi psichici (ansia, depressione e, spesso, episodi psicotici), perché la malattia è, evidentemente, l’unico modo che la persona ha trovato per stare in equilibrio con il mondo. Va quindi sempre rispettato!!! La psoriasi esprime, in ultima analisi, un problema di identità. Chi soffre di psoriasi si muove a disagio nell’ambito emotivo, mentre si trova molto a suo agio in quello razionale. Discreti e riservati, lasciano trapelare poco i loro sentimenti, e si "lasciano" ferire facilmente dagli altri. L’intimità emotiva è difficile da raggiungere anche se spesso è fortemente desiderata. Si aspettano tanto da se stessi e dagli altri e reagiscono male quando rimangono delusi. Nell'ambito evolutivo, di frequente, si registra la presenza di genitori poco espansivi, piuttosto esigenti e moralmente rigidi, più attenti al versante disciplinare che a quello emotivo. La lontananza affettiva talvolta dipende anche dall’assenza vera e propria che induce a vissuti di abbandono e di rabbia impotente.



Le infiammazioni nell’organismo segnalano conflitti inconsci, disagi interiori non risolti, vissuti, spesso, come estranei, opposti o pericolosi per il proprio equilibrio. Vediamo, di seguito, il tema conflittuale e il processo infiammatorio ad esso collegato:

• identità personale … il processo infiammatorio riguarderà le infezioni, intestino e tiroide;

rapporti interpersonali … si esprimeranno attraverso dermatiti, problemi allo stomaco, bronchiti;

potere decisionale … artrite, tendinite;

sfera morale … colite, artrosi, problemi agli occhi;

sentimenti di rabbia e aggressività … fegato, patologie autoimmuni, esofagite;

area indipendenza e autonomia … apparato respiratorio, tensioni muscolari.


icorda, una visione diversa verso se stessi evita al corpo di farsi carico di tutte quelle cose che non vanno o che, con un grande sforzo di volontà, si vuole dare intendere agli altri, costi quel che costi, di essere nella “norma”, la somatizzazione, quindi, arriva per segnalare che in quel personaggio finto, partorito da una mente fissa, rigida e sempre uguale non c’è felicità, che dietro quella maschera non si poi a proprio agio, non si vive bene, non si è contenti, ma che bisogna cambiare qualcosa: chiede di dare una svolta alla propria esistenza, si è saturi dell’attuale stile di vita. Non guardare dalla parte opposta, cambia lo sguardo sui tuoi vissuti senza troppo giudicarli … essere troppo severo!!!

SAPEVATE che la vitamina D e gli omega 6 (EPO) possono aiutare nei casi di PSORIASI.

NB. Le informazioni e le interpretazioni terapeutiche contenute in questo articolo non sostituiscono in nessun modo il parere del proprio medico di base, al quale è sempre doveroso ed indispensabile rivolgersi per la diagnosi e la terapia specifica. Questo articolo pertanto ha valore educativo, non prescrittivo.


Bonipozzi dr. Claudio Tel. 349.1050551 
E mail: bonipozzi@libero.it


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